Kabir dice:
Vedo con gli occhi aperti e sorrido
e scorgo la sua bellezza ovunque.
Non occorre neppure chiudere gli occhi: che siano chiusi o aperti, tu vedi Lui, perché Lui è sia all'interno sia all'esterno.
Pronuncio il suo nome,
e qualunque cosa vedo mi ricorda Lui;
qualunque cosa faccio si trasforma nella sua adorazione.
L'alba e il tramonto sono per me la stessa cosa;
tutte le contraddizioni sono risolte.
Tutte le contraddizioni si risolvono solo quando hai ragiunto Dio, mai prima, perché è la mente a creare le contraddizioni. Quando hai raggiunto Dio, la mente non esiste più, e con la ment se ne vanno tutte le contraddizioni; a quel punto, il giorno e la notte sono la stessa cosa: E così la vita e la morte. A quel punto, se sei o scompari non fa alcuna differenza; inspirare ed espirare non sono due cose, ma un solo processo.
Ovunque vado, mi muovo intorno a Lui.
Tutto ciò che ottengo è al suo servizio:
quando mi sdraio, mi prostro ai suoi piedi.
Egli è per me l'unica persona adorabile:
non ho alcun altro.
La mia lingua ha abbandonato le parole impure,
canta la sua gloria giorno e notte:
che io sia in piedi o seduto, non posso mai dimenticare Lui,
poiché il ritmo della sua musica risuona
nelle mie orecchie.
Kabir dice:
Il mio cuore è frenetico
e porto alla luce ciò che è nascosto nella mia anima.
Sono immerso in quell'unica grande estasi
che trascende tutti i piaceri e le sofferenze.
Le contraddizioni sono una nostra creazione - ricordalo -, perché non siamo in grado di vedere il Tutto: possiamo vedere solo una parte;da qui nasce la contraddizione.
Possiamo vedere solo un aspetto, mai il Tutto. Ci hai fatto caso? Se stai guardando un sassolino che tieni in mano, non puoi vederlo tutto contemporaneamente. Vedi un lato, ma l'altro è nascosto: quando vedi quest'ultimo, il primo lato diventa nascosto. Non puoi mai vedere nella sua interezza nemmeno un sassolino, neppure un granello di sabbia.
Quando vedi il mio viso, puoi solo dedurre l'esistenza della mia schiena: forse c'è, forse no. Quando vedi la mia schiena, il viso è solo una deduzione: forse c'è, forse no. Non vediamo mai nulla nella sua interezza, perché la mente non può mai vedere la totalità.
La mente è un punto di vista parziale.
Quando la mente è stata abbandonata ed è sorta la meditazione, vedi la totalità. Allora scorgi il Tutto così com'è, unificato in tutti i suoi aspetti; in questo caso l'estate e l'inverno non sono separati né lo sono l'autunno e la primavera. A quel punto vedrai che la nascita e la morte sono due aspetti dello stesso processo; e la felicità e l'infelicità non sono opposte, ma congiunte: stanno insieme come una valle e una montagna.
E quando cogli questa unitarietà della vita, le scelte finiscono; non c'è più nulla da scegliere. Non l'hai notato? Ogni volta che scegli la felicità, diventi vittima dell'infelicità; ogni volta che desideri il successo, arriva il fallimento; ogni volta che speri, la frustrazione è in agguato; ogni volta che ti aggrappi alla vita, arriva la morte e distrugge tutto.
Non hai visto che tutto ciò accade ogni giorno, a ogni istante? Questi non sono opposti, si accompagnano; e nel momento in cui li vedi insieme, cosa puoi scegliere? Non c'è nulla da scegliere, si diventa privi di scelta.
E' ciò che continua a ripetere Krishnamurti: "Sii privo di scelte, in uno stato di consapevolezza privo di scelte...". Ma non può accadere, se non hai scorto l'unitarietà delle cose.
Una volta compreso che tutte le cose sono congiunte, la scelta diventa impossibile.
(continua...)