Diventare come bambini... senza la sindrome da Peter pan
Inviato: 15/02/2011, 16:36
In questi giorni una nostra cara amica è diventata nonna ed è come se fosse rifiorita guardando la sua nipotina negli occhi.
Spesso ho pensato come sia bello guardare il mondo con occhi "puliti", meravigliarsi della bellezza che ci circonda e imparare la fiducia. Non è facile nel mondo in cui viviamo essere sereni e volgere lo sguardo a quante cose belle ci circondano, riuscire a vedere negli occhi di chi incontriamo la bellezza che ha in fondo al cuore se il suo cuore è sopraffatto dal dolore e dalla rabbia. Non è facile mettere da parte le preoccupazioni e concederci di giocare e ridere. Ma non è nemmeno dificile. Un bambino si arrabbia ma dopo pochi minuti gli è passato tutto. Cade, si sbuccia un ginocchio ma basta una carezza e riparte gioioso. Anche noi cadiamo e a volte non abbiamo chi ci dà una carezza per farci rialzare. O meglio crediamo di non averlo, ma c'è sempre un amico, un compagno di cammino, un Angelo incarnato o no, che è pronto a farci sorridere ancora. Ricordiamocelo ogni tanto.
Ricordiamoci di guardare la vita con occhi da bambino, sostenuti dalla saggezza dell'adulto. E non vuol dire rimanere il classico bambinone cresciuto con la Sindrome di Peter Pan
"Per Jung il Bambino rappresenta l’inizio e la fine, la creatura che esiste prima dell’ uomo, ma anche la creatura finale, o meglio, una anticipazione di quello che la creatura sarà, una anticipazione della vita oltre la morte. Quindi l’archetipo del Fanciullo è legato alla "nascita e rinascita", è legato a tutte le qualità di gioia e creatività, ma può avere anche una connotazione negativa: "l’infantilismo" che deve essere sacrificato per poter crescere: ciò che porta l’adulto a essere dipendente, pigro, a fuggire i problemi e le responsabilità della vita. È come se il Bambino interiore facesse i capricci, e pretendesse che gli altri gli diano tutto ciò che vuole.
Cosa significa questo? Che una persona adulta che utilizza nel suo modo di essere solo il Bambino interiore, che lo mette in evidenza, può apparire sicuramente gioioso, simpatico, compagnone, con una gran facilità di rapporti, ma può essere totalmente incapace di prendere decisioni, di assumersi delle responsabilità, di sacrificarsi, di fare le cose regolarmente. È una persona cara, ma ha sempre bisogno di appoggiarsi agli altri, che non sa accudirsi e cavarsela da solo. Allora, crescere diventare adulti è necessario, è buono.
Ma come crescere e diventare adulti senza perdere il senso della totalità, della creatività, come uscire dalla vita fantastica dell’infanzia mantenendo intatti i valori del Bambino? Bisogna conoscere il proprio Bambino interiore nelle sue contraddizioni, nei suoi aspetti molteplici, nei suoi lati luminosi e di ombra. Non c’è altra strada, conoscere, riconoscere, accettare questa parte di noi, farla fiorire per recuperarne le qualità.
È necessario restare bambini pur essendo divenuti adulti.
È necessario recuperare la spontaneità, la creatività, la fantasia per equilibrare un mondo adulto spesso svuotato, in cui viene a mancare l’entusiasmo, in cui non si sa godere del qui ed ora, in cui ci si vergogna ad esprimere le proprie emozioni, ci si vergogna a chiedere.
Se non diventerete come bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli (Gesù di Nazareth)
Diventare come bambini significa nutrire il proprio Bambino interiore, recuperare lo sguardo infantile, lo sguardo incantato. Il Bambino è l’apertura nei confronti del mondo e nei confronti degli altri, è la spinta verso la vita e verso lo spirito. Ma proprio quando appare nei sogni il Bambino interiore mostra tutte le sue innumerevoli sfaccettature: Bambino felice, Bambino ferito, Bambino capriccioso, Bambino invadente, Bambino giocoso, Bambino tenero, Bambino arrabbiato, Bambino spirituale, Bambino magico.
Cominciare, attraverso i nostri sogni a comprendere lo stato di benessere o malessere del nostro Bambino interiore, è un’avventura che può riservarci molte sorprese."
da viveremeglio.org
Spesso ho pensato come sia bello guardare il mondo con occhi "puliti", meravigliarsi della bellezza che ci circonda e imparare la fiducia. Non è facile nel mondo in cui viviamo essere sereni e volgere lo sguardo a quante cose belle ci circondano, riuscire a vedere negli occhi di chi incontriamo la bellezza che ha in fondo al cuore se il suo cuore è sopraffatto dal dolore e dalla rabbia. Non è facile mettere da parte le preoccupazioni e concederci di giocare e ridere. Ma non è nemmeno dificile. Un bambino si arrabbia ma dopo pochi minuti gli è passato tutto. Cade, si sbuccia un ginocchio ma basta una carezza e riparte gioioso. Anche noi cadiamo e a volte non abbiamo chi ci dà una carezza per farci rialzare. O meglio crediamo di non averlo, ma c'è sempre un amico, un compagno di cammino, un Angelo incarnato o no, che è pronto a farci sorridere ancora. Ricordiamocelo ogni tanto.
Ricordiamoci di guardare la vita con occhi da bambino, sostenuti dalla saggezza dell'adulto. E non vuol dire rimanere il classico bambinone cresciuto con la Sindrome di Peter Pan

"Per Jung il Bambino rappresenta l’inizio e la fine, la creatura che esiste prima dell’ uomo, ma anche la creatura finale, o meglio, una anticipazione di quello che la creatura sarà, una anticipazione della vita oltre la morte. Quindi l’archetipo del Fanciullo è legato alla "nascita e rinascita", è legato a tutte le qualità di gioia e creatività, ma può avere anche una connotazione negativa: "l’infantilismo" che deve essere sacrificato per poter crescere: ciò che porta l’adulto a essere dipendente, pigro, a fuggire i problemi e le responsabilità della vita. È come se il Bambino interiore facesse i capricci, e pretendesse che gli altri gli diano tutto ciò che vuole.
Cosa significa questo? Che una persona adulta che utilizza nel suo modo di essere solo il Bambino interiore, che lo mette in evidenza, può apparire sicuramente gioioso, simpatico, compagnone, con una gran facilità di rapporti, ma può essere totalmente incapace di prendere decisioni, di assumersi delle responsabilità, di sacrificarsi, di fare le cose regolarmente. È una persona cara, ma ha sempre bisogno di appoggiarsi agli altri, che non sa accudirsi e cavarsela da solo. Allora, crescere diventare adulti è necessario, è buono.
Ma come crescere e diventare adulti senza perdere il senso della totalità, della creatività, come uscire dalla vita fantastica dell’infanzia mantenendo intatti i valori del Bambino? Bisogna conoscere il proprio Bambino interiore nelle sue contraddizioni, nei suoi aspetti molteplici, nei suoi lati luminosi e di ombra. Non c’è altra strada, conoscere, riconoscere, accettare questa parte di noi, farla fiorire per recuperarne le qualità.
È necessario restare bambini pur essendo divenuti adulti.
È necessario recuperare la spontaneità, la creatività, la fantasia per equilibrare un mondo adulto spesso svuotato, in cui viene a mancare l’entusiasmo, in cui non si sa godere del qui ed ora, in cui ci si vergogna ad esprimere le proprie emozioni, ci si vergogna a chiedere.
Se non diventerete come bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli (Gesù di Nazareth)
Diventare come bambini significa nutrire il proprio Bambino interiore, recuperare lo sguardo infantile, lo sguardo incantato. Il Bambino è l’apertura nei confronti del mondo e nei confronti degli altri, è la spinta verso la vita e verso lo spirito. Ma proprio quando appare nei sogni il Bambino interiore mostra tutte le sue innumerevoli sfaccettature: Bambino felice, Bambino ferito, Bambino capriccioso, Bambino invadente, Bambino giocoso, Bambino tenero, Bambino arrabbiato, Bambino spirituale, Bambino magico.
Cominciare, attraverso i nostri sogni a comprendere lo stato di benessere o malessere del nostro Bambino interiore, è un’avventura che può riservarci molte sorprese."
da viveremeglio.org