IL RISPETTO TI CAMBIA LA VITA
Una scimmia passò un giorno nei pressi di un limpido lago.
Sul fondo vide un pesce che restava immobile, semi adagiato sulla sabbia.
Subito la scimmia si disse: «Per fortuna sono passata di qui, vedi che il pesce sta rischiando di morire, ma ora ci penso io!».
Detto fatto afferrò il pesce e lo tolse dall'acqua.
Il povero pesce iniziò subito ad avere le convulsioni e la scimmia non stava in sé dalla gioia: «Sono arrivata appena in tempo, è ancora vivo, per fortuna grazie a me sopravviverà … ».
Ma il pesce, dopo alcuni spasmi morì, essendo stato separato dal suo ambiente naturale e vitale.
«Peccato - disse tra sé la scimmia - se solo fossi passata un momento prima lo avrei salvato; è solo che sono arrivata tardi, la prossima volta devo essere più veloce e decisa!».
La scimmia non si ferma ad ascoltare e non conosce nulla della vita e dei bisogni del pesce è talmente proiettata a fare a modo suo, per imporre la propria azione "salvifica", che lo uccide.
Negli ultimi tempi direi che il rispetto sia calato notevolmente nel nostro modo di vivere.
Ma cosa vuole dire rispettare?
Credo prima di tutto si debba uscire dall'idea presuntuosa di avere il monopolio della certezza, della sicurezza, della verità.
Questa presunzione ci impedisce di incontrare l'altro, difficilmente di ascoltare il diverso, togliendoci la possibilità di scoprire mondi sconosciuti.
L'altro è semplicemente chi ti sta di fronte, la moglie, il figlio, il marito, il padre, la madre, il collega, il capo, il condomino, ecc.
Fa parte del rispetto la curiosità, quella dimensione che crea nuove chiavi di lettura, nuovi stimoli che aiutano a rompere schemi cristallizzati della realtà.
La curiosità ci invita ad affrontare da protagonisti i rischi del cambiamento.
Nel rispetto rientra poi l'empatia, quell'atteggiamento che ci invita ad immedesimarsi nell'altro, a sentire, comprendere la complessità di ogni situazione, permettendoci di guardare le tragedie, la sofferenza, il dolore negli occhi senza strumentalizzarli, così le persone sentendosi accettate e comprese, svilupperanno un atteggiamento di maggior cura verso se stesse.
Al rispetto appartiene anche la lentezza.
Nel mondo della velocità, della fretta, del tutto e subito, aspettare diventa un valore, un suggerimento a riflettere anziché gridare la prima cosa che passa per la mente.
La lentezza poi contro la confusione della città indaffarata, contro il selvaggio carnevale che gli uomini portano nel cuore e che gli antichi chiamarono torre di Babele, ci ricorda la pace e l'armonia che ci offre il linguaggio del silenzio.
Di queste cose è fatto il rispetto.
Non credo che occorra essere un superman per amare la musica, la pittura, la poesia o la bellezza che ci offre la natura nei colori dei suoi tramonti e delle sue notti stellate.
E non bisogna essere un santo per andare d'accordo con gente che ha una storia diversa dalla nostra.
Basta buttare via un po' di pregiudizi, scrollarsi di dosso una serie di luoghi comuni e permetterci una sana curiosità, una calda empatia, una piacevole lentezza e, aggiungerei, un po’ di umorismo, perché chi sa ridere di sè non è attratto dalla violenza sapendo che tutte le relazioni nascono da soggetti più o meno problematici.
Beppe Sivelli