il rispetto ti cambia la vita

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il rispetto ti cambia la vita

Messaggioda Ospite » 26/03/2010, 9:11

IL RISPETTO TI CAMBIA LA VITA


Una scimmia passò un giorno nei pressi di un limpido lago.
Sul fondo vide un pesce che restava immobile, semi adagiato sulla sabbia.
Subito la scimmia si disse: «Per fortuna sono passata di qui, vedi che il pesce sta rischiando di morire, ma ora ci penso io!».
Detto fatto afferrò il pesce e lo tolse dall'acqua.
Il povero pesce iniziò subito ad avere le convulsioni e la scimmia non stava in sé dalla gioia: «Sono arrivata appena in tempo, è ancora vivo, per fortuna grazie a me sopravviverà … ».
Ma il pesce, dopo alcuni spasmi morì, essendo stato separato dal suo ambiente naturale e vitale.
«Peccato - disse tra sé la scimmia - se solo fossi passata un momento prima lo avrei salvato; è solo che sono arrivata tardi, la prossima volta devo essere più veloce e decisa!».
La scimmia non si ferma ad ascoltare e non conosce nulla della vita e dei bisogni del pesce è talmente proiettata a fare a modo suo, per imporre la propria azione "salvifica", che lo uccide.

Negli ultimi tempi direi che il rispetto sia calato notevolmente nel nostro modo di vivere.
Ma cosa vuole dire rispettare?
Credo prima di tutto si debba uscire dall'idea presuntuosa di avere il monopolio della certezza, della sicurezza, della verità.
Questa presunzione ci impedisce di incontrare l'altro, difficilmente di ascoltare il diverso, togliendoci la possibilità di scoprire mondi sconosciuti.
L'altro è semplicemente chi ti sta di fronte, la moglie, il figlio, il marito, il padre, la madre, il collega, il capo, il condomino, ecc.
Fa parte del rispetto la curiosità, quella dimensione che crea nuove chiavi di lettura, nuovi stimoli che aiutano a rompere schemi cristallizzati della realtà.
La curiosità ci invita ad affrontare da protagonisti i rischi del cambiamento.
Nel rispetto rientra poi l'empatia, quell'atteggiamento che ci invita ad immedesimarsi nell'altro, a sentire, comprendere la complessità di ogni situazione, permettendoci di guardare le tragedie, la sofferenza, il dolore negli occhi senza strumentalizzarli, così le persone sentendosi accettate e comprese, svilupperanno un atteggiamento di maggior cura verso se stesse.
Al rispetto appartiene anche la lentezza.
Nel mondo della velocità, della fretta, del tutto e subito, aspettare diventa un valore, un suggerimento a riflettere anziché gridare la prima cosa che passa per la mente.
La lentezza poi contro la confusione della città indaffarata, contro il selvaggio carnevale che gli uomini portano nel cuore e che gli antichi chiamarono torre di Babele, ci ricorda la pace e l'armonia che ci offre il linguaggio del silenzio.
Di queste cose è fatto il rispetto.
Non credo che occorra essere un superman per amare la musica, la pittura, la poesia o la bellezza che ci offre la natura nei colori dei suoi tramonti e delle sue notti stellate.
E non bisogna essere un santo per andare d'accordo con gente che ha una storia diversa dalla nostra.
Basta buttare via un po' di pregiudizi, scrollarsi di dosso una serie di luoghi comuni e permetterci una sana curiosità, una calda empatia, una piacevole lentezza e, aggiungerei, un po’ di umorismo, perché chi sa ridere di sè non è attratto dalla violenza sapendo che tutte le relazioni nascono da soggetti più o meno problematici.

Beppe Sivelli

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Messaggioda drago-lontra blu » 26/03/2010, 21:29

Ciao Aurora.

mi pare di vederla, la scimmietta, sconcertata davanti al pesce stecchito.
Ma non mi pare abbia imposto nulla, forse troppo semplicistica, ma in buona fede.
Ma vai a spiegarlo al pesce.....

sto cercando di capire che c'entra il rispetto con la curiosità...ci sta che se la scimmia fosse stata più curiosa avrebbe capito forse cosa stava succedendo, penso che manchi una cosa, alla definizione di rispetto: il confine.

rimanere nei propri limiti, senza invadere lo spazio degli altri, domandare il permesso di interagire, restare osservatore , riconoscere che siamo limitati, nel pensiero, nelle azioni e, quindi, impreparati.
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Messaggioda mariposa azul » 26/03/2010, 22:56

Ciao Aurora
Questa
scimmia ha mosso anche la mia compassione, ha agito con buona intenzione, ma ha
toppato.

Ha agito in conseguenza delle sue conoscenze limitate e fuorvianti,
dal punto di vista dei pesci e degli osservatori esterni, ma che dire? Non mi
sembra mancanza di rispetto il suo comportamento,.
Forse, come dice Drago, pecca
d’invadenza…ecco ci sono…avrebbe dovuto chiedere qualcosa al pesce prima d’agire,
chiedere se aveva effettivamente bisogno d’aiuto.

Ma, in ogni caso, deve aver percepito che il pesce stesse male, adagiato
così sul fondo del lago.

Non so, ma anch’io sono rimasta un po’ perplessa da questa
lettura.

Pur se mi sento di condividere la seconda parte dello scritto è l’esempio
iniziale che non mi risuona.

Non vedo la scimmia né presuntuosa né con
certezze assolute. Ho visto solamente una scimmia che ha agito conseguentemente
ad uno schema, ad un riflesso condizionato che l’ha fatta muovere sulla base di
un presunto aiuto da portare.


Ho
sentito anche il cuore di questa scimmia…ma quale cuore resterebbe se, sulla
base di questo racconto e/o per la paura di essere presuntuosi e invadenti non
ci dovessimo più fermare a porgere il nostro aiuto a qualsiasi altro “pesce”
che dovessimo trovare sulla nostra strada? Ecco forse dovremmo essere sempre
talmente centrati da capire fin dove ci possiamo spingere e comprendere quale
possa essere il limite oltre il quale manchiamo di rispetto.
Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.”
RICHARD BACH

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Messaggioda shanti » 26/03/2010, 23:13

...e forse dovremmo cercare di comprendere le esigenze e i bisogni dell'altro, prima di soddisfare il nostro bisogno di "salvare" ad ogni costo.
Penso che ci sia un sottile confine tra l'indifferenza e il rispettare lo spazio altrui, così come c'è un sottile confine tra l'aiutare in modo appropriato e il fare danni.


Sii umile perché sei fatto di Terra, sii nobile perché sei fatto di Stelle.
Con la Luce di Michele nel cuore. shanti

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Messaggioda prema » 27/03/2010, 11:46

Nella mia gioventù ho svolto servizio di volontariato in ambulanza per circa cinque anni, durante i quali ho imparato una cosa fondamentale: spesso sono più i danni provocati dai "buoni samaritani" improvvisati (come la nostra scimmia), che quelli provocati da incidenti e malattie. In qualunque corso di pronto soccorso, per prima cosa si insegna cosa NON fare!

Il guaio è che molti "buoni samaritani" sono mossi più dal desiderio di protagonismo, di essere gli eroi del momento, che dalla compassione!

E allora si agisce senza pensare, senza osservare, in altre parole, senza rispettare l'altro, i suoi bisogni reali, le sue necessità vere. Comprendere quali siano le vere necessità dell'altro, i suoi veri bisogni, è la base del rispetto. Senza questo non ci può essere rispetto, ma solo imposizione all'altro dei nostri punti di vista, che spesso derivano da pre-concetti, pre-giudizi e idee confuse.

Un episodio di due o tre anni fa, accaduto mentre ero a Omegna a fare un mercatino.

Una signora un po' attempata è inciampata nel marciapiede proprio di fronte alla mia bancarella ed è caduta pesantemente su un fianco. Non ho avuto neanche il tempo di aggirare la bancarella che un passante, desideroso di aiutarla, di non lasciarla lì stesa per terra, l'ha prontamente afferrata per un braccio sollevandola di peso.
Risultato: una gran brutta lussazione della spalla, perfettamente visibile senza bisogno di radiografie! Certo, forse la spalla era già lussata, o forse no, ma di sicuro il dolore che ha provato grazie al soccorritore poteva esserle risparmiato. Bastava un briciolo di rispetto! Bastava osservarla, chiederle come stava, se aveva dolore da qualche parte... E invece no, per il buon samaritano l'importante era agire subito, in prima persona, non lasciarla lì, stesa per terra, neanche per un istante.


Questo nella vita materiale, e ancora di più nell'ambito spirituale. Non c'è cammino spirituale se non c'è rispetto per l'altro, per le sue idee; se non ci si sforza di comprendere le sue necessità del momento, i suoi bisogni del qui ed ora.

Gli Indiani d'America dicono che se vuoi comprendere una persona, deve percorre un miglio nei suoi mocassini.
Io sono ciò che sono per merito di ciò che tutti noi siamo

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Messaggioda Ospite » 27/03/2010, 16:24

alcuni mesi fà ero a verona vicino alla stazione dei treni stavo andando a prendere un autobus li cerano un 100 di persone tutte prese dalle loro cose..io sono inciampata avevo un grosso zaino pesante in spalla che mi e caduto adosso ..io non ero capace di rialzarmi mi guardavo in giro sperando ch qualcuno mi aiutasse a rialzarmi ma tutti mi caminavano davanti facendo finta di non vedermi avevo sbucciato le ginocchi rotto i pantaloni..m le lacrime che mi sendevano lungo le guance era solo x indifferenza delle persone...

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Messaggioda prema » 27/03/2010, 16:55

In quel momento la tua necessità reale era che qualcuno ti aiutasse a sollevarti da terra, ma hai dovuto fare i conti con l'indifferenza (accidia nel linguaggio ecclesiastico: uno dei 7 peccati capitali) di chi ti stava attorno.

Ma occorre saper distinguere: una cosa è l'indifferenza, un'altra cosa è agire solo dopo aver preso atto della situazione e dopo essersi accertati che il proprio intervento non arrechi maggior danno alla persona che si vuole aiutare. Ci sono situazioni in cui l'unica cosa saggia che si possa fare è aspettare che arrivi qualcuno più esperto, qualcuno che sappia esattamente cosa fare e come farlo.

Faccio un altro esempio pratico, legato al periodo in cui prestavo servizio in ambulanza. Nel cortile di una scuola un ragazzo, giocando a pallone, va a sbattere violentemente la testa contro il muro: perde momentaneamente conoscenza e poi comincia a sgorgargli sangue da un orecchio. L'improvvisato soccorritore prontamente gli tampona l'orecchio per fermare l'emorragia. E' un luogo comune: c'è una ferita, c'è una perdita di sangue, quindi bisogna fermare l'emorragia. Ovvio! E invece no! In quel caso l'emorragia stava chiaramente ad indicare una frattura del cranio: il sangue proveniva dall'interno della cavità cranica. Finché esce tutto bene, ma se rimane dentro va a comprimere il cervello causando danni ulteriori!

La buona volontà non basta, ci vogliono anche le adeguate conoscenze.

E vale la stessa cosa anche quando ci si sposta sul piano psicologico e spirituale. Non sempre i luoghi comuni sono corretti. Ciò che a noi sembra giusto, corretto, per l'altro, in quel momento, nel qui e ora, può essere sbagliato. Ed è sempre comunque necessario sapere cosa fare.
Non basta la buona volontà per essere una guida spirituale. Con la sola buona volontà si possono commettere errori madornali.

Certo, è necessario essere sempre disponibili, sempre pronti ad aiutare e soccorrere (in tutti i sensi) chi ne ha bisogno, ma prima accertiamoci che colui che vogliamo aiutare abbia realmente bisogno e sia disponibile a farsi aiutare, altrimenti invadiamo uno spazio sacro che non abbiamo il diritto di violare.

Anche questo è rispetto.
Io sono ciò che sono per merito di ciò che tutti noi siamo

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Messaggioda Ospite » 27/03/2010, 17:02

allora..visto che io o una gamba semi paralizzata..e che non avevo messun appoggio x aggrapparmi x rialzarmi o dovuto strisciare finche non o trovato un appoggio in un palo ..su cui appoggiarmi x tirarmi su..forse sembravo un ubriaca poi visto che io ho la pelle olivastra forse sembravo un estracomunitaria.. io non sono razzista ma nella mia vita non vorrei piu ripetere questa esperienza

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Messaggioda shanti » 28/03/2010, 0:49

E' vero, dobbiamo essere sempre disponibili, nel rispetto dell'altro.
Basta un tocco, un sorriso...posare la mano sulla spalla, dire sono qui, non sei solo.
Credo che questo sia una cosa bella che non può fare danni, che fa sentire amata la persona in difficoltà, ma che rispetta e non oltrepassa il limite.
Solo con la saggezza del cuore si può comprendere il confine...

Siamo portatori di luce e abbiamo la gioia nel cuore, possiamo donare col tocco lieve e con uno sguardo d'amore.


Sii umile perché sei fatto di Terra, sii nobile perché sei fatto di Stelle.
Con la Luce di Michele nel cuore. shanti

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Messaggioda Ospite » 28/03/2010, 0:51

grazie


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