Sulla Meditazione ... (Osho)

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Anna Maria Stella

Sulla Meditazione ... (Osho)

Messaggioda Anna Maria Stella » 30/05/2009, 15:54

Da: "Con te e senza di te" di Osho


Un antico proverbio dice:

"Semina un pensiero, raccogli un'azione.
Semina un'azione, raccogli un'abitudine.
Semina un'abitudine, raccogli una personalità.
Semina una personalità, raccogli un destino".

E io ti dico: "Semina il nulla, e raccogli la meditazione o l'amore".
Seminare il nulla: ecco cos'è la meditazione. E la sua conseguenza naturale è l'amore. Se alla fine del viaggio della meditazione l'amore non è sbocciato, l'intero viaggio è stato inutile. Qualcosa è andato storto. Sei partito, ma non sei mai arrivato.
L'amore è la prova. Per il sentiero della meditazione, l'amore è la prova. Sono due facce della stessa medaglia, due aspetti della medesima energia. Quando è presente l'una, dev'esserci anche l'altro; se quest'ultimo è assente, manca anche la prima.
La meditazione non è concentrazione. E' possibile che un uomo di concentrazione non raggiunga l'amore, di fatto non ci arriverà. Un uomo di concentrazione può diventare più violento, perché la concentrazione è un allenamento a restare tesi, uno sforzo per restringere la mente. E' una profonda violenza nei confronti della tua consapevolezza. E quando sei violento con la tua consapevolezza non puoi essere non-violento con gli altri. Ciò che sei con te stesso lo sarai con gli altri.
Lascia che questa sia una delle regole più importanti della vita, quella fondamentale: qualsiasi cosa tu sia verso te stesso lo sarai verso gli altri. Se ti ami, amerai gli altri. Se stati fluendo nel tuo essere, fluirai anche nelle relazioni. Se dentro di te sei congelato, sarai congelato anche all'esterno. La dimensione interiore tende a trasformarsi in quella esteriore, a manifestarsi in quest'ultima.
La concentrazione non è meditazione: è il metodo della scienza. Si tratta di una metodologia scientifica. Un uomo di scienza ha bisogno della profonda disciplina della concentrazione, ma da lui non ci si aspetta compassione; non occorre. In realtà, un uomo di scienza diventa sempre più violento nei confronti della natura; qualsiasi progresso scientifico si basa sulla violenza nei confronti di quest'ultima. E' distruttivo perché, in primo luogo, l'uomo scientifico è distruttivo verso la propria sconfinata consapevolezza. Anziché espandere la sua consapevolezza, la restringe, rendendola esclusiva e focalizzata su un solo punto. Si tratta di una coercizione, di una violenza.
Per cui ricorda: la meditazione non è concentrazione, ma non è nemmeno contemplazione. Non è un'attività di pensiero. Anche se stai riflettendo intorno a Dio, si tratta sempre di un pensiero. Se esiste un qualsiasi "intorno a", c'è il pensiero: fondamentalmente non fa differenza se pensi a Dio o ai soldi. Il pensiero continua, solo gli oggetti cambiano.
Se stai pensando al mondo o al sesso, nessuno la definirebbe contemplazione; ma se stai pensando a Dio, alla virtù, a Gesù, a Krishna, al Buddha, la gente la chiama contemplazione. Lo Zen è molto severo al riguardo: non si tratta di meditazione, ma sempre di pensiero. Ti preoccupi ancora dell'altro.
Nella contemplazione l'altro è presente, anche se, ovviamente, non in modo così esclusivo come nella concentrazione. La contemplazione è più fluida della concentrazione. Nella concentrazione la mente è focalizzata verso un punto solo, nella contemplazione è orientata verso un soggetto, non verso un punto. Puoi continuare a pensarci su, a cambiare e a fluire con il soggetto ma, tutto sommato, il soggetto resta lo stesso.
Allora he cos'è la meditazione? La meditazione è il semplice godimento della propria presenza, del proprio essere. E' semplicissimo: si tratta di uno stato di consapevolezza totalmente rilassato, nel quale non stai facendo alcunché. Non appena subentra il fare, diventi teso, immediatamente si affaccia l'ansia. Come fare? Che cosa fare? Come avere successo e non fallire? ti sei già spostato nel futuro.
Se stai contemplando, che cosa puoi contemplare? Come puoi contemplare l'ignoto? Come puoi contemplare l'inconoscibile? Puoi contemplare solo ciò che conosci. Lo puoi rimasticare un'altra volta, ma si tratta sempre di ciò che conosci. Se conosci Gesù, o Krishna, puoi pensarci su all'infinito, puoi aggiungere modifiche, cambiamenti, decorazioni ... ma ciò non ti porterà verso l'ignoto. E Dio è l'ignoto.
Meditazione vuol dire semplicemente essere, senza fare nulla: nessuna azione, nessun pensiero, nessuna emozione. Semplicemente sei, ed è una pura gioia. Da dove viene questa gioia allorché non fai nulla? Da nessun luogo, oppure da tutti i luoghi. E' priva di causa, perché l'esistenza è composta della sostanza chiamata gioia. Non ha bisogno di cause o di ragioni. Se sei infelice, hai una ragione per esserlo; se sei felice, lo sei e basta, non ci sono ragioni. La mente cerca di trovare una ragione perché non può controllare ciò che non ha causa, diventa semplicemente impotente. Per questo la mente trova una ragione dietro l'altra. Ma vorrei dirti che ogni volta che sei felice, lo sei senza motivo; ogni volta che sei infelice, è per qualche motivo. Infatti, la felicità è la sostanza di cui sei composto. E' il tuo stesso essere, il tuo nucleo più profondo. La gioia è il tuo centro intimo.
Guarda gli alberi, gli uccelli, le nuvole, le stelle ... se hai occhi riuscirai a scorgere che l'intera esistenza è gioiosa. Ogni cosa è semplicemente felice. Gli alberi sono felici senza motivo: non diventeranno primi ministri o presidenti, non si arricchiranno né avranno mai conti in banca. Guarda i fiori, è semplicemente incredibile quanto possano essere felici i fiori ... senza motivo ...
L'esistenza intera è fatta della sostanza chiamata gioia. Gli hindu la definiscono satchitanand: ananda, gioia, beatitudine. Ecco perché non è necessario alcun motivo, alcuna causa. Se puoi essere semplicemente con te stesso, senza fare alcunché, semplicemente pago della tua presenza; se sei con te stesso, felice di esistere, di respirare, di ascoltare gli uccelli; se sei felice senza motivo, sei in meditazione.
La meditazione è essere "quieora". E quando si è felici senza motivo, non puoi contenere quella felicità dentro di te. Arriva agli altri, diventa una condivisione. Non puoi trattenerla: è troppa, è infinita. Non puoi tenerla in mano, devi lasciare che si diffonda.
Ecco cos'è la compassione. La meditazione è essere con se stessi, la compassione è lo straripare di quell'essere.
Non è che devi essere compassionevole, no. Nello stato di meditazione, sei
la compassione. La compassione è ardente come la passione, per questo si chiama "compassione".




Ospite

Sulla Meditazione ... (Osho)

Messaggioda Ospite » 30/05/2009, 19:54

Ho un rapporto molto particolare con la meditazione. Per me svuotare la mente di ogni pensiero è praticamente impossibile.... ma comprendo quando si parla di Vivere Qui e Ora.... di Essere nel momento..... Comprendo quando si dice che l'Amore è il fine ultimo.... la strada per cui tutti siamo qui.... l'Amore... ancora e sempre l'Amore.... :)
Grazie carissima Anna....


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