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Re: L'ABITUDINE

Inviato: 12/04/2012, 0:20
da shanti
L’abitudine è la più infame delle malattie

perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia,

qualsiasi dolore, qualsiasi morte.

Per abitudine si vive accanto a persone odiose,

si impara a portar le catene, a subir ingiustizie,

a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto.

L’abitudine è il più spietato dei veleni

perché entra in noi lentamente, silenziosamente,

cresce a poco a poco

nutrendosi della nostra inconsapevolezza

e quando scopriamo di averla addosso

ogni fibra di noi s’è adeguata,

ogni gesto s’è condizionato,

non esiste più medicina che possa guarirci.


(Oriana Fallaci)

Re: L'ABITUDINE

Inviato: 12/04/2012, 14:02
da drago-lontra blu
Non saprei, pare che parli dell'abitudine paragonandola alla sottomissione, alla disistima di se', poi magari è l'identica cosa.
Vero è che l'abitudine condiziona i gesti, ma da qui a rassegnarsi a quanto dice, personalmente penso che ce ne passi.
Non è per abitudine riconosciuta che posso arrivare a spezzare catene che mi legano o ingiustizie che mi sotterrano, ma per il riconoscimento del mio valore., perché so che c'è dell'altro ed è migliore e perché ne ho le scatole piene.
Come sempre è il mio pensiero, Oriana Fallaci è scrittrice di tutto rispetto. :emtc98: :emtc168: :ragnetto:

Re: L'ABITUDINE

Inviato: 12/04/2012, 14:07
da shanti
Forse intende che l'abitudine diventa uno schema e se non sei consapevole, infatti parla di inconsapevolezza, puoi arrivare a non riconoscere il tuo valore e la sottomissione in cui ti sei cacciato.
Quindi non vale per chi è sulla via della consapevolezza ma per chi ne è privo. Chi è consapevole sa e fa scelte precise, non legate alla sottomissione.
Un bacio

Re: L'ABITUDINE

Inviato: 14/04/2012, 12:25
da mariposa azul
Sono andata a rileggermi la biografia di questa scrittrice perché i miei ricordi di lei sono legati a momenti contrastanti che non ho mai approfondito se non oggi. Parte della mia vita ho creduto che lei fosse paladina delle lotte di libertà (è stata staffetta partigiana in gioventù e compagna di Alessandro Panagulis), in altri momenti l’ho vissuta come sostenitrice di movimenti tendenti a fomentare l’odio razziale per alcune sue prese di posizione contro i musulmani. E’ stata un personaggio molto controverso, che non amava gli schieramenti ma piuttosto la libertà di poter sempre e comunque esprimere la propria idea.
In questo contesto penso sia nato questo suo scritto sull’abitudine, io ci leggo del risentimento verso questa parola, quasi odio…leggendo la vita della Fallaci mi è venuto da pensare che tutto l’insieme delle sue esperienze fossero state dettate da un’esigenza molto sentita di allontanarsi sempre più dalle abitudini per andare alla ricerca di una vita avventurosa e mai scontata...un’antitesi rispetto al tipo di vita comune .
In effetti la sua si può definire una vita esemplare per il riscatto della donna, una vita vissuta sempre all’avanguardia rispetto ai tempi. Per le femministe della prima ora sconfiggere l’abitudine familiare era l’obiettivo più importante da perseguire, diventava una sorta di dictact; questo scritto quindi riflette la condizione “normale” per quel tempo, dettata dall’inconsapevolezza della maggior parte delle donne della condizione in cui vivevano.
Oggi esiste molta più consapevolezza, sto parlando delle donne del mondo occidentale ovviamente, per cui l’abitudine oggi può diventare una scelta e, come tale, perdere quel connotato negativo che questo scritto le dà.
http://it.wikipedia.org/wiki/Oriana_Fallaci