un cavaliere
Inviato: 13/04/2010, 21:02
Vi fu un tempo, ormai lontano, in cui la massima
aspirazione di un uomo consisteva nell'inseguire la realizzazione di
un'idea fantastica, di un ambizioso ideale, ricco di suggestione e
mistero: l'incarnazione di un mito che da lontano, nei secoli, alimenta
da sempre le aspirazioni più ardue di ogni uomo-eroe: la Cavalleria.
Tristemente,
oggi, circondati da tanta profanità e da tanta “ignoranza” è andato
perduto il senso più profondo di quell'ideale.
Ciò che ne rimane, sono solo suggestioni
fasulle considerate “antiquate” e “inadeguate” per i tempi “moderni”.
Oggi, la Cavalleria , per la profanità, è
soltanto sinonimo di “perfetto galateo” o di “nobile” appartenenza ad
ordini “militari” di militanti appesantiti da medaglie ed onorificenze.
Vi fu un tempo in cui essere Cavaliere
significava molto di più!
Diventare Cavaliere significava essere iniziato
all'eroismo.
La nobiltà di sangue non sempre era adeguata a
tale impresa.
Si ereditava la “nobiltà” dello spirito
acquistandola sul campo, attraverso il superamento delle prove
dell'eredità del “sangue”.
Lo spirito profondo della Cavalleria lo si
scopre a partire dal suo nome.
Essere Cavaliere non
significa soltanto saper cavalcare un cavallo.
I Romani chiamavano i cavalieri “e quites ”.
“Equites” conduce direttamente alla parola
“equus”, cavallo, ma ancor più profondamente ad “aequus” e cioè a
“Giusto”.
Il cavaliere, il vero Cavaliere, è quindi
necessariamente un uomo di giustizia, che vive nell'”aequi-librium”
(“libra” in latino significa “peso”, “misura”),” nella “giusta misura”.
Cavaliere è quindi colui che vive nella
giustizia dei comportamenti e solo dopo aver domato la forza dei quattro
elementi (il cavallo con le quattro zampe) li può cavalcare.
Il Cavaliere è strettamente collegato alla
spada da cui mai si separa.
La spada è il Verbo creatore (la spada
fiammeggiante che esce dalla bocca del Cristo apocalittico), la Volontà
che incide la realtà fenomenica, fecondandola ,come se entrasse dentro
ad un Utero, il ventre della Vita.
La missione di ogni Cavaliere è la liberazione
della propria anima, sotto forma di dama, imprigionata dalla forza del
drago nel buio di una caverna.
Una volta liberatala la porterà con sé nel
regno di pace e di gloria della Gerusalemme celeste dove entrambi,
Spirito ed Anima, si uniranno in matrimonio, regnando con giustizia e
prosperità la terra rigenerata nel corpo di Gloria.
Nei tempi antichi per diventare cavaliere
bisognava sottoporsi ad una vera e propria iniziazione.
Il Cavaliere doveva incarnare gli ideali di tre
principi fondamentali: Giustizia, Forza e Bellezza.
E' difficile, oggi, immaginarsi quale poteva
essere il percorso iniziatico di un Cavaliere, ma con l'aiuto dei
simboli tutto è possibile.
La tradizione iniziatica ripete continuamente
che tutto ciò che esiste ha un continuo riflesso in tutto ciò che lo
circonda (“… come è in alto, così è in basso; come è dentro, così è
fuori…) e a guardar bene non ha tutti i torti.
Tutto è un libro aperto attraverso cui
attingere i segreti della Vita.
Gesù ci insegna nei vangeli che la Verità è
continuamente davanti ai nostri occhi e alle nostre orecchie, ma noi non
abbiamo spesso occhi per vedere né orecchie per intendere ciò che la
Vita in tutte le sue forme, anche le più apparenti e banali, cerca di
comunicarci.
Anche attraverso un film, a volte, la saggezza
universale si serve dell'inconsapevole fantasia di un autore o un
regista per lasciarci delle tracce preziose per la nostra ricerca
evolutiva.
dal bellissimo blog di Di Prinzio
aspirazione di un uomo consisteva nell'inseguire la realizzazione di
un'idea fantastica, di un ambizioso ideale, ricco di suggestione e
mistero: l'incarnazione di un mito che da lontano, nei secoli, alimenta
da sempre le aspirazioni più ardue di ogni uomo-eroe: la Cavalleria.

Tristemente,
oggi, circondati da tanta profanità e da tanta “ignoranza” è andato
perduto il senso più profondo di quell'ideale.
Ciò che ne rimane, sono solo suggestioni
fasulle considerate “antiquate” e “inadeguate” per i tempi “moderni”.
Oggi, la Cavalleria , per la profanità, è
soltanto sinonimo di “perfetto galateo” o di “nobile” appartenenza ad
ordini “militari” di militanti appesantiti da medaglie ed onorificenze.
Vi fu un tempo in cui essere Cavaliere
significava molto di più!
Diventare Cavaliere significava essere iniziato
all'eroismo.
La nobiltà di sangue non sempre era adeguata a
tale impresa.
Si ereditava la “nobiltà” dello spirito
acquistandola sul campo, attraverso il superamento delle prove
dell'eredità del “sangue”.
Lo spirito profondo della Cavalleria lo si
scopre a partire dal suo nome.
![]() |
Il Cavaliere , La Morte e il Diavolo (Albrecht Dürer - 1514) |
Essere Cavaliere non
significa soltanto saper cavalcare un cavallo.
I Romani chiamavano i cavalieri “e quites ”.
“Equites” conduce direttamente alla parola
“equus”, cavallo, ma ancor più profondamente ad “aequus” e cioè a
“Giusto”.
Il cavaliere, il vero Cavaliere, è quindi
necessariamente un uomo di giustizia, che vive nell'”aequi-librium”
(“libra” in latino significa “peso”, “misura”),” nella “giusta misura”.
Cavaliere è quindi colui che vive nella
giustizia dei comportamenti e solo dopo aver domato la forza dei quattro
elementi (il cavallo con le quattro zampe) li può cavalcare.
Il Cavaliere è strettamente collegato alla
spada da cui mai si separa.
La spada è il Verbo creatore (la spada
fiammeggiante che esce dalla bocca del Cristo apocalittico), la Volontà
che incide la realtà fenomenica, fecondandola ,come se entrasse dentro
ad un Utero, il ventre della Vita.
La missione di ogni Cavaliere è la liberazione
della propria anima, sotto forma di dama, imprigionata dalla forza del
drago nel buio di una caverna.
Una volta liberatala la porterà con sé nel
regno di pace e di gloria della Gerusalemme celeste dove entrambi,
Spirito ed Anima, si uniranno in matrimonio, regnando con giustizia e
prosperità la terra rigenerata nel corpo di Gloria.
Nei tempi antichi per diventare cavaliere
bisognava sottoporsi ad una vera e propria iniziazione.
Il Cavaliere doveva incarnare gli ideali di tre
principi fondamentali: Giustizia, Forza e Bellezza.
E' difficile, oggi, immaginarsi quale poteva
essere il percorso iniziatico di un Cavaliere, ma con l'aiuto dei
simboli tutto è possibile.
La tradizione iniziatica ripete continuamente
che tutto ciò che esiste ha un continuo riflesso in tutto ciò che lo
circonda (“… come è in alto, così è in basso; come è dentro, così è
fuori…) e a guardar bene non ha tutti i torti.
Tutto è un libro aperto attraverso cui
attingere i segreti della Vita.
Gesù ci insegna nei vangeli che la Verità è
continuamente davanti ai nostri occhi e alle nostre orecchie, ma noi non
abbiamo spesso occhi per vedere né orecchie per intendere ciò che la
Vita in tutte le sue forme, anche le più apparenti e banali, cerca di
comunicarci.
Anche attraverso un film, a volte, la saggezza
universale si serve dell'inconsapevole fantasia di un autore o un
regista per lasciarci delle tracce preziose per la nostra ricerca
evolutiva.
dal bellissimo blog di Di Prinzio