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solomon kane.....l'erede di Conan

Inviato: 03/03/2009, 22:08
da drago-lontra blu
La spada di Solomon Kane

di Ippolito Edmondo Ferrario - 20/02/2009

Fonte:
Centro Studi La Runa

Sarà l’attore inglese James Purefoy,
(già protagonista de Il Destino di un cavaliere, George e il drago, Resident Evil)
a interpretare per la prima volta sullo schermo il personaggio
letterario di Solomon Kane, frutto della penna del celebre scrittore
americano Robert Ervin Howard (1906-1936), il creatore dell’heroic fantasy

Howard, conosciuto dal grande pubblico per aver
dato i natali a Conan il cimmero, creò un personaggio decisamente lontano dai tipici schemi della letteratura fantasy
grazie soprattutto alla connotazione storica di Solomon e al ruolo
incarnato. Howard scelse per Solomon Kane il sedicesimo secolo e lo
fece figlio di un puritanesimo anglosassone del quale Solomon si trasformò in strenuo difensore a colpi di spada e di pistola.
Abbigliato perennemente di nero, pallido di carnagione, magro,
abilissimo nel maneggiare le armi, con un carattere d’acciaio e una fede incrollabile, Solomon Kane rientra nel topos del
cavaliere errante destinato ad una vita di sacrificio e di continue
sfide con il male. Egli incarna l’eredità spirituale degli uomini d’arme medievali, dei paladini che in nome delle fede partivano per
terre lontane per portare un messaggio di giustizia, saldi nel loro usbergo quanto nelle fede in Dio. “La sua spada era come il tocco del cobra e la morte ne cantava la melodia; il suo braccio era come l’acciaio e la quercia nodosa sotto la luce della luna”, scrive Howard.


E’ innegabile la contaminazione che Howard subì dal rapporto di pronfoda amicizia con lo scrittore Lovecraft Così Lovecraft scriveva a proposito del ciclo di Solomon
Kane e della scrittura di Howard: “ …ha raggiunto effetti di grande suggestione, descrivendo enormi città megalitiche di mondi primigeni,
attorno alle cui torri oscure, e nei tenebrosi sotterranei, aleggia un’aura di necromanzia e di terrori pre-umani”.

Howard infatti si sbizzarrì a inventare un mondo cupo per il suo personaggio,
fatto di continenti misteriosi, terre selvagge ed esotiche che molto avevano in comune con il mondo di Lovecraft. Rispetto a Conan il cimmero
insofferente a qualsiasi tipo di autorità e di potere che ne possa in qualche modo mettere in discussione la libertà personale, Solomon si sente al servizio di Dio. Un Dio che gli ha chiesto di sacrificare tutto per trasformarsi nel proprio vendicatore, un angelo nero inviato
per rendere giustizia ai pù deboli. Solomon appare pienamente
consapevole di questo ruolo ed è per questo che il suo ricorrere alla violenza non è mai gratuito o fine a sé stesso. Egli rappresenta uno stadio psicologico più evoluto rispetto a Conan, ma ciò è connaturato ai due mondi in cui si muovono entrambi.



Questa è la sola fede, quella nell’acciaio e nella mano che lo brandisce, la filosofia di vita che viene impartita al giovane Conan. In Solomon l’acciaio diventa il più potente strumento di giustizia guidato della volontà di Dio e dunque invincibile. Sia Conan che Solomon affrontano la morte con la stessa temerarietà, ma dettata da ragioni diverse. Conan è figlio del suo tempo, dove la vita ha ben poco valore e ciò che conta è sopravvivere.
La ragione di vita di Solomon è combattere ogni tipo di ingiustizia senza mai cedere alle tentazioni. Entrambi comunque sviluppano un proprio senso dell’onore e una coscienza che gli eleva agli occhi del lettore, portandolo inevitabilmente a immedesimarsi. Vedremo se
l’attore James Purefoy saprà interpretare quel Solomon nei cui occhi
“…c’era il grigio del ghiaccio antico, ma anche l’azzurro freddo delle
profondità insondabili del Mare del Nord”.

draguccio bluissimo