I sette livelli della tradizione Andina
Inviato: 16/12/2010, 16:52
I sette livelli sono una suddivisione che gli Inka hanno elaborato in merito a tutto ciò che riguarda l’Universo (conosciuto e non), una linea di pensiero che trova corrispettivi più incompleti in moltissime altre tradizioni, prima tra tutte quella biblica (basti pensare a quante volte questo numero compare nella sola Apocalisse).
L’ambito che più ci interessa dei sette livelli è quello legato alla consapevolezza umana, fondamentale perché permette di comprendere,con una chiarezza disarmante, aspetti della personalità, della condotta e della vita che normalmente non risalterebbero.
Il I livello corrisponde al ruolo dell’eroe, cioè a colui che ha sviluppato un Io abbastanza chiaro, forte e stabile da essere cosciente della propria identità e coerente con se stesso, indipendentemente dalle influenze esterne.
Quindi chi è capace di partecipare alle attività collettive pur rimanendo fedele a se stesso, detiene il I livello di consapevolezza;
chi invece devia dal proprio sentiero perché continuamente influenzato dagli altri, ha ancora della strada da fare prima di realizzare questo grado di consapevolezza.
Il II livello è quello di colui che riesce a partecipare armoniosamente e in base alle proprie qualità e difetti, alla vita di una piccolacomunità che lavora in vista di uno scopo comune, come ad esempio la famiglia, un gruppo di volontariato o gli amici coi quali si svolge un’attività sportiva o di altro genere.
Qui la coerenza deve essere raggiunta a livello interpersonale, altrimenti non può sussistere una reale collaborazione e, di conseguenza, il gruppo non può integrarsi con la società in cui vive. Il ruolo di chi detiene questo livello è quello dell’artista: in un piccolo gruppo ciò che conta di più, anche più dei risultati, è la qualità delle relazioni interpersonali, che devono garantire un’armonia prima di tutto emotiva tra i suoi membri; e colui che plasma e dà un senso alle emozioni è proprio l’artista.
Il III livello è un II livello espanso, riguarda cioè la capacità di riuscire a lavorare armoniosamente in un gruppo formato da così tante persone che la maggior parte possono non essersi mai incontrate fisicamente, come ad esempio lo Stato o la Chiesa. È in questo tipo di situazioni che emergono le più imponenti e antievolutive lotte per il potere, le quali costituiscono la barriera più limitante verso una vita piena e soddisfacente, libera cioè da invidie, vendette, sensi di colpa e ricatti morali. Siccome a questo livello l’individuo cerca di dare un senso alla realtà soprattutto soddisfacendo il suo lato razionale (non più quello emotivo), ad esso corrisponde il ruolo del filosofo, che si applica assiduamente per comprendere e far comprendere agli altri la realtà naturale e umana, per promuovere un miglioramento personale e collettivo. La maggior parte della razza umana non è ancora riuscita a trascendere le problematiche del III livello.
Il IV livello porta a un’ulteriore espansione del concetto di NOI, richiamando ciascuno a superare i pregiudizi e le resistenze verso le altre etnie e culture, anche quelle molto diverse dalla propria. Essere centrati nel IV livello significa identificarsi con l’intera razza umana e trascendere le barriere create dai confini di stato e dalle religioni, per potersi finalmente sentire nella casa di Dio in un tempio scintoista come in un cromlech celtico, anche se per nascita si appartiene a un’altra religione ancora. Qui lo sforzo individuale và oltre alle lotte di potere, perché l’Io si rende conto che l’Universo è pieno di energia e che non serve prenderla agli altri per poter sopravvivere o per vivere alla grande.
Anzi, sperimentando il IV livello si capisce presto che dando la propria energia a qualcun altro, si finisce per concentrarne per sé una maggiore quantità rispetto a prima. Per energia, gli andini intendono sia quella rapida (mentale, emotiva e spirituale) che quella lenta (beni materiali e denaro). Il ruolo sociale legato al IV livello è quello dello scienziato, in quanto le sue valutazioni della realtà sonovolte al miglioramento di tutti indistintamente, e perché esse si basano su concetti verificati (e falsificati) oggettivamente (anche se l’oggettività pecca comunque di una certa soggettività). Questo è l’ultimo livello della scala che la razza umana è riuscita sviluppare, sebbene solo in parte.
Il V livello è qualcosa che per ora esiste solo potenzialmente e la tradizione incaica ci dice che chi lo possiede è in grado di guarirechiunque da qualunque patologia e in qualunque momento, col solo tocco di una mano.
Il VI livello appartiene invece a chi è capace di brillare letteralmente di luce propria e le sue qualità sono, come sostiene la tradizione, enormi e legate al comando di regni o imperi (che oggi possiamo intendere come stati e federazioni di stati).
Il VII e ultimo livello comporta il divenire l’incarnazione di Dio in Terra, cioè diventare capaci d’incorporare la totalità della Sua essenza. Questo livello non è stato realizzato nemmeno dal più grande illuminato dell’impero Inka, Pachakuteq, e neppure da personaggi come Buddha, Maometto, Zarathustra o Lao Tze. L’unico che sembra vi abbia avuto accesso è Gesù Cristo .

alegria pachamama
da antikitera.net
L’ambito che più ci interessa dei sette livelli è quello legato alla consapevolezza umana, fondamentale perché permette di comprendere,con una chiarezza disarmante, aspetti della personalità, della condotta e della vita che normalmente non risalterebbero.
Il I livello corrisponde al ruolo dell’eroe, cioè a colui che ha sviluppato un Io abbastanza chiaro, forte e stabile da essere cosciente della propria identità e coerente con se stesso, indipendentemente dalle influenze esterne.
Quindi chi è capace di partecipare alle attività collettive pur rimanendo fedele a se stesso, detiene il I livello di consapevolezza;
chi invece devia dal proprio sentiero perché continuamente influenzato dagli altri, ha ancora della strada da fare prima di realizzare questo grado di consapevolezza.
Il II livello è quello di colui che riesce a partecipare armoniosamente e in base alle proprie qualità e difetti, alla vita di una piccolacomunità che lavora in vista di uno scopo comune, come ad esempio la famiglia, un gruppo di volontariato o gli amici coi quali si svolge un’attività sportiva o di altro genere.
Qui la coerenza deve essere raggiunta a livello interpersonale, altrimenti non può sussistere una reale collaborazione e, di conseguenza, il gruppo non può integrarsi con la società in cui vive. Il ruolo di chi detiene questo livello è quello dell’artista: in un piccolo gruppo ciò che conta di più, anche più dei risultati, è la qualità delle relazioni interpersonali, che devono garantire un’armonia prima di tutto emotiva tra i suoi membri; e colui che plasma e dà un senso alle emozioni è proprio l’artista.
Il III livello è un II livello espanso, riguarda cioè la capacità di riuscire a lavorare armoniosamente in un gruppo formato da così tante persone che la maggior parte possono non essersi mai incontrate fisicamente, come ad esempio lo Stato o la Chiesa. È in questo tipo di situazioni che emergono le più imponenti e antievolutive lotte per il potere, le quali costituiscono la barriera più limitante verso una vita piena e soddisfacente, libera cioè da invidie, vendette, sensi di colpa e ricatti morali. Siccome a questo livello l’individuo cerca di dare un senso alla realtà soprattutto soddisfacendo il suo lato razionale (non più quello emotivo), ad esso corrisponde il ruolo del filosofo, che si applica assiduamente per comprendere e far comprendere agli altri la realtà naturale e umana, per promuovere un miglioramento personale e collettivo. La maggior parte della razza umana non è ancora riuscita a trascendere le problematiche del III livello.
Il IV livello porta a un’ulteriore espansione del concetto di NOI, richiamando ciascuno a superare i pregiudizi e le resistenze verso le altre etnie e culture, anche quelle molto diverse dalla propria. Essere centrati nel IV livello significa identificarsi con l’intera razza umana e trascendere le barriere create dai confini di stato e dalle religioni, per potersi finalmente sentire nella casa di Dio in un tempio scintoista come in un cromlech celtico, anche se per nascita si appartiene a un’altra religione ancora. Qui lo sforzo individuale và oltre alle lotte di potere, perché l’Io si rende conto che l’Universo è pieno di energia e che non serve prenderla agli altri per poter sopravvivere o per vivere alla grande.
Anzi, sperimentando il IV livello si capisce presto che dando la propria energia a qualcun altro, si finisce per concentrarne per sé una maggiore quantità rispetto a prima. Per energia, gli andini intendono sia quella rapida (mentale, emotiva e spirituale) che quella lenta (beni materiali e denaro). Il ruolo sociale legato al IV livello è quello dello scienziato, in quanto le sue valutazioni della realtà sonovolte al miglioramento di tutti indistintamente, e perché esse si basano su concetti verificati (e falsificati) oggettivamente (anche se l’oggettività pecca comunque di una certa soggettività). Questo è l’ultimo livello della scala che la razza umana è riuscita sviluppare, sebbene solo in parte.
Il V livello è qualcosa che per ora esiste solo potenzialmente e la tradizione incaica ci dice che chi lo possiede è in grado di guarirechiunque da qualunque patologia e in qualunque momento, col solo tocco di una mano.
Il VI livello appartiene invece a chi è capace di brillare letteralmente di luce propria e le sue qualità sono, come sostiene la tradizione, enormi e legate al comando di regni o imperi (che oggi possiamo intendere come stati e federazioni di stati).
Il VII e ultimo livello comporta il divenire l’incarnazione di Dio in Terra, cioè diventare capaci d’incorporare la totalità della Sua essenza. Questo livello non è stato realizzato nemmeno dal più grande illuminato dell’impero Inka, Pachakuteq, e neppure da personaggi come Buddha, Maometto, Zarathustra o Lao Tze. L’unico che sembra vi abbia avuto accesso è Gesù Cristo .

alegria pachamama
da antikitera.net