Io sono - Saint Germain

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Oliviero Angelo
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Messaggioda Oliviero Angelo » 12/01/2010, 20:39

Sorellona!!!

E'...E'... Potente quanto porgi alla nostra conoscenza.


Gladius Lucis
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Messaggioda Oliviero Angelo » 25/01/2010, 14:11

[i]"Allora la mia Idea, avendo possibilità di venire espressa da quelle perfette parole, splenderà attraverso i suoi strumenti di espressione, attraverso le personalità, i loro corpi, le loro menti, i loro intelletti; e la Parola sarà divenuta carne, cioè sarà carne.

Il che significa che tutte le parole per mezzo del potere rigenerante della mia Idea, avranno evoluto attraverso la carne, trasmutandola, spiritualizzandola e rendendola così pura e trasparente che la personalità non avrà più in sé nulla di terreno che possa impedirne l'espressione impersonale; quindi il mio Intento potrà irradiare perfettamente e divenire del tutto manifesto, amalgamando così di nuovo tutte le parole e tutta la carne in Una Parola. La Parola che era in principio e che ora splende attraverso tutta la carne creata come il Sole di Gloria.
Questo è il piano e lo scopo della mia Creazione e di tutte le cose manifeste.
Un barlume del processo della mia Creazione, ossia del pensare la mia Idea di me stesso in espressione terrena, sarà data da quanto segue."


[/i]

Sorellonaaaaaaaaaaaaaaaa!!!
A parte il ritrovare concetti di parole creative in maniera quasi sincrona, appena abbozzata, al mio condividere di ieri, il "sarà dato da quanto segue" avrà un seguito che auspico?Insomma... hai altro da porgerci o va bene così?

Gladius Curiosus Lucis

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Messaggioda shanti » 25/01/2010, 15:54

La mia Idea


Ti è stato detto che la Terra, e tutte le cose che le appartengono, sono soltanto la manifestazione esterna della mia Idea che è ora in processo d'essere pensata in perfetta espressione. Ti è stato mostrato che la mia Idea è responsabile di tutte le cose create e che Essa è la causa e la ragione di tutte le manifestazioni, tu e i tuoi simili compresi, poiché tutte sono state pensate in esistenza da me, il Pensatore e Creatore originario, l'Uno.
Rintracceremo ora il corso di quell'idea dal principio, attraverso i suoi vari stadi di espressione terrena, e così pure il processo del mio pensare quell'idea nel suo presente stato di manifestazione.
Se tu considererai attentamente quanto segue e permetterai a me, dentro, di dirigere la tua meditazione sopra il suo intimo significato, ti apparirà non solo il metodo per creare col pensiero qualunque cosa tu desideri creare, ma anche in che modo tu venisti in esistenza e sei giunto al tuo stato presente di manifestazione.
In principio, quando, dopo un giorno di riposo durato eoni incalcolabili, all'alba di un nuovo giorno cosmico, la coscienza del mondo si svegliava appena, e regnava ancora la calma della notte cosmica, Io, il Pensatore, concepii la mia Idea.
Questa idea di me stesso, in manifestazione in una nuova condizione chiamata espressione terrestre, io la vidi completamente raffigurata nello specchio della mia mente onnisciente. In questo specchio vidi la terra reale splendere, irradiare luminosa nel cosmo, una sfera perfetta, dove tutte le infinite fasi, attributi e poteri della mia divina natura trovavano perfetta espressione attraverso l'opera di Angeli di luce, messaggeri viventi della mia Volontà, mia Parola nella carne, come è nel mondo Celeste dell'Eterno.
Tutto ciò io vidi rispecchiato nella mia mente onniveggente e onnisciente, che poteva solo vedere e riflettere l'anima delle cose, ossia la loro Realtà. Quindi ciò che io vidi raffigurato nella mia mente era la terra reale, il suo «principio», la sua concezione in esistenza cosmica.
Ora, la mia coscienza è l'intima essenza di tutto lo Spazio di tutta la Vita. Essa è la sostanza reale della mia Mente che tutto include e tutto pervade, il cui centro informatore e vitalizzante è dappertutto e i cui limiti e la cui circonferenza non sono in alcun luogo. Solo nel regno della mia mente io vivo, muovo e ho il mio Essere. Essa contiene e riempie tutte le cose, e ogni sua vibrazione e manifestazione non è che l'espressione di qualche fase o aspetto del mio Essere.
Essere è espressione. Non si può immaginare esistenza senza espressione. Quindi io, tutto ciò che è, sto continuamente esprimendomi.
Esprimendo che cosa? Ma se io sono tutto ciò che è, che cos'altro potrei esprimere se non me stesso?
Tu non puoi ancora vedere o comprendere me, ma puoi comprendere quando t'ispiro un'Idea. Quindi, se io Sono tutto ciò che esiste, quell'Idea che è diretta da me dev'essere una parte, un aspetto di me stesso in esistenza, cioè in espressione.
Qualunque idea, una volta nata nel regno della mia mente, diviene immediatamente, come ti ho mostrato, una realtà, poiché nell'eternità del mio Essere il tempo non esiste. In te, però, l'idea crea prima il desiderio, il desiderio di esprimere quell'Idea; poi il desiderio obbliga a pensare; il pensiero promuove l'azione e l'azione produce risultati, cioè l'Idea in effettiva manifestazione esterna.
Ma io non ho desideri, perché io sono tutte le cose, e tutte le cose vengono da me. Io non ho che da pensare per produrre risultati. Pure quel desiderio che tu senti viene da me, perché è nato dalla mia Idea, che io seminai nella tua mente solo perché potesse manifestarsi per mezzo tuo. Invero qualunque cosa tu desideri è solo la mia idea che preme in te per esternarsi.
Ciò che in me ti potrebbe sembrare un desiderio di esprimersi, è solo la necessità della mia Idea di me stesso di Essere, cioè d'esprimere se stessa. Perciò, ogni vero desiderio tu senta, esso deve necessariamente, una volta o l'altra e in qualche modo, essere adempiuto.
Ciò che nelle personalità umane è chiamato desiderio, non è che l'azione necessaria della mia volontà, che spinge la mia Idea a esprimersi in manifestazione esterna, cioè in esistenza.
Ma siccome io non ho desiderio e sono tutte le cose, una volta che quest'idea di esprimermi in questa nuova condizione fu nata, io non ebbi che da pensare, cioè concentrare, mettere a fuoco la mia volontà sulla mia idea, ossia, com'è detto nell'altra mia rivelazione, proferire la Parola creativa, e subito le Forze cosmiche del mio Essere, messe in moto dalla concentrazione della mia volontà, procedettero a raccogliere gli elementi necessari dall'eterna riserva della mia mente e, con la mia idea quale nucleo, plasmarono, combinarono e modellarono intorno a essa questi elementi in ciò che si chiama la forma-pensiero di un pianeta, riempiendola con la mia sostanza di Vita, la mia coscienza, e dotandola di tutte le potenzialità del mio Essere.
Ma, questo atto di pensare, produsse solo la forma pensiero vitalizzata di un pianeta e la sua manifestazione era solo in uno stato nebuloso nel regno del pensiero.
Dalla forma-pensiero, il potere vivificante interno dell'idea, con la mia volontà localizzata su di essa, procedettero a plasmare, formare e, a poco a poco, a solidificare in forma materiale i vari elementi della sostanza del pensiero, finché la mia idea apparve in manifestazione nel mondo delle forme visibili come il pianeta chiamato Terra, uno strumento pronto a essere espressione vivente e ora capace di contenermi e di esprimermi. Questo fu il corpo materiale preparato dal mio pensiero e nel quale già stava latente tutta la natura potenziale del mio Essere, in forza del potere formativo della mia idea interna.
Lo stadio, seguente fu lo sviluppo e la preparazione degli strumenti, per mezzo dei quali io potessi esprimere in molteplici aspetti le possibilità e i poteri della mia Idea. I regni minerale, vegetale e animale segnarono successivamente il processo di questa manifestazione e svilupparono, volta a volta, stati di coscienza sempre più alti e complessi, i quali mi permisero di esprimere sempre più chiaramente gli infiniti aspetti e varietà della mia natura.
Fu a questo punto che, come è detto nell'altra mia rivelazione, io guardai la mia creazione e vidi che era buona.
Ma restava ancora l'ultimo e culminante mezzo d'espressione.
Fino a questo punto, mentre ogni strumento o mezzo di espressione esprimeva perfettamente qualche aspetto della mia Natura, tutti però erano inconsci di me ed erano mezzi di espressione solo come un filo conduttore lo è per il calore, per la luce, per l'energia. Erano mature ormai le condizioni per la creazione di un mezzo attraverso il quale i miei divini attributi potessero trovare espressione cosciente, cosciente non solo della loro relazione con me, ma anche della loro capacità e potere di esprimere la mia idea.
In quel momento tu e i tuoi fratelli nasceste all'esistenza nel tempo quali espressioni umane, venendo in manifestazione, come gli altri strumenti, in risposta al mio pensiero concentrato in cui io vedevo tutta l'infinita varietà dei miei attributi realmente espressi in forme entitizzate ed esprimenti ciascuna particolarmente qualche aspetto del mio Essere, e ciascuna conscia di me, suo Pensatore ed Espressore.
Io vedevo te in espressione perfetta come ti vedo ora, Tu reale, un attributo di me stesso, perfetto. Poiché in realtà tu sei un angelo di luce, uno dei raggi del mio pensiero, un attributo del mio Essere, involuto in condizioni terrene, con nessun altro scopo (che non è affatto uno scopo, ma una necessità del mio Essere) tranne quello di essere l'espressione ultima e completa della mia Idea.
Nell'Eterno non vi è tempo, né spazio, né individualità ed è solo per il fenomeno del pensiero, nato dalla matrice della mente nel mondo della materia, che sorgono le illusioni del tempo, dello spazio e dell'individualità e che il pensiero, cioè la Creatura, consegue la coscienza della separazione dal suo pensatore o creatore.
Così nacque in te la prima tendenza a pensarti separato da me. Ma la completa coscienza della separazione non avvenne che molto tempo dopo.
In principio, quando tu entrasti così dapprima in espressione terrena, obbedendo all'impulso che io avevo emanato per mezzo del mio pensiero concentrato, tu, uno dei miei attributi, ti circondasti, ti rivestisti della mia idea di me stesso in espressione, quale il particolare attributo che tu rappresentavi, essendo tu la forza animatrice di quell'idea. In altre parole, la mia idea di me stesso esprimentesi come quel particolare attributo, divenne allora l'anima della tua particolare espressione. Ma quell'idea o anima non è te, ricordalo, poiché tu sei una parte di me, essendo me stesso in espressione, per mezzo di quel particolare attributo. Una volta che la mia idea ebbe rivestito il tuo sé, essa, per la necessità del suo essere, incominciò immediatamente ad attrarre a se stessa la sostanza-pensiero necessaria all'espressione di quel particolare attributo e a modellarla e costruirla a mia immagine e somiglianza. Essa divenne così un sacro tempio, pieno della mia vivente presenza, poiché abitato da te, uno dei miei divini attributi. Questo tempio, fatto a mia immagine e somiglianza, composto dalla mia sostanza-pensiero, circondante e rivestente la mia idea, è conseguentemente il tuo corpo reale. Esso è indistruttibile, immortale, perfetto. Esso, il mio pensiero proiettato contenente la mia essenza vivente, aspetta il tempo in cui potrà esprimersi esteriormente e assumere forma materiale. Dunque:
Primo: Io sono che si esprime come tu, uno dei miei divini attributi.
Secondo: la mia idea di te, uno dei miei attributi esprimentesi in condizioni terrene, ossia la tua anima.
Terzo: il mio pensiero immaginato di Te, formante il Tempio della Tua anima, ossia il corpo della Tua anima in cui Tu dimori.
Questi tre formano la parte divina o impersonale di te, l'immortale Trinità, tu, il mio pensiero latente, già completamente formulato, plasmato a mia immagine e somiglianza, ma non ancora vivificato e quindi privo di collegamento con la personalità umana, che non è ancora nata.


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Messaggioda Oliviero Angelo » 26/01/2010, 1:48

Da leggere e rileggere per compenetrare meglio la Verità di Noi attributi Divini, espressione in essere del pensiero divino e Noi Dio stesso, in quanto creatori dell'Idea compressa originale.

Davvero da leggere e rileggere...
Grazi amata sorellona!


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Messaggioda RaggiodiSole » 26/01/2010, 17:31

Posso solo dire: che bello e che potenza tutto ciò che hanno letto i miei occhi!!! Ed è talmente "tanta roba" che va letta come un buon vino da meditazione: gustandola rigo per rigo, senza fretta...Grazie Sorellina cuoricino cuoricino cuoricino
Un abbraccio, con Amore infinito
Raggiodi sunny
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Messaggioda shanti » 26/01/2010, 20:46

In effetti lo sto leggendo anch'io con voi, Per anni, periodicamente, iniziavo il libro e dopo un paio di capitoli lo lasciavo. Troppo complesso. Così, a piccole dosi va meglio, e...sono cambiata anch'io. Quindi grazie a voi

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Messaggioda Rubis » 26/01/2010, 21:45

... che meraviglia.... rileggere rileggere ed ancora rileggere per avere conferme del mio sentire!!!! grazie proprio agli insegnamenti ricevuti!!!! quante Divine analogie e... soprattutto verità...
Om Namaha Shivaya!!! Onora il tuo Se'...
" Ripetizione del mantra...
Medita sul tuo Se'....
Ogni attimo della tua giornata ed ogni cellula del tuo corpo possa avere la comprensione di essere il tuo Se'....."
Messo in pratica con fede ed Amore... produce i suoi frutti...

Rubis


fatastelle sirio sirio
... Immagine Chiedi ed ascolta con il cuore: la risposta arriva sempre Immagine...

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Messaggioda shanti » 27/01/2010, 0:04

il Giardino dell'Eden


Che tu abbia o no afferrato interamente quanto or ora ti è stato detto, non respingerlo come impossibile a comprendersi.
Poiché in ogni riga è nascosto un significato che ti compenserà mille volte dello studio necessario a chiarirtelo.
Questo messaggio ha lo scopo di svegliarti alla comprensione di ciò che tu sei, del tuo Sé reale, di renderti di nuovo conscio di me, del tuo divino Sé, conscio in modo che mai più tu possa essere ingannato da quell'altro sé, che tu hai immaginato fosse te e che così a lungo ti ha adescato, nutrendoti dei suoi piaceri dei sensi che non soddisfano mai, con le sue dissipazioni mentali e con i suoi godimenti emozionali.
Ma prima che ciò possa effettuarsi, sarà necessario che tu conosca interamente questo supposto altro sé, che tu creasti pensandolo reale e separato da me e mantenesti poi vivo dandogli il potere dì lusingarti e di ingannarti; sì, quel sé autocreato con il suo orgoglio, la sua ambizione, il suo potere immaginario, puramente egoista, il suo amore della vita e delle cose, con il suo desiderio d'essere reputato buono e saggio; ma che è soltanto la tua personalità nata solo per morire come entità separata e che, come tale, non ha realtà o permanenza maggiore della foglia, della neve o della nuvola.

Tu sarai messo faccia a faccia con questo meschino sé personale e noi ne scopriremo, con visione perfetta, tutto il sordido egoismo, tutta l'umana vanità; e imparerai allora, se ti volgerai a me e m'interrogherai con fede semplice e con fiducia, che sono Io, la parte infinita, impersonale di te, dimorante sempre dentro di te, che ti addita tutte queste illusioni della personalità le quali per sì lungo tempo ti hanno separato in coscienza da me, il tuo glorioso divino Sé.
Questa realizzazione verrà certamente, se riconoscerai che questo messaggio viene da me e se ti risolverai di seguirlo. A te, cui io ispiro questa determinazione, io farò sparire ogni illusione e tu mi conoscerai in verità.
L’esercitare la tua mente in questa direzione di pensiero astratto non ti nuocerà. Anzi, è precisamente ciò di cui la tua mente ha bisogno. Poiché solo quando tu potrai afferrare ciò che io intendo, allorché ti sia presentato dall'esterno e sotto forma delle idee qui espresse, tu potrai percepire e interpretare esattamente la mia idea allorché io te la ispirerò interiormente. Io preparo così la tua mente perché tu possa adoperarla non ad acquistare maggior conoscenza terrena, ma perché tu possa ricevere e spargere la mia conoscenza celeste fra quelli che io condurrò a te per tale scopo. Così, con una invocazione a me, al tuo Sé reale, al tuo Dio interno, può venirti questa realizzazione. Procediamo quindi, affinché tu possa vedere la verità in questa esposizione e in tutte le cose, condizioni ed esperienze che possano venirti.

Nel corso delle nostre considerazioni intorno al processo di sviluppo della mia idea, noi siamo giunti al punto in cui l'Io sono di te manifestantesi nel corpo della tua anima immortale, ossia nell'immagine di pensiero creata dal mio pensare, è pronto a entrare in una forma materiale, una forma adatta all'espressione terrena dei miei attributi. Questo cambiamento, da una forma mentale a una materiale, si effettuò nel modo e col processo medesimo di tutta la creazione, cioè per mezzo del pensiero, ed è descritto letteralmente nella Bibbia, deve si dice che io «formai l'uomo con la polvere della terra e soffiai nelle sue narici l'alito della vita; e l'uomo divenne un'anima vivente».
Debbo spiegare ancora ciò che avvenne? Il potere vivificante dentro la mia idea (la tua anima) procedette ad attirare a sé i vari elementi della sostanza terrena (polvere) e a modellarli e plasmarli, atomo per atomo, cellula per cellula, in ossa, tessuti e organi, secondo il modello dell'immagine-pensiero componente il corpo della tua anima, formando così un rivestimento esterno finché la tua forma mortale divenne realmente manifesta ai sensi psichici del mondo esteriore, se non ancora agli occhi fisici. Allora tu, il mio attributo, soffiasti dentro e poi nelle sue narici (dall'interno) l'alito di vita e facesti la tua prima apparizione sulla Terra quale essere umano tangibile divenuto un'anima vivente. La mia idea poteva ora esprimersi coscientemente per mezzo di un adatto strumento terreno, contenente nel tuo Sé tutti i miei attributi, tutti i miei poteri e tutte le mie possibilità.

Erano così manifesti tutti i vari strumenti per l'espressione terrena della mia idea; e tu, essendo uno dei miei attributi, avevi naturalmente impero su tutti questi strumenti, ossia avevi il potere di adoperarli all'occorrenza tutti e ciascuno, per la piena e completa espressione delle energie e delle possibilità tue, cioè del mio attributo. In questo modo e per questa ragione soltanto, tu e i tuoi fratelli veniste a umana espressione. Ma pur essendo in forma umana, la vostra espressione era tuttavia tanto impersonale che, quantunque semicoscienti, voi cercavate solo in me, dentro, ispirazione e guida.
Queste erano le condizioni in cui tu ti svegliasti entrando nell'espressione terrena e ciò è chiamato «stato edenico», ossia dimora nel Giardino dell'Eden. Questo stato edenico rappresenta la fase celestiale della coscienza impersonale, ossia quello stato in cui tu eri ancora coscientemente uno con me, quantunque confinato in un veicolo mortale di espressione.
Io non ti descriverò dettagliatamente come e perché divenne necessario che io cacciassi fuori dal Giardino dell'Eden te, ora uomo, o Umanità; ti ricorderò solo la parte che il desiderio ha nell'espressione terrena e la sua relazione con la mia volontà.

Una volta che tu avrai risolto e compreso, almeno in parte, la ragione di questo, allora, forse, tu capirai la necessità della caduta della tua coscienza (cioè di quella dell'Umanità) in un sonno profondo (essendo tu prossimo alla fine di un altro ciclo, detto giorno cosmico) e di trovarti, al tuo risveglio, non più esternamente uno ma due; una parte attiva, pensante, aggressiva, chiamata poi uomo, e una passiva, sensitiva, ricettiva, una matrice umana, ossia una donna. E capirai pure la necessità che qualche influenza terrena venisse ad attirare la tua coscienza dalle delizie puramente celestiali a questa nuova condizione, perché tu potessi concentrarti sulla tua missione terrena, ossia sulla tua espressione mortale. Comprenderai la Sapienza che generò questa influenza prima nella tua parte passiva, sensitiva e ricettiva, per mezzo del serpente della suggestione (forma che io feci assumere alla mia Idea nella tua mente) e come nacque così il desiderio, l'agente mortale della mia volontà, che doveva fornire l'energia motrice per l'ulteriore e completa espressione dei miei attributi sulla Terra. E finalmente la necessità che il desiderio gettasse su di te (sull'Umanità) il suo incanto; che la tua natura celeste e impersonale fosse tenuta da parte, come in sospeso, finché, per mezzo del libero ma ignorante uso del mio volere, tu potessi gustare e mangiare interamente il frutto del cosiddetto Albero della Scienza del Bene e del Male, e imparare, così, a discernere e conoscere bene quei frutti, per ciò che sono realmente, e ad acquistare la forza necessaria ad usare la scienza, in tal modo acquisita, saggiamente e perfettamente e solo per l'espressione della mia idea.

Tu puoi, forse ora, similmente comprendere come gli occhi tuoi (dell'Umanità) si aprirono alle cose della terra non appena assaggiato questo frutto e alla conseguente conoscenza del Bene e del Male; come in seguito a ciò sparisse la conoscenza della Realtà che è dietro di essi e come e perché tu ti accorgesti di essere nudo della tua parte pensante e di quella sensitiva e anche perché tu avesti paura.
Ora forse tu puoi capire perché tutto ciò dovesse accadere: perché tu, Umanità, dovessi lasciare lo stato edenico della coscienza impersonale e perderti completamente in queste condizioni terrene per divenire capace di creare un corpo e sviluppare in esso una coscienza personale, un sé atto a esprimere pienamente la mia perfezione. Così nacque la tua personalità umana e dalla sua nascita in poi io ti ho spinto a nutrirla, mantenerla e rinforzarla, riempiendoti di brame, di speranze, di aspirazioni, di tutte le varie manifestazioni del desiderio; le quali sono soltanto gli aspetti umani della mia volontà, operante a preparare e sviluppare uno strumento capace di esprimere perfettamente i miei attributi sulla Terra.

Così io ti cacciai fuori dal Giardino dell'Eden, ti vestii d'una veste di pelle o, in altre parole, di carne, come gli altri animali; poiché per poter entrare nel cuore delle condizioni terrene e così vivificare in espressione di vita attiva la mia Idea, tu, mio attributo, dovevi possedere un organismo e un involucro, vestimento adatto alle condizioni in cui stavi per manifestarti.
Dando a te una veste di pelle, cioè un organismo fisico, io fornii pure alla mia Idea una forma confacente all'espressione terrena; ti diedi il potere di esprimerla per mezzo di un organismo fisico, per mezzo di parole.
Nell'impersonale non occorrono parole. Solo le idee esistono e si esprimono. Esse sono semplicemente, poiché sono l'espressione dei vari aspetti del mio Essere. Ma nella nuova condizione, in cui ogni espressione negli stadi primitivi di esistenza esterna doveva avere forma e sostanza per essere udita, veduta, sentita, gustata o toccata, in modo che il suo significato potesse venire chiaramente appreso, bisognava, naturalmente, provvedere un organismo capace d'essere adoperato al doppio fine: di esprimere e di comprendere ciò che esprimeva.

Man mano che la mia Idea si sviluppava, dopo la tua espulsione dall'Eden, tu - uno dei miei attributi divini, dimorante dentro la mia Idea di tale attributo in espressione, Idea dimorante a sua volta nell'immagine-pensiero di me stesso e manifestantesi finalmente
all'esterno nella forma terrena di parole, allorché ricevesti l'impulso della mia Volontà sotto forma di Desiderio a esprimere il mio Intento - tu, dico, cominciasti a «crescere e moltiplicare» rapidamente. E nella tua ricerca delle condizioni più favorevoli alla manifestazione dei tuoi particolari attributi, tu ti spargesti a poco a poco su tutta la faccia della Terra, risvegliando ed eccitando l'intelligenza latente in tutte le forme della vita con cui venivi a contatto, a una più piena e più attiva espressione del loro particolare aspetto della mia Idea.

Così si formarono le varie lingue della Terra, contenenti ciascuna molte parole, nate tutte dal desiderio della mente umana di esprimere in termini terreni gli infiniti aspetti della mia Idea che sempre scaturiscono dall'interno.
E quanto più la mente umana si sforzava di esprimere in parole la mia Idea, tanto più grandi, miserevoli erano i suoi insuccessi.
Verrà il giorno del grande Risveglio, in cui si vedrà che tutte le parole sono soltanto simboli di un'Idea e che tutte le idee di qualsivoglia natura non sono che aspetti di una Idea, la mia Idea di me stesso in espressione e che ogni desiderio di esprimere in parole quell'Idea, se non è ispirato unicamente dalla coscienza della mia Volontà, è inconsistente.
Così pure ogni desiderio di esprimere in azioni viventi quell'Idea senza perdere completamente la coscienza della personalità umana, della parte tua personale nell'azione, senza concentrare tutto il tuo Sé in Me, è vana e infruttuosa e finirà solo nell'insuccesso, nel disinganno, nell'umiliazione.
Sii umile perché sei fatto di Terra, sii nobile perché sei fatto di Stelle.
Con la Luce di Michele nel cuore. shanti

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Messaggioda Oliviero Angelo » 05/02/2010, 1:04

Il Bene e il Male



Nel giardino dell'Eden dove tu dimoravi prima d'intraprendere la tua missione terrena, cresceva un albero il cui frutto è chiamato della Conoscenza del Bene e del Male. Durante la tua dimora in quel giardino dell'Eden tu eri completamente impersonale, perché non avevi ancora gustato quel frutto. Ma una volta ceduto al desiderio, che è l'agente terreno della mia volontà e il cui compito principale è appunto quello di indurti a gustare quel frutto, tu, appena mangiatolo, cadesti, ossia fosti costretto a uscire dal tuo stato edenico (come il pulcino dal guscio e la rosa dal bocciolo) e ti trovasti immerso in condizioni del tutto nuove e strane; poiché invece d'aver dominio sui regni inferiori e di ricevere da essi quanto ti occorreva, ti trovasti a dover coltivare il suolo per ridurlo a produrre, a dover insomma guadagnare il pane col sudore della tua fronte. Ma, avendo assunto questa missione terrena, era necessario che tu entrassi pienamente nelle condizioni della vita terrena, allo scopo di sviluppare una mente e perfezionare un corpo capaci di esprimere la mia Idea sulla Terra; ragione e causa reali della tua entrata in tali condizioni.
Essendo caduto, o meglio, uscito dal tuo stato impersonale edenico, e permettendo ora al desiderio di guidarli, tu non eri più capace di vedere la realtà dell'anima delle cose poiché avevi rivestito un corpo fisico, un involucro terrestre, con un cervello umano che, influenzato dal desiderio, agiva come un velo sulla coscienza della tua anima, ottenebrava la tua vista e velava la tua mente, in modo che la luce della Verità non poteva penetrarvi e ogni cosa era colorata e distorta alla tua umana comprensione.
E vedevi tutte le cose confusamente come attraverso una nebbia, che t'impediva di vederle nella loro realtà; tu le vedevi solo nella loro nebulosa apparenza, che però a te sembrava la loro realtà. Così avveniva per tutte le cose che vedevi mediante i tuoi occhi fisici, cose animate e inanimate; per tutto quanto tu concepivi nella tua mente umana, perfino per il tuo sé e per gli altri sé che ti circondavano.
Non scorgendo più l'anima delle cose, ma soltanto la loro offuscata apparenza, tu venisti a pensare che quelle ombre fossero la vera sostanza e che il mondo intorno a te fosse composto e pieno di tale sostanza. Ma quella nebbia era solo effetto della luce della verità che non poteva penetrare attraverso la tua mente umana, il cui intelletto, come una lente imperfetta, distorceva ogni cosa e la faceva apparire reale.
Orbene, l'intelletto è una creatura del desiderio e completamente dominata da esso e non è, come altri suppongono, una facoltà dell'anima. In altre parole, quella nebbia era la torbida lente del tuo intelletto umano che, poiché dominato dal desiderio, rifletteva e faceva interpretare falsamente alla tua coscienza ogni immagine, idea o impulso che io ispirassi dall'interno o attirassi dall'esterno, durante il processo del risveglio che operavo nella tua coscienza, al riconoscimento della mia Idea interna sempre incalzante per esprimersi esteriormente. Tutto ciò io facevo appositamente, per mezzo del desiderio, per condurti coscientemente nel cuore delle condizioni terrene.
Mentre questa falsa visione, ispirata dal desiderio, cagionava molti errori, molto travaglio e molta sofferenza, tu, a poco a poco, perdevi la fiducia nel tuo vero Sé, in me, l'Uno Impersonale interno. Mi dimenticavi insomma, e così non sapevi più dove rivolgerti nella tua impotenza; eppure, se tu non avessi perduto la memoria del tuo stato divino e concentrata tutta la tua coscienza in queste condizioni terrene, io non avrei potuto sviluppare la tua mente, la tua volontà umana, tutte le tue facoltà e fornire al tuo corpo umano la forza e i poteri che mi avrebbero permesso di esprimere perfettamente sulla Terra la mia Idea divina. E ciò doveva essere.
Così, attraverso i tuoi errori, le tue pene, le tue sofferenze, il desiderio di alleviarle fece sorgere nella tua mente l'idea del Male e quando queste pene non esistevano più esso ispirò l'idea del Bene. E a tutte le apparenze di cose e condizioni tu attribuisti le qualità del Bene e del Male, nella misura in cui soddisfacevano o meno il tuo desiderio, il mio agente, il mio sé umano, ossia te, nella tua personalità umana.
Ma tutte queste condizioni ed esperienze in cui tu entravi, che chiamavi Bene se ti piacevano e Male se ti spiacevano, erano soltanto incidenti creati dal desiderio per suscitare in te certe facoltà dell'anima che ti avrebbero reso capace di riconoscere la verità che Io, dentro, desideravo in quel momento imprimere sulla tua coscienza.
Il Male (apparente) era l'aspetto positivo del frutto dell'albero, che sempre ti allettava, col suo bell'aspetto e con la dolcezza del primo assaggio, a mangiare e godere fino alla sazietà, o finché i suoi effetti dannosi si manifestassero e divenissero una
maledizione, apportatrice del disinganno che serviva a farti tornare pieno di umiliazione a me, il tuo vero Sé, che per mezzo della nuova coscienza così risvegliata, poteva allora estrarre l'essenza del frutto e incorporarla nella sostanza e nel tessuto dell'anima.
Il Bene (apparente) era l'aspetto negativo del frutto, venuto a espressione mediante il tuo riconoscimento e la tua obbedienza al suo impulso e che ora ti permetteva di godere i suoi felici effetti naturali e di ricevere i benefici esterni della mia guida e della mia ispirazione piene d'amore.
Ma questo «tu» che era condotto dal desiderio attraverso tutte queste esperienze, era soltanto la tua personalità umana che il Tu reale sviluppava e preparava perché potesse divenire uno strumento perfetto per il tuo uso nell'esprimere la mia idea, che sempre cerca di manifestare nella carne la sua perfezione.
Tu facesti tutto ciò non solo costringendo la tua personalità umana a mangiare il frutto del cosiddetto albero della scienza del Bene e del Male, ma costringendolo anche a vivere di esso, finché non avessi veduto e conosciuto il cosiddetto Male, e vivendo con esso tu non avessi scoperto in lui il germe del cosiddetto Bene e, raccoltolo e sollevatolo, non lo avessi rovesciato dall'altro lato; in modo che da allora in poi tu sapessi che Bene e Male non hanno esistenza reale e sono soltanto termini relativi che descrivono condizioni esterne guardate da differenti punti di vista; ossia aspetti esteriori differenti di una verità centrale interna la cui realtà è appunto ciò che tu cerchi di conoscere, di essere, di esprimere.
Così, durante le ultime età, tu hai, per così dire, gettato via uno a uno gli strati della tua coscienza umana, dissipando la nebbia e il miraggio creato dall'intelletto intorno alla tua mente; soggiogando, spiritualizzando e quindi rischiarando l'intelletto stesso; finché ora tu cominci ad afferrare, per mezzo degli altri strati sempre più sottili, qualche barlume di Me, l'unica grande Realtà dentro tutte le cose.
Ma l'Onnisciente, l'Impersonale Io sono di te, ha fatto coscientemente e intenzionalmente tutto questo non allo scopo di acquistare la sola conoscenza delle condizioni e delle cose terrene, come il tuo intelletto ha proclamato a voce così alta e con tanta autorità, ma perché tu potessi raccogliere ciò che avevi seminato nelle remote età del passato e manifestare sulla Terra la mia perfetta Idea, come tu la manifesti anche ora nello stato impersonale, nella tua casa celeste.
E tu, ricordalo, sei il grande Io Impersonale che fa tutto ciò, che muta continuamente l'apparenza esterna ma che dentro è eternamente lo stesso.
L’infinito succedersi delle stagioni, la Primavera col suo affaccendato seminare; l'Estate con la sua calda maturazione; l'Autunno con la sua opulenta raccolta; l'Inverno, con la sua fredda, tranquilla abbondanza, anno per anno, vita dopo vita, succedentisi durante secoli ed epoche innumerevoli, sono soltanto l'ispirazione e l'espirazione del respiro della mia Idea, attraverso la Terra e te, mio attributo, e tutti gli altri miei attributi, durante il processo di manifestazione del mio sacro intento.
Si! Io faccio questo attraverso di te perché tu sei parte di me, perché solo attraverso te, mio attributo, io posso esprimere me stesso, io posso Essere. Io sono perché tu sei. Tu sei perché io esprimo me stesso. Io sono in te come la quercia è nella ghianda. Tu sei me come il raggio solare è il sole. Sei una fase della mia espressione. Tu, uno dei miei divini
attributi, cerchi eternamente di esprimere la mia perfezione per mezzo della tua personalità mortale.
Precisamente come l'artista vede nella sua mente l'immagine perfetta che vuole dipingere, ma la sua mano non può riprodurre completamente con i rozzi strumenti del pennello e dei colori le qualità e gli effetti che egli vede, così tu mi vedi nel tuo Sé e sai che noi siamo uno, ma sei sempre ostacolato a esprimermi perfettamente dalla imperfezione del materiale terreno di cui è composta la tua personalità umana con il suo corpo animale, la sua mente mortale, il suo egoistico intelletto. Eppure io creai il tuo corpo, la tua mente, il tuo intelletto, allo scopo di esprimere me stesso per mezzo tuo. Feci il tuo corpo a immagine della mia perfezione; la mente ti diedi perché tu conoscessi me e le opere mie; ti diedi l'intelletto perché tu interpretassi la mia Idea che io ispirai alla tua mente. Ma tu sei stato così distratto dalle fasi umane di questo corpo, di questa mente, di questo intelletto e dei loro usi esteriori, che hai dimenticato me, l'una e unica Realtà interna, la cui natura divina io cerco sempre di esprimere a te e per mezzo tuo.
Ma il tempo s'avvicina in cui gli usi esteriori non ti distrarranno più, e in cui la mia Realtà ti sarà rivelata in tutto lo splendore della sua perfezione dentro di te.
Ma Tu, allorché io rivelerò così me stesso, non sarai più felice di prima, se ciò che ti avrò rivelato non diverrà pane di vita per te; se non vivrai e non manifesterai la vita che esso rivela.

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Io sono - Saint Germain

Messaggioda shanti » 06/02/2010, 1:43

Grazie Lucis, per aver accettato di continuare a postare IO SONO, al mio posto!!!
E' una lettura molto "impegnata", che può dare buoni spunti di comprensione.



Sii umile perché sei fatto di Terra, sii nobile perché sei fatto di Stelle.
Con la Luce di Michele nel cuore. shanti


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