Il canto di Madre Terra
Inviato: 13/05/2009, 9:55
Ho trovato questo racconto e lo condivido, perché il Canto della Madre è speciale e, spesso, nel silenzio, si fa udire per raccontarci la vita e la morte, e ci ricorda che la nascita è il contrario della morte, perché la Vita...non ha contrario. Esiste sempre.
IL CANTO DI MADRE TERRA
L’uomo ha troppa fretta per ascoltare, mi disse un vecchio una volta. Ai tempi ero un
tredicenne sognatore che si guadagnava il pane servendo ai tavoli gli avventori di una
schifosa taverna affacciata sul porto di uno sputo di paese nascosto nelle profondità
del mondo. Il vecchio era l’unico motivo per cui ancora mi svegliavo all’alba e mi
sorbivo le risse e le vomitate degli ubriachi, lui era la luce nel buio di quell’abisso che
ogni sera risucchiava nel suo ventre i malcapitati che decidevano di affogare nel vino
e nei vizi le tristezze e le gioie delle loro vite. L’uomo vive troppo in fretta, non ha il
tempo di ascoltare.
Quella frase mi stringeva le viscere e mi fermava il respiro ogni
volta che mi veniva in mente(cioè sempre), mi arrovellavo nel cercare di capire che
cosa l’uomo non avesse il tempo di ascoltare, ma forse ero troppo giovane o forse
poco intelligente, ma non riuscivo a svelare il mistero. Presi la mia decisione una sera
di Febbraio, ricordo ancora il freddo tagliente che scuoteva le vele raggomitolate
sugli alberi delle navi ormeggiate sul molo, al porto le poche anime che giravano
sembravano cucciolo infreddoliti alla ricerca di un riparo e di un pasto caldo da
ingoiare velocemente per riscaldare le budella ferite dal gelo.
Entrai alla taverna elettrizzato, ero convinto di tornare a casa con in tasca e nel cuore la soluzione di quella frase enigmatica che da mesi mi tormentava. Girai il locale con lo sguardo due o tre volte, in cerca del vecchio , ma non lo vidi. Erano circa le nove, e a quell’ora lui
era già nella taverna con davanti il suo brucia budella preferito, ma non quella sera.
Mi sentivo perduto , sembravo in paralizzato , dov’era il vecchio?, dove diavolo era il
maledetto vecchio? La risposta mi venne dal padrone della taverna, appoggiò la sua
mano sulla mia spalla e mi disse che il vecchio mi aspettava a casa sua.
Corsi fuori dalla taverna correndo come se fossi inseguito da Satana in persona, mi infilai nei
vicoli umidi e corrosi dal tempo che si nascondevano di fianco alle baracche , la notte
era buia come l’inferno e nella boscaglia che mi separava dalla casa del vecchio mi
sembrava di vedere migliaia di occhi aprirsi e chiudersi velocemente dietro ai fusti
delle betulle e delle querce. Il cuore mi rimbalzava forte nel petto e quei suoni cupi e
sordi, che uscivano da ogni parte della notte racchiusa in quel bosco, mi facevano
tremare le gambe . Fino a quando vidi la luce fioca della lampada ad olio del vecchio
fare capolino dalla finestra della sua casa. Arrivai davanti al portone che ero esausto,
mi chinai in avanti per riprendere un po’ di fiato e bussai.
Lui aprì e vedendomi sorrise , io entrai e mi sedetti accanto a lui. Non potei resistere ,
glielo chiesi subito. Cosa l’uomo non riusciva ad ascoltare? Lui rise , si versò due dita
di buon Brandy e bevve, lentamente , scandendo ogni sorso, poi si pulì le labbra con
la mano e finalmente iniziò a parlare , finalmente svelò il segreto.
Ci credete se adesso (e sono passati trent’anni ) quando ripenso alla soluzione
dell’enigma mi vengono le lacrime agli occhi?
Il vecchio iniziò con due parole , madre e terra , e mi chiese di trovare una terza
parola che le unisse tutte e due come un bacio unisce due amanti, gli dissi la prima
che mi venne in mente ovvero , canto. Il vecchio si complimento e mi disse
(cominciando a piangere) che madre natura gli aveva fatto sentire il suo canto, e lui
aveva capito che quando sarebbe arrivata la prima neve di Febbraio sarebbe morto.
Quello era il segreto , saper ascoltare madre natura ed il suo canto. Uscì correndo da
casa sua , piangevo perché non volevo credere che il vecchio potesse morire. Ero
quasi arrivato al molo quando iniziò a nevicare, il vento iniziò a urlare fra i rami degli
alberi e i vicoli del paese, la mia corsa divenne passeggiata , i miei occhi smisero di
piangere , avevo capito, il vecchio era morto, ma non piangevo, perché quella notte
madre natura mi aveva fatto sentire il suo canto, il pianto di un vecchio che era morto
felice mentre la sua casa veniva coperta dalla prima neve di Febbraio
G.Guglielmi
IL CANTO DI MADRE TERRA
L’uomo ha troppa fretta per ascoltare, mi disse un vecchio una volta. Ai tempi ero un
tredicenne sognatore che si guadagnava il pane servendo ai tavoli gli avventori di una
schifosa taverna affacciata sul porto di uno sputo di paese nascosto nelle profondità
del mondo. Il vecchio era l’unico motivo per cui ancora mi svegliavo all’alba e mi
sorbivo le risse e le vomitate degli ubriachi, lui era la luce nel buio di quell’abisso che
ogni sera risucchiava nel suo ventre i malcapitati che decidevano di affogare nel vino
e nei vizi le tristezze e le gioie delle loro vite. L’uomo vive troppo in fretta, non ha il
tempo di ascoltare.
Quella frase mi stringeva le viscere e mi fermava il respiro ogni
volta che mi veniva in mente(cioè sempre), mi arrovellavo nel cercare di capire che
cosa l’uomo non avesse il tempo di ascoltare, ma forse ero troppo giovane o forse
poco intelligente, ma non riuscivo a svelare il mistero. Presi la mia decisione una sera
di Febbraio, ricordo ancora il freddo tagliente che scuoteva le vele raggomitolate
sugli alberi delle navi ormeggiate sul molo, al porto le poche anime che giravano
sembravano cucciolo infreddoliti alla ricerca di un riparo e di un pasto caldo da
ingoiare velocemente per riscaldare le budella ferite dal gelo.
Entrai alla taverna elettrizzato, ero convinto di tornare a casa con in tasca e nel cuore la soluzione di quella frase enigmatica che da mesi mi tormentava. Girai il locale con lo sguardo due o tre volte, in cerca del vecchio , ma non lo vidi. Erano circa le nove, e a quell’ora lui
era già nella taverna con davanti il suo brucia budella preferito, ma non quella sera.
Mi sentivo perduto , sembravo in paralizzato , dov’era il vecchio?, dove diavolo era il
maledetto vecchio? La risposta mi venne dal padrone della taverna, appoggiò la sua
mano sulla mia spalla e mi disse che il vecchio mi aspettava a casa sua.
Corsi fuori dalla taverna correndo come se fossi inseguito da Satana in persona, mi infilai nei
vicoli umidi e corrosi dal tempo che si nascondevano di fianco alle baracche , la notte
era buia come l’inferno e nella boscaglia che mi separava dalla casa del vecchio mi
sembrava di vedere migliaia di occhi aprirsi e chiudersi velocemente dietro ai fusti
delle betulle e delle querce. Il cuore mi rimbalzava forte nel petto e quei suoni cupi e
sordi, che uscivano da ogni parte della notte racchiusa in quel bosco, mi facevano
tremare le gambe . Fino a quando vidi la luce fioca della lampada ad olio del vecchio
fare capolino dalla finestra della sua casa. Arrivai davanti al portone che ero esausto,
mi chinai in avanti per riprendere un po’ di fiato e bussai.
Lui aprì e vedendomi sorrise , io entrai e mi sedetti accanto a lui. Non potei resistere ,
glielo chiesi subito. Cosa l’uomo non riusciva ad ascoltare? Lui rise , si versò due dita
di buon Brandy e bevve, lentamente , scandendo ogni sorso, poi si pulì le labbra con
la mano e finalmente iniziò a parlare , finalmente svelò il segreto.
Ci credete se adesso (e sono passati trent’anni ) quando ripenso alla soluzione
dell’enigma mi vengono le lacrime agli occhi?
Il vecchio iniziò con due parole , madre e terra , e mi chiese di trovare una terza
parola che le unisse tutte e due come un bacio unisce due amanti, gli dissi la prima
che mi venne in mente ovvero , canto. Il vecchio si complimento e mi disse
(cominciando a piangere) che madre natura gli aveva fatto sentire il suo canto, e lui
aveva capito che quando sarebbe arrivata la prima neve di Febbraio sarebbe morto.
Quello era il segreto , saper ascoltare madre natura ed il suo canto. Uscì correndo da
casa sua , piangevo perché non volevo credere che il vecchio potesse morire. Ero
quasi arrivato al molo quando iniziò a nevicare, il vento iniziò a urlare fra i rami degli
alberi e i vicoli del paese, la mia corsa divenne passeggiata , i miei occhi smisero di
piangere , avevo capito, il vecchio era morto, ma non piangevo, perché quella notte
madre natura mi aveva fatto sentire il suo canto, il pianto di un vecchio che era morto
felice mentre la sua casa veniva coperta dalla prima neve di Febbraio
G.Guglielmi