Ero in Camargue nel 2003 quando scopro un volantino con scritto: Le Aquile di Baeucaire.
ovviamente ci precipitiamo. Appena entrati ci ritroviamo davanti al recinto di questa meravigliosa creatura, ovviamente legata, libera di muoversi, ma non di volare. veder un essere così fiero in quelle condizioni mi ha dato una botta di dolore fortissima. C'era una penna per terra che ho raccolto. Desideravo da anni una penna d'aquila. Ci siamo guardate a lungo. Poi ci siamo seduti sulle panche. Lo spettacolo di falconeria si svolgeva all'interno di un castello medievale bellissimo. I falconieri vestiti in costume, con i rapaci sul braccio li liberano e li richiamano sul loro guantone.
C'è una forte intesa tra uomini e animali e questo mi ha sollevata.
Poi arriva lei, sul guantone di una ragazza che la accarezza. la libera e Arizona, l'aquila, vola fino alla torre più alta del castello. parte la musica e... botta al cuore, è Era, la musica legata ai catari e che noi usiamo con la spada di Michele. Inizio a piangere come una fontana mentre l'aquila spicca il volo e passa propio sopra le nostre teste, atterrando sul braccio della sua compagna.
Lo spettacolo va avanti e alla fine torno davanti al recinto di Arizona.
Mi raggiunge la ragazza, Agnès, che mi dice di avermi vista piangere e mi chiede perché. le spiego il mio amore per i nativi e per l'aquila, uno dei miei totem. Lo aveva intuito guardando la mia borsa fatta di pelle con le frange in stite indiano, che avevo cucito io stessa.
Le dico del dolore di vederla legata e lei mi racconta che sono animali che vengono raccolti feriti e curati e ce sono troppo imprintati con l'uomo per peter essere lasciati liberi di nuovo. Nei dintorni spesso uccidono i falchi e i gufi perché danno fastidio e predano negli allevamenti. Arizona è arrivata dall'america in condizioni non buone. Dice che l'incontro con questi uccelli serve anche a sensibilizzare le persone spiegando loro che sono esseri stupendi. C'è amore nelle sue parole e veder che l'aquila non la perde di vista e le posa la testa sui capelli mi consola un po'.
Ma il dolore c'è. Mi chiede se ho voglia di fermarmi anche allo spettacolo seguente, l'ultimo della giornata.
Ovviamente ne sono felice.
Alla fine, quando tutti gli spettatori se ne sono andati mi porge il guantone e mi chiede se voglio prenderla sul braccio. Potete immaginare vero.
Avevo i suoi occhi a un palmo dai miei e il suo becco quasi sul mio naso. Un'emozione fortissima mi ha presa. lei mi dice... piano piano, accarezzale il cuore. Così ho fatto e quel tocco è ancora sulla mia mano. In quel momento ho sentito l'anima delle aquile, la loro bellezza e forza e anche il sacrificio di Arizona per portare un messaggio, pur prigioniera, a chi non comprende cosa significh fierezza e impeccabilità e quanto sia preziosa la libertà.
Mi aveva fatto un dono grandissimo e Agnès ne era stata la portatrice. Non sapevo come ringraziarla, le parole non venivano. Ho cercato un sacchetto di plastica e ho vuotato dentro tutto il contenuto della borsa e l'ho regalata a lei che diceva... nooo è troppo... solo dopo ho saputo che anche lei ama la cultura dei nativi, oltre ad amare appassionatamente Arizona e gli altri esseri che aveva intorno.
Mi ha chiesto l'indirizzo e qualche tempo dopo mi ha mandato uno scatolone di penne, sapeva quanto mi piacciono, e in seguito altre ancora.
L'anno dopo ci ha invitati ancora e ancora una volta mi ha permesso di tenere Arizona sul braccio. Ho ceduto il privilegio a prema ma dopo Agnès l'ha fatta tenere ancora anche a me.
E ho tenuto anche Diogene, un gufo reale brontolone che quando era in volo si faceva i fatti suoi e tornava dal falconiere quando ne aveva voglia.
Ecco questa è la storia che credo di avere già raccontato in parte. Mi ha fatto piacere condividerla ancora perché mi ha permesso di rivivere la stessa emozione. Amore e dispiacere accompagnano questo ricordo ma il mio cuore ogni tanto fa un volo per lei, con la musica di Michele, e il suo sguardo mi dice di non perdere mai la connessione con la natura, e mi ricorda la dignità e la fierezza in ogni situazione, proprio come dice il nostro Arcangelo.

Diogène il gufo che brontola continuamente, sembra una caffettiera.