l' Armata Brancaleone.
Inviato: 03/03/2010, 15:08
L'ARMATA BRANCALEONE ( ovvero, il modo in cui ogni tanto ci ritroviamo ad essere).......
Girato nel viterbese e in un castello del crotonese, lasciando ovunque
inalterate le rovine, il film di Monicelli sembra girato da un gruppo
di amici che si divertono da morire e non hanno intenzione di recitare
a copione: tutti in stato di grazia, sembrano improvvisare e inventare
con una spontaneità impressionante è un' avventura grottesca, con interpretazioni giocate all’insegna dell’eccesso, recitate in una lingua inesistente e dunque impeccabile,
ibrido di latino maccheronico, volgare e dialetti; sarcasmo e
leggerezza, e solo di fronte alla morte v'è composta dignità.
Interpretato da Vittorio Gassman, raccontava un
Medioevopovero e rozzo, teatro delle imprese di una scalcinatissima
compagnia di uomini d’armi guidata dallo spiantato Brancaleone
da Norcia, cavaliere tanto coraggioso quanto di umili origini,
tanto spavaldo quanto sbruffone e dall’intelletto poco
fino.Spesso, nel cinema gli eventi e le epoche storiche vengono ricostruiti
con un intento di realismo e verosimiglianza che in realtà si traduce
in una spettacolarizzazione, il più possibile vicina alle attese dello
spettatore, alla sua idea di quel periodo, di quei fatti, nell' ARmata di Brancaleone invece si sono inventati tutto.
Sai tu qual sia in questa nera valle la risultanza e il premio di ogni sacrifizio umano? Calci nel deretano.
(Brancaleone da Norcia)
Questo insieme di avventure picaresche , è entrato nella cultura letteraria del secolo scorso con una immagine ben precisa.
Quando si vuol define un insieme di personaggi mal composti, con buone intenzioni, leggermente segnati dalla sorte( ci siamo capiti) , che fanno una cosa ma ne sbagliano due, eppure coraggiosi senza pari, allora ancora oggi definirli col termine L'ARMATA BRANCALEONE dipinge benissimo questo quadro, donando subito, come fosse un vademecum, lo sguardo d'insieme.

Girato nel viterbese e in un castello del crotonese, lasciando ovunque
inalterate le rovine, il film di Monicelli sembra girato da un gruppo
di amici che si divertono da morire e non hanno intenzione di recitare
a copione: tutti in stato di grazia, sembrano improvvisare e inventare
con una spontaneità impressionante è un' avventura grottesca, con interpretazioni giocate all’insegna dell’eccesso, recitate in una lingua inesistente e dunque impeccabile,
ibrido di latino maccheronico, volgare e dialetti; sarcasmo e
leggerezza, e solo di fronte alla morte v'è composta dignità.
Interpretato da Vittorio Gassman, raccontava un
Medioevopovero e rozzo, teatro delle imprese di una scalcinatissima
compagnia di uomini d’armi guidata dallo spiantato Brancaleone
da Norcia, cavaliere tanto coraggioso quanto di umili origini,
tanto spavaldo quanto sbruffone e dall’intelletto poco
fino.Spesso, nel cinema gli eventi e le epoche storiche vengono ricostruiti
con un intento di realismo e verosimiglianza che in realtà si traduce
in una spettacolarizzazione, il più possibile vicina alle attese dello
spettatore, alla sua idea di quel periodo, di quei fatti, nell' ARmata di Brancaleone invece si sono inventati tutto.
Sai tu qual sia in questa nera valle la risultanza e il premio di ogni sacrifizio umano? Calci nel deretano.
(Brancaleone da Norcia)
Questo insieme di avventure picaresche , è entrato nella cultura letteraria del secolo scorso con una immagine ben precisa.
Quando si vuol define un insieme di personaggi mal composti, con buone intenzioni, leggermente segnati dalla sorte( ci siamo capiti) , che fanno una cosa ma ne sbagliano due, eppure coraggiosi senza pari, allora ancora oggi definirli col termine L'ARMATA BRANCALEONE dipinge benissimo questo quadro, donando subito, come fosse un vademecum, lo sguardo d'insieme.
