Simbolismi : Il Graal, la Torre..E MOLTI ALTRI....

Le fiabe, le Creature magiche, i Draghi, sono solo racconti per bambini, o esistono veramente e hanno qualcosa da insegnare anche agli "adulti"...?
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drago-lontra blu
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Simbolismi : Il Graal, la Torre..E MOLTI ALTRI....

Messaggioda drago-lontra blu » 10/01/2010, 10:17

INVITO PARTICOLARE PER CHI SO...CHE,,, QUA CI SGUAZZA COME UN ANARINA NELLO STAGNO.....INDOVINATE CHI E'? DAI VI AIUTO UN POCHINO....I PAPIRI SONO IL SUO FORTE.......

TRATTO DA ACCADEMIA OPERA..

LA TORRE



Nella tradizione graaliana vi sono due simboli che
vengono considerati interscambiabili tra loro e "sinonimi" della sacra
coppa: la torre e la scala. Tant'è che Dante,
iniziato e Gran Maestro del Priorato di Sion, un ordine templare,
coinvolto nello studio dell'alchimia e quindi nella ricerca del graal
ed esiliato da Firenze, si rifugiò a Verona dal suo amico Cangrande
"Della Scala".

Il simbolo degli Scaligeri è una scala che si restringe
verso l'alto ricordando proprio una torre: sarà un caso? La
Scala-Torre, come il graal, è legata a una tradizione che permette il
raggiungimento della Vera Luce e dell'Immortalità. Un particolare
interessante e inspiegabile è che molte dee, regine e importanti donne
legate alla discendenza graaliana portano una torre in testa, come
copricapo. Per esempio la dea egizia Serapide reca sul capo il
"Gradal", una sorta di torre, dove viene conservato il "Fuoco Celeste"
di Phtah, la scintilla divina incarnata in ogni essere.

In Francia, a Rennes le Chateaux dove si vocifera sia o sia stato sepolto il graal,
vi è la statua di una dea (forse Diana?) con il capo sormontato da una
torre e gli scrittori latini Strabone e Lucano, come viene spiegato in Sulle tracce del graal
di Bizzarri e Scurria (Mediterranee) parlano della regione di Rennes Le
Chateaux come di una "[...] regione 'lunare' dove un tempio dedicato a
Diana di innalzava sopra l'Oppidum Ra, che designa una torre".

In egiziano e in ebraico la parola "torre" viene
scritta "MGDL" ovvero "Magdal" o "Migdal", da cui Magdalena, la donna
per eccellenza connessa al mito del graal. Karidven, la Dea Bianca e
Grande Madre, regina incontrastata degli dei nella tradizione celtica
dal V al I millennio a.C., dea della fecondità, della terra, detentrice
del calderone che dava l'immortalità (in Bizzarri e Scurria il
calderone della tradizione celtica è assimilato al graal) e definita da
Apuleio l'omologa di Venere, Diana, Proserpina e Iside, veniva chiamata
dai celti anche Rhiannon, ovvero "regina coronata da torre".

Karidven significa "porta divina" ed è raffigurata con
una scala in testa. Il calderone associato a Karidven-Rhiannon è fonte
di inesauribile ricchezza ed eterna giovinezza ed è strettamente legato
alla resurrezione del corpo che diventa immortale.

Forse, questa torre-graal posta sul capo delle regine
graaliane sta a indicare che il graal va cercato nel capo? Insomma
potrebbe essere una indicazione di dove cercarlo? Tanto più che la
produzione di melatonina da parte dell'epifisi viene stimolata dalla
serotonina, una sostanza secreta dalla sottostante ghiandola
pituitaria, più nota come ipofisi: quindi un'ulteriore indicazione di
un processo chimico che si svolge nel nostro capo.

Nei Tarocchi, l'arcano chiamato La Torre
rappresenta proprio una torre sormontata da una corona (ma le corone
non si mettono in testa?), che viene colpita a metà della sua altezza
da un fulmine e si spezza, mentre dal cielo piove manna, ovvero
l'alimento divino. L'immagine ricorda in modo raccapricciante quella
dell'aereo che si schianta contro la prima torre di Manhattan il 9
settembre 2001, divulgata dalla BBC ed entrata ormai nel nostro
immaginario collettivo: il fulmine che colpisce la torre dei tarocchi
spezzandola è proprio alla stessa altezza del lampo di luce provocato
dall'aereo in collisione.

La carta seguente a La Torre è chiamata Le Stelle e, nella serie di Alesteir Crowley,
Gran Maestro rosacrociano, raffigura una donna con due coppe in mano.
Potrebbe indicare che una donna scopre la seconda coppa, ovvero il
piccolo graal inserito nel nostro capo il cui doppio esterno ("come nel
grande così nel piccolo") è sepolto in qualche luogo in Europa? Non è
singolare che questa intuizione sul graal sia venuta a una donna (io)
all'indomani della caduta della torre, esattamente come sembrano
descrivere i Tarocchi?

La manna che scende dalla torre potrebbe indicare la divina Amrita contenuta nella ghiandola pineale? La Torre viene chiamata la Casa di Dio ed è collegata (come spiegato in Gardner, op.cit.) alla linea femminile di discendenza del graal. Ma perché linea femminile?



IL GRAAL, IL VENTRE E IL SANGREAL

Parlando di graal viene in mente immediatamente un
classico della letteratura sul tema, amato o odiato ma sicuramente
letto da moltissimi ricercatori: il celeberrimo Il Santo Graal, di Baigent, Leigh e Lincoln (Oscar Mondadori). In quell'appassionante ricerca si ipotizzava che il Graal, anzi il Sangraal
usando il nome per esteso, fosse in realtà la contrazione di Sangréal,
il sangue reale, l'erede messianico partorito da Maddalena e figlio di
Gesù suo marito: quindi il Sangréal diventava la discendenza messianica
e per traslato il ventre della Maddalena.

Il legame tra ventre e graal si può conservare in
maniera convincente anche nella teoria della ghiandola pineale. In
Gardner si legge infatti che il mestruo femminile, in particolare
quello delle regine della "discendenza graaliana", era ed è ricchissimo
di secrezioni a base di melatonina e serotonina, tant'è vero che si
trovava sulle mense reali in diluizione. Sembra che alla base del rito
cristiano della coppa contente il sangue di Cristo con cui si celebra
l'eucaristia, e anche alla base del mito del vampiro che bevendo sangue
mantiene la sua immortalità, ci sarebbe proprio il mestruo femminile
con il suo altissimo contenuto di secrezioni endocrine.

Tra l'altro Gardner spiega egregiamente come la parola
vampiro derivi da "oupire", ovvero "essere superiore" da greco "uper"
che significa "sopra". Inoltre quando le donne erano ancora tali e
vivevano in sintonia con Madre Terra, avevano il ciclo mestruale tutte
insieme, durante la luna piena (le tribù native considerano le donne
mestruate come esseri divini ed esse, durante il ciclo, si ritirano
tutte insieme per qualche giorno a compiere riti di pruficazione).

Anche in questo caso, dunque, la presenza di melatonina
è connessa all'influenza della luna. Tali secrezioni sono anche
presenti nei fluidi prodotti dal "grembo" delle donne particolarmente
eccitate (nella tradizione fatata, spiega Gardner, le principesse
risvegliate dal bacio del principe producono la divina Amrita).

Nell'un caso e nell'altro si associa il liquido
dell'immortalità al ventre femminile, dove viene prodotto sia il sangue
mestruale (sangréal) sia il fluido che precede l'atto d'amore. Ecco
dunque perché il graal inteso come coppa da cui bere il nettare
dell'immortalità è stato legato al sangue e al ventre femminile.

Oggi, però, sappiamo che melatonina e serotonina sono
prodotte autonomamente da ogni individuo sano all'interno del suo capo,
dall'epifisi e dall'ipofisi, ghiandole poste all'interno della massa
cerebrale ma indipendenti da essa. Ognuno di noi, quindi, con un
semplice allungamento del muscolo sublinguale, può "bere" dal graal la
secrezione che dà immortalità (rallenta l'invecchiamento) e
illuminazione, senza bisogno di andare nei Pirenei o in Provenza a
cercare la vera coppa.

L'arcano che segue Le stelle è La Luna. Aleister Crowley, questo personaggio misterioso e legatissimo alla ricerca del graal
(il quale si dice abbia "ricevuto" la visione dei tarocchi a lui
intitolati durante una meditazione e li abbia poi descritti alla
pittrice che li realizzò), nella sua Luna non indica nessun corpo celeste luminoso e bianco.

La Luna di Crowley è composta da 2 torri
parallele molto stilizzate che sembrano sostenere al centro tra loro,
in alto, una sfera dalla quale scendono piccole fiammelle che si
immettono in un'altra sfera sottostante, più piccola, dalla quale si
irradia una luce.

L'immagine ricorda in maniera stilizzata, un cervello
in sezione visto dall'alto, con le torri che formano i due emisferi
cerebrali, la ghiandola pituitaria, più grande, in alto, ovvero verso
il naso in sezione, la ghiandola pineale più piccola in basso verso la
nuca. Le fiammelle potrebbero indicare la serotonina prodotta dalla
pituitaria, che immettendosi nella pineale stimola la produzione di
melatonina, la quale fa "brillare" la sfera più piccola.


ALLORA .........E? E? E? DIMMI IL VERO, E' O NO UN INVITO A NOZZE?
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Ospite

Simbolismi : Il Graal, la Torre....

Messaggioda Ospite » 11/01/2010, 1:25






Eccomi, grazie per l'invito...sai Drago che non mi invitano mai ai matrimoni?
Papiro in arrivo!!!!
SI consiglia di prendere tutto con le pinze, e si prega di non chiamare la Neuro.
Il vino consigliato per la lettura è un rosso fermo, direi un buon Cabernet, ci sta pure una bella bruschetta.



Si parla delle antiche Dee Coronate, dall' egizia Iside alla romana Diana...ma l'elenco sarebbe lungo...poichè Lei, l'Antica Madre...è " La Signora dai Mille Nomi "... è il volto Femminile di Dio... è la Materia Grezza, materia Nera, il ventre in cui germoglia la Fiamma Divina, è l'Energia Femminile che genera gli infiniti spazi Cosmici e che ci prende per mano, proprio come una Madre, per accompagnarci nel flusso infinito in cui ogni cosa ha principio.

Si è tanto parlato delle Madonne Nere in questi ultimi anni, tanti studiosi hanno cercato di spolverare il cristianesimo per trovare tracce di culti più antichi...direi che molti ci sono riusciti, svelando un'antichità che va oltre le memorie umane.
Iside, Astarte, Diana, Ecate, Demetra, Kali, Inanna, Sofia... in ogni tradizione, in ogni cultura, in ogni tempo Lei è sempre stata presente, è sempre stata l'Amore capace di svellere l'Ego per concedere all'uomo una Via, una Nuova Nascita verso l'Eterno. A volte penso che sia questo il compito (se di compito si può parlare, del lato femminile di Dio)...quella mano tesa, quelle ginocchia pronte ad accogliere ogni Figlio che nel suo grembo si raccoglie.

E' davvero interessante questo articolo... lascio la descrizione di Tre luoghi, che secondo me esemplificano bene e chiarificano il contenuto di questo testo.






Questa è la foto della Madonna Nera di Cremona.... sulla sua Testa, vi è una Torre, in guisa di Corona, una Torre con tre livelli.
E' nella chiesa di Sant Abbondio, dove è stato costruito un santuario identico al Santuario della Santa Casa di Loreto (Ancona)
La storia del Santuario Lauretano l'aveva citata Mamma Orsa qualche tempo fa, la casa di Maria a Nazaret ( dove ricevette l'annunciazione ) si è spostata di luogo in luogo, trasportata da angeli dal bianco mantello (io fin da bambina chiamavo i Templari ... gli Angeli del Tempio ) fino a fermarsi a Loreto... la Madonna Nera qui custodita è la più riprodotta in tutto il mondo...e indossa un'imponente corona.






Anche a Brescia (città esoterica, che fu etrusca ed anche celtica) c'è un Santuario Lauretano, con una Nera Signora che porta un copricapo ..decisamente Turrito...al di sopra del Simulacro della Signora, una volta Stellata...è come uno Spazio nello Spazio...tutto è più rarefatto nella Casa, tutto è più leggero, volatile.







Amo profondamente questi tre luoghi, collegati tra loro da un'Energia fluente e bellissima.

Ti trovi nella Casa dell'Annunciazione, il Tempio Interiore che gli angeli hanno messo in posa per Noi, qui 'ricevere il messaggio' è quasi immediato, e diretta è la via che porta in Alto, attraverso la Corona, fino alla Volta Stellata.
Qui è possibile la scelta, la stessa che la storia ci racconta aver compiuto Maria che grazie al suo coraggio di accettare il destino, consente che Dio scenda sulla terra, e si trasforma così nella Grande Madre. Lo stesso è possibile per noi: accogliere la coscienza Cristica per farla germogliare; allora, ci raccontano le iconografie che osserviamo, sarà possibile salire i tre livelli della Torre, per raggiungere le Stelle.

Insieme ad antiche compagne di cammino abbiamo studiato per molto tempo questi simboli.
Come sempre accade, quando ho smesso lo studio e compiuto una scelta, allora ho compreso.
Nelle Litanie Lauretane, Maria è definita anche " Foederis Arca " ... è come un vascello stellare che trasporta con sè chi a Lei si orienta.
In moltissime rappresentazioni la Madonna Nera porta il copricapo turrito e tiene in braccio il Bambino; Lei osserva noi, fissamente, ci guarda negli occhi, mentre il Bambino con tre dita indica l'alto, il Cielo.
Osservando con gli occhi del Cuore, mi è capitato alcune di volte di sentirmi trasportare in alto, la dove è il nostro posto, dove veramente risiediamo.

Mi piace molto anche il richiamo alla ghiandola pineale. E' evidente, che gli Antichi Ordini, coscessero il "Segreto" che concedeva all'uomo di elevarsi oltre la sua normale condizione, il segreto dell'Immortalità.
Quante sono le biografie di mistici che viveno senza cibo, nutriti solo dalla manna? Maria l'Egiziaca (che l'iconografia cristana raffigurata esattamente come la Maddalena, nuda coperta solo dei suoi lunghissimi capelli) visse nel deserto e mangiava solo manna.

Poco importa se lo chiamavano Graal, poco conta il nome del segreto, del mistero.

Quel Segreto oggi abbiamo l'immensa fortuna di viverlo grazie ai Tempi che stiamo percorrendo.

Lo stesso copricapo dei Faraoni, ci rimanda alla Simbologia della Torre e della Ghiandola Pineale, questo è Akhenaton, il Faraone del Sole.






Sulla Maddalena c'è uno scritto interessante che dice:

" Touchez cette Urne icy, la morte vous l'aprete,
Que ce beau pot en mai, soit votre pot en tete "

Un gioco di parole carino che in italiano suona " Toccate ques'urna che la defunta ha preparato per voi, possa questo bel recipiente nella sua mano diventare il vostro vaso in testa "
Queste frasi indicano ancora una volta che anche il cammino con Maddalena porta a sviluppare ciò che prelude per noi a nuove e più grandi aperture.





I Templari non meditavano nelle Chiese che edificavano, o meglio, non all'interno della chiesa stessa ma accanto spesso vi era una stanza, molto piccola e spartana dove a volte capitava di trovare raffigurata una scala, la Scala di Giacobbe, la Via che conduce ai diversi piani dell'Esistenza. Spesso l'intonaco era rosso e la scala veniva raffigurata in bianco.
Cremona è una città dove l'ordine del Tempio per molti anni ha proliferato, è famoso qui il Torrazzo, un'imponente torre adiacente il Duomo la cui cima si può raggiungere attraverso una ripidissima serie di scale a chiocciola (lo stesso nelle famosissime otto torri del complesso di Castel Del Monte)...eccone un pezzo... percorrere queste scale è un vero e proprio Viaggio verso l'Alto, un Viaggio tra le spire dell'esistenza...spirale per raggiungere il cuore della torre, spirale per raggiungere della nostra stessa galassia, la Via Lattea










Sui Tarocchi.
I Tarocchi, qualcuno disse, rappresentano un dramma in tre atti. Gli arcani maggiori si possono infatti disporre in tre file da sette, precedute dal Matto.
Nella prima fila troviamo come la presentazione dei 'personaggi' di una storia, una serie di ritratti; la settima carta, il Carro inzia il viaggio verso la sperimentazione, verso la scoperta. La seconda fila di carte mostra ciò che è possibile visitare, incontrare nel cammino. La terza fila si apre con le due carte più temute: il Diavolo e la Torre. E' l'ultimo tratto del viaggio dall'oscurità alla luce...una volta affrontate tutte le maschere, tutti i nostri demoni, assistiamo al crollo delle finte convinzioni, ciò che resta dopo il crollo della Torre è ciò che trascende la personalità e la mente.

A volte i tarocchi vengono presi troppo seriamente secondo me.
Ci si dimentica che si chiama "Il gioco dei Tarocchi" ...la Vita è un gioco, e come tale va vissuta... tutto è rappresentato, ma tutto è al contempo da scrivere. Come ci rapportiamo ai tarocchi (posto che ci rapportiamo, che mica è obbligatorio) è come ci rapportiamo alla vita.
Nella lettura che amo io il Matto è " il principe di un altro mondo in viaggio attraverso questo mondo " ...come se Dio giocasse a nascondino con se stesso, così noi ci dimentichiamo all'inizio del nostro viaggio della nostra vera origine... e ci avviamo verso l'ignoto con assoluta inconsapevolezza. Il matto è lo zero, diventa l'uno trasformandosi nel Mago (o Bagatto), colui che apre il Gioco, spesso in questa carta sopra la figura umana è disegnato il simbolo dell'infinito...il mago sa intuitivamente che Dio è in lui ...è il Mago a portarci alla prima carta coronata dei tarocchi...la carta numero due, la Papessa, perché il Maschile non basta a se stesso, deve congiungersi con il Femminile, e la Papessa è raffigurata proprio come Iside, in trono, nella Casa (o tenda) con una grande corona sul capo.
La Papessa (o sacerdotessa) mi ricorda tanto le figure che ho riportato sopra delle Signore Lauretane, si pone in uno Spazio Sacro (come la Casa di Maria), il suo Tempio Interiore; siede al limite di due mondi, quello esteriore e quello interiore, ove si cela il vero segreto, la Verità che tiene sulle ginocchia in forma di libro. Conduce la coscienza umana alla profonda comprensione di se stessa.





La Torre (l'arcano XVI) è il simbolo del colpo di grazia alla falsità dell'Ego, la corona che cade dalla cima della costruzione, rappresenta tutte le altre corone dei tarocchi, le maschere della personalità, la folgore non è nient'altro che il Tutto, Dio...solo raggiungendo questa vera, intima, profonda comunione allora (secondo me) può essere attivata anche un'eventuale ghiandola pineale...è questa catarsi finale che anelavano gli antichi ordini, scevri dal desiderio di potere e conquista personale, animati solo dall'intento di ritorno e di ricongiungimento.
Per questo non amo particolarmente personaggi come Crowley, perché ancorano a ciò che essi stessi rifuggono: lo schematismo razionale.

Dalla torre in poi, nelle carte di questo bel gioco, troviamo solo personaggi nudi, pieni di luce.
" Alla fine rimane solo la danza del Mondo".

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Simbolismi : Il Graal, la Torre....

Messaggioda prema » 11/01/2010, 18:08

Oooh, come mi piacciono i vostri papiri!
Ma quanto piacciono le cose che scrivete!
Grazie a tutte e due, enciclopediche compagne di viaggio!


Anche la Madonna Nera di Chartres, alla quale sono particolarmente legato, porta una grossa corona sulla testa:



Io sono ciò che sono per merito di ciò che tutti noi siamo

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Messaggioda drago-lontra blu » 12/01/2010, 0:43

vero, ogni tanto i papiri ci stanno.....e mi ci diverto pure.
grazie Nova, mi piace un sacco.
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Simbolismi : Il Graal, la Torre....

Messaggioda mariposa azul » 12/01/2010, 19:22

Entro per un saluto, perché questo post mi affascina, vorrei poter scrivere di più ma non riesco in questo periodo, vi seguo anche solo leggendo, appena posso.
Grazie Drago Blu e grazie Nova, ciò che hai scritto mi risuona molto...a quando avrò più tempo un intervento maggiormente corposo. Qui c'è da sguazzare....!!!

Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.”
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Simbolismi : Il Graal, la Torre....

Messaggioda drago-lontra blu » 12/01/2010, 22:24

DA SGUAZZARE DAVVERO, E SPERO CHE CI SIA MODO DI CONTINUARE, INSIEME A NOVA, A TE, E A KEMI, SUI SIMBOLISMI.

QUANDO AVETE TEMPO E VOGLIA, CIAO ARCANSIEL.

UN BACIONE
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RaggiodiSole
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Simbolismi : Il Graal, la Torre....

Messaggioda RaggiodiSole » 20/01/2010, 19:29

Due simboli mica da nulla eh?!
Splendido, grazie!
Raggiodi sunny

cuore pulsante Abbraccio cuore pulsante
Vita e Morte: nel Sole trovano la perfezione del cerchio.

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Re: Simbolismi : Il Graal, la Torre....

Messaggioda drago-lontra blu » 05/12/2012, 13:47

SIMBOLISMI: IL FUOCO SEGRETO

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Solo chi ha l’anima luminosa può entrare nel sogno della Grande Dea.
Le antiche Donne in ogni loro vita impararono e riimpararono a renderla lucente come uno specchio d’argento e limpida come l’acqua di una fontana.
Giorno dopo giorno resero immune la loro anima da ogni oscurità, estirpando le male piante dei cattivi sentimenti, così come un bravo contadino toglie dal suo orto le erbe infestanti per avere un buon raccolto.
La resero capace di dominare i pensieri che i poveri uomini mortali credono che rappresentino il centro ed il fulcro della loro esistenza.
La resero capace di non farsi distrarre od affascinare dalle mille artificialità che continuamente vengono create per catturare l’interesse delle persone.
La resero sempre più simile alla grande anima della Madre fino al punto in cui Essa poté specchiarsi in loro ed illuminarle di un magico biancore, come la bianca luce della Luna fa con le acque pure dei laghi incontaminati d’alta montagna.
Sempre più facilmente l’antica Dea poté sentirle parte del suo sogno, dato che cercavano sempre di più la comunione con Lei.
E ad un certo punto si resero conto, provando per questo motivo una gioia infinita, di essere parte di Lei, così come erano parte di Lei tutte le cose buone e reali che ancora erano nel mondo e che ancora venivano sognate amorosamente dalla Madre.
E con queste parole manifestarono la loro gioia e la consapevolezza di ciò ch erano alla Dea antica:
“Oh, Signora dal dolce sorriso, ora ci sentiamo parte di Te.
Ci sentiamo come le innumerevoli gocce d’acqua che assieme formano il grande mare, come le numerose foglie di un albero gigantesco ed antico che pur sembrando separate fanno parte di uno stesso corpo.
Ora facciamo veramente parte del tuo sogno di gioia, così come il cielo, il sole, la pioggia, le montagne, gli animali, le stelle e l’intero universo.
Tu sognando sei, e le cose buone e belle che continuamente generi e rigeneri nel tuo sogno sono il tuo immenso corpo di gioia.
Ora noi di esso facciamo parte, dato che noi viviamo in modo conforme al tuo sogno armonioso”.
E così in loro parlò la Grande Madre:
“Siate lieti come Io sono lieta, amorose come Io sono amorosa, e libere come Io sono libera, dato che Io sono voi e voi siete Me.
Beate quelle che riescono ad uscire dal vincolo del proprio io e della propria mente e ad espandersi nell’amore sterminato che sta al di là dell’oscurità e delle apparenze.
Beate quelle che da quell’amore non si distinguono, né ad esso si oppongono, ma sempre di più in lui si integrano e si identificano fino a diventarne parte per sempre.
Quell’amore raro, quell’amore vasto, quell’amore completo, quell’amore sacro che quasi più nessuno conosce, né cerca, né pensa che possa esistere.
Quell’amore in cui si congiungono e si risolvono i due principi, il fuoco e l’acqua, il cielo e la terra, la vita e la morte, la materia e lo spirito.
Chi conosce quell’amore, entrando in comunione con Me esce, come un fiume in piena, dai piccoli limiti del suo io e supera la semplice condizione di donna, dato che la Madre è anche il Padre, è maschio e femmina, uomo e donna, potendo perciò generare senza congiungersi con alcuno tutte le cose buone e belle dei mondi.
Ma perché ciò possa succedere, perché voi vi possiate espandere, perché voi possiate comprendere i due opposti ed integrarli fino a farne una cosa sola, dovrete fare del vostro corpo e della vostra mente un tempio, nel quale accendere il fuoco di quell’amore senza inizio e senza fine che è l’amore della Madre, congiunta con il Padre.
Beate quelle che lo accenderanno e che impareranno a percepire la struggente e languida armonia del fuoco sacro che arde in loro.
Volgendo ad esso la loro attenzione, permarranno nella gioia e più nulla potranno su di loro le oscurità e le cattiverie che dominano il mondo.
È facile, per quelle che hanno acceso in se stesse il fuoco sacro, concentrarsi su di esso, dato che l’armonia e l’ebbrezza che proveranno, facendo ciò, saranno molto più forti di qualsiasi vana distrazione che può venire loro dal mondo esterno.
E se anche le incombenze e le necessità di adempiere obblighi e doveri fastidiosi le costringeranno a distrarsi da esso, facilmente ritroveranno il suo languido calore quando saranno sole con se stesse nelle loro case.
Concentrandosi su quel fuoco, vivendo di quel fuoco, annichilendo i pensieri e le emotività per mezzo di quel fuoco, esse intenderanno la comunione con la Madre, esse celebreranno il sacrificio segreto che le rende come la Madre, esse diventeranno la Madre, e conosceranno la congiunzione e l’amore tra il fuoco e l’acqua, tra il maschio e la femmina divini, tra il Sole e la Luna, e di essi diverranno figlie.”
Così le Donne che erano nel sogno della Madre ottennero una gioia, una tranquillità ed una segreta ed indicibile ebbrezza che non erano dovute a nulla che ad esse fosse esterno.
Non solo non era basata sulle cose che altre avidamente cercavano, ma neppure esse avevano bisogno di amanti, di sposi o di figli.
Ed anche se esse non ne sentivano il bisogno, non c’erano uomini adatti a loro nel mondo, dato che nessuno avrebbe potuto capire che esse non erano delle persone, ma delle parti del corpo della Madre.
Di conseguenza solamente chi avesse saputo amare nel modo dovuto l’antica Dea della quale facevano parte, avrebbe potuto ottenere il loro amore che avrebbe avuto il senso di un congiungimento con l’antica Dea attraverso di loro.
Ed esse ritennero quindi che era meglio rimanere vergini, piuttosto che unirsi con i maschi superficiali, oscuri, falsi, tristi, aggressivi o vanesi.
Ma anche con gli uomini di buon carattere, gentili, sensibili ed educati, incapaci però di intendere il loro segreto, che non avrebbero capito e non avrebbero potuto concepire.
Quegli uomini che erano infinitamente lontani dall’aspetto maschile del Dio dalla doppia natura, che esse conoscevano in sé, e che non avrebbero mai accettato di considerare loro ed il loro corpo come parte del meraviglioso corpo della Dea e soprattutto sacra la loro intimità femminile.
Ed invece le figlie della Dea percepivano il loro grembo come un tempio in cui intendevano il mistero della grotta e della sorgente d’armonia, ed in cui più facilmente la Madre si manifestava e parlava a chi poteva intendere la sua amorosa voce.
Nel languore del loro grembo potevano udire l’eco del suo perenne canto, della sua gioia e della sua libertà slegata dai limiti e dai condizionamenti che un rapporto, anche ottimale, con il maschio che non conoscesse né condividesse queste cose, avrebbe fatto sorgere.
Del resto sentivano ormai in se stesse unirsi la forza e la dolcezza, l’azione e la contemplazione, il fuoco e l’acqua, il principio maschile e quello femminile ed avendo quindi in se stesse le buone virtù della femmina, ma anche del maschio, non avevano bisogno di cercare un uomo fuori di sé.
Non avevano più bisogno di appoggiarsi ad alcuno, di affidarsi ad alcuno, o di farsi guidare da qualcuno.
Come la Dea antica, che portava in sé armoniosamente congiunti i due principi, si sentivano complete, piene e sufficienti a se stesse.
E se pur nei tempi antichi, quando la religione della Madre era quella che gioiosamente seguivano le genti, alcune di esse si offrivano senza pudore nei templi a coloro che erano capaci di intendere il sacro significato dell’amplesso con loro, ovvero danzavano nude davanti alla tribù per far intendere con le loro languide ed armoniose movenze la bellezza della Dea, ora quelle stesse Donne avrebbero potuto essere giudicate incapaci di provare il piacere dell’amore, mentre invece evitavano e respingevano l’amore che non poteva più essere sacro.
Le Donne antiche non erano quindi assolutamente contrarie all’intimità amorosa, né in essa vi vedevano alcunché di peccaminoso, così come alcuni predicavano. Sentivano piuttosto che la Madre, della quale facevano parte e che in loro viveva, non apprezzava e riteneva del tutto profano il modo d’essere degli uomini con i quali avrebbero potuto congiungersi ed il loro modo di porsi e di agire con le donne.
Il loro modo di possedere, il loro modo di sovrastare, il loro modo di imporsi e di sentirsi padroni durante i loro egoistici rapporti.
Il loro modo di considerare l’intimità come un piacere fisiologico, un accadimento materiale, che raggiungeva l’apice del piacere nell’emissione del loro seme, con il quale essi consideravano concluso il rapporto.
Quel seme maschile che portava in sé le tracce sottili del modo d’essere di chi l’emetteva.
Quel seme che, versandosi nell’intimità femminile, vi portava l’eco della lontananza dal sacro degli uomini che lo avevano emesso.
Se con essi si fossero unite, forse avrebbero potuto profanare la sacralità della loro intimità ed annichilire la magia segreta del loro tempio di carne.
E l’obbedire alla giusta volontà dell’antica Dea, piuttosto che ad un desiderio che avrebbe potuto spegnere la sua voce in loro, era assai facile, dato che la scelta era tra il divenire e l’essere, tra il profano ed il sacro, tra il lasciarsi andare ed il rimanere salde, tra il farsi coinvolgere dalle cose del mondo ed il rimanere fedeli, tra il ritornare nel tenebroso vortice dei desideri ed il rimanere nella luce della consapevolezza.
Anche per questo motivo quelle Donne non ebbero quasi mai figli, dato che il loro concepimento necessitava di una intimità amorosa, che per loro era pressoché impossibile trovare alle loro inderogabili e severe condizioni.
Il loro rifiutare mariti od amanti impedì ad esse di avere dei figli ed una discendenza alla quale avrebbero potuto cercare di trasmettere le loro conoscenze ed i loro misteri.
Ma questo fatto fu probabilmente un bene, per il motivo che non è assolutamente sicuro che i figli, e soprattutto nel loro caso le figlie, rechino in sé le caratteristiche della madre e le sue vocazioni e predisposizioni.
Ed il rinunciare ad avere delle figlie, che con molte probabilità avrebbero potuto mettersi in contrasto con loro e soprattutto con l’amoroso sogno che esse rappresentavano e che in loro continuava a vivere, sicuramente in molte causò dei momenti di tristezza, ma anche la consapevolezza di essersi evitate complicazioni e difficoltà che avrebbero potuto metterle a dura prova.

Da: La voce dell’antica Madre di Ada d’Aries

In Alchimia il fuoco segreto è l’agente trasmutatorio principale. C’è un fuoco che non è un fuoco volgare di fiamma e che compie tutte le operazioni alchemiche.
Non è un composto chimico complesso. Non è né un metallo, né un acido, né un alcol. Non è nemmeno l’elettricità, né i raggi X, né il magnetismo animale. Questo fuoco è stato chiamato anche l’agente primordiale, il sale filosofico, il fuoco-acqua, l’acqua che non bagna le mani, l’Alkaest: il dissolvente universale, La Rugiada di Maggio, l’acqua mercuriale, l’acqua ignea e in tanti altri modi ancora, poiché non c’è una esatta terminologia alchemica. Il significato di un termine dipende dal contesto nel quale si trova, poi molto spesso i procedimenti sono spezzati e mescolati dal punto di vista temporale. Molto importanti sono sempre le illustrazioni dei trattati, infatti c’è un libro stampato in Francia nel 1677, chiamato Mutus Liber in quanto formato di sole immagini.
Una delle tavole di questo libro ci mostra un uomo ed una donna intenti a strizzare dei panni che sono stati lasciati sull’erba durante la notte, mentre nello sfondo si vedono pascolare un toro ed una pecora. I due animali rappresentano la primavera cioè i segni zodiacali di Ariete e Toro: è in questo periodo che bisogna raccogliere la rugiada, prima dell’alba. Questa rugiada è carica dello Spiritus Mundi, di un’energia che proviene dal cosmico, dal Sole e che viene però condensata tramite riflessione dalla Luna. Questa rugiada potrà poi essere usata per fini curativi o dopo particolari lavori, per nutrire il sale che permetterà l’unione di Zolfo e Mercurio.
C’è insomma un’energia che si può catturare ed il composto alchemico ad un certo punto viene chiamato anche calamita, in quanto attrae sempre di più l’energia cosmica.
Nell’antico Egitto si narra che il Faraone potesse controllare un particolare raggio cosmico chiamato raggio verde. Il sale alchemico saturo di energia ad un certo punto diviene verde. La bibbia degli alchimisti, cioè la tavola smeraldina attribuita ad Ermete Trismegisto, è appunto incisa sopra una tavola di smeraldo verde.
Ma se è possibile con determinati procedimenti o supporti o macchine catturare questa energia, probabilmente lo si può fare anche con lo strumento più complesso che esiste nell’universo: il corpo umano. Gli alchimisti adibivano un angolo del loro laboratorio a oratorio, nel primo si compiva l’evoluzione della materia, nel secondo l’evoluzione dell’operatore stesso, ma l’agente evolutivo era lo stesso: IL FUOCO SEGRETO DEI SAGGI, l’energia cosmica che penetra ogni cosa, il verbo che fu all’inizio, le lingue di fuoco discendenti sugli apostoli, il potere di Kundalini, il Ki dei taoisti.
Non va confuso con il magnetismo personale, è un energia che entra nell’uomo, che prima deve farsi vuoto, deve divenire la coppa o il vaso che possa contenere la bevanda degli dei. La preghiera o la meditazione possono arrestare il flusso psicomentale e permettere a questa energia di entrare. Forse questa energia si concentra nel ventre, in quello che in Giappone viene chiamato Hara. Iconograficamente un ventre prominente, magari con sopra disegnata una spirale simboleggia questa energia immagazzinata nel centro addominale. Anche alcune tecniche dell’esicasmo cristiano uniscono la respirazione, la preghiera e la consapevolezza di questo centro, focalizzando l’attenzione visiva sull’ombelico. Si può ipotizzare che un lavoro alchemico sul corpo umano porti a lavorare sui chakras, i sette centri dell’uomo secondo le filosofie orientali.

Da: http://www.gianobifronte.it/2.../2f.../ ... egreto.pdf

ARTICOLO TRATTO DALBLOG Nebbiario di una viandante della carissima amica la Dama di Avalon. Grazie ancora una volta...
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