La Rosa

La bellezza di fiori e piante. Le proprietà e gli usi di Erbe e Cristalli, meravigliosi doni di Madre Terra
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Angel
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La Rosa

Messaggioda Angel » 21/01/2010, 9:28




Le rose sono una sorta di vocabolario vegetale.
A seconda del colore o della specie, infatti, possono portare una infinità di messaggi diversi.
Prima di conoscerli, però è doveroso soffermarsi
sul significato più importante, che le accomuna tutte:
universalmente la rosa è simbolo del segreto, delle cose da non rivelare
o da trattare con la massima discrezione.
I suoi petali, infatti sovrapposti in modo concentrico, si raccolgono in un bocciolo centrale
che in molte varietà non si schiude mai del tutto:
un piccolo e delicato scrigno che non deve essere forzato per nessuna ragione.
Non a caso, la rosa ancora chiusa incarna la castità femminile,
mente quella aperta simboleggia le bellezza effimera della gioventù.
Il suo profumo è detto il profumo dei profumi, ha influssi sulla bellezza e sulla sensibilità.
la gioia, la dolcezza, la gloria e l'umiltà, i sentimenti più teneri o più appassionati,
tutto si può esprimere con la rosa, simbolo da sempre della bellezza.




La rosa è il simbolo per antonomasia della realtà in divenire. La rosa in Occidente ed il loto in Oriente hanno lo stesso significato, cioè la produzione della manifestazione. La rosa, per la sua forma, si ricongiunge ai significati simbolici del pentacolo e della stella a cinque punte. Infatti, la rosa a cinque petali rappresenta l’elevazione spirituale dell’uomo. In quanto tale, rappresenta l’evoluzione, la transizione dallo stato profano allo stato sacro. La rosa con otto petali è simbolo di rigenerazione; per questo venivano portate sulle tombe degli avi e offerte ai defunti.

STORIA


Regina dei fiori la rosa, re dei giardini il roseto che la produce. Da sempre considerata simbolo di eleganza, di bellezza e di fragilità, è coltivata dalla notte dei tempi (si dice sia stato Sargon I a promuoverne la coltivazione nel 2300 a.C.), è il fiore più cantato dai poeti e nominato dagli antichi scrittori. Nel Vecchio Testamento, libro della Sapienza, si parla di rose, nel Catico dei Cantici si cita la rosa di Saron, nelle tombe egiziane si trovano rappresentate, Omero ci dice che Aurora, la dea del mattino, con "dita di rosa" dipinge di colore il mondo ad ogni alba. Saffo, Catullo, Anacreonte, Virgilio, Ovidio ed Erodoto, Plinio ed Ippocrate erano stregati dal suo fascino, i trovatori medioevali s'ispiravano al suo simbolo, Dante paragona l'amore paradisiaco al centro di una rosa. In tempi più vicini a noi troviamo Lorenzo il Magnifico, Shakespeare che ne parla nell'Enrico IV e in Molto Rumore per nulla, D'Annunzio, Giovanni Pascoli con Rosa di macchia, Pier Paolo Pasolini e Umberto Eco non hanno saputo resistere alla tentazione di usarla come pietra di paragone per esseri umani o divini, come titolo di un'opera.
La rosa è sempre stata un elemento indispensabile di cerimonie religiose o laiche come i festini ed è passata indenne dai pagani ai cristiani, sempre con lo stesso significato di perfezione.
La rosa è stata, dall'inizio della storia conosciuta, il fiore di Venere (con serti di rose e mirto si cingevano le sue statue), e secondo le antiche fonti il suo colore era bianco. Divenne di colore rosso per intervento, chiamiamolo così, divino. Venere-Afrodite si era follemente innamorata, si dice per la prima volta, di Adone. Marte, l'amante ufficiale sempre in carica poiché il marito legittimo della dea era Vulcano, imbestialito si trasformò in cinghiale e uccise il poveretto il cui sangue, per volere di Venere, colorò le pallide rose mentre il corpo si trasformava nell'anemone. L'isola di Rodi si dice debba il suo nome alla rosa, ed era detta l'isola delle rose: essendo la terra natale di Athena-Minerva, questo fiore era sacro anche alla dea della saggezza legandosi così sia alla bellezza fisica sia all'amore sia a qualità più spirituali. Il governo di quest'isola, coniò monete con impresso il simbolo della rosa. Nelle feste di Dioniso, gli antichi greci erano soliti coronarsi di rose poiché si diceva che avessero la virtù di calmare i bollori da eccesso d'alcol. Per questo la rosa prese anche il significato di riservatezza. Secondo un mito non molto conosciuto, Marte, il dio della guerra, nacque da una rosa. Non per niente, in tempo di pace era anche il protettore dei giardini!
La leggenda dice che il favoloso re Mida, quello che trasformava in oro tutto ciò che toccava, nel suo giardino coltivasse rose che, si diceva, avevano ben sessanta petali. Coltivazione e non solo, perché oli, unguenti e profumi ricavati da questo fiore erano usati in tutto il mondo antico. Infatti, sempre Omero ci racconta che Venere usò olio di rose per preparare alla sepoltura il corpo di Ettore ucciso dal pelide e furibondo Achille, e le spade dei due contendenti recavano inciso sull'elsa questo fiore. Che dire di Cleopatra: portava sempre al collo un cuscinetto ripieno di profumatissimi petali di rosa, di petali erano sparsi mobili e letti, invitava Cesare prima e Antonio poi a fare il bagno in uno strato di petali di rosa alto mezzo metro. E dei petali di rosa che venivano sparsi lungo il percorso dei vincitori? Poiché gli antichi romani erano grandi consumatori di rose e farle venire dall'Egitto, dove esistevano enormi coltivazioni, costava una fortuna, ecco che furono creati vivai nell'Italia del sud, come racconta Seneca. Sempre a lui dobbiamo la cronaca secondo la quale Nerone, patito delle rose, per una delle sue feste ne ordinò un quantitativo tale il cui prezzo, ai nostri giorni, si sarebbe aggirato attorno al centinaio di milioni. Eliogabalo, addirittura, faceva scendere da aperture nascoste dei suoi saloni una tal pioggia di petali di rosa da sommergere gli invitati! Usanze, queste che vedremo riprese dal cristianesimo.
Nell'antica Roma, testimoniate fin dal I secolo d.C., si tenevano le Rosalia o festa delle rose, che rientravano nel culto dei morti. Ricorrevano tra l'11 maggio e il 15 luglio, la rosa è simbolo di rigenerazione, per questo venivano portate sulle tombe degli avi, offerte ai Mani dei defunti. Ecate, dea degli inferi, era talvolta rappresentata coronata di rose a cinque petali: il cinque indica la fine di un ciclo (4) e l'inizio di uno nuovo (4+1). Quest'uso si è conservato in alcune regioni d'Italia, dove la domenica di Pentecoste è detta "Pasqua delle rose". Deriva anche dall'antica festa di Pentecoste dei primi cristiani, quando la rosa rappresentava anche lo Spirito Santo e, nella ricorrenza indicata, petali di rose venivano fatti cadere sui fedeli dal lucernaio della cupola dell'antico Pantheon, diventato Santa Maria dei Martiri, a simboleggiare le lingue di fuoco della sapienza. Sempre petali di rose bianche erano fatti cadere il 5 agosto sui fedeli radunati in Santa Maria Maggiore a Roma, per ricordare la nevicata miracolosa che indicò il luogo dove, per volere della Madonna, si sarebbe dovuta costruire la chiesa.
Di che rosa si trattava? Dagli affreschi di Pompei ed Ercolano si riconosce la Rosa gallica, una delle cinque capostipiti.
Ma alla rosa venivano attribuiti anche significati magici. Apuléio, nella favola dell'Asino D'oro, racconta come Lucio, stanco di essere condannato a restare nel corpo dell'animale, invochi Iside per ritornare uomo e questa gli consigli di mangiare una corona di rose. Nella Bella e la Bestia (o Belinda e il Mostro), Bella chiede "solo una rosa" al padre che parte per un viaggio; al suo ritorno la riceve, è una rosa magica che non appassisce mai, cresciuta nel giardino della Bestia e che la farà innamorare di lui. Troviamo le rose anche nel Piccolo Principe di Saint-Exupéry: "Coltivano cinquemila rose in un unico, modesto giardino, e non trovano ciò che cercano. E pensare che quel che cercano lo possono trovare in un'unica rosa. Ma gli occhi sono ciechi, con il cuore bisogna cercare".
Con l'inizio del cristianesimo la rosa è coltivata perché le sue spine ricordano la passione di Cristo, pian piano passa al culto della Madonna, il cui cuore è raffigurato trafitto da spine di rosa. I giardini dei conventi sono pieni di rosai, rose coronano le sante, santa Rosa da Lima cambia il proprio nome: da Isabella diventa Rosa ed è la "rosa del Nuovo Mondo". Simbolo anche della riservatezza, come abbiamo visto, una rosa stilizzata a cinque petali fu spesso utilizzata per ornare i confessionali con la scritta "sub rosa", sotto il sigillo del silenzio e della discrezione.
Quello dei Rosacroce fu un importante movimento esoterico nato in Germania agli inizi del XVII secolo che aveva come simbolo una croce al cui centro, al posto del cuore del Cristo, c'era una rosa.
La rosa entra anche nei conflitti. Come dimenticare la "guerra delle rose", che vide opposta la rosa bianca degli York alla rossa dei Lancaster? Come simbolo è tra i più usati negli stemmi sia di casate sia di città, la Rosa bianca era il movimento tedesco di opposizione al nazismo, la Rosa bianca è l'ordine finlandese creato nel 1919 per ricompensare chi reca servigi al Paese.
Tra la fine del 1700 e l'inizio del 1800 c'è una grande appassionata di rose e si tratta di Giuseppina Beauharnais, prima moglie di Napoleone, che fa dei giardini della Malmaison l'invidia di tutta la Parigi che conta. Fa arrivare le piante dall'Inghilterra e neppure la guerra, grazie a speciali salvacondotti, la ferma. I suoi giardinieri sono abilissimi nel creare nuovi ibridi, il suo preferito era la Rosa spinosissima.
Ai nostri giorni, le splendide rose create annualmente in abbondanza dai grandi "ottenitori" sono generalmente dedicate a personaggi illustri come la Nobel Rita Levi Montalcini, ad attrici, principesse perciò troviamo la piccola e bianchissima Lady D, la Ornella Muti o la Sofia Loren, Luchino Visconti collezionava rose color pastello, Marella Agnelli, moglie dell'Avvocato, coltiva personalmente i suoi rosai, oltre a fotografarli.
La rosa che ancora non si è riusciti ad ottenere? La rosa blu naturale: in palio ci sono miliardi, ma oltre qualche pallido lavanda, nessuno è ancora riuscito ad andare. Sfida aperta, dunque. Ma, come si diceva un tempo, la rosa azzurra è il simbolo dell'impossibile!


LA ROSA D'ORO

Nei tempi andati, nella quarta domenica di quaresima, a San Pietro si svolgeva una cerimonia risalente al 1096. In quell'anno, alla fine del Concilio di Tours, papa Urbano II benedisse per la prima volta una rosa, donandola al principe che si era maggiormente distinto nei confronti della chiesa. Si trattava di un ramo, o cespo, con più rose in oro e pietre preziose che in seguito fu donato, sempre nell'ambito della stessa cerimonia, a re e regine meritevoli e rappresentava il Cristo. Questa ricorrenza, il cui nome era Domenica a Laetere o Domenica delle rose, era considerata come un traghetto verso l'ultimo periodo della quaresima, metà della penitenza era ormai superata, c'era una pausa di ristoro che, simbolicamente, corrispondeva alla partenza degli Ebrei verso Gerusalemme dopo la prigionia babilonese. Dopo il 1759 questo "omaggio" prezioso fu riservato alle regine, le ultime rose d'oro furono date nel 1923 a Vittoria Eugenia di Spagna, nel 1925 a Elisabetta del Belgio, nel 1937 a Elena di Savoia, regina d'Italia.


LINGUAGGIO DEI FIORI E SIMBOLOGIA

La rosa è per gli occidentali quello che il loto è per gli orientali: insieme di spiritualità e di terreno, la manifestazione di ciò che si eleva e sboccia al di sopra delle acque primordiali, il volto splendente della Madre. Designa la perfezione assoluta, un compimento senza difetti. Si può contemplare come un mandala orientale e considerarla un centro mistico occidentale.
Nell'alchimia la rosa bianca e la rosa rossa sono il simbolo del sistema dualistico, dei due principi originari e una rosa con sette ordini di petali veniva posta in relazione ai sette metalli, ai sette pianeti conosciuti nell'antichità.
Nell'iconografia cristiana la rosa rappresenta sia la coppa che raccoglie il sangue di Cristo sia la trasfigurazione di queste gocce di sangue. La rosa a cinque petali rappresenta le cinque piaghe di Cristo.
Il rosone gotico e la rosa dei venti segnano il passaggio dal simbolismo della rosa a quello della ruota.
Il roseto è il luogo della contemplazione anche nel misticismo musulmano, è l'immagine dell'uomo rigenerato. Ed è anche l'immagine del rosario: una serie di piccole rose che formano un roseto, appunto.

SIGNIFICATO SACRO E PROFANO DELLA ROSA E DEI SUOI COLORI

ROSA CANINA piacere e dolore. Il piacere è quello che si prova nel guardarla e nel sentirne il profumo, il dolore è quando si tenta di coglierla. Altro significato: modestia, indica chi è nato per vivere tranquillo ed è felice solo se vive nascosto.
ROSA BIANCA legata alla Madonna, detta anche Rosa mistica, alla verginità, indica amore eterno e puro, libero dalla passione terrena. Ma è anche simbolo di morte. Nel medioevo solo le vergini potevano indossare ghirlande di rose e la Madonna è spesso raffigurata nel roseto, simbolo di meditazione e di rigenerazione.
ROSA ROSSA passione, pegno di un amore fedele, simbolo dell'amore che sopravvive alla morte, della rinascita per laici e religiosi. È, infatti, anche il simbolo del sangue versato dal Crocefisso per la redenzione dell'umanità.
ROSA ROSA simbolo di serenità.
ROSA GIALLA mette in guardia dagli sguardi invidiosi, indica gelosia, altezzosità.
Siamo fatti per rendere manifesta la gloria dell'Universo... che è in noi
Angel

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