Lasciar andare la rabbia
Inviato: 10/02/2011, 22:34
La rabbia è radicata nel giudizio. Noi vincoliamo gli altri a un parametro che abbiamo in qualche modo fantasticato, scelto e applicato.Forse loro non sanno neppure di questi parametri, ma ciò non ci interessa.
Analogamente le persone sono spesso arrabbiate con noi perché non abbiamo realizzato le loro aspettative, ma queste ultime potrebbero essere totalmente irrealistiche, dunque non possiamo adattarci agli "ordini del giorno" degli altri.
(...)
Le ferite dell'infanzia causate dalle aspettative dei genitori possono essere difficili da guarire, ma si deve capire che il genitore aveva torto ed era maniacale, e questa presa di coscienza non può essere puramente mentale o intellettuale: anche il cuore e l'intuizione devono riconoscerlo allo stesso modo.
Ponetevi le seguenti domande con gentilezza, e senza giudizio o critica osservate quali pensieri, sentimenti e immagini riemergono nella vostra consapevolezza.
Quanto erano irragionevoli i vostri genitori nelle loro richieste o aspettative? Qualche volta eravate una pedina nei loro distorti "ordini del giorno"? Vivevano indirettamente attraverso di voi? Vi usavano per impressionare gli altri, per esempio i loro amici, fratelli e genitori?
Preoccuparsi eccessivamente delle opinioni altrui è un indizio di essere stati usati per tali scopi. In teoria non dovrebbe importarvi così tanto ciò che le altre persone pensano di voi, se state facendo la cosa giusta e state ricercando la verità agendo con compassione. Sbarazzatevi di questa dipendenza e siate liberi.
Il senso di colpa è una forma di rabbia nei confronti di se stessi, di collera rivolta all'interno. In qualche modo avete deluso voi stessi: non rispondevate alle aspettative del vostro io idealizzato.
La rabbia è una difesa dell'ego, una difesa contro la paura: la paura di essere umiliati o messi in imbarazzo, di essere sminuiti, di essere presi in giro, la paura della perdita o di perdere la faccia, in una parola la paura della sconfitta, di non ottenere quello che si vuole. Pensiamo che la rabbia "ci protegga" dagli altri, i quali ci farebbero queste cose e sono ugualmente arrabbiati con noi.
La rabbia è un'emozione perniciosa e inutile: viene dissolta dalla comprensione e dall'amore.
Quando un'emozione negativa è compresa, quando le sue radici sono messe in luce, l'energia dietro l'emozione si riduce e scompare perfino. Quando vi sentite in collera, la reazione salutare è capirne la causa, correggere la situazione se è possibile, e poi distaccarsi dalla rabbia.
Siamo tutti connessi, siamo tutti la stessa cosa. Stiamo tutti remando sulla stessa barca.
Spesso c'è una tristezza sottostante la nostra ira, come se quest'ultima fosse un rivestimento protettivo per la nostra vulnerabilità e disperazione. Avete notato come le persone innamorate sono meno arrabbiate? Sembrano possedere un ritmo del tutto diverso, e la collera non fa parte di questo ritmo. Neppure la tristezza ne fa parte. Il ritmo dell'amore è di natura diversa, e le energie della rabbia e della disperazione non entrano in risonanza con esso.
Quando siamo adirati generiamo nel nostro corpo sostanze chimiche nocive che danneggiano la parete interna dello stomaco, la pressione del sangue, i vasi sanguigni del cuore e della testa, le ghiandole endocrine, il sistema immunitario e così via. Se riuscissimo a individuare la causa della nostra rabbia e porvi rimedio, staremmo molto meglio.
Invece perseveriamo nel volervi restare attaccati, malgrado le conseguenze fisiche ed emotive. Siamo una specie testarda.
(...)
La comprensione e l'amore, invece, dissolvono la rabbia.
Ho notato che se qualcuno mi taglia la strada quando sto guidando nella città dove vivo, mi arrabbio, mentre ciò non si verifica quando succede la stessa cosa mentre sono in vacanza su un'isola caraibica. In vacanza la mia prospettiva muta, e non prendo la maleducazione in MODO COSI' PERSONALE. Ma la collera non è una questione geografica: il cambiamento è avvenuto in me. Potrebbe accadere anche nella città dove vivo.
(Brian Weiss)
Analogamente le persone sono spesso arrabbiate con noi perché non abbiamo realizzato le loro aspettative, ma queste ultime potrebbero essere totalmente irrealistiche, dunque non possiamo adattarci agli "ordini del giorno" degli altri.
(...)
Le ferite dell'infanzia causate dalle aspettative dei genitori possono essere difficili da guarire, ma si deve capire che il genitore aveva torto ed era maniacale, e questa presa di coscienza non può essere puramente mentale o intellettuale: anche il cuore e l'intuizione devono riconoscerlo allo stesso modo.
Ponetevi le seguenti domande con gentilezza, e senza giudizio o critica osservate quali pensieri, sentimenti e immagini riemergono nella vostra consapevolezza.
Quanto erano irragionevoli i vostri genitori nelle loro richieste o aspettative? Qualche volta eravate una pedina nei loro distorti "ordini del giorno"? Vivevano indirettamente attraverso di voi? Vi usavano per impressionare gli altri, per esempio i loro amici, fratelli e genitori?
Preoccuparsi eccessivamente delle opinioni altrui è un indizio di essere stati usati per tali scopi. In teoria non dovrebbe importarvi così tanto ciò che le altre persone pensano di voi, se state facendo la cosa giusta e state ricercando la verità agendo con compassione. Sbarazzatevi di questa dipendenza e siate liberi.
Il senso di colpa è una forma di rabbia nei confronti di se stessi, di collera rivolta all'interno. In qualche modo avete deluso voi stessi: non rispondevate alle aspettative del vostro io idealizzato.
La rabbia è una difesa dell'ego, una difesa contro la paura: la paura di essere umiliati o messi in imbarazzo, di essere sminuiti, di essere presi in giro, la paura della perdita o di perdere la faccia, in una parola la paura della sconfitta, di non ottenere quello che si vuole. Pensiamo che la rabbia "ci protegga" dagli altri, i quali ci farebbero queste cose e sono ugualmente arrabbiati con noi.
La rabbia è un'emozione perniciosa e inutile: viene dissolta dalla comprensione e dall'amore.
Quando un'emozione negativa è compresa, quando le sue radici sono messe in luce, l'energia dietro l'emozione si riduce e scompare perfino. Quando vi sentite in collera, la reazione salutare è capirne la causa, correggere la situazione se è possibile, e poi distaccarsi dalla rabbia.
Siamo tutti connessi, siamo tutti la stessa cosa. Stiamo tutti remando sulla stessa barca.
Spesso c'è una tristezza sottostante la nostra ira, come se quest'ultima fosse un rivestimento protettivo per la nostra vulnerabilità e disperazione. Avete notato come le persone innamorate sono meno arrabbiate? Sembrano possedere un ritmo del tutto diverso, e la collera non fa parte di questo ritmo. Neppure la tristezza ne fa parte. Il ritmo dell'amore è di natura diversa, e le energie della rabbia e della disperazione non entrano in risonanza con esso.
Quando siamo adirati generiamo nel nostro corpo sostanze chimiche nocive che danneggiano la parete interna dello stomaco, la pressione del sangue, i vasi sanguigni del cuore e della testa, le ghiandole endocrine, il sistema immunitario e così via. Se riuscissimo a individuare la causa della nostra rabbia e porvi rimedio, staremmo molto meglio.
Invece perseveriamo nel volervi restare attaccati, malgrado le conseguenze fisiche ed emotive. Siamo una specie testarda.
(...)
La comprensione e l'amore, invece, dissolvono la rabbia.
Ho notato che se qualcuno mi taglia la strada quando sto guidando nella città dove vivo, mi arrabbio, mentre ciò non si verifica quando succede la stessa cosa mentre sono in vacanza su un'isola caraibica. In vacanza la mia prospettiva muta, e non prendo la maleducazione in MODO COSI' PERSONALE. Ma la collera non è una questione geografica: il cambiamento è avvenuto in me. Potrebbe accadere anche nella città dove vivo.
(Brian Weiss)