Il segreto di questo amore

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Oliviero Angelo
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Il segreto di questo amore

Messaggioda Oliviero Angelo » 08/04/2010, 23:43

I. 126. "Murali bajat akhand sadaya."

Il flauto dell'infinito viene suonato senza interruzioni,
e il suo suono è l'amore:
quando l'amore rinuncia a tutti i suoi limiti,
raggiunge la verità.
Quanto si diffonde la fragranza!
E' senza fine e nulla la ostacola.
La forma di questa melodia è luminosa
come un milione di soli:
incomparabilmente suona la vina
sulle note del Vero.


I. 73. "Bhakti ka marag jhina ra."

Sottile è il sentiero dell'amore!
In esso non vi sono né richieste né non-richieste,
il proprio io viene smarrito ai suoi piedi,
lì, si è immersi nella gioia della ricerca:
inabissati nelle profondità dell'amore
come il pesce nell'acqua.
Mai l'innamorato esita a offrire la sua testa
al servizio del suo signore.


Kabir proclama in segreto di questo amore.

(Kabir)
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"Non nobis Domine, non nobis, sed nomine Tuo da gloriam"
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Oliviero Angelo
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Il segreto di questo amore

Messaggioda Oliviero Angelo » 09/04/2010, 0:28

Il flauto dell'infinito viene suonato senza interruzioni,
e il suo suono è l'amore:
quando l'amore rinuncia a tutti i suoi limiti,
raggiunge la verità.
Quanto si diffonde la fragranza!



Il flauto dell'infinito...

In Oriente abbiamo sempre simbolizzato l'esistenza come il flauto, il bambù cavo sulle labbra di Dio.
Il canto è Dio; il flauto non può cantare, ma solo consentire che il canto e il musicista fluiscano attraverso di lui. L'esistenza è un passaggio, come l'uomo. L'uomo è un flauto, gli uccelli anche, e così gli alberi, il sole e la luna. Tutta l'esistenza è un bambù cavo: Dio fluisce, filtra attraverso di essa, viene espresso in milioni di modi.
Quando ti parlo, non sto parlando a te; sono solo un bambù cavo. E quando mi ascolti, non mi stai ascoltando: egli sta ascoltando attraverso di te; sei solo un bambù cavo. Che tu sia colui che parla o colui che ascolta, il danzatore o il pubblico, siamo tutti bambù cavi sulle labbra dell'infinito. Il canto è suo, e così il silenzio.
Una volta che avrai compreso questa idea di essere un bambù cavo, sarai sul sentiero dell'amore. Questo è il primo passo.


Il flauto dell'infinito viene suonato senza interruzioni...

E questa è la bellezza e il paradosso: l'infinito ha bisogno di un flauto finito, del finito. Il senza-forma, per esprimersi, ha bisogno della forma. Dio ha bisogno di te tanto quanto tu di lui. Il bisogno non è unilaterale, altrimenti non sarebbe molto bello. Se fossimo solo noi ad aver bisogno di Dio, ci sarebbe uno squilibrio. No, esiste un equilibrio: Dio ha bisogno di noi tanto quanto noi abbiamo bisogno di lui. Il flauto ha bisogno del musicista,ma anche quest'ultimo ha bisogno del flauto. E' vero, il flauto non può creare la musica da solo, ma nemmeno il musicista può farlo. Il flauto è necessario a lui tanto quanto lui è necessario al flauto.
Questo è il concetto dell'interdipendenza: il Tutto dipende dalle parti, le parti dipendono dal Tutto. Né il Tutto né la parte sono indipendenti. Di fatto, l'idea dell'indipendenza è nevrotica in sé; siamo tutti collegati, e questo ci dona una grandissima dignità.
Da una parte Kabir afferma: "Sii un bambù cavo"; dall'altra dice: "Ricorda la tua dignità; senza di te, Dio non può cantare".
Certo, senza questi piccoli uccelli sull'albero di Kajurina, Dio non può cantare. Egli dipende da loro: tutte le mattine ha bisogno di loro. Egli non può sbocciare senza le rose: tutte le mattine si mette alla loro ricerca. Dio e l'esistenza non sono due cose separate, ma due realtà indipendenti, protese l'una verso l'altra, alla ricerca reciproca come due innamorati. Chi ama non sarà totale, se perde l'amato, e l'amato non sarà totale, se perde chi l'ama. Solo quando gli innamorati sono insieme, solo quando la loro intimità è tale da portarli a fondersi l'uno nell'altra, solo in quel caso costituisono un tutto.
Questo va compreso: la parte, da sola, non può mai essere il Tutto; ma nemmeno il Tutto può essere il Tutto da solo! (...)
Prova a pensarci: Dio senza l'esistenza... Sarebbe solo un vuoto, una desolazione. Pensa a Dio senza gli alberi, i fiumi, gli oceani; pensalo senza l'uomo, gli uccelli, gli animali; pensalo senza il sole, la luna e le stelle... Resterebbe solo un deserto, una terra desolata.
L'Oriente dice: Dio ha bisogno di noi quanto noi di lui; dipendiamo l'uno dagli altri, siamo membri l'uno degli altri, esistiamo insieme.
Conoscere questa unità vuol dire conoscere l'amore; conoscere questa fusione, questa immensa fusione, vuol dire avere conosciuto tutto ciò che l'amore è.
Quando ti innamori di una donna o di un uomo, cosa impari? Cos'è l'amore? Per vie molto sottili, arrivare a scoprire che non siete separati. Su una scala infinitesimale, minuscola, cominci a sentire che siete fatti l'uno per l'altra, che nella solitudine non sei totale, che il partner è indispensabile, fa parte della tua anima e del tuo essere. L'altro non è fuori di te. In qualche modo, egli è sia dentro sia fuori di te: e anche tu sei sia dentro e sia fuori di lui. Gli innamorati penetrano l'uno nell'altra. Non è soltanto una metafora sessuale: la penetrazione è spirituale. Il sesso è solo un'ombra di quella realtà.
Gli innamorati penetrano l'uno nell'altra: i loro confini diventano indistinti, nebulosi; le definizioni si fanno incerte. Quando vivi con un uomo o una donna per molti anni e improvvisamente lui o lei muore, il dolore, il tormento che provi non è solo dovuto alla sua morte: soffri perché ora non sei più integro, una parte deltuo essere è andata completamente distrutta. Ora nel tuo essere ci sarà un buco nero, un abisso, un vuoto. Quando muore la persona che ami, qualcosa muore anche dentro di te. Eravate diventati una cosa sola, le vostre esistenze non erano più separate, ma sovrapposte. Vivevate in due corpi, ma eravate diventati una sola anima... Questo è il significato dell'amore.
Quando la stessa cosa accade con l'intera esistenza... Quando cominci a sentire che tu e l'esistenza non siete separati, che i vostri confini si sovrappongono; che non solo i confini ma anche i vostri centri coincidono,perché ora il tuo centro è anche quello del mondo e il centro del mondo è anche il tuo; allora, in quell'estatica unità, avviene la fragranza chiamata amore.


(Osho) - CONTINUA...
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Il segreto di questo amore

Messaggioda mariposa azul » 09/04/2010, 7:47

Grazie Gladius, molto intenso questo scritto
Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.”
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Messaggioda Oliviero Angelo » 09/04/2010, 23:04

Mie care Anime amate...

Tornerò prestissimo - e ve lo dico avvertendovi che non sono assolutamente affidabile - a condividere con Voi le parole di Osho che ci possono aiutare a cogliere l'essenza REALE di questo meraviglioso "sutra" di Kabir.
Intanto voglio invitarvi a riflettere con me ancora una volta su questa illuminante affermazione:

"L'esistenza è come il flauto; noi siamo il bambù cavo sulle labbra di Dio.
Tutta l'esistenza è un bambù cavo sulle labbra di Dio."


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Anna Maria Stella

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Messaggioda Anna Maria Stella » 09/04/2010, 23:30

Osho è sempre stato un eccellente saggio maestro spirituale ... e purtroppo anche molto scomodo ai molti ...
i suoi scritti hanno sempre avuto la grande peculiarità di far breccia nei cuori proprio perché contengono grandi verità ...
Grazie Gladius per il lavoro che fai ...


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