Vorrei parlarvi proprio della MAESTRIA AL FEMMINILE. (Da questa mattina ho lavorato nel modo tradizionale in cui si è trasmesso per secoli l’insegnamento. Vi ho parlato del MaestroMorya, di Babaji, del Maestro Gesù, di Akhenaton, di Francesco d’Assisi.)
Ho parlato di Maria, la madre di Gesù, ma non molto, perché volevo parlarne più a fondo adesso; è certo che per la nostra umanità è arrivato il tempo di capire e di realizzare che da qualche millennio cammina zoppicando su un piede solo, poiché non ha lasciato alla maestria, a livello della sensibilità femminile, nessuno spazio, o molto poco, per potersi esprimere. A questo proposito vorrei parlare della censura che è stata fatta relativamente all’insegnamento del Cristo già 2000 anni fa e fino ai nostri giorni. Si parla degli apostoli dicendo che erano 12 ed erano uomini; eventualmente si citano Maria Maddalena, Marta, Maria la madre; si può prendere in considerazione il fatto che ci siano state delle grandi sante come Teresa d’Avila ed altre… ma è sempre una cosa secondaria. I veri ed i puri sono gli uomini.
Posso dirvi che dai ricordi che ho, c’erano più DONNE, molto vicine all’insegnamento del Maestro Gesù, che uomini e questo, all’epoca, era un problema perché la società era di tipo patriarcale, tradizionalista e totalitaria. In questi 2000 anni non abbiamo fatto un grande passo avanti e forse solo ora iniziamo a capire che si potrebbe vivere in un altro modo. Vi posso dire che 2000 anni fa c’è stato un piccolo gruppo di donne che ha ricevuto dalla bocca del Cristo gli insegnamenti a cui non hanno mai avuto accesso gli apostoli uomini e il Maestro Gesù non lo nascondeva e affermava che c’era e c’è nella sensibilità femminile una capacità di incarnare la presenza divina che è più manifesta.
Naturalmente c’erano degli uomini che manifestavano una parte femminile dentro di loro e quindi potevano manifestare la presenza divina allo stesso modo ma Gesù, a livello dell’impatto che doveva lasciare su questo pianeta, affermava che le donne avevano il primo posto in quanto fermenti ed io vi devo dire che per quanto mi riguarda, quando ho potuto fare un’incursione abbastanza importante nell’universo di Shambhalla di cui vi ho parlato precedentemente, ho avuto modo di constatare che in quel livello di realtà c’erano tante donne realizzate quanti erano gli uomini. La cosa terribile nel nostro condizionamento attuale è che persino le donne trovino normale che quando si parla di Maestri di Saggezza ci si riferisca agli uomini; adesso la situazione comincia a cambiare ma globalmente si prende come dato di fatto che siano di sesso maschile. Le cose cambiano. In uno dei miei libri vi ho descritto la realtà di Shambhalla, forse in un altro libro parlerò della realtà di un altro Mondo analogo a quello di Shambhalla, che si trova nel cuore delle Ande e la cui realtà si trova nello stesso piano di quella di Shambhalla ma le cui manifestazioni saranno molto più femminili del Shambhalla che conosciamo. Credo che cominciamo già a sentire gli effetti del risveglio di quest’altra Shambhalla, che nella tradizione si chiama Eldorado, ed anche l’effetto della messa in evidenza di questo polo di Maestre al femminile perché parliamo sempre di più di Maria Maddalena, delle discepole del Cristo, ed anche delle donne che sono evidentemente delle Maestre e che si stanno manifestando sempre di più oggi. Ci sono delle donne che irradiano una luce straordinaria come Ananda Moyi Ma (??), Mére (la compagna di Aurobindo), Amma e molte altre che stanno manifestandosi. Questo è un grande beneficio perché sta mettendosi a posto un’egregora attraverso cui cominciamo a prendere coscienza del fatto che l’ordine maschile delle cose ha i suoi limiti e che lo stato attuale del nostro mondo ci mostra tali limiti. Babaji ha moltissime discepole donne e questa energia femminile che emerge o riemerge ora ha come scopo quello di incarnare di più la spiritualità, cioè di lavorare molto meno sulla manipolazione di concetti di alta metafisica attuando invece nel quotidiano l’irradiamento di uno stato di realizzazione che non ha più bisogno di parole.
L’irradiamento femminile, oggi, avrà come conseguenza quella di farci capire a livello planetario che una spiritualità ben capita, ben compresa, ben incarnata si traduce attraverso l’irradiamento del corpo ed attraverso le azioni che esso compie. L’azione nel quotidiano, in tutte le minime cose vale più di un grande discorso magistrale.
Sai Baba alcuni anni fa diceva: < preferisco mani che agiscono piuttosto che mani che pregano>> e in questo senso Egli fa il porta parola di tutti i Maestri di Saggezza incarnati o meno che io ho incontrato. Questa non è la negazione dell’importanza della preghiera o della meditazione ma è la messa in evidenza che un albero, prima o poi, deve portare il frutto e che una coscienza aperta e un cuore amorevole non possono fare nient’altro che dare agli altri quello che dicono di aver capito.
Donare significa: DARE NEL QUOTIDIANO. 2000 anni fa ho sentito rispondere Maria Maddalena, che è stata la prima discepola del Cristo, ad una domanda molto precisa. Le hanno chiesto: . Ella ha risposto brevemente: <<Non ho nulla da dire sull’insegnamento del Maestro. Guardami e vedrai il Suo insegnamento e lo capirai!>>. Questo era il suo modo di dire che esso era penetrato fin nella natura stessa delle carni del Suo corpo che traducevano ciò che Lei aveva ricevuto come Grazia da parte del Maestro, perché da un certo momento in poi si deve parlare di Grazia. Quando siamo sulla strada del cammino interiore, prima o poi, un Maestro Realizzato può orientarsi verso di noi e dirci: Perché, al di là delle nostre conoscenze, del nostro sapere, è uno stato di Grazia che si manifesta in noi appunto per l’apertura o l’inizio dell’apertura dell’ottavo chakra, subito dopo quella che è una specie di morte iniziatica. È chiaro che, per passare dal settimo all’ottavo chakra, viviamo una morte iniziatica,cioè, lo stato di VERO DISCEPOLO è la conseguenza di una rinascita, che io ho chiamato “uno stato di Grazia”, che può irradiare solo dopo aver oltrepassato una vera e propria morte interiore.
Essa non è una piccola morte: è davvero una morte clinica del nostro ego.