Carla Parola " IL DOLORE DEGLI ALTRI"
Inviato: 31/01/2010, 15:20
Possiamo farci carico del dolore altrui?
E’ una domanda complessa, intanto perché parlare di altri è come parlare di noi stessi, quindi dobbiamo partire dall’idea che noi siamo UNO, siamo Tutto e quindi la Sofferenza di un altro è la nostra, e la nostra è quella dell’altro.
Anche se a livello mentale, soprattutto della personalità, noi cerchiamo di scindere la Sofferenza di uno da quella dell’altro, a livello del campo energetico noi siamo UNO e perciò la Sofferenza, che non è solo frutto della personalità, ma investe l’Energia, è una Sofferenza comune.
Il mondo soffre perché una massa di essere umani soffre e il mondo gioisce perché una massa di esseri umani gioisce.
Ci sono campi energetici di Gioia e campi di Dolore.
Posso io dire, volontariamente, che mi faccio carico delle sofferenze altrui?
Fino ad un certo punto può essere un discorso valido perché io, consapevole di essere parte di un Tutto, posso avere in me delle caratteristiche che sono più accentuate rispetto ad un’altra Energia che ha delle caratteristiche più labili.
Per esempio io posso sopportare meglio di un altro la Sofferenza.
Posso quindi dire che mi faccio carico della Sofferenza dell’altro perché so di poterla sopportare meglio.
Però ciò avviene a livello mentale: decido io di farmi carico delle sofferenze dell’altro.
Questo è già un estraniarsi dal Tutto. Spiego meglio.
Il Tutto è Energia quindi non parliamo di personalità o di volontà umana.
Stiamo parlando di una massa energetica che è tutto e quindi qualunque vibrazione e in queste vibrazioni ci sono la capacità di sopportare tutto o non sopportare tutto.
Il Tutto è tutto sia la capacità che l’incapacità di sopportare.
Quando sono io a decidere, quando voglio io farmi carico di qualcosa, non uso la mia parte energetica, uso la mia parte mentale.
Allora non sono più nella scia cosmica, ma solo nella scia terrena della personalità, dell’io, dell’ego.
Sono io che decido che posso sopportare la Sofferenza e mi voglio accollare quelle altrui, ma non tengo conto che la Vita non ha dato a me quelle sofferenze, ma all’altro e quindi con la mia decisione faccio un torto alla Vita che si è permessa di dare delle sofferenze a chi, secondo il mio giudizio, non è in grado di sopportarle.
Questo è qualcosa che è contro la Legge del Tutto.
Il Tutto è assolutamente perfetto e quindi dà ad ognuno quello che è necessario per evolvere e anche il dolore è sempre adeguato alla capacità di sopportazione dell’individuo.
Se la Vita si permettesse di dare dolori insopportabili si estinguerebbe, significherebbe che la Vita non ha capacità di discernimento, quindi, andrebbe contro se stessa.
Si punirebbe perché dare un dolore insopportabile vuol dire annientare, uccidere l’individuo e dove c’è morte e annientamento non c’è Vita.
Dire allora che ci sono persone che si vogliono far carico del dolore altrui, è un discorso che può essere fatto in modo assolutamente relativo.
Bisognerebbe capire con quali intenzioni queste persone fanno certe affermazioni.
Perché sentono che è il loro compito vivere nella Sofferenza?
In questo caso non si fanno carico di sofferenze altrui perché, ripeto, sarebbe un assurdo in quanto toglierebbero ad altri la possibilità di soffrire, di capire e quindi di evolversi.
Possono solo vivere vite di totale Sofferenza perché è una loro personale esigenza, una necessità della loro Energia che chiede di evolversi, maturare attraverso la Sofferenza.
Questo è però un discorso astratto, non si può entrare nei particolari, perché non si può giudicare le persone che fanno queste affermazioni.
Per dare un giudizio il più obiettivo possibile su questi personaggi, bisognerebbe entrare in loro e capire con che intenzione hanno fatto certe affermazioni,
E’ chiaro che un individuo decidendo di vivere in Sofferenza si attirerà la Sofferenza, proprio in virtù della sua scelta.
Se questa decisione viene presa per assecondare l’Istinto che la suggerisce, è una buona decisione in quanto la Sofferenza è necessaria per l’Evoluzione energetica.
Viceversa la scelta che viene fatta per protagonismo o per fare la vittima o per mettersi al centro dell’attenzione, si rivelerà una scelta assurda che non servirà a nulla.
fonte: stazione Celeste
