Un giorno ho letto sul muro del santuario di San Giovanni Rotondo:
"Ricordati che c'è una croce anche per te".
La cultura della sofferenza ci è stata inculcata da sempre come l'unica via. Ma non sempre è così. A volte la sofferenza ti schiaccia un un pozzo nero.
Tutto dipende dal nostro modo di affrontare le cose. Ho visto persone piegate sotto la loro personale croce formata da problemi minuscoli, gonfiati dal loro modo di vedere e persone colpite da gravissime malattie portare un sorriso radioso che veniva dal profondo.
Tutto è nelle nostre mani. Spesso preghiamo lo Spirito di aiutarci, e gli aiuti ci sono se solo abbiamo l'umiltà di ammettere di avene bisogno. Il sorriso di un amico, un abbraccio, il dono di un fiore, dato o ricevuto... alzare gli occhi, svegliarci, essere grati.
Un saggio ha detto: Se non si accende più la luce e tu non sai ripararla,a volte devi chiamare l'elettricista. Poi però ricordati di alzarti da terra e di andare a premere l'interruttore. perché sei sempre tu a decidere della tua vita, a scegliere.
Sono stata nel buio molto tempo, poi, un giorno, ho alzato gli occhi e ho visto la vita davanti a me. E le ali hanno iniziato a formarsi quel giorno, non prima, quando ho scoperto che se permettevo loro di crescere, avrei potuto volare.
Ma, come abbiamo detto, ognuno ha il suo percorso.
Il Guerriero della luce ha appreso che Dio si serve del dolore per mostrarci la gioia....ma, ricordiamoci che la gioia esiste.
Siamo o non siamo gli splendenti?