Le Spade magiche nel Medioevo

Le fiabe, le Creature magiche, i Draghi, sono solo racconti per bambini, o esistono veramente e hanno qualcosa da insegnare anche agli "adulti"...?
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drago-lontra blu
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Le Spade magiche nel Medioevo

Messaggioda drago-lontra blu » 29/07/2009, 12:23

Spade mitiche




Il mito della spada magica, o comunque sia caratterizzata da un potere ultraterreno,
pare nascere nei primi secoli del Medioevo soprattutto nei miti dei popoli
germanici. L'abitudine di dare un nome alle spade pare fosse di origine scandinava,
e derivava dall'assenza all'epoca di buone lame che comportava l'esaltazione
delle poche buone armi esistenti; bastava che una spada fosse forgiata in
ferro perché fosse automaticamente ritenuta fatata.

All'interno del più importante poema epico, Beowulf, viene menzionata
un'antica spada famosa per non avere mai fallito un colpo, d
i nome Hrunting,
appartenuta a un certo Unferd, mentre
la spada di Beowulf si chiamava Nagling.
Pare che questa spada fosse stata forgiata da Wayland il Fabbro, noto anche
come il Signore degli Elfi. Più famosa è sicuramente la leggenda
dell'anello dei Nibelunghi. Qui compare la spada Nothung che sarà impugnata
dapprima da Siegmund e successivamente dal figlio Sigfrido
. La lama, in grado
di taglire in due un incudine, viene estratta dal tronco di un melo secolare
in cui era stata imprigionata da un incantesimo che si sarebbe sciolto solo
al momento in cui un grande eroe avesse cercato di impossessarsi dell'arma.
Alla morte del padre la spada verrà spezzata in due parti e verrà
successivamente riforgiata dal figlio Sigfrido.


La spada Durlindana, cuore pulsante
conosciuta anche come Durendal, Durendana e Durlindarda
fu donata al paladino da Carlo Magno(che tra l' altro brandiva Joyeuse , nella
cui elsa, secondo la tradizione, venne introdotto uno dei chiodi utilizzati
per crocifiggere Gesù e per questo dotata di poteri miracolosi) che
la aveva ricevuta da un angelo con l'incarico di donarla al più valoroso
tra i suoi comites palatini; sarebbe stata di un acciaio tanto temprato da
rendere impossibile a Rolando di distruggerla in punto di morte per evitare
di farla cadere nelle mani dei nemici infedeli. La spada sembra infatti avere
un'importanza tanto particolare soprattutto grazie alle sacre reliquie che
conserva e che paiono conferirle un potere divino: nel pomo si sarebbero trovati
un dente di San Pietro, del sangue di San Basilio, capelli di monsignor Dionigi
e persino un lembo di veste mariana.



Excalibur e Nuada cuore pulsante

Excalibur si ritiene che fosse stata ricavata dalla punta della lancia con
la quale il centurione Longino trafisse il costato del Cristo. L’arma
dai poteri straordinari compare nei miti di molti popoli sotto svariati nomi
(Durlindana, Spada che canta, Joyeuse etc.). Di fatto però essa conquistò
la celebrità soprattutto per le leggende celtiche e per il mito della
"spada nella Roccia”. Thomas Mallory vuole che essa sia stata forgiata
da Merlino e da questi sarebbe stata portata, dopo la morte di Artù,
ad Avalon. Per l’anonimo autore di La mort d’Arthur, sarebbe invece
stata gettata da Parsifal nel lago e restituita alla Signora del Lago. La
caratteristica dell’Excalibur era quella di essere “la spada dei
Re”, che rendeva invincibile anche se non invulnerabile (era la sua
guaina che tutelava il re dalla perdita di sangue per ferite). Nel Castello
del Graal dei miti arturiani, la spada di Nuada è un’arma dotata
di poteri magici e da essa hanno avuto origine molte altre spade, tutte invariabilmente
pervase da una misteriosa e potente forza sovrannaturale quasi senziente.



Caliburn cuore pulsante

In origine la famosa spada "Excalibur" si chiamava "Caliburn",
infatti il gallese Goffredo di Monmouth, iniziatore dei romanzi arturiani,
utilizzò la parola "Caliburn" forse perché ricordava
quella latina "Chalybis" che significa acciaio. Nei più antichi
racconti arturiani come il "Culhwch and Olwen", composto nel X secolo,
la spada si chiamava "Caledfwlch", dal celtico antico "Caladbolg"
vale a dire "spada lampeggiante". La spada magica di Re Artù
però venne appena accennata nel romanzo di Monmouth, si sapeva soltanto
che era stata forgiata ad Avalon. Tra il 1215 e il 1235 nel "Vulgate
Cycle" Artù riceve la spada da una misteriosa ninfa, "la
dama del lago", e prima di morire ordina al suo cavaliere Girflet di
gettarla in uno stagno incantato,mentre altri scrittori danno tale ruolo a
Lancillotto, Parsifal e Bedivere.



Zulfakar cuore pulsante

Era la spada mitica dei cavalieri islamici di al- Futuwah nati prima di qualunque
ordine cavalleresco europeo e con regole simili se non identiche quali generosità,
frugalità, nobiltà d' animo. La spada aveva prodigiosi poteri
e i cavalieri di al-Futuwah incidevano sulle loro armi il motto"non c'
è altra spada che Zulfakar"



Spada di S.Galgano cuore pulsante

Una mattina Galgano salì a cavallo, intenzionato a recarsi a Civitella
per chiedere finalmente in moglie Polissena. Era appena partito dal castello
di Chiusdino quando gli apparve l’Arcangelo Michele.Il cavallo, a tali
visioni, si imbizzarrì e Galgano cadde a terra ,poi tolse dal fodero
la sua spada, la guardò con amarezza e disgusto e la scagliò
lontano, contro una roccia. La pietra si aprì e la spada si immerse
fin quasi all’elsa nella roccia che si richiuse subito imprigionando
l’arma. Era rimasta fuori solo un piccolo pezzo a forma di croce...

Oggi la spada è ancora sul Montesiepi, conficcata nella roccia come
il giorno in cui ve la scagliò Galgano. Col tempo è stata costruita
una chiesetta intorno, dedicata all’Arcangelo Michele e la spada è
stata racchiusa in una teca di cristallo.
Alle pendici del monte, nei secoli che seguirono, fu poi edificata una grande
abbazia, dedicata a S. Galgano, ora con il pavimento d’erba e la volta
di cielo.



Spada di Sant Anna

Giovanna d'Arco, una contadina della Francia nell'estate del 1425, disse
di sentire delle voci e ad avere delle visioni .Nel 1428 la fanciulla si convinse
che le visioni la incitavano a correre in aiuto del re Carlo VII. Si recò
a Chinon, dal re, che ella riconobbe senza esitazione, nonostante che il sovrano,
per metterla alla prova, si fosse travestito come uno dei suoi attendenti.Le
fu permesso di vestirsi da guerriera e di adottare una bandiera bianca come
distintivo.

Prima di partire per la sua missione il re le offrì una spada , ma
ella declinò la sua offerta dicendogli che le sue Voci, le avevano
detto di cercare una spada nella Chiesa di Sainte Catherine-de-Fierbois. Jehanne,
mandò un suo soldato nella dicendogli di cercare una spada seppellita
dietro l'altare, e che l'avrebbe riconosciuta poiché aveva cinque croci
incise su di essa. Una volta pulita dalla ruggine, la spada si mostrò
splendente con cinque croci come descritto da Jehanne e questo evento fu definito
miracoloso. Carlo Martello, nonno di Carlo Magno, lasciò la spada nella
cappella per commemorare la sua 732esima vittoria con i Saraceni.


mucca mucca mucca
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