Il terzo linguaggio degli alchimisti
Inviato: 22/11/2011, 19:29
Il linguaggio degli alchimisti
"Esistono tre tipi di alchimisti", mi rispose il mio Maestro. "Quelli che sono vaghi perché non sanno di che cosa stanno parlando, quelli che sono vaghi perché sanno di cosa stanno parlando, ma sono anche consapevoli che il linguaggio dell'alchimia è un tipo di linguaggio rivolto al cuore e non alla ragione".
"E qual'è il terzo tipo?" gli domandai.
"Quelli che non hanno mai sentito parlare di Alchimia, ma che sono riusciti, nel corso della loro vita, a scoprire la Pietra Filosofale."
(...)
In conclusione, e a illustrazione di ciò che il mio Maestro intendeva dire riferendosi al terzo tipo di alchimisti, vale la pena di ricordare una storia che egli stesso mi raccontò nel suo laboratorio.
La Madonna, con il Bambino Gesù fra le braccia, aveva deciso di scendere in Terra per visitare un monastero. Orgogliosi, tutti i monaci si misero in una lunga fila, presentandosi ciascuno davanti alla Vergine per renderle omaggio. Uno declamò alcune poesie, un altro le mostrò le miniature che aveva preparato per la Bibbia e un terzo recitò i nomi di tutti i santi. E così via, un monaco dopo l'altro, tutti resero omaggio alla Madonna e al Bambino.
All'ultimo posto della fila ne rimase uno, il monaco più umile del convento, che non aveva mai studiato i sacri testi dell'epoca. I suoi genitori erano persone semplici, che lavoravano in un vecchio circo dei dintorni, e gli avevano insegnato soltanto a far volteggiare le palline in aria.
Quando giunse il suo turno, gli altri monaci volevano concludere l'omaggio perché il povero acrobata non aveva nulla di importante da dire e avrebbe potuto sminuire l'immagine del convento. Ma anche lui, nel profondo del proprio cuore, sentiva un bisogno immenso di offrire qualcosa a Gesù e alla Vergine.
Pieno di vergogna, sentendosi oggetto degli sguardi di riprovazione dei confratelli, tirò fuori dalla tasca alcune arance e cominciò a farle volteggiare: perché era l'unica cosa che egli sapesse fare.
Fu solo in quell'istante che Gesù Bambino sorrise e cominciò a battere le mani in braccio alla Madonna. E fu verso quel monaco che la Vergine tese le braccia, lascaindogli tenere un po' il bambinello.
Paulo Coelho, dalla prefazione de "L'Alchimista"
"Esistono tre tipi di alchimisti", mi rispose il mio Maestro. "Quelli che sono vaghi perché non sanno di che cosa stanno parlando, quelli che sono vaghi perché sanno di cosa stanno parlando, ma sono anche consapevoli che il linguaggio dell'alchimia è un tipo di linguaggio rivolto al cuore e non alla ragione".
"E qual'è il terzo tipo?" gli domandai.
"Quelli che non hanno mai sentito parlare di Alchimia, ma che sono riusciti, nel corso della loro vita, a scoprire la Pietra Filosofale."
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In conclusione, e a illustrazione di ciò che il mio Maestro intendeva dire riferendosi al terzo tipo di alchimisti, vale la pena di ricordare una storia che egli stesso mi raccontò nel suo laboratorio.
La Madonna, con il Bambino Gesù fra le braccia, aveva deciso di scendere in Terra per visitare un monastero. Orgogliosi, tutti i monaci si misero in una lunga fila, presentandosi ciascuno davanti alla Vergine per renderle omaggio. Uno declamò alcune poesie, un altro le mostrò le miniature che aveva preparato per la Bibbia e un terzo recitò i nomi di tutti i santi. E così via, un monaco dopo l'altro, tutti resero omaggio alla Madonna e al Bambino.
All'ultimo posto della fila ne rimase uno, il monaco più umile del convento, che non aveva mai studiato i sacri testi dell'epoca. I suoi genitori erano persone semplici, che lavoravano in un vecchio circo dei dintorni, e gli avevano insegnato soltanto a far volteggiare le palline in aria.
Quando giunse il suo turno, gli altri monaci volevano concludere l'omaggio perché il povero acrobata non aveva nulla di importante da dire e avrebbe potuto sminuire l'immagine del convento. Ma anche lui, nel profondo del proprio cuore, sentiva un bisogno immenso di offrire qualcosa a Gesù e alla Vergine.
Pieno di vergogna, sentendosi oggetto degli sguardi di riprovazione dei confratelli, tirò fuori dalla tasca alcune arance e cominciò a farle volteggiare: perché era l'unica cosa che egli sapesse fare.
Fu solo in quell'istante che Gesù Bambino sorrise e cominciò a battere le mani in braccio alla Madonna. E fu verso quel monaco che la Vergine tese le braccia, lascaindogli tenere un po' il bambinello.
Paulo Coelho, dalla prefazione de "L'Alchimista"


