
Voglio semplicemente riportarvi una pagina dell'ultimo libro che sto leggendo che mi ha fatto riflettere a lungo, pregna com'è di considerevoli spunti da approfondire, condividendoli o meno.
Sperando di non tediarvi troppo,
Vi abbraccio

Gladius Lucis

"...Ma avrebbe pagato un costo ben più alto, se avesse represso la sua esuberanza. Sarebbe stata amareggiata, frustrata, preoccupata di "ciò che penseranno gli altri" e avrebbe continuato a ripetersi: "Prima risolverò quete faccende, poi mi dedicherò al mio sogno", sempre lamentandosi del fatto che "le condizioni ideali non arrivano mai".
Tutti cercano un maestro perfetto: ma si dà il caso che i maestri siano umani, benchè i loro insegnamenti possano essere divini - ed è qualcosa che si stenta ad accettare. Non confondere l'insegnante con la lezione, il rituale con l'estasi, colui che trasmette l'elemento simbolico con il simbolo medesimo. La Tradizione è legata all'incontro con le forze della vita, e non con le persone che veicolano tutto ciò. Ma noi siamo deboli, chiediamo alla Madre di inviarci delle guide, mentre Lei ci offre soltanto dei segnali riguardo alla strada che dobbiamo percorrere.
Meschini coloro che ricercano i pastori, piuttosto che anelare alla libertà!L'incontro con l'energia superiore è alla portata di chiunque, ma è lungi da coloro che riversano sugli altri le proprie responsabilità. Il nostro tempo su questa terra è sacro, e noi dobbiamo celebrarne ogni momento.
L'importanza di tutto ciò è stata completamente dimenticata: persino le festività religiose sono diventate occasioni per andare al mare, al parco o nelle località sciistiche. Non ci sono più riti. Non si riesce più a trasformare le azioni ordinarie in manifestazioni sacre. Cuciniamo lamentandoci per la perdita di tempo, mentre potremmo trasmutare l'amore in cibo. Lavoriamo pensando a quell'impegno come a una maledizione divina, mentre dovremmo usare le nostre abilità per trarre un godimento e diffondere l'energia della Madre.
[...]
Quando cerchiamo un senso per la nostra vita, o il cammino verso la conoscenza, noi donne ci identifichiamo sempre con uno dei quattro archetipi classici.
La Vergine (e non sto parlando di sessualità) è colei che persegue la propria ricerca attraverso una totale indipendenza, e tutto ciò che apprende è frutto della sua capacità di affrontare le sfide da sola.
La Martire scopre nel dolore, nelle difficoltà e nella sofferenza una maniera di conoscere se stessa.
La Santa rintraccia la vera ragione della propria vita nell'amore infinito, nella forza di dare senza chiedere nulla in cambio.
La Strega, infine, agisce alla ricerca del piacere completo e illimitato, arrivando a giustificare attraverso ciò la propria esistenza.
Athena (N.d. Gladius: la protagonista in oggetto di questo raccontare) è stata tutt'e quattro le figure contemporaneamente, mentre in genere una donna deve scegliere soltanto uno di questi archetipi femminili.
Certo, è possibile giustificare il suo comportamento adducendo il fatto che tutti coloro che entrano in uno stato di trance o di estasi perdono il contatto con la realtà.
E' un'affermazione falsa: il mondo fisico e il mondo spirituale sono la stessa cosa. Si può scorgere il Divino in ogni granello di polvere, e questo non ci impedisce di scacciarlo con un colpo di spugna. In qualsiasi caso, il Divino non si allontana: semplicemente si trasforma nella superficie pulita.
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