SIMBOLI... osservazioni e riflessioni

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Artos

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Messaggioda Artos » 07/09/2011, 5:55

Riflessioni sull'acqua

La prima riflessione che mi viene in mente dell'elemento acqua è il vuoto.
Il concetto di vuoto in relazione all'elemento acqua è da intendersi come polare e complementare rispetto a quello di forma rappresentato dal fuoco. Non il nulla, il non essere, lo zero assoluto, ma piuttosto uno spazio da riempire, una sostanza da plasmare, un contenuto da formare.

La reazione, Il fuoco è azione, l'acqua è reazione. Mentre l'azione è primaria, cioè scaturisce direttamente dalla volontà, la reazione è secondaria si genera in conseguenza dell'azione. Questo non significa che la qualità e le caratteristiche della reazione siano le stesse del movimento primario che le ha generate, in quanto la reazione stessa è una funzione propria di ciò che reagisce, e ne manifesta le caratteristiche. Per esempio: l'azione di accendere una miccia a un vecchio cannone produce la reazione dello sparo e invio di materiale distruttivo dal cannone stesso. benchè scatenato dall'azione primaria avverrà secondo proprie caratteristiche, e non in dipendenza di come è stato acceso la miccia.

Assorbimento dall'ambiente verso il sè o recettività. Immaginiamo il sè come un cerchio, e l'ambiente che lo circonda come un cerchio esterno più grande, possiamo vedere la qualità del fuoco come un vettore diretto dal cerchio più piccolo verso il più grande azione del sè sull'ambiente e quella dell'acqua come un vettore diretto dal cerchio esterno verso l'interno assorbimento dall'ambiente, recettività.

Sensibilità. Un effetto diretto del rapporto che l'acqua ha con l'ambiente e con i concetti di reazione, recettività e penetrazione, è la sensibilità, intesa come capacità di percepire la realtà esterna e di reagire a questa. Anche nel linguaggio corrente, quando una persona viene definità sensibile, si fa riferimento alla sua capacità di rispondere con proprie modificazioni interne a eventi e stimoli provenienti dall'esterno: più intensa e precisa è tale capacità, e più la persona si definisce sensibile.

Penetrazione in profondità. Essendo collegata al concetto di contenuto piuttosto che a quello di forma, l'acqua trova il suo naturale ambiente nell'interno delle forme. Questa caratteristica porta in un esempio di tipo comportamentale a sottovalutare l'aspetto formale delle cose, dei fatti e degli esseri umani e a polarizzarsi invece su ciò che sta dietro, dentro, oltre a questo. E' per ciò che tradizionalmente all'elemento acqua vengono assegnati il campo emotivo, quello psicologico e quello spirituale.

Duttilità formale tendenza ad acquisire la forma del contenitore. Fa parte di un detto comune, che l'acqua assume la forma del recipiente in cui è contenuta, spesso confondendo questa qualità che è possibilità di assumere una forma con l'assenza di una precisa identità ontologica. In campo umano è frequente associare tale caratteristica a debolezza di personalità, facilità al condizionamento e scarsa pregnanza individuale. In realtà va tenuto presente che se è vero che l'acqua è suscettibile di essere plasmata ad opera delle strutture formali, è altrattanto vero che la sua sostanza rimane identica, indipendentemente dalla forma e dal contenitore.

Conoscenza per assimilazione dell'oggetto. Se il fuoco conosce l'ambiente bruciandolo, l'acqua può entrare in relazione secondo due modalità che in realtà sono varianti di un solo archetipo conoscitivo. L'acqua infatti può accogliere in sè assorbire una goccia di inchiostro, colorarsi dello stesso colore di questa reazione e così conoscerla. Oppure può penetrare in profondità venire assorbita, e così entrare in relazione con l'interno delle cose, e dall'interno conoscerle.

Visione periferica. La sintesi è una proprietà dell'acqua, che tende a unificare, a collegare, a cogliere non le parti ma il tutto che esse costituiscono. E allo stesso modo, attraverso la visione periferica quella che si può sperimentare fissando lo sguardo su un singolo oggetto e cercando di percepire il resto del campo visivo è impossibile cogliere entità singole e separate dal resto dell'ambiente. C'è una naturale e diretta interdipendenza fra questo concetto e quelli di analogia e di pensiero analogico. L'analogia, infatti è la possibilità di percepire come uguali o collegati oggetti che, pur non mostrando a livello logico alcuna identità, nel loro insieme appaiono in qualche modo collegati o simili. Un saluto e abbraccio fraterno.

Artos

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Messaggioda Artos » 07/09/2011, 9:47

La porta sul Caos, le Tre Morti dell'Aquila.

I segni zodiacali dello Scorpione, Cancro e Pesci sono segni d' Acqua .
Il Cancro rappresenta l'incarnazione dell' Anima, il Quattro perché è il quarto segno zodiacale, la Legge della Realizzazione, la Porta dell'Est. Sembra che ci vuole dire pure che i tre giorni dopo del Solstizio d'Estate in cui si festeggia Giovanni Battista che battezzava con l'Acqua del fiume Giordano che questo segno rappresenta l'acqua corrente dei fiumi .

Lo Scorpione invece viene chiamato la porta sul Caos, le tre morti dell'Aquila, rappresenta le Acque delle paludi e dei laghi ovvero l' Acqua stagnante. Invece Pesci viene rappresentata dall' Acqua dell'Oceano.

Come si è visto sulle riflessioni dell'Acqua , l'Acqua in penetrazione vede oltre, dietro e dentro la forma.

Il segno astrologico dello Scorpione è suddiviso in tre livelli evolutivi. 1° Livello evolutivo viene chiamato Scorpione quello che non si raccomanda a nessuno. Il secondo livello evolutivo viene chiamato Serpente ed è un livello così e così. Il terzo livello viene chiamato Aquila ed è il livello dell'eccellenza di questo segno. Si dice che i Discepoli della Gerarchia vengono provati proprio su questo segno zodiacale.

Questo segno è l' ottavo dello Zodiaco, il segno precedente Bilancia chiude il ciclo del Sette e con questo si và oltre si và all'ottava superiore. In questo periodo dell'anno una parte del Pianeta attraversa il periodo buio e freddo dall'autunno e dell'inverno. Lo Scorpione viene rappresentato della Morte.

Per la Morte è passato il Maestro Gesù che dopo tre giorni è risuscitato, il profeta Giona che dimora 3 giorni nella pancia del pesce la profezia di Padre Pio che ci saranno tre giorni di buio e afflizioni sulla Terra etc. etc. Se succederà quello che si dice in giro questo è il giusto periodo che lo rappresenta . E anche vero che ne usciremo alla grande in quanto a livello simbolico questo Segno Zodiacale ha tutte le carte in regola per il superamento di tutte le avversità.

A livello occulto è retto da Plutone che è il Pianeta dei grandi cambiamenti, il ritorno a livello individuale nella terra di appartenenza etc.etc. Ripeto ci sono tutte le condizioni Planetarie., e simboliche che ciò possa avvenire. Però ci sono pure tutte le condizioni Planetarie e simboliche che ne usciremo alla grande. Ho scritto questa riflessione oggi in quanto ci sono truppe cose negative in giro compreso parecchi messaggi canalizzati riferiti a questo periodo però è anche vero che ci sono tutte le condizioni di superarle alla grande. Un saluto e abbraccio fraterno a tutti.

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Runika
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Messaggioda Runika » 07/09/2011, 12:31

Interessante ciò che hai scritto sullo scorpione, non mi sono mai interessata molto all'astrologia ma sono sempre incuriosita da tutto.
Citazione:
Il segno astrologico dello Scorpione è suddiviso in tre livelli evolutivi. 1° Livello evolutivo viene chiamato Scorpione quello che non si raccomanda a nessuno. Il secondo livello evolutivo viene chiamato Serpente ed è un livello così e così. Il terzo livello viene chiamato Aquila ed è il livello dell'eccellenza di questo segno. Si dice che i Discepoli della Gerarchia vengono provati proprio su questo segno zodiacale.


Come si distinguono i livelli evolutivi? Se non ti dispiace la cosa m'incuriosisce molto.
Ti ringrazio, un bacio.


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drago-lontra blu
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Messaggioda drago-lontra blu » 07/09/2011, 12:40

Sta lince che viene stuzzicata.....
però non ho voglia di riassumere, per cui posto direttamente un articolo che vero che è lungo, ma comprende la mia visione meno " Sacrificale " di questi tre segni zodiacali.
Sono pigra, passatemi il copia incolla.
Ciao Artos Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy

ecco il bellissimo articolo ( una parte) di Maria Teresa Mazzoni dal sito /www.convivioastrologico.it
.......
Ma come i miti della creazione, sono altrettanto
numerosi e importanti quelli della nascita e della nutrizione. Anche questi
sono appannaggio del Femminile e i pianeti ad esso preposti sono Luna e
Venere che rappresentano diverse divinità e acquistano una simbologia
differente secondo i segni e le funzioni che devono espletare.
Astrologicamente il Cancro è il segno della nascita; in esso il Principio
Femminile Materno è associato ai ritmi della Luna.

Fin dai primordi era stata notata l’influenza di
questa sulle acque, sulla terra e su tutti i processi vitali, motivo per cui
la Luna fu considerata fonte di fertilità e associata alla fecondità
femminile, a quella degli animali e ai ritmi della vegetazione. Essa
nell’immaginario primitivo era anche il luogo in cui soggiornavano le anime
prima di incarnarsi e il Cancro, suo domicilio astrologico, era chiamato
“Porta degli uomini” perché si pensava che le anime scendendo dalla Luna
entrassero nel mondo terrestre attraverso questo segno zodiacale. La
scomparsa della Luna durante i tre giorni di novilunio era considerata una
minaccia per la vita sulla terra mentre la sua ricomparsa, simile alla
rinascita delle piante e della Natura, era un’ulteriore conferma del duplice
potere del Femminile: la sua capacità di dare la vita era sempre accompagnata
dalla possibilità di toglierla. Dea della luce lunare era Artemide: in lei
era rappresentata la giovinezza apportatrice di nuovi inizi e nuova vita, era
benefica per la natura ma possedeva arco e frecce con cui poteva dare anche
la morte; era una dea della caccia ma contemporaneamente proteggeva gli
animali; era una dea vergine ma in molti luoghi era venerata come un’immagine
femminile dotata di molte mammelle, cosa che la poneva chiaramente tra le dee
madri. In lei erano quindi compresi aspetti diversi e contraddittori quali
vita e morte, purezza e fecondità - espressioni delle fasi lunari e della
duplicità luce/buio. Le divinità d’altra parte avevano spesso funzioni
opposte e contrastanti che esprimevano la “coincidentia oppositorum” in cui
l’uomo aveva intuito essere l’essenza della divinità; ma è anche possibile
che questo archetipo lunare indicasse un materno che nella sua funzione
nutriente e protettiva era considerato puro e sacro. Non è un caso che ad
Efeso dove il culto di Artemide era molto sentito, questa devozione sia stata
sostituita più tardi dal culto all’immagine cristiana di Maria, vergine e
madre del figlio di Dio. Artemide era comunque una dea lunare che prendeva il
nome di Selene come luna piena indicatrice della femminilità fertile,
apportatrice di abbondanza; diventava poi Ecate, la Vecchia che portava la
morte, come novilunio. Sotto quest’aspetto buio proteggeva la magia, le
cerimonie di iniziazione e quelle dei moribondi. Le sacerdotesse di Ecate
assistevano i malati terminali e quando questi spiravano preparavano i loro
corpi e presiedevano ai loro funerali. Durante la celebrazione dei loro
misteri esse spezzavano una verga con le foglie bianche come la luna, simbolo
della vita, perché come Ecate era seguita dal ritorno di Artemide, così si
pensava che alla morte sarebbe seguita una rinascita. La Luna e il segno del
Cancro suo domicilio, furono comunque identificati come simboli astrologici
del legame madre/figlio, della funzione di allevamento, allattamento,
protezione della prole; come nascita, origine della vita individuale e
familiare. Culti dedicati alla Luna esistevano tra i Sabini e gli Etruschi
per non parlare del famoso culto egiziano di Iside, del legame con suo figlio
Horus e della sua capacità vivificatrice grazie alla quale poté “ricomporre”
il suo sposo/fratello Osiride.

Ma i miti del femminile nutritivo si collegano
anche a quelli della vegetazione e ai riti ad essa connessi. La fertilità
della terra era associata a quella della donna e poiché le donne erano
depositarie dei segreti della creazione, ad esse fu demandata l’agricoltura e
i suoi misteri.

Demetra era la dea delle messi; veniva spesso
rappresentata con una spiga in mano e questo suo aspetto è anche il simbolo
del segno zodiacale della Vergine. Questo segno, legato alla fine
dell’estate, è associato al lavoro e alla meticolosità nell’eseguirlo ma è
probabile che questo lavoro all’inizio fosse quello agricolo e in quel
particolare periodo dell’anno riguardasse il raccolto e la sua conservazione
durante l’inverno. L’inverno, rappresentando la morte della natura, poneva il
problema della sopravvivenza e nei Misteri di Eleusi, fondati da Demetra,
l’iniziazione sembra che comprendesse una sorta di discesa agli inferi dove
erano presenti sia Demetra che sua figlia Persefone. Il rapimento di questa
da parte di Ade era all’origine di una vicenda di dolore e di ricerca da
parte della dea che infine invitava gli uomini a costruirle un grande tempio
dove essa avrebbe insegnato loro i suoi riti. Questi erano legati
all’agricoltura e specialmente al grano che, secondo molti testi e
raffigurazioni sui monumenti, era stato donato all’umanità da Demetra dopo il
rapimento di Persefone e in ricordo di questo evento, durante la celebrazione
dei Misteri, gli iniziandi vagavano con le torce in mano imitando la dea e la
sua affannosa ricerca. Queste cerimonie avvenivano due volte l’anno: in
primavera venivano celebrati i Piccoli Misteri; a settembre/ottobre avevano
luogo i Grandi Misteri che duravano 8 giorni con processioni, sacrifici,
danze, e riti segreti. Queste cerimonie comunque sembra che si riferissero
sempre al mito delle due dee, madre e figlia; da ciò si deduce che
l’agricoltura, la conservazione del cibo indispensabile per la sopravvivenza
e l’esperienza della morte con relativa discesa nell’oltretomba erano
associate e fatte oggetto di un rito comune. E se il segno zodiacale della
Vergine, come si è già detto, è legato non solo al lavoro e al raccolto ma
all’atavica insicurezza per la possibile scarsezza del cibo, cosa che rende
questo segno particolarmente attento a tutti i dettagli – è nello Scorpione
che ritroviamo la simbologia della morte, della trasformazione e della
rinascita. Il segno della Vergine è ancora legato ad un Femminile che nutre e
provvede alle necessità, anche se qui l’istintualità dell’energia si scontra
con le necessità della vita e per questo la sua fertilità rischia di
trasformarsi in sterilità. Demetra che non vuole separarsi dalla figlia
infatti è il materno che non vuole staccarsi della prole nonostante la vita
lo esiga per la continuazione della specie. Siamo legati perciò ad una
simbologia di crisi che deve portare alla acquisizione di una nuova
consapevolezza ma siamo ancora comunque nell’ambito di quei miti associati
alla Natura, alla fertilità, alla vegetazione; mentre lo Scorpione a cui appartiene
il mito di Proserpina, ci porta al mistero del ciclo vita/morte/vita e a
quello della morte e resurrezione. Secondo la sequenza zodiacale è
nell’ottavo segno che avviene il confronto diretto dell’uomo con la sua
mortalità; è lì che dopo tutta quella serie di esperienze simboleggiate dai
sette segni precedenti e legate alla nascita e alla crescita, al lavoro e
all’unione - è lì, dicevamo, che si comprende l’inevitabilità di questo
evento. L’uomo che si è accoppiato e riprodotto ha realizzato la finalità
della natura; la conservazione della specie è assicurata; quindi non gli
resta che morire. Questa drammatica realtà è vissuta nello Scorpione, segno
autunnale in cui nel bacino del Mediterraneo si vivono i giorni più brevi,
quelli in cui la luce scompare sempre prima, annunciando così l’incombere
della morte. Nell’antico Egitto Osiride, dio dei vivi, deve affrontare la
morte che lo rende dio dell’Ade, ossia di un mondo invisibile da cui ritorna
però ogni giorno sotto l’aspetto di Horus.

Horus è il sole che nasce dalle tenebre, illumina
il mondo e sparisce per poi tornare ancora e ricominciare il suo viaggio di
vita e di morte; esso è il simbolo del creato, dell’uomo e del suo destino,
del sacro ritmo della natura di cui l’uomo fa parte. Esso prospetta la dissoluzione
come necessità della natura, motivo per cui niente di ciò che esiste può
restare uguale e la morte è il passaggio attraverso il quale si opera la
trasformazione. Nello Scorpione ha luogo la lotta tra la vita e la morte; la
vita individuale e materiale viene annientata ma la sconfitta paradossalmente
si accompagna alla conquista: quella di una vita diversa, di un diverso
livello di coscienza che si apre al piano metafisico. Ma perché questa ascesa
possa compiersi è necessario prima scendere in basso, affrontare l’inferno -
e i miti del viaggio agli inferi non si contano. Il più antico sembra sia
quello sumero delle sorelle Inanna ed Ereshkigal, una regina del cielo e
l’altra dell’oltretomba. Inanna, pur di salvare suo marito Dumezi dalla
morte, scende nel mondo oscuro di sua sorella e accetta tutta una serie di
spoliazioni fino al sacrificio della sua stessa vita; ma quando,
rivitalizzata si accorge che nonostante tutto suo marito è morto, in essa si
scatenano la rabbia e il desiderio di vendetta.

Alla fine però si calma e accetta la nuova
modalità di essere che le proviene proprio dalla iniziazione a cui si è
assoggettata. In questo mito sono presenti tutti gli elementi dello
Scorpione: la morte, la spoliazione, il male, la trasformazione. Per poter
accedere ad un diverso livello di vita bisogna morire in senso letterale o
figurato, bisogna sacrificare ciò che è più caro e il male, così come la
morte, possono essere superati solo affrontandoli e vivendoli fino in fondo.
Inanna viene trasformata non solo dal suo viaggio nel regno delle ombre e dal
suo sacrificare tutto, compreso il marito ma anche dall’essersi abbandonata
all’ira e al dolore. Solo vivendo anche i sentimenti negativi può conoscere
davvero se stessa e solo accettando la sua sconfitta può conquistare un altro
tipo di coscienza. Questo mito, come quello di Proserpina che rapita da
Plutone e trascinata nell’Ade ne diventerà poi la guida e la regina, parla di
una resurrezione che è anche una trasformazione: colui che scende
nell’oltretomba vive un’esperienza limite che permette l’acquisizione di
altre capacità e quindi di altre modalità di esistenza. Nella sequenza
zodiacale, superata la terribile prova della morte, si arriva al Sagittario
dove si comincia a prospettare la trascendenza. In questi miti tuttavia non è
presente solo il tema della morte ma anche quello dell’amore. Eros e Thanatos
sono le due grandi forze che si contrappongono nello Scorpione e non può
esserci una senza l’altra. L’amore e la sessualità danno la vita ma per preservare
la vita bisogna morire. La morte è una realtà dell’esistenza non solo perché
essa rappresenta il grande equilibrio senza il quale la riproduzione della
specie sarebbe una calamità, ma perché è proprio la morte che nutre la vita.
L’uomo da sempre per vivere si è cibato delle piante e degli animali e questa
violenza, così come quella che in modo diverso viene fatta a Proserpina o ad
Inanna, è strettamente connessa alla vita e alla sua trasformazione:
materiale o morale. E’ nello Scorpione che si realizza l’intuizione del
legame tra vita e morte, tra amore e violenza; e questa complementarietà si
ritrova in tutti quei riti in cui la divinità viene uccisa, smembrata,
mangiata e dove la sua carne e il sangue si trasformano in pane e vino
consumati dagli adepti. I misteri dionisiaci, quelli mitraici o di Attis, la
messa cristiana, ripetono tutti questo rituale attraverso il quale si
incorpora a se stessi lo spirito della divinità e dove si cerca di ottenere
l’unione mistica con il dio attraverso l’omofagia. Il pasto iniziatico
sottolinea il valore sacramentale del pane e del vino e anche il processo
dialettico vita/morte/rinascita.

Ma la storia di queste divinità che muoiono e
risorgono si ricollegano anche ad un altro grande mito: quello della
redenzione. Il tema della redenzione vive da sempre nella storia umana
perché, secondo tutte le religioni, l’incarnazione dell’anima è il risultato
di una “caduta” ed essa per risalire deve redimersi. Ed è nel segno dei
Pesci, ultimo della sequenza zodiacale, che si manifesta più forte questo
desiderio; esso è la tappa finale, l’ultimo stadio di un viaggio in cui si
sono percorse tutte le esperienze dell’esistenza individuale e tutte le
aspirazioni di un Io che gradualmente si è aperto al Tu e al Noi per arrivare
ad intuire la Totalità e a voler quindi abbracciare il Tutto. Ma per poter
accedere a questa riunificazione totale è necessario redimersi e la
devozione, lo spirito di sacrificio, la capacità di assistenza che animano il
segno dei Pesci – così come le altre manifestazioni quali il misticismo o la
capacità creativa o la stessa malattia – sono espressione del desiderio di
redenzione. Questo si può attuare abbracciando la Croce e la storia di Cristo
che, sacrificandosi e morendo su questa, ha espiato i peccati degli uomini e
ha riaperto loro le porte del Paradiso, indica la strada da percorrere: il
sacrificio volontario di se stessi, la capacità di vivere la sofferenza, la
solidarietà umana sono i mezzi attraverso cui si può realizzare questa
mistica aspirazione.

Il redentore è una vittima che accetta di morire, ma
come si è già visto, si muore ad un livello per rinascere ad un altro. Cristo
dopo tre giorni è risorto ed è salito in cielo ed altrettanto è accaduto ad
altre divinità come Dioniso che, divorato dai Titani, è rinato dalla coscia
di Zeus, ha iniziato gli uomini ai suoi misteri e ha salvato Arianna, simbolo
dell’anima umana; Osiride che, rianimato dalle cure di Iside e di Horus, è
diventato il simbolo della vittoria sulla morte e perfino la testa di Orfeo,
pur staccata dal corpo, diventerà un oracolo e continuerà a cantare. La
redenzione è quindi, per la mente umana, quell’iter miracoloso che può
restituire agli uomini l’immortalità e se l’espiazione, il sacrificio, la
sofferenza sembrano essere la tematica del segno dei Pesci, la spiritualità,
l’amore per il prossimo, la fede sono i veicoli attraverso cui in questo
segno si cerca di superare la barriera del tempo e dello spazio per
raggiungere l’eternità.
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Ospite

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Messaggioda Ospite » 07/09/2011, 12:57

la morte che si lega al segno dello scorpione... fa parte del discorso "morte dell'uomo vecchio" fase attraverso cui spesso lo scorpione (che nella visione "negativa" è un individuo spesso con tanti risvolti egoici legati a corazze che si costruisce nel tempo stante la sua di base forte sensibilità e fragilità interiore dovuta al forte mix di emozioni che vive (si pensi all'animale scorpione come è strutturato simile a un crostaceo) per paura (la stessa che gli fa costruire la corazza) non passa.
questo a mia osservazione e sentire...sia chiaro
è il suo diciamo così "limite di base" come chi nasce in altri segni ne ha altri che deve superare se vuole evolvere.
a mio sentire il segno di nascita è "solo" la posizione di base evolutiva della persona.
una volta rinata nella Luce (attraverso le fasi alchemiche di evoluzione) la persona "esce" dallo schema dei segni zodiacali acquisendo le luci di praticamente tutti i segni e andando a formare idealmente un nuovo segno che io amo chiamare "di luce" (e che forse si lega al famoso tredicesimo segno citato da alcuni)

Artos

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Messaggioda Artos » 07/09/2011, 14:08

Ciao Runika, premetto non sono un'esperto di astrologia normale tantomeno di quella esoterica. Ci provo ti cito dal libro "anche un granchio può diventare un principe" di Nadav Crivelli edizioni Piemme. Il primo livello quello relativo a Scorpione è il massimo delle emozioni negativite riferite a paura, ira,, gelosia, desiderio di potere etc. etc. come carattere mancanza di valori morali, tendenza alle perversioni soprattutto sessuale. Ancora in peggio può diventare un omicida, Killer. Il 2° livello è per le persone comuni, il bene e il male si bilanciano, pertanto gli aspetti negativi e positivi sono bilanciati. Il terzo livello è presente in uno dei quattro Siboli del Trono di DIO, l'Aquila. In Cielo non c'è posto per veleni, o altra roba dei due precedenti livelli. Le qualita che un individuo dovrà sviluppare per diventare un'Aquila sono:

- Una certa dimestichezza e padronanza dei concetti metafisici riguardante la natura di Dio e il suo rapporto con il creato;
- dedizione e studio delle Sacre scritture, specie alla luce delle chiavi interpretative della Cabalà;
- pratica della preghiera e della meditazione;
- momenti in cui, all'interno della tua consapevolezza, il silenzio prenda il posto dei processi verbali;
- buona conoscenza delle leggi naturali descritte dalla scienza e dalla matematica;
- una conoscenza delle leggi che governano gli stati invisibili dello spirito e dei vari livelli d'esistenza, ottenuta seguendo l'esoterismo comparato ( cioè quello che tiene presente il punti di vista delle varie discipline;
- equilibrio emotivo e superamento dei sentimenti negativi, primo dei quali l'ira;
- buone qualità d'animo, quali umiltà, amore per gli altri e per le creature, generosità;
- osservanza delle norme morali fondamentali, non approfittando mai del potere che la conoscenza ti dà per usare gli altri per scopi personale. Questa è la lista del libro che ho citato prima. Spero che soddisfa in parte la tua ricerca. Ciao e un abbraccio fraterno.

Ciao Drago Blu e Turaz mi sono trovato a scivere quest'articolo oggi perché ieri ho visto un messaggio canalizzato sull'Acqua ed accomi qua. Come al solito del messaggio si parla di una coda della Cometa che potrà interessare una parte del Pianeta, ci saranno angoscie, e problemi per i depressi, loro sono presenti con la flotta presso Alfa Centauri. Che si svolgerà tutto come previsto etc.etc. e a proposito di questo uno di questi giorni dirò la mia a riguardo delle Sacre scritture. Il mio scritto non è per niente negativo anzi dico che tutto quello che si dice è tutto simbolico ed se si può roccoglie tutte le cose che dicono le Sacre Scritture, Profezie etc. etc. l'unico segno zodiacale lo rappresenta questo è appunto il segno dello Scorpione. Un saluto e abbraccio fraterno.

Ospite

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Messaggioda Ospite » 07/09/2011, 14:11

non lo legherei così tanto a un segno zodiacale.
ciascun segno ha le sue doti
mi pare che in kabbalah la lettera corrispondente è NUN
nello scorpione come segno la paura della morte è molto forte perché di "base" è il punto che deve superare per evolvere.
come ad esempio prendendo un altro segno (poniamo gemelli) ciò che deve superare quasi subito è l'integrazione tra la sua parte femminile e maschile.

Artos

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Messaggioda Artos » 07/09/2011, 14:25

Questo lo dico nell'articolo sulla pazienza che secondo me ha che fare con quei principi sopraesposti. Ciao Turaz

Ospite

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Messaggioda Ospite » 07/09/2011, 14:42

Artos ha scritto:
Questo lo dico nell'articolo sulla pazienza che secondo me ha che fare con quei principi sopraesposti. Ciao Turaz

beh non ho letto l'articolo quindi chiedo venia.
ma rimane il fatto che a mio avviso ogni segno rappresenta in un certo qual modo un "passo" che l'uomo per divenire Uomo deve compiere
chi quei passi li ha fatti ha "trasceso" il proprio segno di partenza ed è evoluto nella luce.
chi non lo ha fatto è rimasto fermo al suo "nodo" cruciale.
penso che si leghino le cose dette.
un abbraccio

Artos

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Messaggioda Artos » 07/09/2011, 15:59

Ciao Turaz ripeto come ho detto sopra io non sono un'esperto di astrologia. Intuisco però che su tutte queste cose non c'è un limite. Tutto compreso l'astrologia noi ricaviamo una piccola parte dall'infiniito e lo portiamo nel finito. Ma rimane una piccola parte. E mi fermo qui perché se no andremmo nell'inspiegabile già sono molto ignorante figuriamoci se vado oltre. Ciao Turaz e un abbraccio fraterno.


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