Difficile trovare le parole per descrivere il contatto profondo che è avvenuto.
Speravo in questo incontro, anche se non ero certa di poterci andare per i soliti problemi di ...liquidi.
Ma un'onda d'amore si è mossa e mi ha portato il regalo di poter partecipare.
Ho cercato di non avere aspettative, di solito mi riesce bene, ma questa volta... questa volta ne avevo.
Mi aspettavo di incontrare due persone vibranti di vita, più che aspettarmelo, sapevo che qualcosa dentro di me si sarebbe aperto, sarebbe fiorito.
Il luogo dove ci siamo ritrovati è sulle alture del Lago d'Orta, una cascina circondata da boschi e prati verdi, un terrazzo naturale sul mio amato lago.
Ci è stato permesso di lavorare in cerchio, seduti sul prato, per tre giorni. Il primo giorno invece, una pioggia battente ci ha fatti stare all'interno, in una bella sala di legno e pietra.
Americo sorrideva. Dice che il primo giorno degli incontri, di solito piove, perché bisogna “lavorare dentro”, inteso non solo come luogo fisico, ma lavorare all'interno di se stessi.
E' una persona semplice e saggia, col sorriso nel cuore e negli occhi, non solo sulle labbra.
Ha detto poche cose, e ci ha fatti lavorare molto. E ha lavorato molto per noi, alleggerendoci dalla nostra Ucha, l'energia pesante, chiudendo e ricucendo i nostri buchi, insegnandoci a non riformarli.
Quelle poche cose dette sono semplici, non sono istruzioni per l'uso, sono pezzi di vita. Raccontando gli aneddoti porta i suoi insegnamenti.
Lavorare con loro è un'apertura della percezione, di quella percezione che ti porta a sfiorare le stelle, il cuore della terra e il respiro della vita in ogni cosa.
Mi ha stesa subito eh e eh...primo cerchio, 24 persone, viscine viscine.... passa all'interno del cerchio, mi supera, torna sui suoi passi e mi prende le mani per mostrare una tecnica di riequilibrio dei tre centri energetici. Mi guarda e dice “ Hola nina del Cosmos, tu es una nina del Cosmos” e inizia a lavorare su di me.
Usignur, bello troppo bello, figlia del Cosmo, ero già praticamente stavanata gh gh gh....
Dice Americo, da noi è tutto più semplice, abbiamo solo tre centri, chakra come dite voi.
Yachay - Letteralmente è il sapere. È il potere della conoscenza, della mente.
Munay - Amare. È il potere dell'amore unito alla volontà, il centro del cuore
Llanqay o Llank'ay - Lavorare. È il potere del corpo, del lavoro fisico, dell'azione. Il centro dell'ombelico
Devono essere allineati. La mente è importante, ma deve essere al servizio, quando non serve la si mette da parte. Apre la porta all'intento. Il potere del corpo è importante, ma il punto più importante è il cuore. L'intento e il cuore.
Sorride molto, e fa sorridere. I Q'eros dicono che se una persona non ride per venti giorni è malata.
Lui dice che bisogna preoccuparsi già dopo cinque....
Ogni tanto buttava là frasi tipo.... qualcuno guarda una persona e dice che quella persona è centrata, perché è molto seria... , forse è concentrata, ma non vuole dire che è centrata. Chi è centrato nello spirito è sorridente, perché i suoi centri sono allineati, tocca Pachammama e il Cosmo, e lo Spirito è gioioso, sorridente, e i suoi occhi hanno il cielo dentro e trasmettono luce.
Che bello sentire le cose che hai nel cuore, noi che sempre diciamo che la via dello spirito è fatta di allegria e sorriso.
Che bello, allungare una mano e toccare il cielo, o sentire la carezza del vento, raccoglierla con la mano e portarla al Munay di un fratello di cammino....
continua...
I Q’eros sono considerati gli eredi della cultura sciamanica Inka. I Q’eros sono un popolo di puro Munay, l’energia del cuore. Sono aperti, puri e sorridenti come bambini.Onorano la vita con offerte alla Pachamama, Madre Terra, all’Apu, lo Spirito della Montagna ed agli altri Spiriti della natura quali acqua, luna, fiume e molti altri. Hanno una grande devozione agli elementi di natura con i quali sono capaci di fondersi totalmente. A tutt’oggi questo popolo conta meno di 300 famiglie e prendono il nome dalla regione in cui vivono, chiamata appunto Q’ero, estesa per parecchi chilometri quadrati fra i 4500 ed i 5600 metri di altitudine a Nord-Est di Cuzco, l’antica capitale Inka.
Sono i diretti discendenti degli sciamani-sacerdoti che seguendo una visione si misero in salvo sulle vette più alte delle Ande quando i conquistadores spagnoli invasero il Perú. Sono sopravvissuti per circa 500 anni con le loro tradizioni culturali intatte, separati dal resto del mondo fino a quando nel 1955, una spedizione arrivò per la prima volta nella loro regione.
Don Américo Yabar fu uno dei primi peruviani ad essere iniziato alla loro cultura sciamanica, dopo che i Q’eros lo scelsero come il loro Chakaruna, il loro “uomo-ponte” verso le altre culture. Americo è oggi riconosciuto in tutto il mondo come uno dei più grandi mistici e sciamani andini.

