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Il pesce nell'Oceano

Inviato: 12/09/2012, 14:48
da Oliviero Angelo
Il pesce nell’oceano
-racconto di Oliviero Angelo -

(liberamente ispirato ad un passaggio di uno dei tanti Discorsi di Osho)

Era un’azzurra giornata come sempre, lì nella grande piana sabbiosa di Idra, e Adam se ne stava placido a farsi cullare dalle correnti fresche della barriera corallina di Mondicolor, limitandosi a muovere impercettibilmente, in un gioco naturale d’equilibrio, le sue pinne laterali.
Più tardi avrebbe fatto un giro nelle Grotte della Murena per rifocillarsi un po’. Una corsa in compagnia con gli altri a disegnare scie nell’acqua e poi via ancora, come sempre, a girare per Idra nell’esistenza che a lui era stata consegnata, come per tutti i suoi fratelli di covata, sparsi chissà dove per quei loro cari fondali e montagne rocciose. Non c’era nulla da chiedere di più. Lo sapeva per le troppe volte che gli altri suoi simili glie lo ripetevano quando lo vedevano perplesso alla ricerca di chissà che cosa. Già. Il fatto era che nemmeno Adam sapeva cosa cercare. Era semplicemente una sensazione d’incompletezza. Gli mancava qualcosa che gli permettesse di vivere con più motivazione quel suo nuotare per il mondo. Possibile che fosse tutto lì, si diceva spesso. Ma se lo diceva interiormente, perché nessuno sembrava infatti capirlo.
A dir la verità c’era il vecchio Korchi, un pesce vela come lui che però tutti loro chiamavano Mancolabbro. Quel nome si era dettato quasi spontaneamente a causa della sua bocca che effettivamente mancava di una parte di labbro. Mancolabbro, cioè Korchi, diceva che era il prezzo che aveva pagato per avere l’illuminazione, un giorno che infine riuscì a trovare l’Oceano. Effettivamente Mancolabbro era parecchio strano, come tutti dicevano, in queste sue affermazioni. Lui sosteneva che trovare l’Oceano era la chiave per vivere pienamente felici. Ma se gli si chiedeva cos ‘era l’Oceano lui rispondeva semplicemente che l’Oceano era Tutto. Era la Vita. Ma fino a che non si trovava questo strano Oceano non lo si poteva comprendere.
Ecco, Mancolabbro in qualche modo avallava l’insoddisfazione inspiegabile che Adam sentiva. Adam inizialmente lo aveva preso in giro come tutti ma continuando a vederlo placidamente sereno, gioioso del semplice fatto di essere lì a nuotare per Idra, aveva ricevuto la forte sensazione che lui un qualche senso al suo vivere l’avesse trovato. Qualunque cosa fosse questo … Oceano, di cui tanto parlava con gratitudine Mancolabbro, doveva avere un suo giusto perché.
Senza farsi troppo notare dagli altri pesci, spesso Adam andava per fondali e grotte a lui sconosciuti per provare a trovare anche lui questo Oceano che pareva aver dato un senso alla Vita a Korchi. E molte volte, incontrando pesci che non lo conoscevano, osava anche chiedere se per caso sapessero dove trovare un qualcosa che sembrava chiamarsi Oceano. Ovviamente riceveva in cambio silenzi e sguardi vuoti. L’insuccesso della sua costante ricerca aveva addirittura acuito il suo senso di insoddisfazione per un essere lì nel suo mondo di Idra che sembrava non dargli nulla di più che monotoni accadimenti e consolidate routine giornaliere che nulla aggiungevano al suo desiderio di sentirsi realizzato. Come, però, non lo sapeva proprio.
E a parte Korchi che non amava parlare più di tanto, sostenendo infatti che le parole non servivano a nessuno per trovare l’Oceano, non c’era nessun altro al quale confidare la sua indefinibile insoddisfazione.

Un giorno Adam, prima ancora che il riflesso di lassù schiarisse i contorni di Idra, decise di recarsi alla casa di Mancolabbro e chiedergli con insistenza dove potesse trovare questo benedetto Oceano. Svegliatolo dal suo placido restare immobile sul fondale riuscì infine a vincere l’abituale reticenza di Mancolabbro e a farsi dire almeno in quale direzione dovesse andare per rifare il percorso che lui aveva fatto quando aveva trovato questo Oceano del quale se ne beava visibilmente.
Con grande sorpresa di Adam, Mancolabbro gli disse che la direzione giusta era andare oltre la barriera corallina di Mondicolor, là dove il fondale era troppo chiaro e tanto vicino al riflesso di lassù. A sentire questo, in Adam quasi passò la voglia di continuare a cercare questo Oceano. Ma come? Andare oltre Mondicolor era quasi taboo per tutti loro! Era pericolosissimo! Tanti di loro che improvvisamente non erano più stati visti nelle nuotate di gruppo e neppure nelle loro case si diceva fossero andati proprio là, prima di sparire per sempre dalla faccia di Idra.
“Proprio così” replicò Korchi “ La motivazione a ricercare ciò che si cerca deve essere superiore ai grandi rischi che si possono correre! Tu cosa sei disposto a rischiare per avere in cambio il senso di tutto il tuo vivere qui su Idra?”
“ Non lo so, Mancolabbro … Ma se vado là so che rischio di non avere più una vita qui su Idra, a dar peso a tutti coloro che da lì non sono più tornati né sono mai stati visti da qualche altra parte!”
“Certo. Può anche succedere che ti accada questo. Ma dimmi, Adam, cosa perderesti infine? Tu lo chiami vivere questo tuo muoverti qui per Idra senza una risposta che lo giustifichi? Trovare l’Oceano è l’unica cosa che possa giustificarlo, credi a me che lo so per esperienza diretta!”
“Sì, ma non potresti darmi tu un po’ del tuo Oceano giusto per capire cosa a mio rischio sto cercando?” chiese speranzoso infine Adam.
Il sorriso in risposta di Korchi, per via di quel pezzo di labbro mancante, sembrò più un ghigno che altro, ma Adam comunque non ci badò e insistette: “Perché non vuoi aiutarmi? Cosa ti costa darmi o mostrarmi un po’ di Oceano per farmi capire cosa cercare?”
“Oh, Adam, Adam! L’Oceano appartiene già a te come a me, solo che lo devi trovare direttamente tu. Diversamente non sarebbe mai completamente tuo ma solo un qualcosa riferito o mostrato a te da un altro. Che valore mai avrebbe per te? Mi spiace, Adam … Di più non posso dirti perché nemmeno ti servirebbe. Fai la tua scelta, per ciò che da me hai saputo.”

Carico di frustrazione ma anche di un’informazione in più, Adam si allontanò per ritornare ai suoi soliti luoghi. Ma fatte poche miglia un senso di sconfitta e di perdita ancora maggiore s’impadronì di lui. Che senso aveva quello che lo aspettava e che sempre sarebbe stato per il suo tempo lì su Idra? Sapeva soltanto che non poteva più fingere di non sapere che una risposta poteva trovarla se solo avesse osato. Se Mancolabbro gli aveva detto che Oltre Mondicolor era il luogo in cui lui aveva trovato l’Oceano e che lui da lì era comunque tornato, forse voleva dire che i rischi si potevano superare. Lui ce l’aveva fatta, e questo era indiscutibile. Sì, se Mancolabbro ce l’aveva fatta perché non poteva farcela anche lui stesso? Questo si disse l’attimo prima di prendere finalmente la decisione di correre i paventati rischi per trovare anche lui l’Oceano. E così invertì la direzione e si diresse verso la barriera dei coralli.

Avvicinandosi al rifle cominciò a notare il solito affollamento di pesci coloratissimi e il maggior chiarore che il riflesso di lassù irradiava tra le rocce e i coralli ad ergersi dal bianco fondale che poco mimetizzava, in quel luogo.
Adam si avvicinò a un pesce Chirurgo dall’intenso color indaco che stranamente si trovava discosto dalla moltitudine del suo popolo che procedeva compatto più avanti. Lo chiamò tranquillizzandolo sulle proprie intenzioni e si presentò:
“Ciao, mi chiamo Adam e sono poco pratico di Mondicolor. Potresti aiutarmi?”
“Ciao. Sono Bernard. Cosa vuoi sapere?”
rispose il pesce Chirurgo.
“Beh, ecco … hai per caso visto un qualche oceano da queste tue parti?”
“Oceano?!? E che cos’è? Non so di che parli, amico!”
“Già. Nemmeno io so cos’è … Lo immaginavo …”
commentò deluso Adam.
“Ma se non sai cosa cerchi perché lo devi cercare?” Gli chiese Bernard con una certa logica.
“Lo cerco perché mi hanno detto che a ritrovarlo ricevi il senso più completo del vivere, qui su Idra, ecco perché …”
“Mi sembra tutto troppo vago … per me stai solo perdendo tempo dando credito a misticismi dell’ultima ora, amico mio.”
“Ma che alternative avrei non cercandolo, secondo te? Perché sono qui allora su Idra e non sono qualcosa d’altro e magari altrove?”
“Tu sei tutto matto, lasciatelo dire … Siamo qui perché qui ci siamo nati e non ci manca niente, abbiamo cibo in abbondanza e dobbiamo solo stare attenti a non essere noi il pasto di qualche altro abitante di Idra più grande. Ma così va la vita. Serve forse altro?”
“Come … serve altro?!? E questo ti basta?”
“A dir la verità sì. Ma mi basta anche l’aver parlato con te e quindi ti saluto, caro mio. Quando troverai un oceano salutamelo da parte mia!”
E così dicendo diede un colpetto deciso alle sue due piccole pinne inferiori e schizzò via a raggiungere quelli del suo popolo.
Adam non si perse d’animo e si disse che visto che era arrivato fino a lì avrebbe cercato ancora un po’ in giro. Se Mancolabbro alla fine gli aveva detto che questo era il luogo, il luogo doveva essere proprio questo.

Adam continuò a procedere tra rocce e rami coloratissimi di corallo, avvicinandosi al luogo delle grandi ombre veloci. Lui le aveva solo intraviste qualche volta dove abitava. Venivano anticipate da un grosso turbinio tutto intorno, da cupe vibrazioni e dalle storie che le riguardavano: qualcuno, si diceva, al loro passaggio era sparito per sempre da Idra e non se ne era saputo più nulla. Ma d’altronde Idra era così grande, a quanto si raccontava, che Adam pensava anche che quel qualcuno semplicemente potesse aver scelto un’altra casa dove vivere, più lontano da dove si trovava.
E comunque dove lui si stava avvicinando ora, queste ombre veloci, pare più piccole, oscuravano spesso il riflesso di lassù.
Un pesce Balestra intento a grattare con la grossa dentatura qualcosa intorno alle formazioni rocciose accanto, lo vide passare e richiamò la sua attenzione.
“Ciao, amico. Qual buona corrente ti spinge da queste parti? Non ti ho mai visto qui in giro …”
“Ehm … Ciao, dici a me?”
rispose Adam leggermente sorpreso.
“Certo che dico a te … Vedi qualcun altro del tuo popolo, qui attorno?”
“In effetti no … non credo … Vedi, io sono arrivato fin qui perché un mio amico mi ha detto che qui avanti, oltre Mondicolor, forse posso trovare qualcosa che dovrebbe rispondere ad alcune mie domande …”
“E chi sarebbe questo tipo saggio che avrebbe le risposte per te?”
chiese incuriosito il pesce Balestra.
“No, non qualcuno. Qualcosa. Qualcosa che si chiama Oceano. L’hai per caso visto, tu?”
“Oceano?! E che mai sarebbe questo oceano? E a quali domande dovrebbe poi saperti rispondere?”
replicò incuriosito Rudolph, come il pesce Balestra si chiamava.
“Al perché sono qui su Idra e al perché sento mi manchi qualcosa per starci pienamente in armonia.”
“Scusa ma … quel tuo amico che pare conoscere questo oceano non poteva dirti lui stesso qualcosa in più?”
“Già … Come se non glie l’avessi chiesto per tempo e tempo … ma lui sostiene che ciò che voglio sapere lo devo trovare io stesso, così come per tutto e tutti. Le parole non potranno mai sostituire l’esperienza diretta della verità. “
“Che amico bislacco che hai, davvero! E’ come se a me avessero detto di scoprire da solo quali erano i pericoli da evitare per vivere a lungo, di scoprire da solo che i pesci più grandi di me avrebbero fatto di tutto per mangiarmi. Avrei trovato le risposte ma non avrei continuato a vivere, non credi?”
“Beh, sì … su questo hai ragione … ma io intendo non qualcosa che mi faccia vivere più a lungo bensì qualcosa che mi dia il senso del vivere, altrimenti che differenza farebbe un tempo di vita più o meno lungo nel fare sempre le solite cose senza sapere altro? Tu non credi che la vita debba essere qualcosa di più?”
“E che mai dovrebbe essere di più, la vita?La vita è semplicemente vita … stare qui, nutrirsi, riprodursi … non c’è bisogno di altro, credi a me! ”
“No … Sento che non è solo così … E’ come se non fossi pienamente presente a me stesso e nel mondo in cui vivo, in cui viviamo tutti noi …”
“Allora quando ti troverai al tuo appello torna qui a farmi sapere ciò che ti ha permesso scoprirlo, amico mio. Intanto io continuo a limitarmi a vivere, se per te non è troppo sconveniente …”
E detto questo Rudolph diede una sferzata con la sua doppia pinna di coda e schizzò via verso un’altra roccia.

Nessuno pareva comprendere l’esigenza interiore urgente del suo voler trovare la sua risposta. Nemmeno lì, dove, a detta di Mancolabbro, l’oceano si poteva trovare più facilmente. Adam vinse a fatica un naturale scoraggiamento e si impose di continuare la ricerca. Una ricerca di un qualcosa che nemmeno sapeva come potesse essere fatto. E se gli altri avessero avuto davvero ragione a pensare che lui fosse in qualche modo sbagliato ? No. Sbagliato o no Adam sentiva con certezza interiore che a una qualche risposta voleva comunque giungere, costasse quel che costasse. E comunque ormai era arrivato al confine del luogo delle ombre veloci e una decisione doveva comunque prenderla, a questo punto e all’inizio del luogo così negativamente famoso per quelli del suo popolo.

Il fondale restava chiaro e rocce e coralli lì non c’erano. Il riflesso di lassù era sempre troppo vicino ma Adam si tenne sul fondo e avanzò in quello spazio così ampio, con circospezione ma anche attento a notare un qualcosa che potesse essere magari proprio l’oceano che stava cercando.
Più avanzava più vibrazioni particolari e sconosciute gli giungevano dalla direzione dove il riflesso di lassù si avvicinava sempre più al fondale e quindi, per precauzione, girò dalla parte opposta. Un paio di forme scure passarono abbastanza vicino a lui ad oscurare il riflesso di lassù. Ne ebbe timore le prime due volte poi notò che non ne veniva danneggiato né messo in pericolo come invece aveva sentito dire nelle sue zone, vicino alla Grotta della Murena. Certo avevano turbinii inquietanti e per niente rassicuranti ma capì che bastava non rimanere troppo vicino a dove queste ombre oscuranti passavano.
Dopo un po’ che stava esplorando quei luoghi decise di tornare a casa, anche perché ormai era tanto che si era allontanato dalle sue zone e sentiva una certa fame e in quei luoghi così chiari non sembrava ci fosse nulla di appetibile per lui. Purtroppo nemmeno l’oceano che sperava di trovare. Sentì la vibrazione che riconobbe e subito dopo, poco più a lato di dove si trovava, passò un’altra ombra allungata. Nemmeno il tempo di sorridere delle sue vecchie paure indotte che gli parve di vedere un pesciolino piccolo e per di più tra i suoi preferiti come gusto. Sì, era un delizioso spuntino che fortunatamente gli stava correndo davanti, temerariamente e per giunta sembrava quasi rincorrere proprio l’ultima ombra allungata. Indubbiamente uno spuntino coraggioso, pensò sorridendo tra sé e sé Adam. Questo l’avrebbe raccontato a quelli del suo popolo per prenderli in giro delle loro superstiziose paure contrapposte al coraggio di un umile pesciolino buono per essere mangiato! Accelerò opportunamente e si mise in scia del bocconcino animato che pareva non curarsi del pericolo che gli stava sopraggiungendo alla pinna posteriore. Gli giunse vicinissimo, aprì la bocca e l’aspirò all’interno ma il pesciolino caparbiamente fece uno scatto in avanti e riuscì a liberarsi continuando la sua corsa. Questa poi! Adam si riprese dallo stupore e dato che il desiderio di mangiarlo si era fatto impellente, si rilanciò all’inseguimento del pasto. Si avvicinò, riaprì la bocca e nuovamente l’aspirò all’interno pronto ad inghiottirlo. Questa volta ci riuscì ma poi successe tutto in un attimo. O in un’eternità. Adam non avrebbe saputo precisarlo.
Proprio mentre stava per inghiottirlo il pesciolino riscattò in avanti ma questa volta sembrò essere proprio il pesciolino, da dentro la bocca di Adam, a tirare con forza in avanti Adam stesso. Stava vivendo una situazione, forse un incubo, che non riusciva nemmeno a capire. Solo che la forza con la quale si sentiva tirato in avanti era superiore alla propria per resistere. Ma che stava succedendo? Come faceva quel pesciolino da pasto ad avere tanta forza da tirarselo dietro? Adam provò istintivamente anche a sputarlo fuori ma sembrava che si fosse aggrappato dentro la sua bocca con forza e ogni tentativo falliva miseramente. E dolorosamente. Basta, fermati! Cercò di dire al pesciolino ma questi sembrava incurante di tutto. E tirava con forza sorprendente. Impossibile a pensarsi. E poco per volta Adam si accorse di avvicinarsi proprio all’ombra allungata verso la quale il pesciolino prima stava correndo dietro. Solo che ora era anche più veloce e la stava raggiungendo! Capì immediatamente che stava per fare la fine di quelli che dal luogo delle ombre veloci non erano più tornati! Allora era vero! Erano vere le dicerie del suo popolo, altro che superstiziose leggende! Poi, di colpo, venne strappato dal mondo di Idra, tirato dal poderoso pesciolino oltre il riflesso di lassù.

Sentì venirgli meno, di colpo, il fluido vitale dalle branchie e percepì immediatamente un senso di secchezza, di bruciore, oltre che sentirsi strappare e tirare con violenza dalla bocca. Si agitò istintivamente mentre un qualcosa con corti tentacoli entrava nella sua bocca a togliergli il pesciolino e infine cadde su un fondale durissimo dal quale era impossibile nuotare via perché mancava … mancava … perché mancava l’oceano tutto intorno a lui!!!
Mentre strane creature erano accanto a lui che si muovevano a loro agio nel mondo sopra il riflesso di lassù Adam si ritrovò addirittura a sorridere per quell’ultima definitiva comprensione di cosa in effetti l’oceano fosse. Sapeva di essere sul punto di terminare la sua esistenza e percepiva fiammate dolorose di bruciore per quella sfera infuocata che – ora sapeva – era la causa del loro riflesso di lassù, e tanto più rimpiangeva il suo oceano, il semplice esservi immerso! Oh! Quanto era prezioso, sentiva adesso, e quanto era abbondantemente presente nella vita di tutte le creature di Idra! Ora che l’aveva perso aveva compreso quanto lo desiderava vivere, l’oceano. Intanto spruzzi d’oceano ogni tanto lo ristoravano, cadendogli addosso da sopra e da chissà dove mentre quelle strane creature emettevano suoni forti e asciutti e cercavano di fermare i suoi spasmi finali afferrandolo con quegli sgradevoli corti tentacoli che partivano da due tentacoli più lunghi ai loro lati. Si sentì sollevare e con l’ultimo barlume di coscienza intravide il mondo di Idra sotto di lui e con le ultime energie rimastegli diede un colpo violento con la coda del suo corpo e si ritrovò a piroettare nel niente prima di ricadere dentro Idra!

Si riempì spasmodicamente il corpo di oceano e si sentì pervaso da una gioia infinita semplicemente per essere nell’oceano. Era sempre stato lì, per lui e tutti loro, ma solo ora poteva esserne consapevole. Aveva dovuto perderlo per comprendere di averlo sempre avuto e desiderarne ancora l’immersione in esso. E ora, mentre ebbro di felicità nuotava verso casa, solo per il fatto di essere consapevole di vivere grazie al prezioso oceano, rendeva speciale ogni attimo su Idra, ogni minima contrazione muscolare che poteva esprimere. La gratitudine che provava per l’essenza stessa che l’oceano rappresentava gli rendeva decuplicato il senso più completo del suo vivere lì, immerso nel mondo di Idra.

“Allora, pesce vela, l’hai trovato questo... questo oceano?” gli chiese Rudolph vedendolo sopraggiungere verso di lui.
“Sì, l’ho trovato” rispose Adam con somma beatitudine.
“Dove ce l’hai adesso che non vedo niente oltre te? Vorrei vedere com’è fatto e sapere dove l’hai trovato, se l’hai davvero trovato...” replicò leggermente sarcastico il pesce balestra.
“L’oceano è ovunque e per tutti, amico... nessuno lo può portare con sé... L’oceano è tutto ciò che puoi vedere...”
“Oh Santa Murena di Idra! Mi sa che ti sei arieggiato il cervello, amico! Ci mancava un altro mistico...”
“No, ti sbagli, è che... è che...”
ma Adam comprese che nessuna parola avrebbe mai potuto sostituire la pienezza di questa sua nuova realtà “...è che se un giorno avrai anche tu domande da porti, troverai nell’oceano ogni risposta... le mie parole non varranno mai il tuo incontrarlo.”
“Ma che stai dicendo?” Chiese perplesso il pesce balestra.
“Buona vita, amico” rispose semplicemente Adam e proseguì verso casa.


Bernard, il pesce chirurgo, vide Adam poco lontano, che tornava dalla direzione dalla quale l’aveva visto arrivare tempo prima. Notò subito che non aveva le incertezze che precedentemente aveva notato in lui. Vinse facilmente l’impulso di avvicinarsi al pesce vela per chiedergli di questo oceano, se caso mai l’avesse trovato, dicendosi che sarebbe stata comunque una perdita di tempo. Non aveva certo bisogno di risposte che nemmeno aveva chiesto, e che alghe! Non gli mancava niente, d’altronde! Non aveva bisogno certo di un meticcio, di un qualsiasi simbolo, per godersi il suo vivere così ben programmato nel Regno di Idra. Perché, allora, avvertiva un leggero senso d’incompletezza? Oh, agli squali quel dannato Adam! Diede uno sguardo furtivo verso Adam, e saettò veloce in altre direzioni lontano dalla sua rotta.

Adam intravide Bernard dietro le rocce più avanti. Notò di essere stato visto e non si sorprese nel vedere Bernard cambiare direzione in modo deciso. Anche il pesce chirurgo, come lui, apparteneva all’oceano e l’oceano faceva parte integrante del tessuto vitale indispensabile ad esserci. Questo si disse, consapevole del non essere mai distanti da nessuno ma parte di un tutto esistenziale. Nel giusto tempo per lui sarebbe arrivato il momento della Domanda e non sarebbe mai stato né troppo presto né troppo tardi. L’infinito presente non aveva limiti né confini. Solo perfezione.

L’indomani, quando il riflesso di lassù cominciò a solcare la superficie, Adam raggiunse i luoghi, chiamati casa, di Mancolabbro. Lo trovò subito, nella stessa presenza a sé stesso che adesso sapeva riconoscere.
Gli si accostò silenzioso al lato destro. Dopo infiniti istanti Adam gli disse semplicemente:
“Eccomi, fratello.”
“Lo so. Ti sento, adesso, che ci sei.” Rispose Korchi
“Nulla è cambiato ed è cambiato tutto.” Si limitò a commentare Adam.
“E’ cambiata la tua qualità di essere, la tua consapevolezza dell’esistenza ma nulla è cambiato intorno a te se non il tuo punto di vista e ciò che intorno a te irradi.”
“E’ vero, Korchi. Ma spiegami perché lo stesso oceano che permea da sempre Idra ora ha una qualità riconosciuta.” Chiese Adam, nell’antico retaggio dei dubbi di sempre.
“Perché per assaporare con gioia ciò che è essenziale bisogna prima perderlo. Solo perdendo qualcosa di prezioso possiamo apprezzarne il ritorno nella nostra vita... esserne finalmente DAVVERO consapevoli. E’ semplicemente la nostra consapevolezza a fare ogni differenza. Se io, e adesso tu, passi l’intera vita a spiegare la gioia dell’oceano ad ogni specie esistente su Idra, non sarai mai compreso fino in fondo perché dell’oceano nessuno ha vera consapevolezza. Non lo riconosce nessuno... nessuno mai nemmeno “lo vede”. E’ invisibile al nostro sguardo. L’oceano è una percezione della vita che in noi può esistere e che permette la vita stessa. Quando a livello esperienziale, come solo la Verità può essere, ti rendi conto di cosa l’oceano sia veramente, questa consapevolezza sarà per sempre.”
“E questo vale anche per i mondi senza oceano, come quello di quelle strane creature che mi hanno tolto dall’oceano?” Chiese perplesso Adam.
“Sì, amico mio. Ma il loro oceano si chiama Amore.”


F I N E


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Re: Il pesce nell'Oceano

Inviato: 12/09/2012, 21:29
da shanti
Bello Ollie, grazie! E' scorrevole, semplice eppure profondo. Si legge con piacere e con la curiosità di andare avanti.

E poi il pesce chirurgo Bernard, come Barnard... un colpo di genio.

Ciao bello e Grazie mille. :emtc110: