Il Signore degli Anelli

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Angel
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Il Signore degli Anelli

Messaggioda Angel » 02/12/2009, 8:40

....ho trovato questa interpretazione simbolica molto accurata che voglio qui inserire per gli appassionati di Fantasy (che poco ha di fantasia quando racchiude in se le metafore del risveglio dell'uomo.....)

“Ognuno deve decidere come utilizzare il tempo che gli è concesso”

Che cosa rende tanto appassionante questo racconto meraviglioso?

Il magistrale adattamento cinematografico?

Oppure, il mistero e la magia del contenuto che si rivolge a tutti?

Nel primo episodio – “La compagnia dell’anello” – è narrato il combattimento tra la Luce e le Tenebre alla fine di un’era. Nella Terra di Mezzo vivono differenti gruppi di esseri, alcuni buoni e altri cattivi. La sorte degli abitanti della Terra di Mezzo sarebbe stata già da tempo decisa da Sauron, il Signore delle Tenebre, che alcune migliaia di anni prima non fu sconfitto dalla Luce. In quella battaglia perse i suoi poteri e anche l’anello, che restò per molto tempo nascosto, inattivo. Infine, esso riapparve tra gli Hobbit. Ma, adesso che la vita nella Terra di Mezzo si avvicina alla fine di un periodo di sviluppo, Sauron vuole riprendere nuovamente il suo potere. La sua forza aumenta di giorno in giorno, al punto da risvegliare il potere dell’anello. Per una serie di circostanze, lo hobbit Frodo si trova in possesso dell’anello così intensamente bramato. I poteri delle Tenebre lo inseguono, appena intraprende, insieme ad 8 compagni, il pericoloso viaggio verso la Voragine del Monte Fato, nel paese di Mordor. Là, dovrà gettare l’anello nel fuoco dal quale proviene: è il solo modo per annientare per sempre il potere delle Tenebre.

Basandosi su una conoscenza enciclopedica di miti e leggende, l’autore J.R.R. Tolkien ha costruito una storia ricca di simbolismi eloquenti.

Forse per tale motivo, questa serie di avvenimenti ha toccato la sensibilità di tanti lettori e spettatori. E’ come se essi guardassero indietro, ritornassero in un’epoca a cui avrebbero inconsapevolmente preso parte: è come se si fosse mostrato loro qualcosa in relazione con il passato microcosmico, sopito ma ancora presente.

Tra i 9 compagni, chiamati a condurre a buon fine questo impegnativo compito, ci sono un elfo, un mago, un nano, due uomini e quattro hobbit. Ciascuno gioca un ruolo importante in questa piccola comunità, ma tre di loro hanno una missione eccezionale da compiere: il mago Gandalf, l’uomo Aragorn e lo hobbit Frodo, il portatore dell’anello. Nonostante Gandalf non sia immortale come gli Elfi, è superiore agli Uomini. Per il momento, la sua sorte è strettamente legata a quella dei mortali, ma la sua saggezza e la sua magia non sono sottomesse alle limitazioni della Terra di Mezzo. Per questo, può lottare contro il male, che si manifesti in modo visibile o invisibile. All’inizio della saga, il mago è definito da Tolkien Gandalf il Grigio, e deve superare una serie di prove per trasformarsi in Gandalf il Bianco. In questo nuovo stato d’essere, sarà in grado di lasciare la Terra di Mezzo insieme agli Elfi, quando questo ciclo di evoluzione sarà giunto al termine. Gandalf avrà, allora, compiuto la sua missione.

Nello spettatore nasce il sospetto che si tratti di una realtà ancora invisibile. L’uomo mortale di questo secolo è sprofondato nella materia: l’antica saggezza riguardante le forme di vita che accompagnano l’umanità gli è quasi completamente ignota. Al massimo, gli sono trasmessi dei frammenti confusi, ma non ne conosce i particolari. Questi esseri sono realmente esistiti? Esistono ancora oggi e lavorano con la Luce, per trarre l’umanità fuori dal suo cammino di morte?

L’origine di Aragorn è inizialmente sconosciuta. Gli Uomini e gli Hobbit lo chiamano Grampasso, il Ramingo. A poco a poco, però, il gruppo che deve risolvere il mistero dell’anello scopre il suo passato: egli fu re. Discende dai sovrani della Terra di Mezzo che, un tempo, furono spodestati da Sauron. Nella lotta contro le Tenebre, la spada del loro potere fu rotta e vennero così asserviti alle forze del male. Aragorn porta il peso di questa eredità e si mette interamente al servizio del portatore dell’anello, al fine di restaurare il suo regno profanato.

La figura dell’uomo regale rimanda all’Uomo Originario, la cui Vera Natura riposa nel più profondo del suo essere e, allo stesso tempo, lo rende inquieto. Da un lato, egli è legato alle Tenebre, la sua natura nella Terra di Mezzo e, dall’altro, riconosce la Luce e si sforza di servirla per riconquistare la sua Regalità perduta.

Frodo e i suoi compagni sono i più riconoscibili. Rappresentano i normali esseri di questa natura: amano mangiare e bere, fare festa e divertirsi. Vivono all’interno di buchi nella terra della loro bella contea, non conoscono quasi il mondo che li circonda e solo pochi hanno un animo avventuroso. Quattro di essi, Frodo e i tre Hobbit del gruppo, partono: sono così piccoli da non avere mai avuto un ruolo importante nella Terra di Mezzo. Forse, proprio per questo, sono adatti a risolvere il mistero dell’anello.

Frodo è in possesso dell’anello da poco tempo, da quando Gandalf gli ha detto del potere e del significato di questo oggetto. Sebbene si senta troppo piccolo e troppo debole per un compito così pesante, egli si prepara ad intraprendere il pericoloso Viaggio verso la Voragine del Monte Fato. Non conosce la strada, ma si fida dei suoi compagni. Anche nei momenti di dubbio, sa interiormente che ciò è giusto, e deve perciò perseverare per riuscire a distruggere l’anello. Non si può scegliere questa strada perché ci appare romantica, eccitante ed onorevole. La strada che conduce all’annientamento del potere ciclico dell’anello del male segue un proprio percorso.

Il ruolo di Frodo mette in evidenza il legame tra tutte le creature dell’universo: grandi o piccole, forti o deboli, sono legate tra loro in un’unità. Esse provengono dall’Unità Divina e si manifestano in miriadi di entità in una diversità infinita. Ogni parte, non importa quanto sia piccola o dove si trovi, è un ingranaggio nel meccanismo dell’universo. Quindi, anche ogni atto insignificante è importante per il tutto, influenza l’insieme.

Nel gruppo dei nove – con Gandalf, Aragorn e gli altri – Frodo è il solo a poter portare l’anello. Ha poca forza e non lotta mai per avere il potere, la saggezza o le ricchezze, ma è sufficientemente saggio per comprendere il compito che gli spetta e ha il coraggio di mettersi in cammino. Tuttavia, quando Frodo si trova nel cuore di Mordor, esprime i suoi dubbi: “Vorrei che tutto ciò non fosse mai avvenuto”.

Le parole di Gandalf risuonano in lui:
“Ognuno deve decidere come utilizzare il tempo che gli è concesso”.
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Oliviero Angelo
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Messaggioda Oliviero Angelo » 02/12/2009, 11:24

Mia cara Kemi l'alkemica eheheh...
Sono sempre stato affascinato dal "Mondo" di Tolkien, dal sempre che mi sono imbattuto nel suo poderoso volume (solo 20 anni fa circa) e che da subito mi ha attratto, non spaventandomi la mole.
Ho sognato, ho pianto, ho gioito, riso... immedesimandomi empaticamente con Frodo e con ognuno degli altri 8 della Compagnia.
Il simbolismo intrinseco ora mi è chiaro e tu l'hai evidenziato al meglio.
I tre capitoli del film sono poi stati esaustivi nonostante la completezza quasi mai raggiungibile dei libri dai quali sono tratti.
Con mio figlio credo di averli comunque rivisti ognuno molte più volte del lecito eheheh...
E qualcosa "dentro" lo smuove davvero, si fa riconoscere e si fa strada nelle nostre risvegliate percezioni.
L'eterna battaglia tra Luce e Tenebre in un percorso sempre "interno" pur avvalendosi di metafore adeguate e anch'esse riconoscibili.
Si: ognuno può e DEVE scegliere. E' questo che fa la vera differenza.
Ma quando si ha la consapevolezza non è nemmeno più una scelta ma una strada "obbligata" a tappe per una meta già scritta in partenza.
Grazie per queste tue riflessioni, Anima cara e luminosa

Gladius Lucis
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"Non nobis Domine, non nobis, sed nomine Tuo da gloriam"
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Il Signore degli Anelli

Messaggioda Angel » 02/12/2009, 14:21

“Sono sul cammino e, avanzando, la luce mi viene incontro, spiega le sue ali su di me, mi illumina col suo chiarore, mi invade e non mi abbandona né giorno né notte. La rosa fiorisce ed esala il suo soave profumo! Percorro il cammino delle rose, sul quale la luce mi attira, mi conduce e mi guida!”......

....un abbraccio immenso caro fratello.....

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Messaggioda Ospite » 02/12/2009, 15:42

Bellissimo!

E' un po' come per le antiche fiabe e gli antichi miti...rimangono uguali a se stessi nel tempo, mentre tutto intorno a loro cambia, perché racchiudono il senso di un esistere e di un trasformarsi.

Grazie grazie Kemi....adoro queste cose!!!!!!!!

E con grande sforzo mi trattengo da una lunga filippica sulle rune elfiche....Tolkien qualcosa di più di un genio!!!!


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Messaggioda Angel » 02/12/2009, 20:38

.....sapevo che ti sarebbe piaciuto cara Nuvola....e aspetto con gioia la tua filippica sulle "rune elfiche"....

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Messaggioda drago-lontra blu » 02/12/2009, 22:03

carissima kemi
cosa riesca a smuovere è antico quanto la saga dei Cavalieri della Tavola Rotonda.
Sono archetipi ancestrali che fano parte del retagggio della nostra
razza, e che vengono risvegliati tramite l'empatia e l'assonanza con i
personaggi.

Potrei dirti quali passi ho amato di più..
"guarda ad est, dice Gandalf"....a chi sta resistendo nel fosso di Helm
e dopo giorni compare, su Ombromanto, nella luce, e guarda caso scende,
dall'alto della collina, avrebbe potuto giungere dalla valle....

" tu non puoi passare" dice sempre lui, al demone sotteraneo...

" VERRA' IL GIORNO..MA NON E' QUESTO IL GIORNO".. DAVANTI AL CANCELLO DI SAURON..

CHE DICI, PIU' O MENO, QUANTE VOLTE L'HO VISTO?

grazie , troppo bello....
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