Oliviero Angelo Fuina

Poesie, racconti, emozioni,... per nutrire l'Anima
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shanti
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Oliviero Angelo Fuina

Messaggioda shanti » 23/06/2011, 0:01













GRAZIE!!!!!!!
Bella la poesia!!

Sii umile perché sei fatto di Terra, sii nobile perché sei fatto di Stelle.
Con la Luce di Michele nel cuore. shanti

Artos

Oliviero Angelo Fuina

Messaggioda Artos » 23/06/2011, 4:46

Ciao Gladius Lucis non sapavo che eri un paeta. Complimenti e in bocca al lupo per il libro. Un saluto e abbraccio fraterno.

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Angel
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Oliviero Angelo Fuina

Messaggioda Angel » 23/06/2011, 20:33

sirio cuore sirio

.......un importante gradino della tua scala di Giacobbe.....

bluangel
Siamo fatti per rendere manifesta la gloria dell'Universo... che è in noi
Angel

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Nirava Damini
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Oliviero Angelo Fuina

Messaggioda Nirava Damini » 24/06/2011, 11:23

Bellissima poesia!!!!
Complimenti!!!

Avere un libro di poesie dedicato alla città di luce è veramente emozionante!!!
Grazie
sirio cuoricino sirio
NIRAVA DAMINI

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drago-lontra blu
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Oliviero Angelo Fuina

Messaggioda drago-lontra blu » 24/06/2011, 14:11

è bello vedere quanto amiamo questa Città.
Copia prenotata e?




ps: non mi carica la pagina del link.....
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Sole
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Oliviero Angelo Fuina

Messaggioda Sole » 24/06/2011, 16:06

Bellissima poesia Gladius! Complimenti e auguri per il tuo libro!


sirio cuoricino sirio
Nel silenzio e nell'attesa voi sarete forti

Anna Maria Stella

Oliviero Angelo Fuina

Messaggioda Anna Maria Stella » 26/06/2011, 23:07

Complimenti, caro Gladius, per le tue poesìe.... leggendoti intuivo già che tu fossi poeta... molto bella quella che hai postato... anch'io ti faccio i miei migliori auguri per il tuo libro... Grazie per la Luce che ci doni sul forum abbracci

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Oliviero Angelo
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Oliviero Angelo Fuina

Messaggioda Oliviero Angelo » 27/06/2011, 17:47

Grazie per la vostra gioia di riflesso alla mia...
Grazie perché è bello per me sapere che ci siete. Sempre.
Grazie perché questi due libri non sono dedicati a Città di Luce ma è Città di Luce che ha fondamenta nel mio cuore, aprendomi all'ascolto di poesie che semplicemente mi si dettano.
Grazie perché ciò che di bello posso scoprire in me è figlio di un camminare e crescere insieme a voi, condividendo ciò che di meraviglioso tutti noi siamo.
Grazie perché ogni gradino conquistato non varrebbe niente se non potessi farci posto per tutti gli altri e condividerlo.
Grazie perché, semplicemente, è bello avere qualcuno da ringraziare.

Con Amore
pulzelle
Gladius/Olly
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"Non nobis Domine, non nobis, sed nomine Tuo da gloriam"
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Oliviero Angelo
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Oliviero Angelo Fuina

Messaggioda Oliviero Angelo » 13/07/2011, 1:06

Approfittando della vostra amorevole pazienza, desidero condividere un altro piccolo gradino.
Non poesie, questa volta, ma piccolissimi racconti che finalmente ho trovato il coraggio di condividere... giusto per proseguire la già citata scaletta a portarmi infine a "poter" pubblicare il libro di un Cammino che ho nel cuore.
Ho ancora alcuni pioli di raccolte poetiche da "vincere" a pubblici sguardi ma ogni volta si rafforza in me la direzione che stentoreamente mi si sta dettando.
Grazie ancora per essermi accanto.
Un abbraccio nell'Amore

Gladius/Olly



"CORTI-CIRCUITO"

(Racconti brevi dal filo scoperto)

di

Oliviero Angelo Fuina



Presentazione dell'autore

(Racconti brevi dal filo scoperto)

Racconti brevi dal lungo riverbero: questo il senso ultimo dell'Autore nel confezionare Storie nelle quali l'impalpabile confine tra un convenzionale contesto quotidiano e l'imprevisto in agguato, anche solo emotivo, viene fatto oltrepassare in una inconsapevolezza percettiva dell'essere presi per mano lungo i viottoli delle parole narranti. Piccole strade che portano a finali non sempre previsti e "accettabili". In questi "Corto-Circuiti", in questi "racconti brevi a filo scoperto" sospeso, la tematica dell'Amore - anche parentale -, della Domanda interiore di turno, dell'avventura intrinseca in ogni vissuto quotidiano, del senso di giustizia più o meno accolto, di emozioni non facilmente classificabili, sono la nota dominante di uno spartito creato con il gusto di sorprendere. La profondità e il vissuto dei personaggi di questi brevi racconti, che per ovvi motivi di sintesi vengono parzialmente a mancare, sono suppliti dalle loro rispettive emozioni che possono empaticamente essere indossate dal lettore che si trova a specchiarsi in dinamiche facilmente riconoscibili, pur se di fantasia. Ed è questo il grande auspicio e la prima scommessa dell'Autore.



Vi riporto qui sotto il link della scheda del libro, nella quale vi sarà possibile leggere in anteprima i primi tre corti...molto corti.
http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=617940


Giusto per darvi una piccola idea dei "corti" in questione ve ne riporto uno dei tanti non visibile nell'anteprima della scheda libro.
Un racconto apparentemente leggero e ironico, che muove più di un sorriso prima di un finale che lascia un po' di amaro in bocca:



La serata

Flavio entrò nel negozio di mio padre con un sorriso che era tutto un programma stampato sopra la sua faccia notoriamente da schiaffi. Anzi, da buffetto sulle guance.
Io, già dal reparto biscotti, sapevo che stava venendo a chiedermi un qualcosa per cui non potevo dirgli di no. Conoscevo quell’espressione.
- Ehi, lavoratore…cosa c’hai da fare, stasera? – mi chiese a bruciapelo senza nemmeno salutarmi se non con un impercettibile ammiccare del viso.
- Il solito: finisco qui e poi scappo a Lecco per andare alla scuola serale, no? – gli risposi con la poca convinzione che il suo palese entusiasmo pretendeva a credito.
- Ma dai! Anche di Venerdì sera ti vai a rimbecillire fra i banchi? – mi rispose con una logica contraria all’atto stesso di frequentare una scuola, seppure serale.
- Senti, Flavio… Tagliamo corto: cosa c’hai in programma tu, invece? –
- Stasera ti faccio uscire con una ragazza, caro mio! – mi spiattellò brutalmente in faccia l’amico.
Quello era un settore, per me, che in effetti deficitava, vuoi per la tipica insicurezza insita nel mio DNA e vuoi per la mia poca sfacciataggine propositiva, tanto per usare un eufemismo.
Ma comunque, … “vuoi”.
Era fra le cose ai primissimi posti della mia lista mai spuntata in quella voce.
Oh! Quanto ci sognavo o ci scrivevo già da allora cavalcando il dorso delle mie più inconfessate fantasie!
Inconfessate anche per ovvie precauzioni di immagine…non potevo certo ammettere che non ero mai uscito con una ragazza alla faccia delle mille chiacchiere con gli amici, vantando inesistenti avventure avute in vacanza o indeterminati “tempo fa” che riempiono la bocca e la mente di chi ascolta, no?
Nascondendo l’improvvisa agitazione replicai:
- Come, uscire con una ragazza? Perché? E chi sarebbe? Cosa…-
- Calma, calma Angelo… - mi disse sorridendo - E’ che stasera la mia ragazza, Simona, doveva uscire con me.. sai, prima che noi poi ci ritroviamo per andare dove sai, quando saresti dovuto uscire da scuola…
- Come, sarei dovuto uscire? –
-Beh, è ovvio… se devi venire con me da subito, non puoi di certo andare a scuola, no?- mi interruppe con la sua solita logica “facilona”.
- Ma scusa, Flavio…E cosa esco a fare con te se tu devi uscire con la Simo…Ehi, aspetta… non è che devo uscire con la tua ragazza, no? – controbattei alquanto confuso.
- Sveglia! Vieni giù dal fico! Devi uscire con l’amica di Simona, no?-
- E da dove salta fuori, adesso, questa amica? – obiettai sempre più confuso.
- Ma è una sua amica che proprio stasera doveva trovarsi con Simona… - mi disse fintamente esasperato - … e siccome io, come ogni Venerdì sera, lo sai, no…, sto un po’ con lei prima di riaccompagnarla a casa alle undici, abbiamo deciso che anch’io avrei portato un amico per uscire comunque insieme… E allora ho pensato a te…tanto poi dobbiamo trovarci con gli altri, no? –
- Scusa, Flavio… ma almeno l’amica mi conosce? – chiesi sapendo già che pur tenendo a freno il mio cuore galoppante avrei sicuramente accettato.
-No… Ma non è un problema, credimi… e poi ti va bene, sai? E’ anche una bella ragazza. –
-Davvero? – chiesi abbastanza stupidamente con già un sorriso ebete a deridermi il viso.
-Si, fidati… Prima andiamo a bere qualcosa poi magari ci appartiamo un po’…Ti va bene? –
Se mi andava bene? Quasi stavo svenendo per l’agitazione di questo programma rivelato!
- Certo che mi va bene, ma… scusa, come facciamo ad appartarci se siamo tutti e quattro con la tua macchina? Lo sai che io non ho nemmeno la patente, no? –
- Non preoccuparti…lascia fare a me,tu… -
- Va bene…ma sei sicuro che sia una buona idea? – Provai a risondarlo ascoltando un rigurgito della mia proverbiale insicurezza dubitativa.
- Ma si, dai! Ti faccio uscire con una bella ragazza e tu stai ancora qui a porti problemi?!? Adesso devo andare un salto a casa…Allora ci vediamo alle sette e mezzo a casa tua, che ti vengo a prendere?- mi chiese già nell’atto di uscire dall’Alimentari di famiglia.
Alle sette e mezzo?!? Ma io a quell’ora dovrei essere in classe già da mezz’ora! Io ti aspetto nella piazza del mercato, davanti al nostro bar di ritrovo…
-Si, si… o . k. ! A stasera, allora… - e così dicendo uscì definitivamente di scena dopo avermi sconvolto il presente di quei momenti.


Alle diciannove e un quarto, quando la “500” bianca di Flavio fece capolino davanti al vaso della pianta ad ornamento dell’ingresso al bar, era già più di mezz’ora che sapevo a memoria il numero di foglie della stessa.
L’irrinunciabile e scanzonato colpo di clacson anticipò la fuoriuscita dell’amico dalla sua utilitaria, sempre col sorriso più luminoso dei fiochi anabbaglianti che mestamente scrutavano qualche foglia da me eventualmente non contata.
- Ehi, Angelo…Pronto? – mi disse appena mi vide
- Pronto non lo so… ma intanto sono qui, no? – risposi cercando ansioso attraverso il cristallo anteriore Simo e la sua amica . Non vedendole. – Ma…e le due fanciulle? – chiesi quindi perplesso e vagamente deluso a Flavio.
- Scusa,… ma se dovevo venire il prima possibile da te ho pensato che a prenderle ci andiamo insieme, no? È meglio così e poi possiamo organizzarci a puntino sulla serata… Dai, andiamo che sono già tutte e due a casa di Simona.
Salimmo come cavalieri di Re Artù su inadeguato “Ronzinante” e partimmo per la collina del paese dove Simona abitava.
Jim Morrison cadenzava ad una certa Baby di accendergli il fuoco ma io mi sentivo più fortunato perché le vampate le avevo già preventive all’ imminente “rendez-vous”.
-Non è che c’hai una cassetta “giusta” nel walkman che tieni nella sacca dei libri? – mi chiese, quasi conseguentemente allo stesso mio filone di pensieri, Flavio.
- Perché?!? I Doors non ti piacciono più, adesso?- risposi sinceramente meravigliato.
- Cosa c’entra! Pensavo a qualcosa di più adatto per la camporella di dopo, no?-
Già. Molto più pratico di me, l’amico. Dovevo ammetterlo.
- Ma, non so… “Rock ‘n roll Animal “ di Lou Reed penso sia ancora meno indicato…
- Lo penso anch’io – mi interruppe sorridendo Flavio. – Ma dopo me la impresti comunque, eh?-
- Va bene… Ah! Si…Ho appena comprato la cassetta dei Dire Straits…Quella con “Tunnel of Love”…l’ultima che è uscita… -
- Grandissimo, Angelo!!... E’ perfetta!...Dai, tirala fuori che cominciamo a sentircela da subito…Intanto parcheggio qui: siamo arrivati. –
Intanto che lui andava a suonare alla porta della villetta di Simo, io recuperai la musicassetta ed imboscai subito la sacca dei libri nell’esiguo spazio sotto il sedile anteriore di destra. Se volevo passare, pur se imberbe, da uomo di mondo navigato, la figura dello studentello serale probabilmente non mi avrebbe aiutato.
Il tempo di armeggiare con la cassetta nell’autoradio di Flavio che quando alzai gli occhi vidi fuori dai vetri lui e le due amiche che mi stavano guardando. Nella maniera più goffa che mai avrei potuto eguagliare scesi subito dalla 500 e balbettai un ciao con l’unico superstite filo di voce che non mi aveva ignominiosamente abbandonato. L’esuberanza del mio amico salvò l’impasse.
Salutai la simpatica Simona e mi presentai a Luisa, visibilmente più a disagio di me. Il che mi rincuorò non poco, pur lasciandomi il dubbio di un disagio dovuto alle deluse aspettative dell’amico, che sarei stato io.
Come da noi preventivato prima, io salii dietro con Luisa e se all’inizio sembravamo parenti stretti era dovuto solo all’esiguità dello spazio vitale in quel doppio sedile da casa delle bambole.
E lei, la Luisa, era davvero una bambola mica male!
Giusto per conoscerci meglio, io e Luisa, ovviamente, andammo tutti in una gelateria a berci qualcosa, anche per giustificare l’uscita stessa e non sentirci ancora perfetti sconosciuti nell’eventuale “imboscamento” tattico di dopo.
Flavio e Simona ci aiutarono molto nel metterci a nostro agio e presto la nostra conversazione poté sembrare quasi simpaticamente vera.
Ripartimmo più allegri, e non solo per i vari Cocktails della casa, colorati ed ingannevoli, e dopo un girare fintamente casuale fra risate e i divini arpeggi di Mark Knopfler, Flavio prese il sentiero buio per il lago e in uno spiazzo ancora più appartato si fermò.
Il mio cuore, invece, inserì la quinta.
Senza tanti preamboli, cinquanta centimetri davanti a noi, i due consolidati piccioncini cominciarono a baciarsi. Il nostro imbarazzato silenzio trovò veste adeguata nel suo voler cocciutamente scrutare il nulla attraverso il buio del finestrino e nella mia paralisi da panico di “dover” fare una mossa col terrore quasi certo di sbagliarla.
Intanto l’ennesimo “Tunnel of love” stava sfumando.
Quando ormai il mio immobilismo era divenuto più insostenibile di qualsiasi indegna azione che avrei potuto intraprendere cominciai goffamente ad avvicinarmi a lei anche con le mie sudatissime mani o almeno così mi sembravano. Durante tutto il brano di “Hand in hand” riuscì a metterle il braccio intorno al collo appoggiandolo sulla spalla opposta e cominciai qualche delicata carezza all’attacco di “Romeo and Juliet”.
I sospiri che giungevano dalla lontana galassia del sedile davanti suonavano come una condanna alle mie insorte difficoltà di prendere la situazione in pugno.
Quando scomodamente e dolorosamente proteso riuscii a girarle il mento verso di me fu quasi lei a protendersi verso le mie ancora impreparate labbra, di certo esasperata dal mio dinamismo da bradipo. Sentire la sua lingua curiosa rincorrere la mia e le urla da stadio dei due amici finalmente pronti a festeggiare il mio successo con degli espliciti “Era ora!!!” fu un tutt’uno.
Una risata collettiva e liberatoria sancì un prosieguo di serata decisamente più interessante e proficuo.
Alle ventitre circa, con la bocca quasi anchilosata per le ripetute esercitazioni di rito, le accompagnammo a casa. Mi presi la soddisfazione di un saluto di commiato degno del miglior Humphry Bogart e rimasi con un “forse” da parte della Luisa, all’improbabile ritrovarci.

Fisicamente ancora seduto a fianco di Flavio nel commentare l’inconsueta e per me memorabile esperienza serale, nei termini poco eleganti che gli ormoni impazziti scandalosamente ci dettavano, spiritualmente mi ritrovavo su morbide e fluttuanti nuvole nel cielo da poco esplorato.
Dovetti però scenderne presto e, ammantati della nostra solita routine, andammo a raggiungere gli altri sei amici della compagnia nella vicina cittadina, alla discoteca “New Satisfaction” .
Appena arrivati, Flavio cambiò improvvisamente registro e la sua unica preoccupazione fu quella di cercare il tipo che aveva “la roba”.
Io, lo confesso, non fui da meno.
Risalimmo poi subito tutti e otto in due macchine e andammo nei prati sul retro della discoteca.
Io e un altro del gruppo in macchina con Flavio fummo gli unici che il contenuto della nostra bustina di stagnola ce lo sniffammo. Era “Anfe” di quella tosta. Sapevamo già che per mitigare il “down” del giorno dopo avremmo dovuto poi prendere anche un po’ di “ero”.
Tutti gli altri iniziarono il loro rito fra accendini, scatolette di metallo di “Saridon” a mo’ di cucchiaio, fette di limone e siringhe da 1 cc.
La tentazione di uno sballo più completo, se sparato direttamente in vena, non mi lasciava indifferente. La ridicola paura dell’ago era ancora un buon deterrente. Paura che presto, sicuramente, avrei superato.
E nei nostri infernali paradisi entrammo dentro la discoteca, illusi padroni del mondo, al ritmo della K. C. & the Sunshine Band., tutti uomini “Boogie” senza altre certezze.


È ormai passato quasi più di un quarto di secolo da quella serata.
Di quegli amici non vedo più nessuno.
L’unico che vado a trovare quasi una volta al mese è proprio Flavio.
Giusto oggi, con mia moglie Luisa, si... proprio “quella” Luisa, sono andato a cambiare i fiori sulla sua tomba.
Io sono stato solo più fortunato.
E nel viaggio di ritorno verso casa nostra un inaspettato brano dei Dire Straits alla radio ci ha disegnato sui volti un reciproco malinconico sorriso.
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"Non nobis Domine, non nobis, sed nomine Tuo da gloriam"
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Anna Maria Stella

Oliviero Angelo Fuina

Messaggioda Anna Maria Stella » 13/07/2011, 8:18

Graziosissimo racconto... Il lettore viene subito messo nella condizione di sentirsi spettatore dal vivo assaporando le emozioni e i sentimenti dei personaggi, soprattutto del protagonista. Complimenti caro Gladius anche per questo tuo percorso letterario! abbracci


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