Il mio ragionamento è proprio questo.
Siamo fatti di luce e buio, giungere ad essere pura luce trasformando il buio completamente ci trasporta completamente in un luogo che non può essere questa realtà, poichè qua le cose funzionano diversamente.
Se e dico se, si vuole rimanere qua, vivendo al meglio delle nostre possibilità serve un connubio e non la luce totale. che non fa parte di questa dimensione, poichè saremmo degli Illuminati e sinceramente ancora non ne ho visto uno.
perché? perché vibra ad una velocita' diversa, risuona diversamente da noi .
Al massimo potrò incontrare delle persone speciali, queste si, con una consapevolezza al di là bene di molte altre, che camminano su un sentiero di grande comprensione spirituale ricche d'amore e compassione e forza.
La domanda che sorgeva è ma questo lato scomodo, avrà pure il diritto di esprimersi, se esiste o è condannato alla trasformazione totale? al non essere più se stesso? e se cosi' fosse questa cosa non sarebbe una mera prevaricazione? e se è una prevaricazione non è già essa parte del lato scomodo?
Il grande lavoro che ci tocca è dunque questo: scegliere cosa porttare con noi in questo luogo dove siamo ora, non dove vogliamo arrivare ad essere.
Il grande pericolo della compulsione, esiste davvero, perché trovare come trasformare è un grande dono, un grande traguardo, cosa si fa quando crediamo di aver trasformato ma la vecchia ruggine cova sempre sotto la cenere?
Dove va a finire questo lato scomodo? Nella malattia. E' ovvio.
Una strada possibile è questa stanza, in un mondo immaginario, dove le compulsioni possono e devono esprimersi, senza portare luce, altrimenti diverrebbe la brutta copia di questo mondo, e siamo già abbastanza incasinati a sistemarci qua, un altro casino non ci serve.
Questa foresta nera, che tale deve rimanere è una valvola di sfogo, che, almeno in principio o in extremis possiamo provare ad usare, notando i risultati.
Il meccanismo dovrebbe essere questo:
Faccio un esempio che vale per tutti.
ho un lavoro che singhiozza e non per colpa mia, cosi i debiti si accumulano e non so più che fare. Il disturbo sale, ogni giorno e divento nervosa sempe di più, me la prendo con tutti e rendo la vita impossibile a chi amo.
tutto va a catafascio e sono distrutta.
proviamo a cambiare
universo e portiamo la stessa identica situazione nell'aaltro
verso, quello buio. Sta cavolo di situazione la metterei sotto i piedi e sfascerei tutto, perché non mi piace, ma
d i qua non posso farlo, perché ho delle responsabilità, persone che dipendono dal mio stipendio e altre cose cosi.
Questo di qua, ma di là. io posso cambiare le cose disfando tutto, buttando giù tutto perché questo è il regno del caos, e se il mio caos lo metto da u
n altro verso, allora non ha più senso che ci sia anche in questo universo, dove siamo ora.
E visto che sta di là, qua le cose iniziano anche nel mio cervello a poter andare meglio, è un riflesso logico, butto il caos di là e pulisco, la mente cosi' facendo quando rientro qua, il pensiero, libero e sfogato ci vede meglio e trova soluzioni impensate.
Voi direte belle parole.
Io ci ho provato, ad entrare nell'altro verso, terreno simile a una guerriglia urbana.
Per una volta ho dato sfogo alla rabbia totale che avevo dentro tirando mazzate e tutto quello che incontravo, senza problemi di sorta.Nel regno della guerra servono leggi di guerra è li' apposta. E ci ho dato di brutto, e non scherzo. dieci minuti di totale follia, senza colpire nessuna persona, solo oggetti che conoscevo bene, luogo, situazione.Ho tirato calci e gridato e pianto e picchiato sui muri e parolacce di ogni genere, fino a quando sono caduta a terra esausta, vuota.
questo è dentro di me, esiste, inutile fare finta che non esiste, che non c'è, perché c'è.
L'ho visto e ho capito la follia che prende a certe persone improvvisa che nemmeno sanno quello che succede, perdendo il controllo, ecco, il controllo. E' inutile il controllo, lasciamo dove sta, in quel luogo, la parte oscura, e lasciamo che faccia quello che là è giusto che faccia, cioè il suo mandato.
Là.
Qua operiamo una scelta, trasformiamo, con pazienza certosina o con impeto selvaggio, o giocando e ridendo, cantando o mandando da via i chapett fa li stess, ma trasformiamo, possiamo scegliere in quale universo vivere e cosa portare in quello che abbiamo scelto.
Allora, facciamolo.
con amore immenso
