Messaggioda Ospite » 24/10/2010, 14:08
** Ma è possibile guardarsi senza tale schermo? Se si rimuovono quelle credenze, le tante credenze che ognuno di noi ha, rimane qualcosa da guardare? Se non c'è più alcuna credenza con cui la mente si identifichi, allora la mente, priva di identificazione, è capace di guardare a se stessa così com'è: e a quel punto, sicuramente, si ha un primo barlume di comprensione di sé. **
" [...] E' come per Alice, quando entra nello specchio per giungere nel Paese delle Meraviglie. Entrare nello specchio vuol dire varcare tutto ciò che sappiamo, dato che tutto ciò che noi sappiamo di ogni cosa è soltanto un riflesso di noi, uno specchio del nostro modo di sapere e di capire.
Nell'Aldiqua (dello specchio), a ogni cosa noi possiamo avvicinarci infinitamente: nel desiderio di saperne sempre più, che è appunto un infinito avvicinarsi al suo più profondo segreto, a ciò che in essa è riflesso di noi, del nostro modo di sapere e di capire. Nell'aldiqua quel riflesso è davvero un abisso senza fine, riflesso in uno specchio.
Nell'Aldila (dello specchio) noi siamo oltre: non c'è più ne bisogno ne modo di avvicinarsi a nulla, perché in ogni cosa noi siamo già dall'altra parte, dentro quel nostro modo di sapere e di capire; e li, dentro di noi, c'è tutto, e tutto diviene trasparente, come gli specchi visti da dietro. Gli altri, il futuro, il passato, gli oggetti, le idee astratte: in tutto, là, noi guardiamo da ciò che prima era quell'abisso, e che ora diventa semplicemente il luogo dove siamo, senza più nessuna distanza da nulla.
E' difficile questo? E' molto facile, ancor più che togliersi i sandali: è davvero sufficiente fermarsi, e lasciare che sia [...] "
Igor Sibaldi