Spazio e Tempo.
Su questo Pianeta il tempo viene misurato con il sistema sessagesimale. 60 secondi formano un minuto, 60 minuti formano 1 ora etc. A detta degli studiosi questo sistema sessagesimale fu inventato dai babilonesi. Da mie ricerche risulterebbe che questo sistema veniva utilizzato anche da scuole esoteriche indiane molto prima dei babilonesi. Queste scuole esoteriche indiane si basavano sul respiro o pranayama. Si basavano su 4" per l'espiro e da questo calcolavano 60 ore di respiro. Queste 60 ore di respiro formato di 4" era la distanza che la Luna permaneva in una costellazione. Pertanto 60 ore la Luna permane in una costellazione pari a 2 gg e ½. Moltiplicato per 12 costellazioni risulta che il ciclo lunare è di 30 gg. Questo da non confondersi con i due cicli lunari di circa 14 gg della Luna Piena e circa 14 gg della Lina Nuova.
Questi sono due Cicli diversi. Il Ciclo di 30 gg serve per i ricercatori per una particolare Energia. A seguito di questa lavorazione queste scuole insegnavano a controllare il respiro e le distanze tra la Terra e la Luna. Con questo sistema sapevano pure fare le distanze tra la Terra e i vari Pianeti. Mi fermo qui in quanto i famosi bambini rimangono nella conoscenza di questo Sistema Solare. Oltre è dovuto agli Anziani.
Oltre a quanto detto sopra c'era un controllo sul respiro e le vari variazioni per il calcolo dei 3 mesi, 6 mesi, 1 anni etc. In occidente come spiega bene l'articolo sottostante invece si basa o basavano sui battiti cardiaci 72 battiti al minuto. Come si vede il calcolo si basa su numeri sessagesimali. Prima di chiudere questa riflessione mi viene in mente che le Nadi del corpo umano sono circa 72000. Anche questo calcola della Nadi si basa sullo stesso sistema:
http://www.alkaemia.it/chakra_nadi.phpAdesso prenderei in considerazione due Dee Egiziane e precisamente Iside e Sua Sorella e moglie di Seth Nebt-Het (Nephthys).
Iside è Moglie di Osiride che viene citato nell'articolo sottostante di nome Sokar. I Suoi Simboli sono un Trono, una Semisfera, per intenderci meglio la semisfera che và dall'equatore al polo Nord di un Pianeta, un cerchio e una donna seduta. Pertanto anche la Dea Iside agisce sull'emisfero nord di un Pianeta come pure Osiride.
La Dea Nebt-Het (Nephthys) invece da una colonna con sopra una semisfera indicante invece qualla opposta alla Sorella (Iside) che andrebbe dall'Equatore al Polo Sud, in'oltre una semisfera come Iside, un cerchio ed altri Simboli (non li cito per non complicare questa ricerca).
Pertanto sembrerebbe che le Due Sorelle egirebbero Iside solo sull'Emisfero Nord come Osiride invece Nebt-Hert sia sull'Emisfero Sud che quello Nord.
Ripeto come ho detto nell'articolo appunti su Testi Sacri l'Emisfero Nord è il non ritorno, l'Emisfero Sud il Ritorno. Noè alla fine del Diluvio mandò via due colombe la prima non ritornò la seconda ritornò con un ramo d'olivo. Il ramo d'oliva rappresenta la Pace. Per adesso mi fermerei qui con questi appunti o riflessioni.
Omphalos – L’unione fra Cielo e Terra
Esiste l’unione fra Cielo e Terra??? O è mai esistita l’unione fra Cielo e Terra??? Sì, essa esiste ed è esistita. L’abbiamo avuta sotto gli occhi per millenni interi ma non l’abbiamo mai riconosciuta. L’unione fra Cielo e Terra è anche l’unione fra il Fisico ed il Metafisico, fra l’Anima ed il Corpo, fra il Divino ed il Mortale, fra il Finito e l’Infinito, fra il Cosmo e la Terra. Questa unione era ed è rappresentata da una pietra, tangibile ed indistruttibile per attraversare i millenni, la pietra denominata “Omphalos”, “Onfalo” in italiano. Questa denominazione fu coniata dagli antichi greci per un concetto che essi ricevettero come eredità proveniente dalla notte dei tempi, il concetto del cordone ombelicale del mondo.
Le pietre Omphalos, alcune o molte delle quali oggi sono conservate in vari musei del mondo, marcavano le posizioni dei cosiddetti “centri oracolari” dell’antichità dove delle sacerdotesse propiziavano le arti divinatorie, chiamate per l’appunto “oracoli”, cioè dei responsi su futuri avvenimenti. I più famosi centri oracolari della Grecia Classica erano Dodona, Delfi, Tebe, Rodi, Colchis, e ve ne erano molti altri sparsi nell’antico mondo conosciuto. Ma, quando si iniziarono ad usare le pietre Omphalos per marcare le posizioni dei centri oracolari, la loro funzione ed il loro significato originale erano già persi e dimenticati e l’idea quindi passò, fino ai giorni nostri, che questi “centri oracolari” fossero dei centri di divinazione.
Con l’avvento delle campagne archeologiche inaugurate con la spedizione di Napoleone in Egitto, e con la conseguente scoperta da parte di Jean François Champollion della chiave di lettura dei geroglifici, la prospettiva della storia cominciò a cambiare perché si iniziò a poter leggere ed interpretare un numero pressocchè infinito di reperti rimasti sotto le sabbie, e quindi sconosciuti, per millenni. Il loro significato però, ancora oggi, non si è voluto o potuto riconoscere perché queste nuove prospettive e antiche realtà, sorte dagli scavi archeologici, sono tanto sconvolgenti che il mondo accademico, religioso ed istituzionale, legato ai privilegi del sapere classico dello status quo, ne verrebbe stravolto, per cui meglio è far finta che esse, queste nuove realtà, non esistano, essendo il prodotto di menti malate.
Le pietre Omphalos erano a forma semisferica allungata verso l’alto e rappresentavano l’emisfero nord terrestre. La superficie di queste pietre era scolpita con varie raffigurazioni fra le quali la più indicativa ed esplicativa si trova sull’onfalo di Delfi, consistente in una rete, rassomigliante vagamente ad una rete da pesca, ove le maglie della rete possono significare sia la rete dei meridiani e dei paralleli geografici della Terra, e sia i tanti collegamenti dei punti di incrocio geodetici che le stesse maglie raffiguravano. Queste raffigurazioni scolpite nella pura pietra sono poi state arricchite da altre notizie ed informazioni scaturite dai reperti degli scavi archeologici egiziani.
Le raffigurazioni pittoriche mostrano il Dio dell’orientamento, Sokar, come un omphalos con due colombe viaggiatrici appollaiate su di esso e una di fronte all’altra. Queste colombe viaggiatrici sono riportate dovunque sono raffigurati gli omphalos. Ed è risaputo che la caratteristica dei colombi viaggiatori è quella di orientarsi alla perfezione ritornando al punto di partenza dopo aver coperto fino a circa 1000 chilometri in un giorno. Esse quindi erano un mezzo di comunicazione celere, perfetto ed infallibile. Paradossalmente sembra che oggi, con le mail via internet che possono (volendo) essere spiate da tutti, molti stiano ritornando a servirsi di queste colombe, infinitamente più sicure e riservate.
Oltre a portare messaggi ed informazioni di qualsiasi tipo, due di queste colombe di pari potenza e resistenza fisica, volando in senso inverso fra due onfalo, ne potevano determinare la distanza facendo la media dei tempi di ciascuna, tenendo conto della loro velocità già rilevata su tratti conosciuti e che può raggiungere anche 100 km/ora.
Su alcune rappresentazioni pittoriche risalenti alle prime dinastie egiziane appare, inoltre, la parte più importante del concetto originale di onfalo, o omphalos, e cioè una inconfondibile UNITA’ DI MISURA, cubito o piede, centrata al di sopra dell’onfalo e fra le due colombe contrapposte sullo stesso onfalo, come detto. L’onfalo quindi ricordava che dalla sua posizione sulla Terra si ricavava l’UNITA’ DI MISURA LINEARE.
Il simbolo, in caratteri geroglifici, dell’unità di misura lineare era lo stesso simbolo per il significato di “CIELO”. Una coincidenza??? Non sembra proprio se si pensa che l’unità di misura lineare era figlia, o discendente diretta, del Cielo e della Terra, come più approfonditamente descritto all’articolo n. 23 – Origine della Misura. Una circonferenza cosmica era ed è composta di 720 dischi solari, due volte 360 gradi. Se questi 360 gradi vengono coperti, per effetto della rotazione della Terra, in 86400 secodi, che sono 86400 pulsazioni di cuore o 24 ore, ne consegue che sia possibile ricavare una unità di misura ad essi correlata, in un sistema unico ed integrato sessagesimale derivante da 86400/360. Questa unità di misura lineare, moltiplicata per 1000, dava quindi, per un grado terrestre, 240.000 unità, chiamate cubiti.
La misura quindi, con l’uomo al suo centro, era l’unione fra il Cielo e la Terra. In questa visione evolutiva ove tutte le componenti dell’Universo e della Natura erano tutte collegate, nesuna “indipendente” dall’altra, gli omphalos avevano un ruolo cruciale e di primaria importanza. Essi marcavano dei punti geodetici e di osservazione astronomica ove, sfruttando l’ombra del Sole lungo l’arco meridiano dall’equatore al polo, si effettuava la determinazione delle lunghezze dei cubiti alle varie latitudini ove ogni grado dell’arco meridiano era composto, come accennato, di 240.000 cubiti e di conseguenza un primo di arco era composto di 4000 cubiti. Tale cubito originario, di media per tutta la Terra considerata sferica, era 0,463 metri.
La non sfericità della Terra fa sì che un grado ed un primo di arco di meridiano aumentino gradualmente dai 110.574 metri e 1842 metri, circa e rispettivamente, all’equatore, ai 111.720 metri e 1862 metri circa al polo. Le pietre omphalos pertanto avevano tutte una forma sferica allungata perché, rappresentando l’emisfero nord terrestre, mostravano gradi e primi di arco di meridiano dalle lunghezze progressivamente crescenti.
Il possesso di questi dati e queste informazioni permetteva così la conoscenza delle dimensioni del pianeta, la mappatura della Terra e la mappatura del Cosmo. Ancora oggi, le nostre cartine stellari, anche se corrette varie volte, riflettono l’impalcatura di base formatasi durante quei remoti tempi con l’ausilio degli Omphalos. La ampia rete di comunicazioni ed informazioni disponibili con le colombe viaggiatrici permetteva, per esempio, in brevissimo tempo di conoscere quale era, ad una certa ora, la stella o astro allo zenith di un altro qualsiasi omphalos dalle note coordinate geodetiche.
L’omphalos, detto anche “navel” in inglese, oltre che essere situato nel tempio principale di varie capitali e centri abitati dalla significativa posizione geografica, era anche posizionato in zone deserte ma geograficamente importanti. Molti antichissimi omphalos erano in Egitto a Behdet, Heliopolis, Menfis, Tebe, Pi-Hapi, Akhet-Aten, Napata in Nubia, Siwa, e vi erano altri importanti omphalos a Sardis nell’odierna Turchia, a Nimrod, a Susa, Persepolis, finanche in Cina a An-Iang, a Mt- Gerezim in Israele, a Gerusalemme, alla Mecca, alle foci del Danubio, sul fiume Volga, , in Nord Europa, sembra in Italia secondo recenti ritrovamenti etruschi. Ma, sulla base di questa piccola lista, appare ragionevole pensare che un numero ben più grande di essi sia ancora nascosto.
La scelta per la posizione dei punti geodetici che venivano marcati con gli omphalos era determinata dall’incontro di importanti e fondamentali meridiani e paralleli con grandi fiumi, oppure dalla formazione geografica di figure geometriche precise come quadrati, triangoli e rettangoli che in tal modo facilitavano la mappatura e divisione della Terra, e quindi del Cielo, ed anche, essa, questa scelta, era determinata dall’essere ad 1/3 o 2/7 o altre precise frazioni dell’arco di meridiano fra l’equatore ed il polo.
Per esempio l’onfalo di riferimento centrale Pi-Hapi (30°00′ N – 31°14′ E) era sul meridiano, primo meridiano o meridiano di riferimento di quei tempi, che bisecava il delta del Nilo ed era ad 1/3 dell’arco meridiano equatore polo. La foce del Danubio era marcata da un omphalos (45°12′ N – 29°50′ E) ed era sul parallelo che bisecava l’Europa centrale, il Po ed il Danubio inferiore, all’incrocio con il meridiano del confine occidentale egiziano. L’omphalos di Persepoli (30°00′ N – 52°50′ E) marcava il terzo quadrato geodetico di 6°x 6° e che sul parallelo di 30° diventano 7°12′ di longitudine, esattamente ad est o sullo stesso parallelo di Pi-Hapi. La capitale Tebe egiziana fu costruita intorno all’omphalos (25°42’51″ N – 32°38′ E) che marcava, sul Nilo, i 2/7 dell’arco meridiano dall’equatore ed era sul meridiano del confine orientale dell’Egitto. E così via di seguito per tutti gli innumerevoli altri omphalos.
Sembra che omphalos nell’originale lingua egiziana antica fosse detto “THIBBUN”. Nello stesso egiziano antico la capitale oggi impropriamente chiamata Tebe era chiamata “WAST”. Fu quando si istituì il nuovo centro oracolare greco di Tebe, a similitudine di quello egiziano di “Wast”, che rimase questa nuova denominazione di Tebe sia per il centro greco e sia per la capitale egiziana, ciò dovuto all’informazione data ai greci dai fenici che l’omphalos o “navel” in Egitto si chiamava “THIBBUN”.
Il possesso delle nozioni del triangolo “MR”, contenente la sezione aurea, come descritto all’articolo n. 33 – I Fiori, i Confini dell’Egitto e l’Intelligenza Divina - la conoscenza dei triangoli e della geometria euclidea, in orizzontale ed in verticale, (che Euclide ha chiaramente espresso aver ereditato da altri), una estesa rete di comunicazione e di osservazione dai centri degli omphalos o “THIBBUN” per buona parte del pianeta, una misura derivata dal “Tutto è Uno” con l’uomo in unione fra Cielo e Terra, rendevano possibile la soluzione di tutti i problemi connessi alla cartografia cosmica e terrestre, oltrechè di navigazione, dimensioni del pianeta, rilevazioni e geografia e astronomia in genere, e non avevano nulla da invidiare agli stessi moderni sistemi tecnologici e satellitari che hanno ridotto l’uomo, in cambio della comodità, senza più alcuna connessione nè rispetto per le meraviglie dell’Universo, la natura ed i suoi simili.
Fonte:
http://beautiful41.wordpress.com/2012/0 ... o-e-terra/ In uno dei Vangeli il Maestro Gesù ha detto " Io vado Misuro e Ritorno. " Un saluto.