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Evoluzione: l'obbligo si oppone al cambiamento

Inviato: 25/01/2010, 17:00
da Angel
....Raffaele Morelli è stato uno dei miei "Maestri" quando ho frequentato il corso triennale di Naturopata all'Istituto Riza da lui pensato....

Evoluzione: L’obbligo si oppone al cambiamento





L’obbligo si oppone al cambiamento


Non solo: il “devo sempre e comunque” è un grande ostacolo al cambiamento.
A questo proposito i saggi di tutte le tradizioni hanno sempre sottolineato la necessità di uscire dai ruoli obbligati. Anche se di fatto siamo spinti in questa direzione fin da piccoli, avere un modello fisso su cui plasmarci fa resistenza alla forza trasmutativa che appartiene intimamente all’uomo, come a tutti gli esseri viventi.
Di fatto, ognuno di noi si modifica, istante per istante, mentre l’obbligo permane, granitico, non sapendosi sincronizzare con il processo di mutamento in atto. L’obbligo invecchia ma resta uguale a se stesso, e se noi gli conce¬diamo di monopolizzarci la vita finiamo per cadere nella sua stessa trappola.

L’obbligo ci candida al sacrificio e alla rinuncia

Altra conseguenza pericolosa di una condotta all’insegna dell’obbligo a tutti i costi, la candidatura certa al sacrificio e alla rinuncia.
Se il dovere si fissa nella nostra mente come l’unico im-perativo categorico, senza rendercene conto cominciamo a giudicare egoisti tutti gli atti volti a soddisfare in primis le nostre reali inclinazioni.
E per vincere il disagio che il senso di colpa ci procura, ci obblighiamo a dimenticarci di nuovo di noi, rinun-ciando o sacrificandoci oltre misura.
Questi atti di abnegazione, se da un lato mortificano la nostra vera natura, dall’altro rafforzano il nostro ego. Attenzione quindi: il soggetto che lamenta di avere troppi obblighi cui far fronte, spesso è quello che si sente “indispensabile” (in famiglia, sul lavoro, così come nelle amicizie) e in questo suo ruolo appaga il proprio bisogno di autoaffermazione.
Anche se si duole per il carico di oneri, anche se vagheggia il tempo in cui, finalmente, potrà essere libero da tutto e tutti, in realtà sta abbarbicato al proprio dovere, perché il ruolo che sta incarnando gli garantisce un certo potere sugli altri.
Questo è il caso, per esempio, delle mamme-chiocce e casalinghe perfette che in questo modo controllano i figli, del capo che si ammazza di lavoro e non delega, della vittima che si sacrifica per gli altri e conosce solo il linguaggio del lamento.
E l’elenco potrebbe continuare.

L’unico vero obbligo è realizzare se stessi

Il danno più grave di un modo di essere improntato sull’obbligo è comunque quello di perdere di vista l’unico dovere che noi in realtà abbiamo nella vita: realizzare la nostra essenza.
Non siamo qui per sviluppare attaccamenti a cose o persone, progetti o desideri, tanto più se sono proiezioni che gli altri fanno su di noi.
Neppure per sentirci bravi, buoni o migliori.
Ci è soltanto chiesto di espletare la nostra reale funzione. Se nel “ciò che si deve” non mettiamo al primo posto questo comandamento, stiamo giocando male le nostre carte. Per accorgercene, facciamo attenzione a tutte le volte in cui ci sentiamo vittime delle cose che facciamo: se sono frequenti, qualcosa non va.
Stiamo anche particolarmente attenti a certe “strane” stanchezze che non hanno una vera ragione d’essere, ma che ci rendono apatici, svogliati, senza sorriso: anche questo potrebbe essere un sintomo da non trascurare

LA TECNICA
Non obbligarti ad amare sempre


Sentírsi in obbligo è l’atteggiamento che distrugge la spontaneità dell’amore, trasforma il piacere in dovere e ci carica di sensi di inadeguatezza quando non riusciamo ad adempierlo.
Fai invece con te stesso questa considerazione: «lo non amo incessantemente» e ripetitelo più volte al giorno. Osserva poi come ti comporti coi tuoi cari: figli, marito, genitori, amici… Non li ami tutto il tempo, ma a tratti.
Li ami quando percepisci l’amore che hai per loro.
• a volte però ti sono indifferenti.
• a volte addirittura disturbano.
Osserva questo tuo atteggiamento senza trarne conclusione alcuna.
Le persone che si autoimpongono di amare sempre si fanno del male e rendono scadente l’amore, lo fanno diventare un dovere e sono preda dei sensi di colpa. Accade come ai fidanzati che si telefonano di continuo: con il tempo si legheranno all’abitudine, al possesso, non alla persona.
Invece, devi cogliere l’essenza dell’amore: questo ti potrà causare una momentanea sensazione di vuoto, di freddezza.
Abbi cura anche della tua freddezza: è un tuo stato, fa parte di te.
Con questa tecnica conosci l’amore che viene dal vuoto, l’amore disinteressato.


i SI e i NO degli Obblighi

La vita ci insegna che, fuori di noi, esistono davvero poche ragioni per cui valga la pena di essere felici. Crearci falsi obblighi non rientra certo fra queste.

SI
• Rompi la catena dell’obbligo abituale / L’economia esistenziale di ciascuno di noi è punteggiata da “obblighi” diventati talmente abituali da rappresentare una consuetudine ormai acquisita.
Se anche tu hai degli “obblighi” quotidiani o settimanali cui non transigi, rompi la catena, sottraendoti a uno di essi. Ti accorgerai che, non adempiendolo, ti darai l’opportunità di liberarti di un’abitudine che ormai ha fatto il suo tempo.


NO
• Mi sento a posto / Osserva nell’arco della giornata le volte in cui, compiuta un’azione dici a te stesso che “ti senti a posto”.
Nella maggioranza dei casi, ti renderai conto di come la frase che ti ripeti sottolinea l’adempimento a un obbligo. Smetti allora di dirtelo e focalizza l’attenzione sulla risonanza che quel gesto ha dentro di te.
Se muoverà uno stato di rinuncia o di sacrificio, sappi che “sentirti a posto” nasconde in realtà un disagio che non vuoi vedere.



Da “Il Diario della Felicità”

di Raffaele Morelli

Evoluzione: l'obbligo si oppone al cambiamento

Inviato: 26/01/2010, 1:56
da Oliviero Angelo
Lettura interessantissima e per me pregna di dense ed opportune riflessioni.

Hai toccato con sincronicità un mio nervo scoperto e ti ringrazio con tutto il cuore per questo, Angie carissima, meravigliosa compagna di Cammino.



Gladius Lucis

Evoluzione: l'obbligo si oppone al cambiamento

Inviato: 26/01/2010, 15:06
da Angel
....grazie a te fratello carissimo, ogni cosa condivisa amplifica di ritorno l'onda d'amore che tutto pervade....

Evoluzione: l'obbligo si oppone al cambiamento

Inviato: 26/01/2010, 17:27
da RaggiodiSole
Penso che "l'obbligo" sia una delle prime cose che insegnano ai bambini, e noi certo non ne siamo stati immuni, per questo adesso, ci ritroviamo a fare un lavoro immane, ciclopico: smantellare pietra per pietra la nostra Casa, cioè noi stessi, scegliere e valutare tutti gli aspetti del materiale con cui si va a ri-costruire il nuovo.
Non è certo una passeggiata, ma è una fase obbligata che fa parte del nostro Cammino Individuale, o almeno, è questo ciò che io penso.
Un abbraccio, nella Luce del Raggio Blu.
Con Amore
Raggiodi sunny