siamo un unico sentire
Inviato: 02/10/2010, 8:27
Questa mattina avevo voglia di rovistare ,fra vecchi cd e hd , ho ritrovato e-book che non mi ricordavo piu di avere
posto qui uno stralcio di uno di questi che tanto mi ha dato allora
Siamo un unico sentire!
Che cosa accade quando l'individuo ha lasciato la ruota delle nascite e delle morti?, quando il fluire del sentire individuale avviene spontaneamente senza necessità di percezione nei piani più densi del cosmo? Significa vibrare all'unisono di tutte le perle dei sentire individuali; significa raggiungere un sentire universale e quindi cosmico; significa ritrovare in questa comunione di sentire individuali tutte le percezioni degli individui ai quali siamo uniti, cioè tutti gli individui esistenti nel cosmo: significa fondersi, a quel grado di sentire, con tutti i sentire analoghi.
Per darvi un'idea: se fosse l'amore al prossimo quel grado di sentire, significa raggiungere l'amore al prossimo totale, in ogni sua forma, in ogni sua variante, in ogni suo aspetto!
Se fosse la visione di un'arancia posta su un tavolo, significherebbe raggiungere la visione dell'arancia da tutti i punti di vista di tutti gli osservatori attorno a quel tavolo. Questo significa vivere la totalità delle esperienze individuali ad un vasto livello di sentire, e poi a quello successivo, e a quello successivo ancora, non più attraverso la percezione individuale ma attraverso la percezione di tutti gli individui; o meglio, siccome non si può più parlare di percezione, attraverso il sentire totale degli individui...
Allora, troviamo un punto di confluenza di tutti gli esseri esistenti in un cosmo: un punto terminale che non esiste realmente, che è un punto virtuale, è un virtuale frazionamento dell'Assoluto: in altre parole, è l'Assoluto.
Comincia a delinearsi un'immagine più chiara, dalla quale scopriamo che, in fondo, siamo tutti un unico corpo, un unico essere, un unico sentire! Esiste una differenza fra me e te come può esistere una differenza fra un filo d'erba e un altro filo d'erba di un prato. Noi tutti abbiamo le nostra fondamenta, le nostre radici, in un punto comune. Ma senza arrivare tanto lontano, senza giungere a quel punto comune, prima di allora, le vostre esperienze in ultima analisi saranno le mie, e le mie sono vostre. Con quale coraggio possiamo allora guardarci senza comprenderci l'un l'altro?
Con quale coraggio possiamo sentirci l'un l'altro estranei, quando ciascuno di noi non fa che rappresentare un'esperienza, una variante di quell'infinita esistenza che si chiama Assoluto?
Nessuno, che abbia veramente compreso queste misere parole, può guardare con distacco, compassione, commiserazione, un suo fratello. Nessuno, che comprenda in pieno queste parole, può sentire estraneo a se stesso un qualunque altro essere esistente!
Io mi auguro che possiate intravedere la luminosità di queste verità, perché esse potranno rendervi tanto forti da sopportare le ingiurie di chi non le comprende; potranno rendervi tanto forti da farvi sorridere a chi si prende gioco di voi, ma vi renderanno tanto liberi da non conoscere più nessuna limitazione.
tratto da conosci te stesso ,cerchio di firenze 77 (1965)
ciao goffry
posto qui uno stralcio di uno di questi che tanto mi ha dato allora
Siamo un unico sentire!
Che cosa accade quando l'individuo ha lasciato la ruota delle nascite e delle morti?, quando il fluire del sentire individuale avviene spontaneamente senza necessità di percezione nei piani più densi del cosmo? Significa vibrare all'unisono di tutte le perle dei sentire individuali; significa raggiungere un sentire universale e quindi cosmico; significa ritrovare in questa comunione di sentire individuali tutte le percezioni degli individui ai quali siamo uniti, cioè tutti gli individui esistenti nel cosmo: significa fondersi, a quel grado di sentire, con tutti i sentire analoghi.
Per darvi un'idea: se fosse l'amore al prossimo quel grado di sentire, significa raggiungere l'amore al prossimo totale, in ogni sua forma, in ogni sua variante, in ogni suo aspetto!
Se fosse la visione di un'arancia posta su un tavolo, significherebbe raggiungere la visione dell'arancia da tutti i punti di vista di tutti gli osservatori attorno a quel tavolo. Questo significa vivere la totalità delle esperienze individuali ad un vasto livello di sentire, e poi a quello successivo, e a quello successivo ancora, non più attraverso la percezione individuale ma attraverso la percezione di tutti gli individui; o meglio, siccome non si può più parlare di percezione, attraverso il sentire totale degli individui...
Allora, troviamo un punto di confluenza di tutti gli esseri esistenti in un cosmo: un punto terminale che non esiste realmente, che è un punto virtuale, è un virtuale frazionamento dell'Assoluto: in altre parole, è l'Assoluto.
Comincia a delinearsi un'immagine più chiara, dalla quale scopriamo che, in fondo, siamo tutti un unico corpo, un unico essere, un unico sentire! Esiste una differenza fra me e te come può esistere una differenza fra un filo d'erba e un altro filo d'erba di un prato. Noi tutti abbiamo le nostra fondamenta, le nostre radici, in un punto comune. Ma senza arrivare tanto lontano, senza giungere a quel punto comune, prima di allora, le vostre esperienze in ultima analisi saranno le mie, e le mie sono vostre. Con quale coraggio possiamo allora guardarci senza comprenderci l'un l'altro?
Con quale coraggio possiamo sentirci l'un l'altro estranei, quando ciascuno di noi non fa che rappresentare un'esperienza, una variante di quell'infinita esistenza che si chiama Assoluto?
Nessuno, che abbia veramente compreso queste misere parole, può guardare con distacco, compassione, commiserazione, un suo fratello. Nessuno, che comprenda in pieno queste parole, può sentire estraneo a se stesso un qualunque altro essere esistente!
Io mi auguro che possiate intravedere la luminosità di queste verità, perché esse potranno rendervi tanto forti da sopportare le ingiurie di chi non le comprende; potranno rendervi tanto forti da farvi sorridere a chi si prende gioco di voi, ma vi renderanno tanto liberi da non conoscere più nessuna limitazione.
tratto da conosci te stesso ,cerchio di firenze 77 (1965)
ciao goffry