Messaggioda shanti » 01/11/2010, 0:27
Non sempre, non solo la sofferenza, la gioia a volte costruisce ali più grandi e luminose.
Credo che si debba anche fare attenzione perché a volte, la sofferenza può diventare una terribile trappola nella quale chiudersi e dalla quale è difficile uscire per spiegare le ali che, faticosamente, abbiamo costruito.
Può essere uno stimolo ma non deve diventare una tomba. E' un'esperienza da vivere, non un modo di morire.
A volte nella sofferenza si diventa ciechi e si gira e si rigira, ci si crogiola, ci si lamenta, pensando e ripensando, senza più alzare gli occhi. E non ci si ricorda come è vivere. Ognuno è responsabile per se stesso, ed è possibile fare delle scelte.
Alzare la propria frequenza, uscire dal fango, guardare il cielo, decidere che non è più la sofferenza ciò di cui si ha bisogno. Respirare la vita, respirare l'universo, uscire dallo schema che solo il dolore, solo la sofferenza facciano crescere.
Avere la voglia e la forza di girare pagina, di non essere più schiavi del passato, guardare alla vita e non al dolore che abbiamo vissuto.
E essere grati per tutti i doni che lo Spirito ci ha dato. La gratitudine mette le ali più scintillanti e robuste che possiamo immaginare.
C'è un mondo di luce che ci aspetta, e forse il tempo di cambiare è già arrivato, ma troppo presi dalla sofferenza, non ce ne accorgiamo nemmeno.
Sii umile perché sei fatto di Terra, sii nobile perché sei fatto di Stelle.
Con la Luce di Michele nel cuore. shanti