draghi e pendragoni - le sacerdotesse messianiche
Inviato: 17/06/2010, 13:28
Nella tradizione simbolica Catara aveva un ruolo fondamentale la figura del drago che, come vedremo, è collegabile al concetto di Risplendente.
Nellantica leggendaria tradizione i draghi erano emblema di saggezza. Secondo i Greci si trattava di benevoli esseri donatori di luce, mentre i Gaelici li consideravano simbolo di sovranità e i Cinesi apportatori di sorte favorevole. Fu soltanto con lavvento della tradizione giudeo-cristiana che il drago divenne un essere sinistro e questo, al pari di tanti altri condizionamenti, lo dobbiamo al fatto che, purtroppo, questa cultura ha da sempre avuto più la vocazione a soffocare la conoscenza che la tendenza a farsene paladina.
Su questa base, il drago - simbolica immagine di colui che arreca saggezza e conoscenza - divent unimmagine superflua e inutile, destinata ben presto ad essere relegata nelloscuro e tetro reame delleresia.
La parola inglese dragon deriva da quella latina draco e ancora più in specifico da quella greca drakon, che significava serpente. Il vocabolo è affine e vicino a edrakon - una forma al passato del verbo derkeshtai, che significa vederci chiaro - e risulta equivalente a nahash, vale a dire il termine biblico con cui gli Ebrei appellavano il serpente. Questa parola semitica (che, priva di consonanti, si scrive NHSH) in realtà era collegata a un grado del comprendere e significava decifrare o scoprire. Insomma, al serpente si associava lidea di un essere che vedeva chiaramente le cose: dunque, per estensione del concetto, un essere dotato della capacità di vedere in modo limpido, ossia ricco di saggezza. Al serpente venivano pertanto attribuite qualità di sapiente, in grado di discernere con acutezza di giudizio. Ed è proprio il termine nahash quello che compare nella storia della Genesi in cui si parla del peccato di Eva, quando il serpente la ammonisce rivelandole che, al contrario di quello che qualcun altro le ha fatto credere, non sarebbe affatto morta nel momento in cui si fosse cibata del frutto dellAlbero della Conoscenza.
Il potere del drago o del serpente era posseduto dai veggenti della cultura gaelica, i Merlini delle corti reali, i profeti dei sommi sovrani. Si trattava di una particolare categoria di sacerdoti druidi del tutto simili ai filosofi della classicità o magi e la loro schiatta affondava le radici in unantichissima tribù di sacerdoti nota nel mondo indoeuropeo come i Sapienti. In latino erano detti Noblis, dal greco gnoblis, dalla radice verbale gno che significava conoscere: da cui, col tempo, nobile (gnoble) e gnosi (conoscenza). Per consolidata tradizione, il simbolo della saggezza (in greco Sophia) e della guarigione era il medesimo, ossia il serpente (si pensi al serpente di bronzo o di rame di Mosè), tanto è vero che lemblema è ancora oggi vivo in ogni angolo del mondo, a simboleggiare tutte le organizzazioni mediche. Serpenti che intrecciano le loro spire costituiscono unimmagine molto diffusa anche nellarte allegorica: basti ricordare le tele Mosé di Sébastien Bourbon e Lilith di John Collier. Queste altre opere sono significative in quanto riconducono non soltanto al concetto di saggezza, ma pure a quello di nobile sapienza; in altre parole, alla preveggente saggezza druidica del drago.Nella Mesopotamia il drago, chiamato Mûs-hûs, era un essere a quattro zampe con compiti di guardiano, simile ad un coccodrillo sacro, anche se poi, nel tempo, la sua immagine ebbe a trasformarsi in quella di un grande serpente munito delle ali di un cigno, oppure, di un pipistrello.
Anche i re e le regine messianiche venivano chiamati Dragoni e Pendragoni, perché ad essi erano attribuite tutte le virtù dellanimale: lindomito coraggio contro i nemici, lestrema saggezza e non ultima la forza sessuale.
Sovente erano raffigurati con unarmatura a scaglie e sugli abiti comparivano emblemi serpentiformi, mentre la gnostica trascendenza della loro conoscenza era simboleggiata da mantelli sciamanici composti con piume di cigno. Questo aspetto piumato divenne rilevante nelle rappresentazioni artistiche degli angeli, a sottolineare la loro capacità di trascendere lumana normalità, senza poi dimenticare che il vocabolo stesso merlino indicava un falcone capace di volare molto in alto e dalla vista acutissima.
da ( scienzeantiche.it)
Nellantica leggendaria tradizione i draghi erano emblema di saggezza. Secondo i Greci si trattava di benevoli esseri donatori di luce, mentre i Gaelici li consideravano simbolo di sovranità e i Cinesi apportatori di sorte favorevole. Fu soltanto con lavvento della tradizione giudeo-cristiana che il drago divenne un essere sinistro e questo, al pari di tanti altri condizionamenti, lo dobbiamo al fatto che, purtroppo, questa cultura ha da sempre avuto più la vocazione a soffocare la conoscenza che la tendenza a farsene paladina.
Su questa base, il drago - simbolica immagine di colui che arreca saggezza e conoscenza - divent unimmagine superflua e inutile, destinata ben presto ad essere relegata nelloscuro e tetro reame delleresia.
La parola inglese dragon deriva da quella latina draco e ancora più in specifico da quella greca drakon, che significava serpente. Il vocabolo è affine e vicino a edrakon - una forma al passato del verbo derkeshtai, che significa vederci chiaro - e risulta equivalente a nahash, vale a dire il termine biblico con cui gli Ebrei appellavano il serpente. Questa parola semitica (che, priva di consonanti, si scrive NHSH) in realtà era collegata a un grado del comprendere e significava decifrare o scoprire. Insomma, al serpente si associava lidea di un essere che vedeva chiaramente le cose: dunque, per estensione del concetto, un essere dotato della capacità di vedere in modo limpido, ossia ricco di saggezza. Al serpente venivano pertanto attribuite qualità di sapiente, in grado di discernere con acutezza di giudizio. Ed è proprio il termine nahash quello che compare nella storia della Genesi in cui si parla del peccato di Eva, quando il serpente la ammonisce rivelandole che, al contrario di quello che qualcun altro le ha fatto credere, non sarebbe affatto morta nel momento in cui si fosse cibata del frutto dellAlbero della Conoscenza.
Il potere del drago o del serpente era posseduto dai veggenti della cultura gaelica, i Merlini delle corti reali, i profeti dei sommi sovrani. Si trattava di una particolare categoria di sacerdoti druidi del tutto simili ai filosofi della classicità o magi e la loro schiatta affondava le radici in unantichissima tribù di sacerdoti nota nel mondo indoeuropeo come i Sapienti. In latino erano detti Noblis, dal greco gnoblis, dalla radice verbale gno che significava conoscere: da cui, col tempo, nobile (gnoble) e gnosi (conoscenza). Per consolidata tradizione, il simbolo della saggezza (in greco Sophia) e della guarigione era il medesimo, ossia il serpente (si pensi al serpente di bronzo o di rame di Mosè), tanto è vero che lemblema è ancora oggi vivo in ogni angolo del mondo, a simboleggiare tutte le organizzazioni mediche. Serpenti che intrecciano le loro spire costituiscono unimmagine molto diffusa anche nellarte allegorica: basti ricordare le tele Mosé di Sébastien Bourbon e Lilith di John Collier. Queste altre opere sono significative in quanto riconducono non soltanto al concetto di saggezza, ma pure a quello di nobile sapienza; in altre parole, alla preveggente saggezza druidica del drago.Nella Mesopotamia il drago, chiamato Mûs-hûs, era un essere a quattro zampe con compiti di guardiano, simile ad un coccodrillo sacro, anche se poi, nel tempo, la sua immagine ebbe a trasformarsi in quella di un grande serpente munito delle ali di un cigno, oppure, di un pipistrello.
Anche i re e le regine messianiche venivano chiamati Dragoni e Pendragoni, perché ad essi erano attribuite tutte le virtù dellanimale: lindomito coraggio contro i nemici, lestrema saggezza e non ultima la forza sessuale.
Sovente erano raffigurati con unarmatura a scaglie e sugli abiti comparivano emblemi serpentiformi, mentre la gnostica trascendenza della loro conoscenza era simboleggiata da mantelli sciamanici composti con piume di cigno. Questo aspetto piumato divenne rilevante nelle rappresentazioni artistiche degli angeli, a sottolineare la loro capacità di trascendere lumana normalità, senza poi dimenticare che il vocabolo stesso merlino indicava un falcone capace di volare molto in alto e dalla vista acutissima.
da ( scienzeantiche.it)