Messaggioda mariposa azul » 28/03/2010, 11:03
Cara Aurora ti rspondo anch'io con una poesia...un abbraccio
Uno e sette
(Gianni
Rodari)
Ho conosciuto un bambino
che era sette bambini.
Abitava a Roma, si chiamava Paolo e suo padre era un tranviere.
Però abitava anche a Parigi, si chiamava Jean e suo padre lavorava in una
fabbrica di automobili.
Però abitava anche a Berlino, e lassù si chiamava Kurt, e suo padre era un
professore di violoncello.
Però abitava anche a Mosca, si chiamava Juri, come Gagarin, e suo padre faceva
il muratore e studiava matematica.
Però abitava anche a Nuova Vork, si chiamava Jimmy e suo padre aveva un
distributore di benzina.
Quanti ne ho detti? Cinque. Ne mancano due:
uno si chiamava Ciù, viveva a Shanghai e suo padre era un pescatore; l'ultimo
si chiamava Pablo, viveva a Buenos Aires e suo padre faceva l'imbianchino.
Paolo, lean, Kurt, luri, Jimmy, Ciù e Pablo erano sette, ma erano sempre lo
stesso bambino che aveva otto anni, sapeva già leggere e scrivere e andava in
bicicletta senza appoggiare le mani sul manubrio.
Paolo era bruno, Jean biondo, e Kurt castano, ma erano lo stesso bambino. Juri
aveva la pelle bianca, Ciù la pelle gialla, ma erano lo stesso bambino. Pablo
andava al cinema in spagnolo e Jimmy in inglese, ma erano lo stesso bambino, e
ridevano nella stessa lingua. Ora sono cresciuti tutti e sette, e non potranno
più farsi la guerra, perché tutti e sette sono un solo uomo.
“Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.”
RICHARD BACH