La ricerca richiede una grande, enorme pazienza. Non importa se nello spazio di una vita non troveremo ciò che stiamo cercando; comunque continueremo nella ricerca. In realtà per un uomo che pensa, non è importante raggiungere, ma ricercare. Per un uomo di superstizione è importante raggiungere: la ricerca è decisamente secondaria.
Un uomo superstizioso è ansioso di sapere, come riuscirci? "Dov'è Dio?" egli chiede. Non gli interessa sapere, come prima cosa, se Dio esista o meno, non è interessato alla ricerca di Dio; non è pane per i suoi denti. Egli dice: "Tu cercalo e poi mostramelo". Ecco perché va alla ricerca di un guru.
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I risultati d qualcun altro non possono mai divenire tuoi. Quel povero diavolo li ha ottenuti dopo una lunga ricerca, e tu li vuoi gratuitamente? E ricorda, se ha ricercato, avrà anche capito durante il suo indagare che i risultati si ottengono ricercando per proprio conto, non chiedendo agli altri. Per questo non creerà neppure discepoli. Vogliono avere discepoli solo coloro che non hann ancora raggiunto alcuna vera realizzazione e che ancora sono aggrappati a un altro guru, al di sopra di loro.
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E ricorda, se Dio diventasse disponibile liberamente, una mente speculativa lo respingerebbe. Direbbe: " Non è giusto accettare qualcosa che non è frutto del mio impegno; lo realizzerò solo in base a quello".
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Vorrei dirti: abbi fede nella ricerca, non nelle preghiere. Raggiungerai Dio non pregando, ma tramite la conoscenza. Inoltre, non credere mai a ciò che gli altri dicono. Qualcuno potrebbe ver realizzato qualcosa - naturalmente è possibile - quindi non essere neppure miscredente, perché sarebbe un'altra superstizione. Non credere né sii scettico. Se arrivasse qualcuno a dire di aver scoperto Dio, digli: "Congratulazioni. Dio è stato molto compassionevole con te, poiché ti ha concesso di trovarlo. Ma abbi la cortesia di non mostrarmelo. Lascialo trovare anche a me, altrimenti resterò un incapace.
Se vieni portato a una destinazione già raggiunta da qualcun altro, vi arriverai storpio. I piedi si rinforzano camminando. Raggiungere una destinazione non è molto importante; la cosa davvero importante è che il viaggiatore si rafforzi lungo il cammino. Ottenere qualcosa non è tanto importante quanto la trasformazione di colui che l'ha ottenuta.
Dio, moksha e la conoscenza non sono beni preconfezionati. Sono il frutto di una vita di sforzi e di ricerca. La suprema fioritura arriva quando è giunto il suo momento. Ma se vai al mercato, puoi trovare fiori di plastica che durano in eterno e ingannano facilmente; li devi solo spolverare. Ma chi possono ingannare? Chi passa per la strada potrà credere che i fiori alla tua finestra siano veri, ma tu non puoi essere ingannato, perché tu stesso li hai comprati.
Per avere fiori veri bisogna piantare i semi, sforzarsi, coltivare la pianta. Poi, quando il loro momento è giunto, spuntano i fiori. Non vengono applicati da fuori. L'esperienza di io è simile al fiore, e la ricerca alla pianta. Abbi cura della pianta e il fiore arriverà da solo. Ma noi abbiamo fretta. Diciamo: "Lascia stare la pianta; dacci solo il fiore!".
Talvolta, quando i bambini non riescono a risolvere un problema aritmetico a scuola, danno una sbirciata al libro di matematica e trascrivono il risultato. Anche se la risposta è esatta, è completamente sbagliata. Come può essere corretta la soluzione di chi non ha sviluppato il problema? La sua soluzione è giusta - può aver scritto "cinque" - e anche hchi ha sviluppato il problema ha scritto "cinque". Ma vedi una differenza tra questi ultimi e chi ha copiato la risposta? E che differenza fa copiarla dalla "Gita" o dal "Corano"?
Anche se la risposta data da entrambi è la stessa, non è uguale. C'è una differenza fondamentale. Il punto non è trovare la risposta e arrivare al "Cinque", bensì imparare come ci si arriva al risultato. E chi sbircia in un libro non l'ha capito: ha preso solo la risposta.
Pertanto, se hai imparato qualcosa da qualche parte o l'hai ricevuta da qualcuno, se l'hai sentita in giro e l'hai fatta tua, avrai in mano un Dio copiato da un libro. E' un Dio morto, senza vita, buono a nulla. Una religione viva si crea vivendola, non rubando risposte da un libro.
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Non si possono trovare pace e felicità nelle risposte rubate. La felicità si ottiene attraverso lo stesso processo grazie al quale i fiori sbocciano da soli. Non vengono presi a prestito da qualche parte.
(OSHO)