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Non faccio quel che voglio, ma quel che non voglio.
Inviato: 14/10/2011, 13:52
da Artos
Non faccio quel che voglio, ma quel che non voglio.
Questo è un detto per rafforzare la volontà. Secondo me lo dobbiamo mettere in pratica. Ci
sono stati tanti Esseri prima di noi che ne parlano. Oltre a rafforzare la volontà ci procura energia che ci
servirà nei momenti di bisogno.
Un saluto e abbraccio fraterno a Tutti.
Non faccio quel che voglio, ma quel che non voglio.
Inviato: 14/10/2011, 14:03
da drago-lontra blu
Personalmente, ma parlo solo per me amico Artos, forse ho poco afferrato il senso di quanto è scritto.
Sto cercando di vedere dove sia il rafforzamento della volontà pronunciandolo, però trovo una forzatura contraria alla mia logica.
Mi sfugge il concetto , leggo si dei rafforzativi, però sono negativi.
E i rafforzativi negativi mi creano contrasti.
Magari se hai piacere di spiegarmi, grazieeeeeeeeeeeeeeeeee. Un abbraccio.

Non faccio quel che voglio, ma quel che non voglio.
Inviato: 14/10/2011, 14:10
da aquilabaleno
Anch'io come drago blu non riesco a capire come può stimolare la volontà...
ho fatto una piccola ricerca
Non faccio quel che voglio, ma quel che non voglio.
Inviato: 14/10/2011, 14:57
da Rubis
"Non faccio quel che voglio, ma quel che non voglio."o
Provo ad esporre il mio sentire....
Fare ciò che non si vuole forse vuol dire: accetta anche ciò che non vorresti ma che la vita ti pone davanti...
E' oltremodo diciamo "pesante" pensare che sono un essere che "consapevolmente" continua ad errare, anche se per mia natura (umana) errare è necessario per crescere...
Molti Saggi e Maestri ci spronano a vedere il "positivo che dimora in noi" proprio per stimolarci e focalizzarci sul migliorare noi stessi.
Non configuriamoci come "peccatori", ma solo come anime in "divenire" ed in evoluzione, sicuramente è uno stimolo maggiore..
Un abbraccio a tutti...
Non faccio quel che voglio, ma quel che non voglio.
Inviato: 14/10/2011, 14:57
da Artos
Ciao Drago Blu e Aquilabaleno, quello che vorrei dire è questo: Es. passo per una strada su quella strada c'è un bar che passando davanti mi procura disagio, fastidio etc. etc. sono portato a cambiare strada ma decido e voglio passare davanti a quel bar pur avendo un disagio o fastidio. Dopo che ho fatto l'azione e superato il bar mi viene un piacere momentaneo. Stesso discorso al contrario passo per una strada vedo una bella donna che mostra della roba, io preso da un fuoco questa volta però non voglio guardare quella donna non voglio quel piacere. Superato l'ostacolo o la donna mi viene un certo tipo di piacere perché ho messo in pratica quello che ho voluto. Questi due tipi di piaceri potrebbero portarmi in qualche posto che per il momento non sò dove ma nel tempo se sono attento lo capirò dove. Lo so che questo genere di cose o allenamenti possono procurare dei litigi interiori però come detto altre volte non ci dobbiamo entrare dentro. Es. noi siamo come spettatori e ci troviamo davanti a un bar la giornata è bella ci stiamo gustando una bella birra e all'improvviso si presentano davanti due persone una maschile e l'altra femminile e stanno litigando fra loro e ci vorrebbero fare entrare nella loro discussione ma noi dobbiamo fare in modo di non essere coinvolti in una discussione che non ci appartiene. Spero di farmi capire. Un saluto e abbraccio fraterno. Questo pensiero sul rafforzamento della volontà è solo un esercizio non deve essere considerato peccato o altra roba. Ciao Rubis e grazie a tutte e tre.
Non faccio quel che voglio, ma quel che non voglio.
Inviato: 14/10/2011, 18:06
da mariposa azul
Leggendo il tuo scritto mi vien da pensare che ti stai ponendo delle limitazioni, delle rinunce perché attraverso quelle pensi di crescere, "rafforzi la tua volontà" così come tu scrivi.
Non mi sembra un concetto nuovo: è ciò che è stato sempre richiesto dalla nostra religione, quella cattolica intendo e per nostra intendo la nostra religione tradizionale.
Un tempo li chiamavano i fioretti, servivano per conquistarsi il paradiso, non so se nel frattempo, cioè da quando ho smesso di frequentare gli ambienti ecclesiastici, è cambiato qualcosa o se ancora oggi i fioretti sono richiesti ed auspicabili.
Non mi trovano molto d'accordo questi esercizi di rinunzia volontaria ma ognuno è naturalmente libero di comportarsi come meglio crede.
Sono più per il fluire degli eventi, l'assecondare ciò che accade, anche perché, sinceramente, non ci vedo nulla di male nel guardare con ammirazione una donna, in quanto creatura divina. Quanto al fatto di desiderarla ancora meno, son finiti i tempi in cui ci ossessionavano con l'idea del peccato. Abbiamo ben visto dove si nasconde il vero peccato e chi lo commetteva!!!
Il fatto, come scrivi tu, di provare piacere dopo la rinuncia mi fa pensare a implicazioni psicologiche. Ho digitato su google "Il piacere della rinuncia psicologica" e, come seconda voce mi è comparsa questa pagina "Implicanza psicologica della sofferenza" ti accludo il link se eventualmente fossi interessato a visitarlo http://www.collevalenza.it/CeSAM/08_CeSAM_0174.htm
Ciao Artos con grande ed enorme rispetto per le tue scelte.
Non faccio quel che voglio, ma quel che non voglio.
Inviato: 14/10/2011, 18:29
da Artos
Ciao Arcansiel, Qua non si parla di peccato. Ma agire su un' Energia che si chiama Volontà - Potere. Siccome la Volontà può essere come un muscolo come si potenzia? Come si accumula? come si combina con un'altra Energia chiamata Intellingenza Attiva che è anche Memoria e tante altre cose? Questo che ho raccontato è un medoto per crescere come dici tu ma siccome la Volontà è energia si cresce solo in esperienza. E' logico che ognuno è libero di cercare e svegliersi come meglio crede. Poi per quanto riguada le energie negative o altro come ho accennato bisogna essere spettatori non bisogna essere coinvolti. Un saluto e abbraccio fraterno.
Non faccio quel che voglio, ma quel che non voglio.
Inviato: 14/10/2011, 20:29
da drago-lontra blu
Non faccio quel che voglio, ma quel che non voglio.
Inviato: 14/10/2011, 20:41
da shanti
Non faccio quel che voglio, ma quel che non voglio.
Se faccio quello che voglio, cioè ciò che sento giusto, sono nella mia verità e quindi libero.
Se faccio quello che non voglio agisco spinto da qualcosa che non è la mia verità.
Quindi perché mai?
Sono e resto libera di essere me stessa.
Anche a me ricorda molto i fioretti, fai il bravo, fai così e cosà anche se non ti piace ecc ecc.
Se passare davanti a quel bar mi crea disagio, attraverso la strada e ciao ninetta.

perché mai obbligarmi a subire? Non devo punirmi.
Molti di noi hanno passato la vita a fare ciò che gli altri volevano. Ora è arrivato il tempo di uscire dalle gabbie usando la volontà di farlo.
Amico Artos, questo è il mio pensiero in proposito ed è valido... per me.
Non faccio quel che voglio, ma quel che non voglio.
Inviato: 14/10/2011, 20:59
da aquilabaleno
Mi piace questa discussione, e anche i pareri diversi.
Adesso ho un po' più chiaro cosa intendeva dire Artos... credo che sia anche un allenamento nella fede...questo non vuol dire che va attuato sempre...se no si finisce per fare sempre ciò che non si vuole! Credo che ci siano momenti in cui sappiamo essere il momento giusto...
un esempio l'ho raccontato qualche giorno fa...ho avuto una brutta sensazione per strada ma ho deciso di proseguire, mi sentivo protetta, ho chiamato protezione...e quando un uomo mi stava inseguendo, è arrivata una donna a "salvarmi". Coincidenze? non credo. Ho avvertito però la sensazione che fosse una prova per me, di volontà/fede, non farmi fermare da quella sensazione di paura...che spesso immotivata mi ha bloccata nella vita. Sconfiggere le paure, attiva nuove possibilità, esperienze. Ciò non toglie che la prossima volta che sentirò quella paura saprò di potermi fidare della mia sensazione.
Ognuno ha i suoi blocchi, in base alle esperienze vissute. Allora forse bisogna provare a sabotare i desideri/blocchi che non provengono dall'anima, ma abbiamo in noi per abitudine/educazione.
Se la nostra Anima sa dove vuole andare, credo sia sacrosanto come dice Shanti farlo senza sensi di colpa...è il nostro io più intimo e più grande...non va tradito