"Come posso sapere se dentro di me si sta creando distacco o indifferenza?"
Non è difficile. Come fai a sapere quando hai o non hai mal di testa? E' semplicemente evidente. Quando ti stai evolvendo nel distacco, diventerai più sano e più felice. La tua vita si trasformerà in una vita di gioia. Questo è il criterio di tutto ciò che è buono.
La gioia è il criterio. Se ti stai evolvendo nella gioia, stai crescendo e sei sulla strada verso casa. Con l'indifferenza è impossibile che nasca la gioia. In realtà, se sei gioioso, con l'indifferenza la gioia scomparirà.
La felicità è saluta e, per me, la religiosità è fondamentalmente donistica. L'edonismo è l'essenza stessa della religione. Essere felici è tutto. Per cui ricorda, se le cose vanno bene e ti stai muovendo nella giusta direzione, ciascun momento porterà una gioia maggiore. E' come se ti stessi dirigendo verso un giardino meraviglioso: più ti avvicinerai più l'aria sarà fresca, pulita e profumata. Questa è l'indicazione che ti stai muovendo nella giusta direzione. Se l'aria diventa meno pura, meno fresca e perde profumo, stai andando nella direzione opposta.
L'esistenza è fatta di gioia, questa è la sua sostanza. La gioia è la componente stessa dell'esistenza. Quindi, ogni volta che ti stai avvicinando all'esistenza, diventerai sempre più colmo di gioia e piacere, senza motivo. Se ti stai dirigendo verso il distacco, l'amore e la gioia aumenteranno; solo gli attaccamenti spariranno, perché portano infelicità e schiavitù, istruggendo la tua libertà.
Viceversa, se stai diventando indifferente... l'indifferenza è una moneta falsa, ha solo l'apparenza del distacco. In essa non si svilupperà nulla, non farai altro che rattrappire e morire. Va' a vedere: nel mondo esistonoo moltissimi monaci - cattolici, hindu, giainisti, buddhisti -, osservali. Non sono radiosi, non hanno l'aura della fragranza, non sembrano più vivi di te; di fatto sembrano meno vivi, come se fossero storpi, paralitici. Certo, sembrano controllati, ma non come frutto di una profonda disciplina interiore. Controllati, ma non consapevoli. Seguono una specifica coscienza che la società ha dato loro, ma non sono ancora individui liberi e con gli occhi aperti. Vivono come se fossero già nella tomba e non aspettassero altro che la morte. La loro vita diventa cupa, monotona, triste; è una sorta di disperazione.
Sta' attento. Ogni volta che qualcosa non va bene nel tuo essere ci sono dei segnali. La tristezza e la depressione sono degli indizi. Anche la gioia e la celebrazione sono indizi. Se ti stai dirigendo verso il distacco, in te nasceranno più canzoni, danzerai di più e diventerai più colmo d'amore.
Ricorda, l'amore non è attaccamento. L'amore non conosce attaccamento, e ciò che conosce attaccamento non è amore. E' possessività, dominio, dipendenza, paura, avidità; può essere mille e una cosa, ma non amore. In nome dell'amore altre cose stanno sfilando in parata, altre cose si nascondono dietro quel nome, eppure sul contenitore è appiccicata l'etichetta "Amore". Dentro di te proverai molte cose, ma assolutamente non l'amore.
Osserva. Se sei attaccato a una persona, sei innamorato? Oppure hai paura della solitudine e quindi ti aggrappi? Poiché non sai essere solo, usi questa persona per evitare la solitudine. In quel caso hai paura: se lei se ne va o si innamora di qualcun altro, la uccideresti dicendo: "Le ero molto legato". Oppure ti suicideresti con le parole: "Ero così legato a lei da non poter vivere senza".
Questa è pura stupidità. Non è amore, ma qualcos'altro. Hai paura della solitudine, non sei capace di stare con te stsso, quindi hai bisogno di qualcuno con cui distrarti. E vuoi possedere l'altra persona, usarla come un mezzo per i tuoi fini. Usare l'altra persona come un mezzo è violenza.
Immanuel Kant ne ha fatto uno dei dei suoi fondamenti della vita morale, e lo è. Diceva che trattare una persona come un mezzo è una delle azioni più immorali che esistano. E' così, perché quando tratti l'altra persona come un mezzo - per tua gratificazione, per il tuo desiderio sessuale, per la tua paura o per qualcos'altro - la stai riducendo a un oggetto. Stai distruggendo la sua libertà e uccidendo la sua anima.
L'anima può svilupparsi solo nella libertà, e l'amore dona libertà. Quando dai libertà, sei libero: ecco che cosa è il distacco. Se schiavizzi l'altro, allo stesso tempo stai imprigionando te stesso. Se vincoli, limiti o cerchi di possedere l'altro, egli ti vincolerà, ti limiterà, ti possiederà.
Ecco perché nelle coppie i partner lottano sempre per controllarsi reciprocamente, per tutta la vita. L'uomo a modo suo e la donna a suo modo litigano continuamente; è un punzecchiarsi, un importunarsi continuo. L'uomo pensa, in qualche modo, di controllare la donna, e la donna pensa lo stesso dell'uomo. Il controllo non è amore.
Non trattare mai una persona come un mezzo. Tratta chiunque come fosse fine a se stesso: così non ti aggrappi, non ti attacchi. Ami, ma il tuo amore dona libertà, e quando dai libertà all'altro, sei libero. Solo nella libertà la tua anima cresce, e ti sentirai estremamente felice.
Il mondo è diventato un luogo infelice non perché lo sia in sé, ma perché gli abbiamo fatto qualcosa di sbagliato. Lo stesso mondo può diventare una festa.
Tu chiedi: Come posso sapere se dentro di me si sta creando distacco o indifferenza?
Se ciò che si sta sviluppando dentro di te ti rende più felice, centrato, radicato e vivo di prima, prosegui su questa strada; in questo caso non c'è da avere paura. Lascia che la felicità sia la pietra di paragone, il criterio... null'altro può sserlo.
Tutto ciò che le sacre scritture dicono, tutto ciò che io sto dicendo non è un criterio, a meno che il tuo cuore non frema di gioia, non palpiti di felicità. Quando sei nato, dentro di te è stato posto un sottile indicatore. Fa parte della vita il fatto che puoi sempre sapere cosa sta succedendo, puoi sempre sentire se sei felice o infelice. Nessuno chiede come capire se si è felici o infelici; questa domanda non è mai stata posta. Quando sei felice o infelice, lo sai. E' un valore intrinseco. Lo sapevi già dalla nascita, usa dunque questo criterio interiore, ed esso non falserà mai la tua vita.
(Osho)