I Luperici erano i sacerdoti che praticavano il culto; andavano alla grotta dove si diceva che la lupa avesse allattato Romolo e Remo, facevano sacrifici di animali e spargevano il sangue nelle strade della città, simboleggiando la fertilità.
La principale cerimonia consisteva in una specie di lotteria dell’Amore, dove i nomi delle donne e degli uomini che adoravano questi dei, scritti sopra un pezzo carta, venivano messi in un’urna e mescolati. Poi un bambino con gli occhi bendati li pescava, formando così le coppie che, per un anno, avrebbero vissuto in intimità, con la finalità di compiere il rito della fertilità.
Sembra che Papa Galesio I non fosse molto d ‘accordo con questa religione e nell’anno 496, la volle sostituire con un Santo degli Innamorati, instaurando il 14 febbraio la Festa di San Valentino.
San Valentino
San Valentino nacque a Terni nell’anno 175 e diventò il Patrono dell’Amore Divino e protettore degli innamorati di tutto il mondo. San Valentino dedicò la sua vita alla comunità cristiana di Terni, quando i cristiani ancora erano perseguitati dai Romani.
Nell’anno 197 il Papa San Feliciano lo nominò Vescovo di Terni, e venne considerato il patrono degli innamorati, perché fu il primo a sposare un legionario romano con una fanciulla cristiana.
La storia dice che fu imprigionato dall’imperatore romano, flagellato e decapitato nella via Flaminia il 14 febbraio dell’anno 273 a 98 anni di età.
LEGGENDE DI SAN VALENTINO
Sabino e Serapia
Sabino e Serapia
Questa leggenda narra di un giovane centurione romano di nome Sabino che, passeggiando per una piazza di Terni, vide una bella ragazza di nome Serapia e se ne innamorò follemente.
Sabino chiese ai genitori di Serapia di poterla sposare ma ricevette un secco rifiuto: Sabino era pagano mentre la famiglia di Serapia era di religione cristiana. Per superare questo ostacolo, la bella Serapia suggerì al suo amato di andare dal loro Vescovo Valentino per avvicinarsi alla religione della sua famiglia e
ricevere il battesimo, cosa che lui fece in nome del suo amore.
Purtroppo, proprio mentre si preparavano i festeggiamenti per il battesimo di Sabino ( e per le prossime nozze), Serapia si ammalò di tisi. Valentino fu chiamato al capezzale della ragazza oramai moribonda. Sabino supplicò Valentino affinché non fosse separato dalla sua amata: la vita senza di lei sarebbe stata solo una lunga sofferenza. Valentino battezzò il giovane, ed unì i due in matrimonio e mentre levò le mani in alto per la benedizione, un sonno beatificante avvolse quei due cuori per l'eternità.
La rosa della riconciliazione
Un giorno San Valentino sentì passare, al di là del suo giardino, due giovani fidanzati che stavano litigando. Decise di andare loro incontro con in mano una magnifica rosa. Regalò la rosa ai due fidanzati e li pregò di riconciliarsi stringendo insieme il gambo della rosa, facendo attenzione a non pungersi e pregando affinché il Signore mantenesse vivo in eterno il loro amore.
Qualche tempo dopo la giovane coppia tornò da lui per invocare la benedizione del loro matrimonio.
La storia si diffuse e gli abitanti iniziarono ad andare in pellegrinaggio dal vescovo di Terni il 14 di ogni mese.
Il 14 di ogni mese diventò così il giorno dedicato alle benedizioni, ma la data è stata ristretta al solo mese di febbraio perché in quel giorno del 273 San Valentino morì.
Questa abitudine continua sino al giorno d’oggi; infatti la prima domenica di Febbraio mille di coppie vanno a chiedere la Benedizione al Vescovo di Terni.
