La Ruota d’Argento
“Ruota d’Argento” è uno dei molti nomi con i quali viene chiamata la Luna, l’argenteo disco che da sempre, specialmente quando è pieno, illumina coi suoi raggi delicati le nostre notti, governa le nostre maree, influisce su semine, raccolti, ciclo mestruale, nascite e molto altro.
Quando, fino a non molti decenni fa, la saggezza non era cosa rara nel mondo, le persone tenevano conto delle fasi lunari per ogni azione, anche la più banale.
La Luna è anche, insieme alla Madre Terra, una manifestazione importantissima del Sacro Femminino, conosciuta in tutte le culture con mille nomi: Selene, Ecate, Artemide, Diana, Ishtar e moltissime altre.
Arianrhod
“Ruota d’Argento” è anche la traduzione letterale del nome della dea celtica Arianrhod, alla quale la Sorellanza è dedicata.
Questa importante Dea gallese è la Dea della reincarnazione, della Ruota dell’Anno, delle fasi lunari (specialmente della Luna piena), della fertilità, delle unioni, delle nascite e del destino; una figura primordiale del potere femminile.
E’ talvolta anche rappresentata come una tessitrice, il che la collega ad antichi miti perduti sulla creazione, ad alcune figure femminili di altre culture (le parche, le norne) e ad alcune pratiche magiche (intessere incantesimi).
Arianrhod può essere invocata dalle donne che hanno bisogno il suo aiuto per ritrovare il proprio potere femminile. Può inoltre assistere nel contatto degli spiriti dei morti, nella magia sessuale e di fertilità e nelle reminiscenze delle vite passate.
Il suo castello è chiamato Caer Arianrhod ed è l’Aurora Boreale, situato, secondo i Mabinogion, in mezzo al mare, al largo della costa gallese.
Qui Arianrhod vive e regna con le sue sorelle Elen, Gwennan e Maelan e le sue ancelle ed accoglie le anime dei morti offrendo loro riposo prima della reincarnazione: essi attendono che la Ruota di Arianrhod giri per rinascere.
La leggenda narra che Arianrhod, figlia di Don (Danu), fosse una maga potentissima e vergine, che viveva, appunto, nel suo castello Caer Arianrhod.
In quel tempo regnava in Galles suo zio Math ap Mathonwy (Math figlio di Mathonwy), che per tradizione posava i piedi nel grembo di una fanciulla vergine, Goewyn. Ella però venne stuprata da Gilvaethwy, con l’aiuto magico di Gwydion, entrambi fratelli di Arianrhod e quindi anch’essi nipoti di Math. Il Re li punì e sposò Goewyn, ma alla fine della punizione dei nipoti, durata tre anni, non aveva ancora trovato una nuova vergine nel cui grembo posare i piedi, così Gwydion decise di cercarla lui stesso e pensò a sua sorella Arianrhod. Ella, per provare la sua verginità, dovette scavalcare la bachetta magica di Math e appena compiuta la prova diede alla luce due figli, segno che la giovane non aveva detto la verità sulla sua castità. Uno venne chiamato Dylan da Math e, durante il battesimo druidico che si svolgeva al mare, egli ne fu talmente attratto che prese il largo, nuotando come un pesce, per tornare a Caer Sidi, dimora sottomarina di quello che evidentemente era suo padre. L’altro Arianrhod non volle riconoscerlo e pose su di lui tre “geasa” (plurale di “geis“, una specie di veto paragonabile ad una maledizione): egli non poteva avere un nome, indossare armi che non gli fossero state regalate dalla madre e sposare una donna mortale.
Questo bambino venne cresciuto da Gwydion, che con la sua magia aiutò il ragazzo ad infrangere i geasa: venne quindi chiamato Llew Llaw Giffes (“lo splendente dall’abile mano”).
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