Tra cinema, mito e alchimia: la morte di Drako, la Nave Argo e il Vello d’oro
Inviato: 14/12/2009, 21:40
Il post di oggi di Shanti, mi ha portato alla mente alcuni collegamenti che desidero condividere.
La morte di DraKo apre alle Stelle il nostro stesso Cuore e da origine ai Tempi d’Oro.
Così come la morte iniziatica apre ad una Nuova Vita, fatta di pienezza e consapevolezza.
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma; Energia che muta il suo flusso, direzionandolo in maniera sempre più diretta, sempre più sublime.
Ogni Epoca ha avuto i suoi mezzi per tramandare la conoscenza e per risvegliare le anime, da ‘Dragonheart’ al vecchio mito degli Argonauti il passo infondo è breve…ed un altro passo ancora ci porta nel cuore dell’alchimia…fino alla cosmologia più antica e dimenticata…
Non posso essere breve perché non posso dimenticare tutti coloro che ci hanno preceduto e hanno lasciato queste opere per noi.
Come quando entro a San Galgano avverto distintamente il rombo degli zoccoli di cavalli sulla dura terra, così quando scrivo di queste cose sento chiaramente i passi degli antichi rimbombare in vuoti corridoi, odo bisbigli lontani che mi accompagnano mentre rifletto…
Ora che il velo è sollevato, ora che è il Tempo Senza Tempo, mi fa piacere raccontare per chi ha voglia di ricordare.
Nelle ‘Argonautiche’ scritte da Apollonio Rodio (III sec a.C.), e trattate ancor prima da Omero e da Esiodo, si racconta di Giasone che fa costruire da Argo una nave (La Nave Argo …costruita con l'aiuto di Atena stessa che aveva preparato di persona la prua con una Quercia Sacra) con cinquanta remi e le da in dotazione altrettanti eroi che partono per conquistare il Vello d’oro...il vello di un ariete d'oro...un ariete capace di volare. (2100 anni fa all’equinozio di primavera il Sole sorgeva nella costellazione dell’Ariete)
Uno dei molti miti che racconta di eroi, di un viaggio lungo e pericoloso per acquisire una mitica capacità in realtà innata nell'uomo: il volo.
Giasone riesce nella conquista del vello solo grazie all'aiuto di Medea, esperta di arti occulte...tra le altre cose lo aiuta nella difficilissima opera: sconfiggere il drago. Maschile e Femminile che avviano la trasformazione.
Perché questo povero Drago deve essere sempre sconfitto?
Perché, ci rispondono gli antichi in questo particolare contesto, è un’Energia che deve essere in realtà non sconfitta quanto liberata, attivata.
In che modo?
Trovo qui, in un vecchissimo testo alchemico, la conferma sincronica a quanto vissuto e letto in città in questi giorni: testi che ci parlano di fusione di maschile e femminile, di padre e di madre.
Dice Michael Maier nell’Atalanta Fugiens (uno dei più importanti ed emblematici testi di alchimia spirituale):
Dal discorso XXV:
Così, superata la fase della nigredo, dell’introspezione necessaria per ritrovare la pietra nascosta, si arriva alla liberazione del Drago.
Trasformazione, rinascita, liberazione.
In cosa si sarà trasformato il bel Drago custode della nostra capacità di volare? J
C’è anche un bellissimo riscontro astronomico in questi testi:

La Nave Argo è una delle più antiche costellazioni, che si può osservare nella sua interezza solo dall’emisfero australe (a sud dell’equatore); oggi non la conosciamo praticamente più perché proprio per la sua estensione così vasta è stata divisa nel 1700 in Carena, Poppa e Vele.
Io lo trovo bellissimo: un immenso vascello stellare.
Così come la Navo Argo è visibile a Sud, la costellazione del Dragone è una costellazione circumpolare: 2700 anni fa la Stella Polare era Thuban, nella coda del Drago;

e come aveva scritto tempo fa Drago Blu in un suo Post su questa costellazione...Il Drago da sempre porta con se questo potere di rinascita, di fusione...traccia una strada (in realtà rileggendo ora mi accorgo che i contenuti sono molto simili, significa forse che è tempo di riproporli con un pezzetto di sentire in più):
“ I termini “Testa del Drago” e “Coda del Drago” sono stati presi come simboli astronomici dei nodi ascendenti e discendenti del percorso apparente del Sole, i punti, cioè, dove sembra che ascenda l’equatore, in primavera e ne discenda, in autunno. Allo stesso modo l’orbita della Luna interseca il moto apparente del Sole in due punti, i suoi due nodi; l’intervallo di tempo fra il passaggio attraverso uno di questi nodi ed il suo ritorno allo stesso è chiamato Mese del Drago o Draconico. Un’eclissi di Sole o di Luna può solo avvenire quando questi due corpi si trovano vicino ad uno dei due nodi: la “Testa del Drago” o la “Coda del Drago”. “

Un altro pezzetto dell’Atalanta recita:
Epigramma XXVII – De secretis natura
Mi piace tanto questa conclusione perché infondo, mi sento sempre così al termine di questi miei voli pindarici…a mani vuote…ma con il Cuore pieno di una Bellezza che sa sconfiggere il tempo, gli idiomi, che sa sopravvivere fuori così come dentro.
"E adesso, Draco, senza di te, che cosa faremo? A chi ci rivolgeremo?" "Alle stelle, Bowen. Alle stelle."
Così spengo il Pc e vedo tutta la vostra Luce....

"E adesso, Draco, senza di te, che cosa faremo? A chi ci rivolgeremo?"
"Alle stelle, Bowen. Alle stelle."
e nei giorni seguenti il sacrificio di Draco,
Bowen e Cora condussero il popolo
verso un periodo di giustizia e fratellanza.
Quelli furono anni d'oro, illuminati da
una luce ultraterrena.
E, quando le cose diventavano
più difficili, la stella di Draco
splendeva più forte
per noi, che sapevamo dove guardare.
"Alle stelle, Bowen. Alle stelle."
e nei giorni seguenti il sacrificio di Draco,
Bowen e Cora condussero il popolo
verso un periodo di giustizia e fratellanza.
Quelli furono anni d'oro, illuminati da
una luce ultraterrena.
E, quando le cose diventavano
più difficili, la stella di Draco
splendeva più forte
per noi, che sapevamo dove guardare.
La morte di DraKo apre alle Stelle il nostro stesso Cuore e da origine ai Tempi d’Oro.
Così come la morte iniziatica apre ad una Nuova Vita, fatta di pienezza e consapevolezza.
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma; Energia che muta il suo flusso, direzionandolo in maniera sempre più diretta, sempre più sublime.
Ogni Epoca ha avuto i suoi mezzi per tramandare la conoscenza e per risvegliare le anime, da ‘Dragonheart’ al vecchio mito degli Argonauti il passo infondo è breve…ed un altro passo ancora ci porta nel cuore dell’alchimia…fino alla cosmologia più antica e dimenticata…
Non posso essere breve perché non posso dimenticare tutti coloro che ci hanno preceduto e hanno lasciato queste opere per noi.
Come quando entro a San Galgano avverto distintamente il rombo degli zoccoli di cavalli sulla dura terra, così quando scrivo di queste cose sento chiaramente i passi degli antichi rimbombare in vuoti corridoi, odo bisbigli lontani che mi accompagnano mentre rifletto…
Ora che il velo è sollevato, ora che è il Tempo Senza Tempo, mi fa piacere raccontare per chi ha voglia di ricordare.
Nelle ‘Argonautiche’ scritte da Apollonio Rodio (III sec a.C.), e trattate ancor prima da Omero e da Esiodo, si racconta di Giasone che fa costruire da Argo una nave (La Nave Argo …costruita con l'aiuto di Atena stessa che aveva preparato di persona la prua con una Quercia Sacra) con cinquanta remi e le da in dotazione altrettanti eroi che partono per conquistare il Vello d’oro...il vello di un ariete d'oro...un ariete capace di volare. (2100 anni fa all’equinozio di primavera il Sole sorgeva nella costellazione dell’Ariete)
Uno dei molti miti che racconta di eroi, di un viaggio lungo e pericoloso per acquisire una mitica capacità in realtà innata nell'uomo: il volo.
Giasone riesce nella conquista del vello solo grazie all'aiuto di Medea, esperta di arti occulte...tra le altre cose lo aiuta nella difficilissima opera: sconfiggere il drago. Maschile e Femminile che avviano la trasformazione.
Perché questo povero Drago deve essere sempre sconfitto?
Perché, ci rispondono gli antichi in questo particolare contesto, è un’Energia che deve essere in realtà non sconfitta quanto liberata, attivata.
In che modo?
Trovo qui, in un vecchissimo testo alchemico, la conferma sincronica a quanto vissuto e letto in città in questi giorni: testi che ci parlano di fusione di maschile e femminile, di padre e di madre.
Dice Michael Maier nell’Atalanta Fugiens (uno dei più importanti ed emblematici testi di alchimia spirituale):
Dal discorso XXV:
** Al momento di conquistare il Vello d'oro è necessario in primo luogo uccidere il drago; molti però s'accostano fallendo a questa prova, essendo vinti dal drago e dal suo tossico mortale.
La causa della sconfitta fu che non bastantemente s'erano protetti dal veleno ed istruiti sullo stratagemma utile a sopraffare il drago.
Ma Giasone non trascurò alcun rimedio, ne ricevette diversi da e tra gli altri le immagini del sole e della Luna, seppe servirsene con buona sorte ed ottenne in ricompensa il VELLO D'ORO. Il Drago fu dunque sconfitto dal Sole e dalla Luna o dalle loro immagini cosa che i filosofi insegnano in diversi luoghi. Così l'autore del rosario riporta le parole degli altri scrittori: “ Ermete, sappi che il drago non muore se non è ucciso da suo fratello o da sua sorella. Non da uno di loro solamente ma da entrambi , che sono il sole e la luna. “

La causa della sconfitta fu che non bastantemente s'erano protetti dal veleno ed istruiti sullo stratagemma utile a sopraffare il drago.
Ma Giasone non trascurò alcun rimedio, ne ricevette diversi da e tra gli altri le immagini del sole e della Luna, seppe servirsene con buona sorte ed ottenne in ricompensa il VELLO D'ORO. Il Drago fu dunque sconfitto dal Sole e dalla Luna o dalle loro immagini cosa che i filosofi insegnano in diversi luoghi. Così l'autore del rosario riporta le parole degli altri scrittori: “ Ermete, sappi che il drago non muore se non è ucciso da suo fratello o da sua sorella. Non da uno di loro solamente ma da entrambi , che sono il sole e la luna. “

Così, superata la fase della nigredo, dell’introspezione necessaria per ritrovare la pietra nascosta, si arriva alla liberazione del Drago.
Trasformazione, rinascita, liberazione.
In cosa si sarà trasformato il bel Drago custode della nostra capacità di volare? J
C’è anche un bellissimo riscontro astronomico in questi testi:

La Nave Argo è una delle più antiche costellazioni, che si può osservare nella sua interezza solo dall’emisfero australe (a sud dell’equatore); oggi non la conosciamo praticamente più perché proprio per la sua estensione così vasta è stata divisa nel 1700 in Carena, Poppa e Vele.
Io lo trovo bellissimo: un immenso vascello stellare.
Così come la Navo Argo è visibile a Sud, la costellazione del Dragone è una costellazione circumpolare: 2700 anni fa la Stella Polare era Thuban, nella coda del Drago;

e come aveva scritto tempo fa Drago Blu in un suo Post su questa costellazione...Il Drago da sempre porta con se questo potere di rinascita, di fusione...traccia una strada (in realtà rileggendo ora mi accorgo che i contenuti sono molto simili, significa forse che è tempo di riproporli con un pezzetto di sentire in più):
“ I termini “Testa del Drago” e “Coda del Drago” sono stati presi come simboli astronomici dei nodi ascendenti e discendenti del percorso apparente del Sole, i punti, cioè, dove sembra che ascenda l’equatore, in primavera e ne discenda, in autunno. Allo stesso modo l’orbita della Luna interseca il moto apparente del Sole in due punti, i suoi due nodi; l’intervallo di tempo fra il passaggio attraverso uno di questi nodi ed il suo ritorno allo stesso è chiamato Mese del Drago o Draconico. Un’eclissi di Sole o di Luna può solo avvenire quando questi due corpi si trovano vicino ad uno dei due nodi: la “Testa del Drago” o la “Coda del Drago”. “

Un altro pezzetto dell’Atalanta recita:
Epigramma XXVII – De secretis natura
** “ …IL cercatore realmente troverà questa chiave nell’emisfero settentrionale dello Zodiaco e la correggia del chiavistello in quello meridionale, se ben si sanno contare e distinguere i segni. Quando se ne sarà impossessato gli sarà facile aprire la porta ed entrare. All’ingresso medesimo vedrà Venere e il suo amante Adone. Dopodichè col sangue di quest’ultimo la dea tinse di porpora le bianche rose. Come nel Giardino delle Esperidi vi si vede un Drago che veglia su queste rose. […] Le rose celate tra le spine hanno al loro interno una bionda capigliatura, e una verde veste intorno. Solo il savio le saprà cogliere e scevrare dalle spine; gli altri ne tasteranno i pungiglioni. Del pari niuno, salvo se cautissimo, coglierà i fiori dei filosofi senza sperimentare i dardi e le api negli alveari, e il fiele nel miele. La maggioranza entrò nel Roseto con mani avide, ma non ne riportò che sofferenza, perdendo come si dice, l’olio e la spesa. Perciò Bacusser dice nella Turba: “ I nostri libri paiono causare molto danno a coloro che leggono i nostri scritti una, due o tre volte solamente, restando scornati dalla loro intelligenza e cura e, ciò ch’è peggio, perdendo il tempo, il danaro e lavoro dedicati a quest’arte “.
E poco oltre: “ Quando si penserà d’aver compiuto e posseduto il mondo, ci si troverà a mani vuote “ **
E poco oltre: “ Quando si penserà d’aver compiuto e posseduto il mondo, ci si troverà a mani vuote “ **
Mi piace tanto questa conclusione perché infondo, mi sento sempre così al termine di questi miei voli pindarici…a mani vuote…ma con il Cuore pieno di una Bellezza che sa sconfiggere il tempo, gli idiomi, che sa sopravvivere fuori così come dentro.
"E adesso, Draco, senza di te, che cosa faremo? A chi ci rivolgeremo?" "Alle stelle, Bowen. Alle stelle."
Così spengo il Pc e vedo tutta la vostra Luce....


