Cari amici, leggo David Icke ormai da anni, ed è attraverso lui che sono venuta a conoscenza di una grandiosa cospirazione millenaria perpetrata a danno dell’intera umanità, con lo scopo di tenerla relegata nella terza dimensione.
Trovo interessante il brano seguente estrapolato da: “E’ TEMPO DI SCEGLIERE” di David Icke e vorrei condividerlo con voi, (ma forse lo conoscete già)
Trovo interessante il brano seguente estrapolato da: “E’ TEMPO DI SCEGLIERE” di David Icke e vorrei condividerlo con voi, (ma forse lo conoscete già)
ALLORA,VOGLIAMO
“CAMBIARE IL MONDO”? OKAY…
Fate ciò che sapete che è giusto fare…
e non ciò che pensate sia giusto per voi al momento
“CAMBIARE IL MONDO”? OKAY…
Fate ciò che sapete che è giusto fare…
e non ciò che pensate sia giusto per voi al momento
Salve a tutti, visto quanto ho rivelato negli ultimi vent’anni sulla condizione del mondo, è ovvio porsi la seguente domanda: “Allora, cosa possiamo fare?”.
Oggi vi dirò qual è il mio punto di vista e, naturalmente, starà a voi scegliere come agire. Non intendo dire alle persone cosa fare e come comportarsi, perché sono loro a dover decidere, non io o chiunque altro.
Ma ci sono alcuni aspetti da considerare, che si possono riassumere citando Albert Einstein:
Oggi vi dirò qual è il mio punto di vista e, naturalmente, starà a voi scegliere come agire. Non intendo dire alle persone cosa fare e come comportarsi, perché sono loro a dover decidere, non io o chiunque altro.
Ma ci sono alcuni aspetti da considerare, che si possono riassumere citando Albert Einstein:
“Nessun problema può essere risolto
con lo stesso livello di consapevolezza che l’ha creato”.
con lo stesso livello di consapevolezza che l’ha creato”.
Ci sono varie interpretazioni della frase pronunciata da Einstein, ma questa le racchiude tutte. In breve, i problemi che vediamo in questo mondo – questa realtà – non possono essere sanati dallo stesso genere di pensiero – o senso della realtà – che li ha creati.
Perché? Perché il “mondo” è un riflesso di quel “pensiero” e se il “pensiero” non cambia, neppure il suo riflesso – il “mondo” – può cambiare. I manipolatori lo sanno, e quindi offrono e incoraggiano consapevolmente e di continuo “soluzioni” che non fanno altro che aggravare i problemi, oltre a crearne sempre di più.
Così seguitiamo a girare in tondo, proprio come deve essere, perché la giostra globale è per l’appunto una manifestazione dei processi di pensiero individuali e collettivi che si ripetono in continuazione, senza sosta. Come dice il proverbio: “Se fai ciò che hai sempre fatto, otterrai ciò che hai sempre ottenuto”. In altre parole: se pensi ciò che hai sempre pensato, creerai ciò che hai sempre creato.
“Non è grandioso? Alla fine stiamo arrivando da qualche parte…!”. Quindi, per innescare una qualunque trasformazione della realtà, è necessario un cambiamento nella coscienza. Per opporvi alle ingiustizie potete organizzare ogni genere di gruppo che desideriate, indire tutti gli incontri pubblici che volete, produrre un mucchio di resoconti e verbali e promuovere cortei per le strade della città. Ma se non sarà la coscienza stessa a cambiare, non avverrà alcun cambiamento.
Ho osservato molti dei gruppi impegnati a cambiare il sistema o a rivelarne le manipolazioni e la corruzione. Tra questi ci sono anche la “sinistra” politica ed elementi significativi del “Movimento per la verità sull’11 settembre”, che cerca di smascherare la versione ufficiale dei fatti mostrandone l’insensatezza.
Ma spessissimo mi accorgo che si tratta dello stesso sistema di pensiero che ha creato un’ingiustizia, e che qui appare “ri-confezionato” sotto un altro nome, un’altra bandiera o un altro slogan. La “destra” e la “sinistra” politiche in realtà pensano e agiscono allo stesso modo – ad essere diversa, e neppure tanto spesso, è soltanto la loro retorica.
Questa settimana sono stato intervistato da alcuni membri del gruppo irlandese per la “Verità sull’11 settembre”, ed è stato un vero piacere, perché queste persone hanno compreso che nulla può cambiare se la coscienza non si espande; tuttavia, molti all’interno dello stesso movimento e, in generale, persino i ricercatori della cospirazione, sono rimasti intrappolati in quel circolo che si ripete all’infinito – cercare di risolvere i problemi con lo stesso livello di consapevolezza che li ha creati.
Numeri e colori sono differenti, ma il meccanismo è lo stesso. E la “Casa” – il sistema – alla fine vince sempre, perché è proprio il sistema a controllare il meccanismo.
È triste vedere come i movimenti per il “cambiamento” vengano sabotati dalle menti pensanti all’interno del sistema, e quanto spesso costoro emarginino e bandiscano chi nel loro stesso ambito ha una diversa e più ampia visione della realtà. Ma le cose stanno cambiando, anche se non così rapidamente come vorremmo.
Uno degli aspetti caratteristici del modo di pensare all’interno del sistema consiste nel considerare i problemi, e quindi le soluzioni, in termini di complessità.
Il sistema ama la complessità, perché intrappola la mente nella confusione e, di conseguenza, nell’inerzia. “I problemi sono troppo grandi, e noi non possiamo fare niente”.
La mente, o ciò che io chiamo “coscienza corporea”, è imprigionata nella complessità, ma la coscienza espansa assume un punto d’osservazione da cui è in grado di vedere l’ovvio – ciò che in apparenza è complesso, in realtà è molto semplice. Per me, il vero genio sta nel vedere la semplicità in ciò che è complicato, e la coscienza corporea, o “mente”, può dimostrarsi davvero stupida al riguardo. È come se avesse un “filtro per la semplicità” e non riuscisse a vedere la foresta per via dei ramoscelli.
Ecco un esempio di ciò che intendo: Qual è il nostro modo di risolvere il problema di tutte queste guerre e conflitti, e di tutta la sofferenza, la povertà e le lotte politiche?
Così risponde la coscienza corporea: “Ci vogliono conferenze diplomatiche, votazioni all’ONU, bisogna inviare ancora più truppe, avere altri summit dei G8 e cortei per le strade”.
Invece, la risposta della coscienza superiore è: “Dobbiamo amarci l’un l’altro”.
No, non si tratta di una banale battuta presa da un seminario di New Age, ma di una verità fondamentale da cui deriva tutto il resto.
I pensatori del sistema osservano ogni cosa da una prospettiva distorta.
Essi considerano la complessità della società come l’obiettivo su cui concentrarsi per apportare dei “cambiamenti”, quando invece la complessità è un sintomo, e non la causa. È un’espressione dei valori su cui la società si fonda, e se i valori sono difettosi e complicati, così sarà la loro espressione.
Quali sono dunque questi “valori” che hanno creato il mondo ingiusto e complesso che sperimentiamo ogni giorno? Fondamentalmente, il pensare solo a se stessi – l’“io”. Cosa mi devo aspettare? Che effetto avrà questa cosa su di me? Cosa ne posso ricavare? E così via, di continuo.
Naturalmente, tutto ciò crea per forza complessità, dal momento che esistono più di sei miliardi di “io”, e gran parte di essi (ma certo non la loro totalità), si è bevuta la leggenda che la vita riguarda “me, me e ancora me”. La complessità trae origine dall’avere a che fare con miliardi di individui che continuano a servire l’“io” e tutte le leggi, le organizzazioni e i sistemi che ne derivano.
L’ossessione degli esseri umani per l’“io” assume infinite forme, tra cui “devo fare qualunque cosa sia necessaria per ottenere quel che voglio, noi come Paese dobbiamo fare qualunque cosa sia necessaria per servire i ‘nostri interessi’ (vedi “interessi americani”, “interessi britannici” ecc.), io devo fare qualunque cosa sia necessaria per imporre le mie convinzioni, religiose e non, su chiunque altro. Me, me, me, io, io, io”.
Prendete anche solo quest’ultimo paragrafo e potrete accorgervi di come quei “valori”, quegli “atteggiamenti”, non possano far altro che tradursi in conflitti, guerre, ingiustizie, imposizioni e divisioni. E non potrebbe essere altrimenti, dato che le fondamenta su cui si erge la nostra società, tanto per cominciare, sono fatte di tale indifferenza ed egocentrismo.
E, “valori” basati sull’indifferenza = complessità basata sull’indifferenza: un “mondo folle”.
Ecco perché quando diamo una chance all’amore, la pace avrà cura di se stessa. All you need is love. Tutto ciò di cui avete bisogno è amore.
(Prima parte)
Perché? Perché il “mondo” è un riflesso di quel “pensiero” e se il “pensiero” non cambia, neppure il suo riflesso – il “mondo” – può cambiare. I manipolatori lo sanno, e quindi offrono e incoraggiano consapevolmente e di continuo “soluzioni” che non fanno altro che aggravare i problemi, oltre a crearne sempre di più.
Così seguitiamo a girare in tondo, proprio come deve essere, perché la giostra globale è per l’appunto una manifestazione dei processi di pensiero individuali e collettivi che si ripetono in continuazione, senza sosta. Come dice il proverbio: “Se fai ciò che hai sempre fatto, otterrai ciò che hai sempre ottenuto”. In altre parole: se pensi ciò che hai sempre pensato, creerai ciò che hai sempre creato.
“Non è grandioso? Alla fine stiamo arrivando da qualche parte…!”. Quindi, per innescare una qualunque trasformazione della realtà, è necessario un cambiamento nella coscienza. Per opporvi alle ingiustizie potete organizzare ogni genere di gruppo che desideriate, indire tutti gli incontri pubblici che volete, produrre un mucchio di resoconti e verbali e promuovere cortei per le strade della città. Ma se non sarà la coscienza stessa a cambiare, non avverrà alcun cambiamento.
Ho osservato molti dei gruppi impegnati a cambiare il sistema o a rivelarne le manipolazioni e la corruzione. Tra questi ci sono anche la “sinistra” politica ed elementi significativi del “Movimento per la verità sull’11 settembre”, che cerca di smascherare la versione ufficiale dei fatti mostrandone l’insensatezza.
Ma spessissimo mi accorgo che si tratta dello stesso sistema di pensiero che ha creato un’ingiustizia, e che qui appare “ri-confezionato” sotto un altro nome, un’altra bandiera o un altro slogan. La “destra” e la “sinistra” politiche in realtà pensano e agiscono allo stesso modo – ad essere diversa, e neppure tanto spesso, è soltanto la loro retorica.
Questa settimana sono stato intervistato da alcuni membri del gruppo irlandese per la “Verità sull’11 settembre”, ed è stato un vero piacere, perché queste persone hanno compreso che nulla può cambiare se la coscienza non si espande; tuttavia, molti all’interno dello stesso movimento e, in generale, persino i ricercatori della cospirazione, sono rimasti intrappolati in quel circolo che si ripete all’infinito – cercare di risolvere i problemi con lo stesso livello di consapevolezza che li ha creati.
Numeri e colori sono differenti, ma il meccanismo è lo stesso. E la “Casa” – il sistema – alla fine vince sempre, perché è proprio il sistema a controllare il meccanismo.
È triste vedere come i movimenti per il “cambiamento” vengano sabotati dalle menti pensanti all’interno del sistema, e quanto spesso costoro emarginino e bandiscano chi nel loro stesso ambito ha una diversa e più ampia visione della realtà. Ma le cose stanno cambiando, anche se non così rapidamente come vorremmo.
Uno degli aspetti caratteristici del modo di pensare all’interno del sistema consiste nel considerare i problemi, e quindi le soluzioni, in termini di complessità.
Il sistema ama la complessità, perché intrappola la mente nella confusione e, di conseguenza, nell’inerzia. “I problemi sono troppo grandi, e noi non possiamo fare niente”.
La mente, o ciò che io chiamo “coscienza corporea”, è imprigionata nella complessità, ma la coscienza espansa assume un punto d’osservazione da cui è in grado di vedere l’ovvio – ciò che in apparenza è complesso, in realtà è molto semplice. Per me, il vero genio sta nel vedere la semplicità in ciò che è complicato, e la coscienza corporea, o “mente”, può dimostrarsi davvero stupida al riguardo. È come se avesse un “filtro per la semplicità” e non riuscisse a vedere la foresta per via dei ramoscelli.
Ecco un esempio di ciò che intendo: Qual è il nostro modo di risolvere il problema di tutte queste guerre e conflitti, e di tutta la sofferenza, la povertà e le lotte politiche?
Così risponde la coscienza corporea: “Ci vogliono conferenze diplomatiche, votazioni all’ONU, bisogna inviare ancora più truppe, avere altri summit dei G8 e cortei per le strade”.
Invece, la risposta della coscienza superiore è: “Dobbiamo amarci l’un l’altro”.
No, non si tratta di una banale battuta presa da un seminario di New Age, ma di una verità fondamentale da cui deriva tutto il resto.
I pensatori del sistema osservano ogni cosa da una prospettiva distorta.
Essi considerano la complessità della società come l’obiettivo su cui concentrarsi per apportare dei “cambiamenti”, quando invece la complessità è un sintomo, e non la causa. È un’espressione dei valori su cui la società si fonda, e se i valori sono difettosi e complicati, così sarà la loro espressione.
Quali sono dunque questi “valori” che hanno creato il mondo ingiusto e complesso che sperimentiamo ogni giorno? Fondamentalmente, il pensare solo a se stessi – l’“io”. Cosa mi devo aspettare? Che effetto avrà questa cosa su di me? Cosa ne posso ricavare? E così via, di continuo.
Naturalmente, tutto ciò crea per forza complessità, dal momento che esistono più di sei miliardi di “io”, e gran parte di essi (ma certo non la loro totalità), si è bevuta la leggenda che la vita riguarda “me, me e ancora me”. La complessità trae origine dall’avere a che fare con miliardi di individui che continuano a servire l’“io” e tutte le leggi, le organizzazioni e i sistemi che ne derivano.
L’ossessione degli esseri umani per l’“io” assume infinite forme, tra cui “devo fare qualunque cosa sia necessaria per ottenere quel che voglio, noi come Paese dobbiamo fare qualunque cosa sia necessaria per servire i ‘nostri interessi’ (vedi “interessi americani”, “interessi britannici” ecc.), io devo fare qualunque cosa sia necessaria per imporre le mie convinzioni, religiose e non, su chiunque altro. Me, me, me, io, io, io”.
Prendete anche solo quest’ultimo paragrafo e potrete accorgervi di come quei “valori”, quegli “atteggiamenti”, non possano far altro che tradursi in conflitti, guerre, ingiustizie, imposizioni e divisioni. E non potrebbe essere altrimenti, dato che le fondamenta su cui si erge la nostra società, tanto per cominciare, sono fatte di tale indifferenza ed egocentrismo.
E, “valori” basati sull’indifferenza = complessità basata sull’indifferenza: un “mondo folle”.
Ecco perché quando diamo una chance all’amore, la pace avrà cura di se stessa. All you need is love. Tutto ciò di cui avete bisogno è amore.
(Prima parte)