Maddalena in Gallia

Meditazioni, spunti di riflessione, ...
(vedi anche:)
Avatar utente
Oliviero Angelo
Messaggi: 2056
Iscritto il: 13/03/2009, 0:00

Maddalena in Gallia

Messaggioda Oliviero Angelo » 16/09/2010, 23:07

(...)

Uriel mi rivela che Maddalena arrivò in Gallia incinta del terzo figlio insieme a Matteo, l'apostolo che divenne suo marito e ai suoi fratelli Marta e Lazzaro. In un'altra imbarcazione seguivano Marcella, Maria sposa di Cleofa, Maria Salomé (queste ultime presunte zie di Gesù), Massimino (uno dei settantadue discepoli di Gesù) e Sidonio. Con sé aveva la piccola Sara, la figlia concepita dallo Spirito Santo, che Gesù aveva annunciato sarebbe nata dal suo grembo. Sara rappresentava l'evento soprannaturale voluto dal Cielo, attraverso la compenetrazione dello Spirito nella materia biologica, per lasciare una traccia Divina in Terra dopo la dipartita del figlio di Dio e, intenzionalmente, era di sesso femminile.
Lo Spirito fu infuso nel corpo di Myriam e, ancora una volta la sessualità della donna divenne la via elettiva ai cieli di Dio.
Questo è il grande Segreto che è sempre stato nascosto.
Nel tempo Sara si imparentò, tramite matrimonio, con la stirpe dei re Merovingi e da lì in avanti, la sua discendenza continuò nel corso della storia, nei casati di Lorena e degli Asburgo.
Maddalena dunque, rimasta incinta attraverso un processo di partogenesi, cioè immune da influenza esterna, ebbe bisogno di un uomo che facesse da padre a questa creatura, come nel caso di Giuseppe con Maria. Si risposò una terza volta con un apostolo di Gesù: l'esattore delle tasse Matteo, chiamato anche Levi, colui che seguì il Maestro, lasciando i suoi beni terreni e le ricchezze che gli stavano a cuore. Al tempo della sua conversione Matteo era disprezzato dagli Ebrei che erano costretti a finanziare con le tasse chi li opprimeva e, quindi, lo consideravano un collaborazionista degli occupanti romani. Si dice fosse anche, come successore di suo fratello Gionata, il capo dei sacerdoti leviti e che per questo avesse il titolo di Levi. Matteo, che era segretamente innamorato di Maddalena, fu sposo e padre premuroso di Sara e dei due figli che ebbe da lei.
Da alcuni testi emerge che Marta evangelizzò Tarascona, Lazzaro predicò a Marsiglia, Massimino e Sidonio continuarono la missione ad Aix en Provence.
Alle foci del Rodano approdavano, all'epoca, profughi Ebrei provenienti dalla Palestina e numerose erano le comunità ebraiche, tra le Alpi e i Pirenei, che trovarono rifugio dalla sopraffazione romana e, all'interno di queste, si inserì il gruppo di Maddalena.
In Gallia, ai tempi in cui giunse Maddalena con il suo gruppo, il popolo era soggiogato dall'occupazione romana, ma sebbene gli invasori avessero imposto i nomi dei loro dèi alle divinità locali, vi erano grandi differenze di religione tra i due popoli. La Gallia era ancora fortemente influenzata dal culto Celtico e dalle sue antiche tradizioni pagane.
I primi Apostoli gettarono le prime semenze della fede in Cristo in un contesto storico piuttosto frammentato e ancora suggestionato dalle trasmissioni di memoria precedenti. In questi luoghi si venerava il dio Ra, personificazione del Sole fulgente e ritenuto, in una concezione teologica più tarda, unico Creatore di ogni cosa, e la dèa Iside, rappresentazione Egizia del pianeta Venere. L'astronomia era molto importante per i Celti che erano dei profondi conoscitori delle stelle.
Inoltre, come gli Esseni, erano esperti guaritori.
Credevano anche nella reincarnazione (trasmigrazione delle anime), derivante da Pitagora, che nel VI secolo a.C. fondò una delle prime scuole dell'occulto.
La credenza dei Druidi (sacerdoti Celti), si identificava in un dio che formava a sua volta una triade, analogicamente alla trinità cristiana. Questa triade univa insieme il concetto di mediatore, di istruttore e di liberatore dell'umanità che doveva nascere da una Vergine. Secondo la loro concezione, la potenza creatrice era femminile, figlia dell'Essere supremo, intermediaria tra la divinità e l'umanità. Questi attributi erano gli stessi che i romani accordavano a Iside, a Diana e a Minerva.
Quando Cesare conquistò la Gallia, il popolo adorava le foreste, gli alberi, le montagne, le fonti etc. In ciascuna di queste rappresentazioni, erano persuasi vi fosse un genio, uno spirito tutelare, un dio minore. I Druidi consideravano una doppia realtà all'interno delle loro credenze: il culto del principio creatore e il culto del principio distruttore, analogamente alle convinzioni del popolo orientale Indiano. Queste due potenze, secondo la loro fede, dominavano sull'intero universo. I loro templi erano nei boschi, dove constatavano la presenza della divinità e non adoravano simulacri o effigi del Divino.
Ciò che distingueva le credenze pagane da quelle cristiane successive era che le prime facevano del principio del male distruttore un principio utile, mentre il Cristianesimo riconoscerà solamente il principio Creatore di Dio. L'espressione del male, il demonio, veniva esecrato, combattuto e vinto dal liberatore, dal Messia. Analogamente il concetto di liberatore si ritrova nelle vesti di Mitra in Persia, di Horus in Egitto, di Ercole in Grecia.



(Continua)
Immagine

"Non nobis Domine, non nobis, sed nomine Tuo da gloriam"
Gladius Lucis ImmagineImmagine

Avatar utente
Oliviero Angelo
Messaggi: 2056
Iscritto il: 13/03/2009, 0:00

Maddalena in Gallia

Messaggioda Oliviero Angelo » 16/09/2010, 23:07

Dall'Oriente i primi Apostoli portarono in Occidente gli usi e i costumi degli Esseni. Essi si dividevano principalmente in due categorie: una parte di loro viveva in comunità, altri vivevano isolati, dedicandosi all'ascetismo. Le loro tradizioni comprendevano la condivisione di ogni bene, del cibo e dell'abitazione. I loro figli erano cresciuti all'interno della comunità, senza dar peso se fossero bambini propri o di altri. Avevano inoltre un grande senso di rispetto per gli anziani e per l'ospitalità, che consideravano sacra.
Maddalena vestiva abiti bianchi, come in uso nella comunità, che si distingueva proprio per questa peculiarità.
Prima del levarsi del sole, essi evitavano di parlare di cose profane, poiché si dedicavano prima alla preghiera, Verso le undici iniziavano a occuparsi delle faccende lavorative. Mangiavano i loro pasti seduti, in silenzio, pregando prima di mettersi a tavola; poi tornavano alle loro attività, fino a sera.
La loro sobrietà, la loro morale e la loro modestia venivano applicate sia nei loro discorsi che nelle loro azioni. Evitavano la collera e la menzogna e si distinguevano per l'arte della guarigione. I terapeuti Esseni potevano definirsi etimologicamente dei medici spirituali, perché si impegnavano a curare l'anima dei loro pazienti, oltre che al loro corpo.
Il loro concetto di malattia era indissolubilmente legato alla dimensione sacra dell'essere umano, e sapevano che ogni patologia rappresentava una disarmonia tra anima e corpo. La dimensione fisica veniva percepita come parte tangibile del tutto e il terapeuta doveva quindi essere in grado di risalire alle origini del disturbo, se voleva porne rimedio. In un certo senso si può affermare che gli Esseni fossero i precursori dell'odierna medicina Olistica.
Chiunque volesse abbracciare il loro genere di vita, doveva attendere tre anni per essere ammesso nella loro comunità e doveva spogliarsi volontariamente dei propri beni, abbandonando i propri beni materiali. Inoltre essi prediligevano vivere in campagna e non nella confusione delle città che ritenevano d'ostacolo per lo studio della saggezza.
Nelle dimore degli Esseni che si dedicavano all'ascesi, era allestito un tempio, dove celebravano i loro misteriosi esercizi spirituali. Durante il giorno, dal momento della levata a quello del calar del sole, essi meditavano. Nella loro solitudine non portavano con sé nè cibo, né bevande, né oggetti che appartenessero agli effetti del corpo. Nei loro santuari leggevano i testi sacri, gli scritti dei profeti, perfezionando la conoscenza.La contemplazione non era il solo esercizio del loro intelletto; essi componevano anche dei canti e degli inni dedicandoli alla gloria di Dio. Sulle fondamenta della temperanza e della spiritualità, essi edificavano le loro virtù. Questi cultori dello Spirito, consacravano il giorno alla contemplazione e accordavano poco tempo serale a ritemprare le loro forze fisiche. Nel loro zelo ardente, digiunavano per diversi giorni, appagati solo dal cibo Celeste e si concedevano qualche alimento, a volte, dopo sei giorni di astinenza totale.
Uriel rivela che Maddalena trascorse la vita a evangelizzare, portando la parola di chi sentiva parte di lei, dedicandosi interamente alla sua missione e mettendo a disposizione le sue pratiche di terapeuta, acquisite nel Tempio di Iside e in Oriente e già ampiamente esercitate. Lei testimoniò con la sua vita, portando la parola di Gesù, a differenza di altri Apostoli che verranno martirizzati in nome Suo.
La sua visione mistica le permetteva di entrare in contatto diretto con le persone attraverso un massaggio con olio preparato e consacrato da lei personalmente, al fine di sciogliere la corazza mentale del malato; primo impedimento all'esito giusto dell'opera.
La consacrazione dell'olio avveniva tramite una particolare dinamizzazione in cui veniva impressa nella sostanza l'immagine di una forma archetipica geometrica che entrava in risonanza con la disarmonia energetica manifestata dal paziente.
In genere l'immagine geometrica arrivava in meditazione, dopo che mentalmente ne era fatta richiesta.
L'olio è una sostanza estratta dai frutti delle olive e contiene, a livello eterico, un frammento dell'anima dell'albero, della terra in cui si è sviluppata e del sole che ha fecondato la superficie terrestre. L'unione sacra del Sole e della Terra produceva lo strumento che, nelle mani del terapeuta, assumeva la vibrazione opportuna al risanamento.
Attraverso l'uso degli oli, Maddalena compiva un atto sacro, trasformandoli in elementi di luce, poiché riteneva che fossero il mezzo per trasferire la discesa del Principio Divino solare alla materia densa del corpo umano. La luce penetrava nella zona da trattare con la sua informazione curativa e veniva trasmessa, a sua volta, alle cellule e il sangue, interbenendo a livello sottile eterico.
L'uso degli oli, per Maddalena, fu una costante della sua vita; dall'unzione sacra fatta al Cristo in più occasioni, fino al termine dei suoi giorni sulla terra, questo magico fluido l'accompagnerà, offrendo, attraverso la volontà di Myriam di amare, la cura del corpo e dello spirito, a chi avesse necessità.



(Continua...)
Immagine

"Non nobis Domine, non nobis, sed nomine Tuo da gloriam"
Gladius Lucis ImmagineImmagine

Avatar utente
Oliviero Angelo
Messaggi: 2056
Iscritto il: 13/03/2009, 0:00

Maddalena in Gallia

Messaggioda Oliviero Angelo » 16/09/2010, 23:09

Myriam si faceva amare ovunque andasse e veniva rispettata per la sua eloquente capacità di conquistare il cuore delle persone. La sua voce, come era in uso in quella comunità degli Esseni, era modulata affinché potesse divenire balsamo per confortare il dolore, predisponendo il paziente alla fiducia.
Dalla capacità di ascolto, al suono curativo, alle tecniche della pulizia energetica e del tocco terapeutico con le mani, Maddalena effettuava con dolcezza e compassione il suo compito d'intermediaria tra Cielo e Terra. A volte non interveniva subito nella cura, ma semplicemente, prendendo la mano del paziente tra le sue, restava solo in ascolto amorevole della persona. Con questo semplice gesto infondeva speranza e con l'emissione del suono della voce insieme, spesso era testimone di miglioramenti prodigiosi e rapidi. Myriam apparteneva ad una cultura alternativa perché, oltre a conoscere i segreti delle erbe e degli oli, era spiritualmente evoluta.
Riferendoci per un attimo ai nostri tempi, quante volte abbiamo sentito il desiderio di entrare in contatto più diretto con il nostro medico, ma siamo rimasti delusi da una fredda diagnosi meccanica computerizzata o da una frettolosa terapia consigliata, senza aver avuto la possibilità di sentire che il terapeuta si prendesse veramente cura di noi, del nostro dolore, con amore e compassione?
A differenza di queste spiacevoli sensazioni, che penso tutti abbiamo provato nella vita, il compito dei terapeuti Esseni era di infondere pace, di entrare in sintonia con l'anima del malato, prima ancora di intervenire nella cura vera e propria. La guarigione del corpo non poteva essere completa, se l'anima non aveva compreso che doveva avvenire una trasformazione interiore per raggiungere lo stato di buona salute emotiva e fisica.
Il principio di buona salute, per Maddalena e per la Fratellanza essena, rappresentava una centratura dell'essere, con il corpo, l'anima e lo spirito allineati perfettamente. Era molto più di una semplice questione fisica, ma delineava la padronanza di sé stessi, allo scopo di diventare consapevoli, non subendo passivamente il ciclo delle incarnazioni. La trasmissione di questi insegnamenti faceva parte della loro missione di servizio, cui dedicavano particolare attenzione.
Uriel rivela che Maddalena non si risparmiava dinanzi al suo compito d'amore verso gli altri. Durante il giorno si dedicava al lavoro e la sera, seguendo l'esempio di Gesù, si univa alla comunità nella preghiera e nella meditazione. Attraverso di esse, la volontà assisteva l'anima e infiammava il cuore, che veniva ispirato alla grazia del Maestro, viificandone la fede.
Maddalena continuò ciò che già faceva in Palestina, quando Gesù era in vita, associando la sua missione di evangelizzazione al suo compito di madre. Non smise mai di amare con tutta sé stessa il suo Maestro, ma fu una moglie umile e fedele, oltre che una buona madre.
Uriel rivela che Maddalena lasciò il corpo fisico nel 63 d.C. all'età di 60 anni, non a Saint Baume, nella Francia del sud, come asseriscono alcune leggende, ma a Rennes Le Chateau, dove oggi sono conservate una parte delle spoglie di Maddalena e di cui l'abate Sauniére venne a conoscenza.
Inoltre Uriel afferma che sarebbe un segno simbolico di riunificazione ricomporre oggi il corpo di Maddalena, poiché lei rappresenta il perno del cambiamento sulla Terra.
Dopo la sua morte, gli Angeli la fecero ascendere immediatamente al cielo, nella gloria di Dio.



[da "Maddalena l'altra metà di Cristo", Annamaria Bona]

Immagine

"Non nobis Domine, non nobis, sed nomine Tuo da gloriam"
Gladius Lucis ImmagineImmagine


Torna a “Meditazione”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 6 ospiti

cron