il segnificato della parola (ISLAM
denominazione “Islàm”
Il significato della parola “Islàm”
La natura dell'Islàm...
La natura del kufr...
Le conseguenze negative del kufr. . .
Le conseguenze positive dell'Islàm.
1. Quasi tutte le religioni del mondo prendono il nome da quello del loro fondatore o da quello del popolo in cui esse hanno avuto origine. Per esempio, il cristianesimo è così denominato dal nome di colui che lo ha predicato, il Cristo; il buddismo, da Budda, il suo fondatore; lo zoroastrismo da Zoroastro; il giudaismo, la religione degli Ebrei, dal nome della tribù di Giuda. E così via.
Con l'Islàm è tutta un'altra cosa: esso ha la particolarità, unica nel suo genere, di non essere associato a nessun uomo né a un popolo in particolare. La parola Islàm non implica relazioni di questo tipo, perché Islàm non appartiene, in particolare, né a persona, né a paese, né a popolo determinati. Esso non è il prodotto di uno spirito umano, né si limita ad una comunità particolare. L'Islàm è una religione universale che ha per fine quello di suscitare e di coltivare nell'uomo la qualità e l'atteggiamento dell'Islàm.
2. L'Islàm è, in effetti, un attributo. Colui che lo possiede è musulmano, quale che sia la razza, la comunità, il paese o il clan cui egli appartiene. Secondo il Corano, il Libro Sacro rivelato al profeta Muhàmmad (pbsl), l'Islàm è esistito in tutti i tempi, ed in mezzo a tutti i popoli sono vissuti uomini buoni e virtuosi che hanno posseduto questo attributo; essi erano e sono dei buoni musulmani.
3. Questi rilievi conducono, naturalmente, a porre questa domanda: che cosa significa la parola “Islàm”? Che cosa è un musulmano?
Significato della parola “Islàm”
4. Islàm è una parola araba che significa sottomissione, obbedienza. Nel suo aspetto di religione, L'Islàm predica la sottomissione e l'obbedienza totali al Allah. Questo è il motivo della denominazione Islàm.
Natura dell'Islàm
5. Chiunque può rendersi conto che il nostro universo è un universo d'ordine, dove tutte le cose sono rette da leggi e regole. Ogni sua singola parte ha il suo posto fissato in un grandioso insieme, che funziona mirabilmente. Il sole, la luna, le stelle e tutti i corpi celesti appartengono allo stesso sistema e ciascuno di essi segue un corso invariabile, in virtù di leggi immutabili. La terra ruota sul suo asse e le sue rivoluzioni intorno al Sole seguono una traiettoria determinata. Dalla realtà estremamente piccola dell'elettrone a quella smisuratamente grande della nebulosa, tutto, nell'universo, obbedisce a sue proprie leggi, in virtù delle quali la materia, l'energia e la vita appaiono, si trasformano e scompaiono. Lo stesso è per l'uomo. La nascita, la crescita, la vita e l'esistenza dell'uomo, nel quadro della natura, sono regolate da un sistema di leggi biologiche. Sono queste leggi biologiche, le quali regolano il funzionamento di tutto l'organismo, quelle che governano il complesso di tutto l'organismo e il complesso meccanismo biologico dell'uomo: dalle più piccole cellule al cuore ed al cervello. In breve: il nostro universo è un universo assoggettato ad una legge e tutto ciò che ne fa parte segue il corso che gli è stato assegnato.
6. Quest'ordine cosmico che regge l'universo, dall'atomo alle galassie è la legge di Allah, il Creatore e il Signore dell'universo. Giacché tutto il creato obbedisce alle leggi divine, si può dire che tutto l'universo segue, alla lettera, la religione dell'Islàm, perché Islàm non significa nient'altro che sottomissione ed obbedienza ad Allah, il Signore dell'Universo. Il sole, la luna, la terra e tutti gli altri corpi celesti sono, dunque, musulmani, come l'aria, l'acqua, il calore, i minerali, la vegetazione e gli animali. Tutto, nell'universo, è musulmano perché tutto obbedisce alle leggi che gli sono state assegnate da Allah. La lingua stessa di colui che, per ignoranza, nega l'esistenza di Allah o adora numerosi dèi è, per natura, musulmana. La testa di colui che si inchina ad altri che ad Allah è, istintivamente, musulmana. Il cuore di colui che, per difetto di conoscenza, ama e serve altre divinità, è istintivamente musulmano. Queste parti del corpo, infatti, sono tutte sottomesse alla legge divina e le loro funzioni, come i loro movimenti, dipendono da questa unica legge.
7. Ecco, dunque, in breve, l'esatta posizione dell'uomo e dell'universo. Esaminiamo, adesso, il problema da una diversa angolazione. L'uomo possiede una duplice natura, la sua vita si svolge su piani differenti. Da una parte, come tutte le creature, egli si trova in condizioni di assoluta dipendenza dalle leggi naturali, a cui non può sottrarsi; dall'altra, però, egli è dotato di ragione e di intelligenza. Egli ha il potere di pensare e di giudicare, di scegliere e di rigettare, di approvare e di disapprovare. Egli è libero di scegliere la sua religione, il suo genere di vita, nonché di orientare la sua esistenza in funzione delle ideologie di sua scelta. Egli può tracciare il suo codice di comportamento, oppure accettarne uno dettato da altri. Egli è stato dotato di libero arbitrio e può decidere, quindi, come comportarsi. Su questo piano, diversamente dalle altre creature, egli ha ricevuto la libertà di pensiero, d'opinione e di azione. Questi due aspetti coesistono distintamente nella vita dell'uomo.
8. Nel primo caso, come tutte le altre creature, l'uomo è nato e resta musulmano, in quanto obbedisce, automati-camente, all'ordinamento di Allah. Nel secondo caso, invece, egli ha libertà di scelta; ha libertà di essere o di non essere musulmano ed il modo in cui viene esercitata questa libertà divide l'umanità in due gruppi: i credenti e i non credenti. Colui che sceglie di riconoscere il Suo Creatore, lo accetta come unico Sovrano, si sottomette scrupolosamente ai Suoi comandamenti, segue la Legge che Egli ha rivelato all'uomo per la sua vita individuale e sociale, diviene così un perfetto musulmano. In questo modo, costui è riuscito a conseguire un Islàm completo, decidendo volontariamente di obbedire ad Allah sul piano in cui egli è stato dotato della libertà di scelta. Adesso, la sua vita intera è una vita di sottomissione ad Allah e non ci sono conflitti all'interno della sua personalità. Egli è un musulmano perfetto ed il suo Islàm è totale. Islàm, puro Islàm, infatti, è questa totale sottomissione del suo intero essere alla volontà di Allah.
9. Così egli, adesso, si è volontariamente assoggettato a Colui al quale, senza averne consapevolezza, obbediva di già.
La sua conoscenza è, adesso, effettivamente una conoscenza reale, perché egli ha riconosciuto l'Essere che gli ha dato la capacità di imparare e di conoscere: la sua ragione ed il suo giudizio sono armoniosamente equilibrati perché egli, giustamente, ha preso la decisione di obbedire all'Essere che gli ha conferito la facoltà di pensare e di giudicare. Anche la sua lingua esprime la verità perché essa loda il Signore che ha dato la favella. Adesso, la sua esistenza è, per intero, l'incarnazione della verità, perché le sue due nature, l'istinto e la volontà, obbediscono alle leggi dello stesso Unico Iddio, il Signore dell'Universo. Egli è in armonia con l'universo intero perché egli adora Colui che tutto l'universo adora. Un uomo tale è il luogotenente di Allah sulla terra. Il mondo gli appartiene ed egli appartiene ad Allah.
Natura del kufr (miscredenza)
10. Per contrasto con l'uomo di cui abbiamo, or ora, dato l'immagine, c'è l'uomo che, pur essendo musulmano per natura e tale rimanendo, inconsapevolmente, per tutta la sua vita, non esercita la sua ragionevolezza, la sua intelligenza e la sua intuizione per riconoscere il suo Signore e Creatore, ma, al contrario, si serve della libertà di scelta per negare la Sua esistenza. Un uomo tale è un non credente, nel linguaggio dell'Islàm un kafir.
11 kufr significa, alla lettera, “copertura”, “dissimulazione”.
La denominazione con cui viene chiamato l'uomo che nega Allah è kafir, “dissimulatore”, perché egli, con la sua incredulità, nasconde ciò che è inerente alla sua natura ed alla sua anima, giacché la sua anima è, istintivamente, orientata verso l'Islàm. Tutto il suo corpo, ciascun membro di esso, ogni fibra del suo organismo è sottomesso a questo istinto. Ogni molecola esistente in natura, sia vivente che inanimata, svolge una sua propria funzione in accordo con la legge dell'Islàm e compie il ruolo che ad essa è stato assegnato.
Ma la vista dell'uomo è stata oscurata, il suo spirito si è traviato ed è incapace di ammettere l'evidenza. Egli non può conoscere la sua vera natura, i suoi atti ed i suoi pensieri sono in insanabile contrasto con essa. La realtà gli diviene estranea ed egli brancola nelle tenebre. Ecco la natura del kufr.
12. Il kufr è una forma di ignoranza, o meglio è l'ignoranza per eccellenza. Si può concepire, infatti, un'ignoranza più grande di quella che ha per oggetto Allah, Iddio, il Signore, il Creatore dell'universo? Ecco un uomo che osserva il vasto panorama della natura, il suo meccanismo superbo ed immutabile, la grandiosa concezione che si manifesta in tutti gli aspetti della creazione; egli osserva questa gigantesca macchina, ma ignora chi l'ha congegnata e la dirige? Egli prende in esame il proprio corpo, quest'organismo che funziona in modo stupefacente, se ne serve per realizzare i propri fini, ma è incapace di identificare la Forza che l'ha suscitato, l'Ingegnere che l'ha concepito e prodotto, il Creatore che ha dato esistenza dal nulla a questo essere unico, l'uomo, utilizzando, per la sua costruzione, materia inanimata: carbonio, calcio, sodio... Egli riconosce nell'universo una concezione sublime, ma non riesce ad individuare Colui che l'ha concepita, ne ammira il funzionamento armonioso, ma non ne vede il Creatore. Egli può trovare nell'universo che lo circonda le più vistose dimostrazioni di maestria nella scienza, nella filosofia, nelle matematiche e nella tecnica, ma rimane completamente cieco quanto all'Essere che è all'origine di questo infinito universo, mai totalmente spiegato.
Come sarà possibile che un essere, incapace di cogliere questa realtà fondamentale, possa conseguire le vere prospettive della conoscenza? In qual modo un uomo che ha imboccato una cattiva strada potrà arrivare a buon fine? Egli non potrà mai spiegare la Realtà, la Vera Strada gli sarà preclusa per sempre e, qualsiasi cosa egli intraprenda nel campo scientifico o del pensiero, egli non potrà mai godere delle luci della verità e della sapienza. Egli continuerà a brancolare e ad incespicare a piè sospinto nelle tenebre dell'ignoranza.
13. E c'è di peggio: il kufr è una tirannia e della peggior specie. Che cos'è la tirannia se non una utilizzazione ingiusta di una forza o di un potere? Se si forza qualcosa o qualcuno ad agire in modo contrario a quello giusto o alla sua natura e alla sua volontà, quest'atteggiamento si chiama tirannia.
14. Abbiamo appena finito di rilevare che, nell'universo, tutto ciò che esiste è sottomesso ad Allah. Il “naturale” è l'obbedienza ad Allah ed il vivere in conformità alla Sua Volontà e alla Sua Legge (con più precisione: il naturale è essere musulmani!). Allah ha dato all'uomo il dominio su tutto il creato, la cui stessa natura richiede di esser utilizzata solamente per la realizzazione della sua volontà e solo per questo. Colui che disobbedisce ad Allah, il kafir, si rende colpevole di ingiustizia gravissima, in quanto utilizza tutte le capacità del suo corpo e del suo spirito in modo contrario alle tendenze della natura e, comportandosi in tal modo, diviene l'involontario strumento del dramma della disobbedienza.
Egli inchina il capo davanti a divinità che non sono il vero Dio, nutre nel suo cuore amore, rispetto e timore per un'autorità immaginaria, che non è l'Autorità; e ciò in contraddizione totale con gli istinti di questi organi (la testa e il cuore). Egli utilizza il potere di cui dispone contro l'esplicita Volontà di Allah e così crea le condizioni per far regnare la tirannia.
E’ possibile che esista una tirannia, una crudeltà, un'ingiustizia più grandi di quelle di quest'uomo che sfrutta la creazione e la costringe, impudentemente, a seguire un corso contrario alla natura ed alla giustizia.
15. Il kufr non è solamente tirannia, è anche vera ribellione, ingratitudine, infedeltà. Dopo tutto, che cos'è l'uomo in realtà? Di quale potere e di quale autorità egli dispone? E’ stato forse lui a creare il suo cervello, il suo cuore, la sua anima, il suo corpo, o non è stato, piuttosto, Allah che li ha creati? E’ lui oppure è Allah che ha creato l'universo? Chi è che ha piegato tutte le forze della natura al servizio dell'uomo, l'uomo oppure Allah? Se tutte le cose sono state create da Allah e da Lui solo, a chi appartengono esse? Chi ne è il legittimo proprietario? Allah e solamente Allah. E se Allah è il Creatore, Colui cui tutto appartiene, il Sovrano, c'è forse al mondo un ribelle più grande dell'uomo che si serve della creazione di Allah contro i Suoi decreti, che rivolta il suo spirito ed il suo cuore contro Allah ed utilizza tutte le sue capacità contro la Volontà del Signore?
Il servo che tradisce il suo padrone, l'ufficiale che si ribella contro il proprio paese, colui che misconosce il suo benefattore sono tutti dei traditori.
Che dire dell'ingratitudine e del tradimento del non credente, del kafir?
In fin dei conti, chi è l'autentica fonte di ogni autorità? Chi ha innalzato l'uomo in una posizione così elevata? Tutto ciò che l'uomo possiede e tutto ciò di cui si serve per beneficare gli altri gli è stato donato da Allah.
Gli obblighi più grandi, su questa terra, l'uomo li ha nei confronti dei suoi genitori. Ma chi ha messo nel cuore dei genitori l'amore per i figli? E chi ispira il sentimento di far tutto ciò che è in loro potere per il benessere dei figli? Donde nasce il fatto che la madre ha il desiderio innato di nutrire i figli? Evidentemente da Allah Che è il più grande benefattore dell'uomo.
Egli è il suo Creatore, Colui che lo nutre e lo fa vivere, oltre al fatto che Egli è il suo Signore e Padrone.
Tale è la posizione di Allah nei confronti dell'uomo. Non ci può essere, quindi, un tradimento più grande di quello del kufr, il quale conduce l'uomo a rinnegare il suo vero Signore.
16. Sarebbe ridicolo pensare che, assumendo l'atteggiamento del kufr, l'uomo possa far torto ad Allah l'Onnipotente.
Nient'affatto! Quale torto potrebbe fare l'uomo, questo insignificante granello di polvere sulla faccia di un minuscolo pianeta rotante in un infinito universo, al Padrone del mondo, il cui dominio è così vasto che nemmeno i più potenti telescopi consentono di immaginarne i limiti?
La Sua potenza regola il corso della terra, della luna, del sole e di miriadi di stelle.
Egli provvede ai bisogni di tutti, ma non ha bisogno di nessuno per provvedere ai propri.
La ribellione dell'uomo contro Allah non può arrecarGli alcun torto, mentre, al contrario, questa disobbedienza non fa altro che far cadere l'uomo sulla via della rovina e della dannazione.
17. La conseguenza ineluttabile di questa ribellione e di questo rifiuto della realtà è il fallimento degli ideali ultimi della vita. Un ribelle non potrà mai trovare la via della vera conoscenza. Infatti, il sapere che non è capace di scoprire il suo Creatore non può scoprire nessuna verità. Lo spirito e la ragione di un uomo siffatto si troveranno sempre fuori strada. In qual modo una ragione incapace di riconoscere il suo Creatore potrà essere capace di venire a capo dei misteri della vita? Un uomo siffatto non subirà che sconfitte in ogni campo. La sua vita morale, civile, sociale, familiare e la sua lotta per assicurarsi un'esistenza dignitosa, ogni aspetto del suo essere e del suo fare sarà contaminato da questo atteggiamento negativo. Egli non provocherà altro che disordine e confusione sulla terra. Egli, senza l'ombra di un rimorso, farà scorrere il sangue, calpesterà i diritti dei suoi simili, sarà spietato nei loro confronti, susciterà nel mondo disordine e distruzione. I suoi pensieri perversi, le sue ambizioni, la sua mancanza di discernimento, i falsi valori in cui confida, le sue malefiche attività saranno nefasti non solamente per lui stesso, ma anche per il suo ambiente. Un uomo siffatto può rovinare la pace e l'equilibrio della vita sulla terra. Nella vita ultraterrena, poi, dovrà rispondere dei delitti che ha commesso contro se stesso. Il suo corpo intero, il suo cervello, i suoi occhi, il suo naso, le sue mani, i suoi piedi si lagneranno del cattivo uso da lui fatto di essi. Ogni cellula del suo corpo lo biasimerà davanti ad Allah, il Quale, Sorgente di giustizia autentica, emetterà nei suoi confronti la sentenza che egli si merita. Tali sono le infamanti conseguenze del kufr. Esso conduce alla catastrofe sia in questa vita che in quella ultraterrena.
Conseguenze positive dell'Islàm
18. Dopo aver passato in rassegna le terribili conseguenze del kufr, vediamo, adesso, quel che possiamo guadagnare adottando l'atteggiamento dell'Islàm.
19. Tanto nel mondo che vi circonda, quanto in voi stessi, potete scorgere innumerevoli manifestazioni del potere divino.
Questo grandioso universo che funziona da sempre in un ordine incomparabile, secondo una legge immutabile, testimonia, di per sé, che chi lo ha concepito è un Essere Onnipotente, titolare di una potenza e di una scienza infinite, di risorse senza fine, di una sapienza perfetta, al Quale nessuno osa disobbedire.
Obbedire a Lui è intrinseco nella natura stessa dell'uomo e di tutte le cose che appartengono all'universo. In effetti, l'uomo, giorno dopo giorno, obbedisce, anche senza averne consapevolezza, alla Sua Legge, perché con la disobbedienza egli si espone alla morte e all'annientamento.
Questa è la legge della natura che noi dobbiamo osservare di continuo.
20. Allah ha dato all'uomo la possibilità di istruirsi, di pensare e di meditare, nonché la conoscenza del bene e del male; Egli, inoltre, gli ha conferito una relativa libertà di volere e di agire. E’ nell'esercizio di questa libertà che l'uomo viene messo alla prova: il suo sapere, la sua sapienza, il suo discernimento, la sua libertà di volere e di agire sono tutti provati. In ciò l'uomo non è stato obbligato ad adottare una via particolare, perché un obbligo di tal genere falserebbe il senso stesso di questa messa in prova. Se durante un esame siete obbligati a dare una risposta data ad una data domanda, l'esame diventa inutile. Il vostro merito non potrà essere convenientemente valutato se non nel caso che vi sia concessa la libertà di rispondere alle domande, secondo la vostra conoscenza e la vostra personale comprensione. Se la vostra risposta sarà esatta, sarete promossi e potrete continuare a progredire. Se la risposta sarà errata, il vostro fallimento vi impedirà di progredire; la stessa cosa avviene per quanto concerne la condizione dell'uomo nel mondo.
Allah gli ha donato la libertà di volere e di agire, in guisa che egli possa scegliere liberamente il modo di vita che egli stima essere buono: l'Islàm o il kufr.
21. Troviamo, dunque, da un lato l'uomo che non capisce nulla né della sua propria natura né di quella dell'universo. Egli ignora chi sia il suo vero Signore, quali siano i suoi attributi e fa mal governo della sua libertà, prendendo la strada della disobbedienza e della ribellione. Un tal uomo ha fatto un fiasco completo, quando sono stati messi al vaglio la sua conoscenza, la sua intelligenza ed il suo senso del dovere; non merita una sorte migliore di quella sopra descritta.
22. Dall'altra parte troviamo colui per il quale l’esame ha avuto esito positivo. Per mezzo della corretta utilizzazione del suo sapere e del suo spirito egli riconosce il suo Crea-tore, ha fede in Lui e, senza esservi in alcun modo costretto, sceglie di obbedirGli. Egli è in grado di distinguere il bene dal male e, nonostante sia completamente libero di non farlo, sceglie il bene. Egli comprende la natura del proprio essere, si conforma alle sue leggi ed alla sua realtà e, benché possa seguire una qualsiasi strada, adotta quella dell'obbedienza e della lealtà verso Allah il Creatore.
Egli ha superato l'esame, perché ha saputo utilizzare nel modo conveniente il suo spirito e tutte le sue capacità: i suoi occhi per discernere la realtà, le sue orecchie per ascoltare la verità, il suo spirito per concepire opinioni sane. Costui si impegna con tutto il suo cuore e tutta la sua anima a seguire la giusta via che egli stesso si è scelto.
denominazione “Islàm”
Il significato della parola “Islàm”
La natura dell'Islàm...
La natura del kufr...
Le conseguenze negative del kufr. . .
Le conseguenze positive dell'Islàm.
1. Quasi tutte le religioni del mondo prendono il nome da quello del loro fondatore o da quello del popolo in cui esse hanno avuto origine. Per esempio, il cristianesimo è così denominato dal nome di colui che lo ha predicato, il Cristo; il buddismo, da Budda, il suo fondatore; lo zoroastrismo da Zoroastro; il giudaismo, la religione degli Ebrei, dal nome della tribù di Giuda. E così via.
Con l'Islàm è tutta un'altra cosa: esso ha la particolarità, unica nel suo genere, di non essere associato a nessun uomo né a un popolo in particolare. La parola Islàm non implica relazioni di questo tipo, perché Islàm non appartiene, in particolare, né a persona, né a paese, né a popolo determinati. Esso non è il prodotto di uno spirito umano, né si limita ad una comunità particolare. L'Islàm è una religione universale che ha per fine quello di suscitare e di coltivare nell'uomo la qualità e l'atteggiamento dell'Islàm.
2. L'Islàm è, in effetti, un attributo. Colui che lo possiede è musulmano, quale che sia la razza, la comunità, il paese o il clan cui egli appartiene. Secondo il Corano, il Libro Sacro rivelato al profeta Muhàmmad (pbsl), l'Islàm è esistito in tutti i tempi, ed in mezzo a tutti i popoli sono vissuti uomini buoni e virtuosi che hanno posseduto questo attributo; essi erano e sono dei buoni musulmani.
3. Questi rilievi conducono, naturalmente, a porre questa domanda: che cosa significa la parola “Islàm”? Che cosa è un musulmano?
Significato della parola “Islàm”
4. Islàm è una parola araba che significa sottomissione, obbedienza. Nel suo aspetto di religione, L'Islàm predica la sottomissione e l'obbedienza totali al Allah. Questo è il motivo della denominazione Islàm.
Natura dell'Islàm
5. Chiunque può rendersi conto che il nostro universo è un universo d'ordine, dove tutte le cose sono rette da leggi e regole. Ogni sua singola parte ha il suo posto fissato in un grandioso insieme, che funziona mirabilmente. Il sole, la luna, le stelle e tutti i corpi celesti appartengono allo stesso sistema e ciascuno di essi segue un corso invariabile, in virtù di leggi immutabili. La terra ruota sul suo asse e le sue rivoluzioni intorno al Sole seguono una traiettoria determinata. Dalla realtà estremamente piccola dell'elettrone a quella smisuratamente grande della nebulosa, tutto, nell'universo, obbedisce a sue proprie leggi, in virtù delle quali la materia, l'energia e la vita appaiono, si trasformano e scompaiono. Lo stesso è per l'uomo. La nascita, la crescita, la vita e l'esistenza dell'uomo, nel quadro della natura, sono regolate da un sistema di leggi biologiche. Sono queste leggi biologiche, le quali regolano il funzionamento di tutto l'organismo, quelle che governano il complesso di tutto l'organismo e il complesso meccanismo biologico dell'uomo: dalle più piccole cellule al cuore ed al cervello. In breve: il nostro universo è un universo assoggettato ad una legge e tutto ciò che ne fa parte segue il corso che gli è stato assegnato.
6. Quest'ordine cosmico che regge l'universo, dall'atomo alle galassie è la legge di Allah, il Creatore e il Signore dell'universo. Giacché tutto il creato obbedisce alle leggi divine, si può dire che tutto l'universo segue, alla lettera, la religione dell'Islàm, perché Islàm non significa nient'altro che sottomissione ed obbedienza ad Allah, il Signore dell'Universo. Il sole, la luna, la terra e tutti gli altri corpi celesti sono, dunque, musulmani, come l'aria, l'acqua, il calore, i minerali, la vegetazione e gli animali. Tutto, nell'universo, è musulmano perché tutto obbedisce alle leggi che gli sono state assegnate da Allah. La lingua stessa di colui che, per ignoranza, nega l'esistenza di Allah o adora numerosi dèi è, per natura, musulmana. La testa di colui che si inchina ad altri che ad Allah è, istintivamente, musulmana. Il cuore di colui che, per difetto di conoscenza, ama e serve altre divinità, è istintivamente musulmano. Queste parti del corpo, infatti, sono tutte sottomesse alla legge divina e le loro funzioni, come i loro movimenti, dipendono da questa unica legge.
7. Ecco, dunque, in breve, l'esatta posizione dell'uomo e dell'universo. Esaminiamo, adesso, il problema da una diversa angolazione. L'uomo possiede una duplice natura, la sua vita si svolge su piani differenti. Da una parte, come tutte le creature, egli si trova in condizioni di assoluta dipendenza dalle leggi naturali, a cui non può sottrarsi; dall'altra, però, egli è dotato di ragione e di intelligenza. Egli ha il potere di pensare e di giudicare, di scegliere e di rigettare, di approvare e di disapprovare. Egli è libero di scegliere la sua religione, il suo genere di vita, nonché di orientare la sua esistenza in funzione delle ideologie di sua scelta. Egli può tracciare il suo codice di comportamento, oppure accettarne uno dettato da altri. Egli è stato dotato di libero arbitrio e può decidere, quindi, come comportarsi. Su questo piano, diversamente dalle altre creature, egli ha ricevuto la libertà di pensiero, d'opinione e di azione. Questi due aspetti coesistono distintamente nella vita dell'uomo.
8. Nel primo caso, come tutte le altre creature, l'uomo è nato e resta musulmano, in quanto obbedisce, automati-camente, all'ordinamento di Allah. Nel secondo caso, invece, egli ha libertà di scelta; ha libertà di essere o di non essere musulmano ed il modo in cui viene esercitata questa libertà divide l'umanità in due gruppi: i credenti e i non credenti. Colui che sceglie di riconoscere il Suo Creatore, lo accetta come unico Sovrano, si sottomette scrupolosamente ai Suoi comandamenti, segue la Legge che Egli ha rivelato all'uomo per la sua vita individuale e sociale, diviene così un perfetto musulmano. In questo modo, costui è riuscito a conseguire un Islàm completo, decidendo volontariamente di obbedire ad Allah sul piano in cui egli è stato dotato della libertà di scelta. Adesso, la sua vita intera è una vita di sottomissione ad Allah e non ci sono conflitti all'interno della sua personalità. Egli è un musulmano perfetto ed il suo Islàm è totale. Islàm, puro Islàm, infatti, è questa totale sottomissione del suo intero essere alla volontà di Allah.
9. Così egli, adesso, si è volontariamente assoggettato a Colui al quale, senza averne consapevolezza, obbediva di già.
La sua conoscenza è, adesso, effettivamente una conoscenza reale, perché egli ha riconosciuto l'Essere che gli ha dato la capacità di imparare e di conoscere: la sua ragione ed il suo giudizio sono armoniosamente equilibrati perché egli, giustamente, ha preso la decisione di obbedire all'Essere che gli ha conferito la facoltà di pensare e di giudicare. Anche la sua lingua esprime la verità perché essa loda il Signore che ha dato la favella. Adesso, la sua esistenza è, per intero, l'incarnazione della verità, perché le sue due nature, l'istinto e la volontà, obbediscono alle leggi dello stesso Unico Iddio, il Signore dell'Universo. Egli è in armonia con l'universo intero perché egli adora Colui che tutto l'universo adora. Un uomo tale è il luogotenente di Allah sulla terra. Il mondo gli appartiene ed egli appartiene ad Allah.
Natura del kufr (miscredenza)
10. Per contrasto con l'uomo di cui abbiamo, or ora, dato l'immagine, c'è l'uomo che, pur essendo musulmano per natura e tale rimanendo, inconsapevolmente, per tutta la sua vita, non esercita la sua ragionevolezza, la sua intelligenza e la sua intuizione per riconoscere il suo Signore e Creatore, ma, al contrario, si serve della libertà di scelta per negare la Sua esistenza. Un uomo tale è un non credente, nel linguaggio dell'Islàm un kafir.
11 kufr significa, alla lettera, “copertura”, “dissimulazione”.
La denominazione con cui viene chiamato l'uomo che nega Allah è kafir, “dissimulatore”, perché egli, con la sua incredulità, nasconde ciò che è inerente alla sua natura ed alla sua anima, giacché la sua anima è, istintivamente, orientata verso l'Islàm. Tutto il suo corpo, ciascun membro di esso, ogni fibra del suo organismo è sottomesso a questo istinto. Ogni molecola esistente in natura, sia vivente che inanimata, svolge una sua propria funzione in accordo con la legge dell'Islàm e compie il ruolo che ad essa è stato assegnato.
Ma la vista dell'uomo è stata oscurata, il suo spirito si è traviato ed è incapace di ammettere l'evidenza. Egli non può conoscere la sua vera natura, i suoi atti ed i suoi pensieri sono in insanabile contrasto con essa. La realtà gli diviene estranea ed egli brancola nelle tenebre. Ecco la natura del kufr.
12. Il kufr è una forma di ignoranza, o meglio è l'ignoranza per eccellenza. Si può concepire, infatti, un'ignoranza più grande di quella che ha per oggetto Allah, Iddio, il Signore, il Creatore dell'universo? Ecco un uomo che osserva il vasto panorama della natura, il suo meccanismo superbo ed immutabile, la grandiosa concezione che si manifesta in tutti gli aspetti della creazione; egli osserva questa gigantesca macchina, ma ignora chi l'ha congegnata e la dirige? Egli prende in esame il proprio corpo, quest'organismo che funziona in modo stupefacente, se ne serve per realizzare i propri fini, ma è incapace di identificare la Forza che l'ha suscitato, l'Ingegnere che l'ha concepito e prodotto, il Creatore che ha dato esistenza dal nulla a questo essere unico, l'uomo, utilizzando, per la sua costruzione, materia inanimata: carbonio, calcio, sodio... Egli riconosce nell'universo una concezione sublime, ma non riesce ad individuare Colui che l'ha concepita, ne ammira il funzionamento armonioso, ma non ne vede il Creatore. Egli può trovare nell'universo che lo circonda le più vistose dimostrazioni di maestria nella scienza, nella filosofia, nelle matematiche e nella tecnica, ma rimane completamente cieco quanto all'Essere che è all'origine di questo infinito universo, mai totalmente spiegato.
Come sarà possibile che un essere, incapace di cogliere questa realtà fondamentale, possa conseguire le vere prospettive della conoscenza? In qual modo un uomo che ha imboccato una cattiva strada potrà arrivare a buon fine? Egli non potrà mai spiegare la Realtà, la Vera Strada gli sarà preclusa per sempre e, qualsiasi cosa egli intraprenda nel campo scientifico o del pensiero, egli non potrà mai godere delle luci della verità e della sapienza. Egli continuerà a brancolare e ad incespicare a piè sospinto nelle tenebre dell'ignoranza.
13. E c'è di peggio: il kufr è una tirannia e della peggior specie. Che cos'è la tirannia se non una utilizzazione ingiusta di una forza o di un potere? Se si forza qualcosa o qualcuno ad agire in modo contrario a quello giusto o alla sua natura e alla sua volontà, quest'atteggiamento si chiama tirannia.
14. Abbiamo appena finito di rilevare che, nell'universo, tutto ciò che esiste è sottomesso ad Allah. Il “naturale” è l'obbedienza ad Allah ed il vivere in conformità alla Sua Volontà e alla Sua Legge (con più precisione: il naturale è essere musulmani!). Allah ha dato all'uomo il dominio su tutto il creato, la cui stessa natura richiede di esser utilizzata solamente per la realizzazione della sua volontà e solo per questo. Colui che disobbedisce ad Allah, il kafir, si rende colpevole di ingiustizia gravissima, in quanto utilizza tutte le capacità del suo corpo e del suo spirito in modo contrario alle tendenze della natura e, comportandosi in tal modo, diviene l'involontario strumento del dramma della disobbedienza.
Egli inchina il capo davanti a divinità che non sono il vero Dio, nutre nel suo cuore amore, rispetto e timore per un'autorità immaginaria, che non è l'Autorità; e ciò in contraddizione totale con gli istinti di questi organi (la testa e il cuore). Egli utilizza il potere di cui dispone contro l'esplicita Volontà di Allah e così crea le condizioni per far regnare la tirannia.
E’ possibile che esista una tirannia, una crudeltà, un'ingiustizia più grandi di quelle di quest'uomo che sfrutta la creazione e la costringe, impudentemente, a seguire un corso contrario alla natura ed alla giustizia.
15. Il kufr non è solamente tirannia, è anche vera ribellione, ingratitudine, infedeltà. Dopo tutto, che cos'è l'uomo in realtà? Di quale potere e di quale autorità egli dispone? E’ stato forse lui a creare il suo cervello, il suo cuore, la sua anima, il suo corpo, o non è stato, piuttosto, Allah che li ha creati? E’ lui oppure è Allah che ha creato l'universo? Chi è che ha piegato tutte le forze della natura al servizio dell'uomo, l'uomo oppure Allah? Se tutte le cose sono state create da Allah e da Lui solo, a chi appartengono esse? Chi ne è il legittimo proprietario? Allah e solamente Allah. E se Allah è il Creatore, Colui cui tutto appartiene, il Sovrano, c'è forse al mondo un ribelle più grande dell'uomo che si serve della creazione di Allah contro i Suoi decreti, che rivolta il suo spirito ed il suo cuore contro Allah ed utilizza tutte le sue capacità contro la Volontà del Signore?
Il servo che tradisce il suo padrone, l'ufficiale che si ribella contro il proprio paese, colui che misconosce il suo benefattore sono tutti dei traditori.
Che dire dell'ingratitudine e del tradimento del non credente, del kafir?
In fin dei conti, chi è l'autentica fonte di ogni autorità? Chi ha innalzato l'uomo in una posizione così elevata? Tutto ciò che l'uomo possiede e tutto ciò di cui si serve per beneficare gli altri gli è stato donato da Allah.
Gli obblighi più grandi, su questa terra, l'uomo li ha nei confronti dei suoi genitori. Ma chi ha messo nel cuore dei genitori l'amore per i figli? E chi ispira il sentimento di far tutto ciò che è in loro potere per il benessere dei figli? Donde nasce il fatto che la madre ha il desiderio innato di nutrire i figli? Evidentemente da Allah Che è il più grande benefattore dell'uomo.
Egli è il suo Creatore, Colui che lo nutre e lo fa vivere, oltre al fatto che Egli è il suo Signore e Padrone.
Tale è la posizione di Allah nei confronti dell'uomo. Non ci può essere, quindi, un tradimento più grande di quello del kufr, il quale conduce l'uomo a rinnegare il suo vero Signore.
16. Sarebbe ridicolo pensare che, assumendo l'atteggiamento del kufr, l'uomo possa far torto ad Allah l'Onnipotente.
Nient'affatto! Quale torto potrebbe fare l'uomo, questo insignificante granello di polvere sulla faccia di un minuscolo pianeta rotante in un infinito universo, al Padrone del mondo, il cui dominio è così vasto che nemmeno i più potenti telescopi consentono di immaginarne i limiti?
La Sua potenza regola il corso della terra, della luna, del sole e di miriadi di stelle.
Egli provvede ai bisogni di tutti, ma non ha bisogno di nessuno per provvedere ai propri.
La ribellione dell'uomo contro Allah non può arrecarGli alcun torto, mentre, al contrario, questa disobbedienza non fa altro che far cadere l'uomo sulla via della rovina e della dannazione.
17. La conseguenza ineluttabile di questa ribellione e di questo rifiuto della realtà è il fallimento degli ideali ultimi della vita. Un ribelle non potrà mai trovare la via della vera conoscenza. Infatti, il sapere che non è capace di scoprire il suo Creatore non può scoprire nessuna verità. Lo spirito e la ragione di un uomo siffatto si troveranno sempre fuori strada. In qual modo una ragione incapace di riconoscere il suo Creatore potrà essere capace di venire a capo dei misteri della vita? Un uomo siffatto non subirà che sconfitte in ogni campo. La sua vita morale, civile, sociale, familiare e la sua lotta per assicurarsi un'esistenza dignitosa, ogni aspetto del suo essere e del suo fare sarà contaminato da questo atteggiamento negativo. Egli non provocherà altro che disordine e confusione sulla terra. Egli, senza l'ombra di un rimorso, farà scorrere il sangue, calpesterà i diritti dei suoi simili, sarà spietato nei loro confronti, susciterà nel mondo disordine e distruzione. I suoi pensieri perversi, le sue ambizioni, la sua mancanza di discernimento, i falsi valori in cui confida, le sue malefiche attività saranno nefasti non solamente per lui stesso, ma anche per il suo ambiente. Un uomo siffatto può rovinare la pace e l'equilibrio della vita sulla terra. Nella vita ultraterrena, poi, dovrà rispondere dei delitti che ha commesso contro se stesso. Il suo corpo intero, il suo cervello, i suoi occhi, il suo naso, le sue mani, i suoi piedi si lagneranno del cattivo uso da lui fatto di essi. Ogni cellula del suo corpo lo biasimerà davanti ad Allah, il Quale, Sorgente di giustizia autentica, emetterà nei suoi confronti la sentenza che egli si merita. Tali sono le infamanti conseguenze del kufr. Esso conduce alla catastrofe sia in questa vita che in quella ultraterrena.
Conseguenze positive dell'Islàm
18. Dopo aver passato in rassegna le terribili conseguenze del kufr, vediamo, adesso, quel che possiamo guadagnare adottando l'atteggiamento dell'Islàm.
19. Tanto nel mondo che vi circonda, quanto in voi stessi, potete scorgere innumerevoli manifestazioni del potere divino.
Questo grandioso universo che funziona da sempre in un ordine incomparabile, secondo una legge immutabile, testimonia, di per sé, che chi lo ha concepito è un Essere Onnipotente, titolare di una potenza e di una scienza infinite, di risorse senza fine, di una sapienza perfetta, al Quale nessuno osa disobbedire.
Obbedire a Lui è intrinseco nella natura stessa dell'uomo e di tutte le cose che appartengono all'universo. In effetti, l'uomo, giorno dopo giorno, obbedisce, anche senza averne consapevolezza, alla Sua Legge, perché con la disobbedienza egli si espone alla morte e all'annientamento.
Questa è la legge della natura che noi dobbiamo osservare di continuo.
20. Allah ha dato all'uomo la possibilità di istruirsi, di pensare e di meditare, nonché la conoscenza del bene e del male; Egli, inoltre, gli ha conferito una relativa libertà di volere e di agire. E’ nell'esercizio di questa libertà che l'uomo viene messo alla prova: il suo sapere, la sua sapienza, il suo discernimento, la sua libertà di volere e di agire sono tutti provati. In ciò l'uomo non è stato obbligato ad adottare una via particolare, perché un obbligo di tal genere falserebbe il senso stesso di questa messa in prova. Se durante un esame siete obbligati a dare una risposta data ad una data domanda, l'esame diventa inutile. Il vostro merito non potrà essere convenientemente valutato se non nel caso che vi sia concessa la libertà di rispondere alle domande, secondo la vostra conoscenza e la vostra personale comprensione. Se la vostra risposta sarà esatta, sarete promossi e potrete continuare a progredire. Se la risposta sarà errata, il vostro fallimento vi impedirà di progredire; la stessa cosa avviene per quanto concerne la condizione dell'uomo nel mondo.
Allah gli ha donato la libertà di volere e di agire, in guisa che egli possa scegliere liberamente il modo di vita che egli stima essere buono: l'Islàm o il kufr.
21. Troviamo, dunque, da un lato l'uomo che non capisce nulla né della sua propria natura né di quella dell'universo. Egli ignora chi sia il suo vero Signore, quali siano i suoi attributi e fa mal governo della sua libertà, prendendo la strada della disobbedienza e della ribellione. Un tal uomo ha fatto un fiasco completo, quando sono stati messi al vaglio la sua conoscenza, la sua intelligenza ed il suo senso del dovere; non merita una sorte migliore di quella sopra descritta.
22. Dall'altra parte troviamo colui per il quale l’esame ha avuto esito positivo. Per mezzo della corretta utilizzazione del suo sapere e del suo spirito egli riconosce il suo Crea-tore, ha fede in Lui e, senza esservi in alcun modo costretto, sceglie di obbedirGli. Egli è in grado di distinguere il bene dal male e, nonostante sia completamente libero di non farlo, sceglie il bene. Egli comprende la natura del proprio essere, si conforma alle sue leggi ed alla sua realtà e, benché possa seguire una qualsiasi strada, adotta quella dell'obbedienza e della lealtà verso Allah il Creatore.
Egli ha superato l'esame, perché ha saputo utilizzare nel modo conveniente il suo spirito e tutte le sue capacità: i suoi occhi per discernere la realtà, le sue orecchie per ascoltare la verità, il suo spirito per concepire opinioni sane. Costui si impegna con tutto il suo cuore e tutta la sua anima a seguire la giusta via che egli stesso si è scelto.