Portava voci lontane, antiche alleanze, nuove canzoni.
Mi ha portato il silenzio dei Pirenei e il canto di Mama Cocha, la madre Oceano.
Il sibilo del Serpente tra i tronchi della foresta pietrificata, il frinire delle cicale nei viali di Shangai.
E c'era una flebile voce di bambina che cantava al bordo di un prato,
correndo col suo micio, una bambina con i codini e gli occhi di stella.
E e il profumo di torta di mele...
Mi sono fermata ad ascoltare il vento perché sempre accarezza la pelle e sfiora il cuore di chi lo ascolta.
Mi ha portato il tuono lontano dei Wakinyan, che giocavano al temporale a chilometri di distanza
e lo sbattere d'ali di una rondine in cerca di riparo.
Mi ha portato la forte voce dell'Arcangelo, amata, potente e carezzevole.
E c'era il canto di una donna con gli occhi umidi davanti ai grandi Bisonti, e il profumo di erba dei prati.
Mi ha portato il mormorio del torrente, accompagnato dal sonaglio e dalle risate di una Sorella che ha incontrato il suo Grande Orso.
Fratello vento mi hai fatta sentire un falco sugli spalti di Queribus, e sempre mi porti sulle tue ali a vedere luoghi lontani,
Mi regali profumi di umidi boschi e, ancora, mi porterai voci lontane, antiche alleanze e nuove canzoni.
Prendi con te il canto del mio cuore spargilo ovunque, come petali nella brezza di primavera.
Come i piccoli semi dei soffioni nelle folate d'estate.
