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Calendario dell'avvento - 21 dicembre

Inviato: 20/12/2010, 23:28
da shanti
Calendario dell'Avvento
21 dicembre

-4 giorni a Natale


Il presepe

Gli evangelisti Luca e Matteo sono stati i primi a
descrivere la Natività con la sacra rappresentazione del presepe (prende
il nome latino di praesepium ovvero recinto chiuso, mangiatoia). Si
narra infatti della nascita di Gesù in una mangiatoia dal momento che
non si era trovato posto negli "alberghi". Ad oggi la rappresentazione
della natività avviene tramite la realizzazione dei presepi nei modi più
svariati e curiosi.




La tradizione data le origini del presepe al
1223, anno in cui Francesco D'Assisi organizzò un presepe con personaggi
viventi a Greccio. L'esemplare più antico a noi pervenuto è il presepe
di Arnolfo di Cambio (1280 ca).


In seguito il presepe si diffuse a partire dalla
seconda metà del XV secolo nel napoletano (presepe di G.P. Alamanno
1478-84). Nel XVII e XVIII sec. assumono particolare rilievo gli
esemplari genovesi composti da statuette lignee finemente intagliate e
decorate da artisti quali A.M. Maragliano e G. Pittaluga, e quelli
napoletani ricchi e scenografici, di un gusto fastoso che soppianta del
tutto la tradizione mistica precedente: ai presepi napoletani, oltre ad
artisti quali D.A. Vaccaro e G. Sammartino, lavorarono ceramisti, orafi,
e altri artigiani che ne impreziosirono e sovraccaricarono la
rappresentazione. Ricordiamo che il presepe fu molto diffuso anche nei
paesi nordici e centro-europei, segnatamente in Argentina e Germania
.

Molti sono i simboli che si possono "leggere"
Per esempio Giuseppe e Maria sono due simboli della vita interiore: il padre Giuseppe è l’intelletto, lo spirito dell’uomo, il principio maschile; la madre Maria è il cuore, l’anima, il principio femminile. Quando il cuore e l’anima sono purificati lo Spirito Santo (l’Anima Universale) sotto forma di fuoco (amore divino) viene a fecondare l’anima ed il cuore dell’essere umano e nasce il figlio. La stalla e la mangiatoia rappresentano le povertà dell’anima e le difficoltà che l’uomo incontra per raggiungere la spiritualità. E che cos’è la stella? È l’uomo stesso. Un pentagramma vivente che deve esistere in duplice forma (ciò che è in alto è come in basso e ciò che è in basso è come ciò che è in alto).

Quando l’uomo ha sviluppato in pienezza le cinque virtù (amore, saggezza, verità, giustizia, bontà) un altro pentagramma (la stella luminosa) lo rappresenta sui piani sottili. Quella stella che brillava sopra la stalla rappresenta appunto la luce cristica che ogni essere può far brillare dentro di sé. Anche i grandi capi religiosi (Melchiorre, Baldassarre e Gaspare) sentono che non sono ancora giunti a quel grado di spiritualità che credevano, per cui vanno ad apprendere, ad inchinarsi ed a portare in dono oro, incenso e mirra: l’oro significava che Gesù era re (il colore giallo è il simbolo della saggezza), l’incenso significava che era un sacerdote (l’incenso rappresenta il campo religioso, il cuore e l’amore), la mirra il simbolo dell’immortalità (ci si serviva della mirra per imbalsamare i corpi e per preservarli dalla decomposizione).

I Re Magi hanno quindi portato dei doni che hanno un legame con i tre mondi: pensiero, sentimento e corpo fisico. In quella stalla vi erano solo il bue e l’asinello. Perché? La stalla rappresenta il corpo fisico ed il bue, come il toro, anticamente è stato sempre considerato come il principio generativo (in Egitto, per esempio, il bue Apis era il simbolo della fertilità e della fecondità). L’asino, invece, rappresenta la personalità (la natura inferiore dell’uomo). Questi due animali erano là per servire Gesù. Quando l’uomo comincia a compiere su di sé un lavoro per la sua evoluzione, entra in conflitto con la sua personalità e con la sua sensualità. L’iniziato è appunto colui che è riuscito a dominare queste due energie ed a metterle a suo servizio, ma non le reprime in quanto sono energie straordinariamente utili se messe all’opera sotto il giusto controllo.

Il Natale dunque ci ricorda che il significato dell’esistenza umana è quello di risvegliare il sé inferiore al cospetto dell’anima e ciò avviene, all’inizio, mediante l’arte di vivere. Questo è un processo che comporta prove ed errori (spesso attraverso l’esperienza della sofferenza come illusione che infine conduce verso la verità immanente). Ciò è ottenuto gradualmente tramite un riorientamento dei desideri e, in una fase successiva, l’identificazione con il sé superiore. Sono molti gli individui che consapevolmente orientano la propria vita verso le finalità più alte: alcuni si stanno preparando, altri stanno già operando per raggiungere queste finalità. Sono individui che si sintonizzano sempre più con la propria anima e si allontanano da una realtà personale ed egoistica.