Esiste un residuo emotivo: esso
viene prodotto nelle officine del pensiero. E’ formato dai dolori ormai
passati, che adesso non sono più di alcuna utilità. E’ costituito dai
cauti provvedimenti che hanno avuto un’importanza in passato,
ma che nel presente non servono a niente.
Il guerriero ha inoltre i suoi ricordi,
ma riesce a separare quello che è utile da ciò che non è necessario:
egli si libera del proprio residuo emotivo.
Paulo Coelho
viene prodotto nelle officine del pensiero. E’ formato dai dolori ormai
passati, che adesso non sono più di alcuna utilità. E’ costituito dai
cauti provvedimenti che hanno avuto un’importanza in passato,
ma che nel presente non servono a niente.
Il guerriero ha inoltre i suoi ricordi,
ma riesce a separare quello che è utile da ciò che non è necessario:
egli si libera del proprio residuo emotivo.
Paulo Coelho
Proprio oggi, leggendo in uno dei tanti forum su cui sono approdata facendo ricerche, ho trovato uno scritto in cui si riportavano alla ribalta presunti torti subiti, rivangando e facendo riecheggiare nell'aria quanto successo anni prima, fregiandosene come di una medaglia al valore,

E mi sono ricordata dello scritto che ho riportato sopra.
I residui emotivi sono difficili da trasformare, anche perché fa comodo dire a se stessi come si è stati eroici a risorgere dalle ceneri dopo che qualcuno ti ha sparato addosso il (presunto, presuntissimo) napalm. Il ruolo della vittima lo abbiamo ricoperto tutti in qualche momento della nostra vita.
Ma non si è sempre detto che ognuno crea la propria realtà? Se abbiamo incontrato certe esperienze, dobbiamo guardare a noi stessi. perché le risposte sono tutte lì, basta aver voglia di guardare.
Si parla tanto di perdono, compassione, amore incondizionato, mah....
Forse, se davvero c'è stato il perdono, non si torna sempre sullo stesso argomento, se davvero c'è amore e compassione, si cerca di vedere la realtà di luce che gli eventi hanno portato e stop.
Ci sono nuove energie ora, da coltivare, nuova luce da integrare, finchè ci teniamo dentro il bagaglio non saremo mai davvero luminosi perché una parte di noi sarà oscurata dai sentimenti di allora, un anno, due anni, milla anni fa, un'altra vita.
E' ora della libertà, del volo libero, della gioia e della leggerezza, che ci fa sentire in armonia con l'universo intero, è ora di lasciare la nostra hucha, l'energia pesante, nostra e che ci viene sottilmente tirata addosso da chi non riesce a voltare pagina e a guardarsi davvero dentro. Noi facciamolo, guardiamoci dentro spesso, senza sentirci arrivati, nè migliori degli altri.
Se abbiamo bagagli di questo genere, lasciamoli andare, mettiamoli sulla fiamma viola della trasformazione, affidiamo le ceneri al vento o alla terra per concimare e far crescere un bel FIORE DI LUCE E VITA.
