Il Cielo è in costante movimento, in perpetuo divenire.
Il nostro Sistema solare, compie una rivoluzione all'interno della nostra Galassia, attraversando aree di cielo talvolta pulite, talvolta pregne di residui interstellari, di polveri cosmiche, di nebulose residui di antichissime esplosioni di Supernove.
Va al Vento solare il merito di mantenere sgombra la cavità interplanetaria, spazzando tutte le particelle di polvere.
Tuttavia, ci sono alcune circostanze, in cui questo non è possibile.
C'è una zona particolare della Galassia che, quando attraversata dal nostro sistema planetario, riversa una quantità di polvere che non è così facile gestire e che può avere alcuni effetti su alcuni pianeti.
Uno studio inoltre, sembra dimostrare che dal cuore della galassia si irradino periodicamente (lassi di tempo enormi) delle radiazioni di polveri che per la loro intensità non sempre riescono ad essere 'puliti' all'interno dell'eliopausa, allora suberntrano i campi magnetici dei pianeti che mantengono 'sgombra' l'atmosfera.

Questa formazione, all'interno della Nebulosa Aquila, è chiamata "I pilastri della creazione'...è un esempio della 'polvere interstellare': sono appendici gassose di idrogeno interstellare e polvere che assorbe luce. Questa polvere è vita, perché li, nel mezzo, protette da un grembo materno silenzioso e invalicabile centinaia di piccole stelle stanno nascendo e trovando luce ed alimento.
Il Pianeta Venere, contrariamente a tutti gli altri pianeti del sistema solare, non genera un campo magnetico misurabile, così le particelle, il pulviscolo che il vento solare raccoglie e sposta nel suo lavoro di 'pulizia' non vengono allontanate dal campo magnetico del pianeta, rimanendo per le proprietà elettrostatiche generate incagliate nell'atmosfera, raggingendo concentrazioni molto più alte rispetto a quelle dell'ambiente interplanetario circostante.
Ecco quindi che, in tempi lontanissimi, all'atto di passaggio in queste zone cosmiche particolari, Venere poteva raccogliere questi aggolmerati di polveri ed assumere forme bizzarre ed ispiranti agli occhi degli antichi osservatori.

Quest'immagine è un esempio bellissimo che ho trovato su wikipedia: chi direbbe che si tratta di Venere, sembra più una cometa.
" essendo parzialmente protetto dall'azione espulsiva del vento solare, questo fumo si accumula li; lo strisciante velo di polvere fumosa avrebbe disseminato e riflesso la luce solare, donando a Venere l'apparenza esteriore di una cometa [...] la coda della cosiddetta cometa di Venere sarebbe stata visibile ad occhio nudo, estendendosi verso l'esterno di dieci gradi di arco "
Ecco allora il sorgere degli antichi miti:
Messico Precolombiano parlano di Venere come della Stella che fumava oppure come "la criniera"
I Veda definiscono venere come la stella di fuoco con il fumo.
Anche i Caldei parlano di una Venere con "la barba".
A seconda delle condizioni di luminosità, la coda polverosa di venere sarebbe potuta apparire sia infuocata che fumosa, oppure avrebbe potuto assumere altre forme.
Infatti sia Arabi che Babilonesi chiamavano Venere come Zebbaj "Colei che ha la chioma"; i Peruviani ancora oggi la chiamano Chaska "la chioma fluttuante".
Fenici e Siriani parlano di Venere come di Ashteroth-Karnaim ...Ishtar delle corna. Gli Egizi la veneravano nella forma di un Toro.
Aggiunge poi LaViolette, uno spunto che mi è piaciuto tanto:
"Un effetto visivo di tal genere si sarebbe potuto anche interpretare come ali, facendo sembrare Venere un dragone o un serpente alato. A tal proposito il popolo dei Toltechi del Messico identificavano la Stella del Mattino con la loro divinità Quertzalcoat, il cui nome significava - serpente piumato - e le cui piume rappresentavano lingue di fuoco "