Allineamento interiore

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Oliviero Angelo
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Allineamento interiore

Messaggioda Oliviero Angelo » 15/12/2010, 1:45

Tratto da uno stralcio del capitolo in oggetto del libro "Le Terapie regressive - Alla ricerca delle vite passate"" di Francesca Longo e Liliana Nardese.
Uno stralcio che in molti punti mi ha parecchio "colpito" e che mi ha dato interessanti spunti di riflessione.
Ho desiderio di condividerlo con voi, Anime compagne di viaggio.
pulzelle
cuoricino cuore pulsante



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"L'accettazione porta con sé il seme della fiducia nella nostra vita."
La frase è di Liliana Nardese, ma potrebbe essere di qualsiasi terapeuta e di qualsiasi paziente, anche perché per superare nevrosi o anche mali che sembrano non sradicabili (e magari finiscono per sparire proprio quando si supera la sottile linea d'ombra tra se stessi e un'erronea percezione d'onnipotenza), è essenziale prendere coscienza che accettarsi per quello che si è veramente e quindi accettare gli altri in modo speculare è un "modus vivendi" che, se non agevola, semplifica la strada per una maggior consapevolezza di vita.
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"Ogni essere umano ha una sua vibrazione", racconta, "una sua particolare sonorità, riconoscibile come accade per le impronte digitali. E' odore della pelle, tonalità della voce... Ognuno di noi ha una sua energia e spesso chi trasuda insicurezze e dubbi, s'aggrappa a chi ha energie maggiori. Ma non dobbiamo mai dimenticare che ognuno di noi può. Ognuno fa ciò che gli compete, perché esiste un'energia, che io considero divina, che ci permette di ricostruire armonia con le vibrazioni altrui, evitando confusioni e pericolosi coinvolgimenti".
Parte da una "fede assoluta" che si traduce con un "essere in cammino", ossia con l'accettazione delle proprie miserie umane, col saper amarsi e rispettarsi in armonia con se stessi. Parte soprattutto dall'idea che la paura, il grande ostacolo, deriva alle volte da paure antecedenti questa vita e che la vera favola è riuscire a vivere la quotidianità, tenendo presente che non sempre ciò che si crede corrisponde a realtà.
(...)
"Bisogna rimettere tutto in gioco, far nascere la vera consapevolezza e quindi dimenticare il nostro ego, la nostra soddisfazion. Abbandonare schemi e convenzioni, fondamento del nostro comportamento. Un buon terapeuta deve lavorare su se stesso, riequilibrare le proprie emozioni, essere forte, centrale e lavorare su se stesso. Non può essere in balia del paziente e assorbire scorie. Devi farti diapason e consentire la regolazione delle vibrazioni. In realtà un terapeuta", spiega, "è uno strumento, deve sapersi svuotare del proprio io per farsi energia da trasmettere. Significa che non devi mai giudicare, mai pensare in negativo: qualsiasi cosa possa vedere va trasformata per riflettere amore".
Per Liliana la relazione è quella dell'amore incondizionato tra madre e figli, quello stesso rapporto per cui accettare una persona significa anche non lasciarla decidere della propria autodistruzione, accettarla e amarla grati della sola esistenza, ma nel contempo vigili per quel che riguarda qualsiasi cosa la metta in pericolo. "La paura è l'ombra dell'amore", sostiene. E non bisogna aver paura né ad amare, né a saper rilevare comportamenti autolesionistici. Unisce Ayurveda e Badard, armonizzando le due scuole, modellandole su se stessa.
Ma cosa ha a che fare tutto ciò con le terapie regressive?
"Quando una persona entra nella stanza per un istante visualizzo come uscirà. Una parte di me rimane fuori, io lascio che sia il "vedere" a entrare in funzione: vedere per filtrare e trasformare ciò che il sintomo nasconde, per poi rielabolarlo in una chiave comprensibile e armoniosa affinché non crei nella persona un altro conflitto. Perché è il sentirsi amati, parte essenziale dell'Universo che nutre tutti. Ma è una cosa semplice e naturale. L'amore è sempre lì. Sono convinta che ritorniamo sulla Terra per progredire. Per questo noi scegliamo i nostri genitori, coloro che ci aiuteranno a "crescere". Vale per noi come figli, per noi come genitori. Se un'anima ci ha scelti, con le nostre caratteristiche, è di ciò che ha bisogno. Einstein sosteneva che la vera intelligenza è dettata dall'intuizione. Perché non lasciarla libera?
"La quiete interiore", prosegue, "permette di lasciar liberi gli eventi di fluire senza controllo: è una delle lezioni più difficili da apprendere. Chi non sa farlo o non vuole ricordarsi di saperlo fare sta male, perché aver paura di fermarsi a meditare e riflettere ci induce a procedere senza discriminazioni o discernimento. Osserviamo i bambini e i loro giochi: si riappropriano della sfera intuitiva da cui dipende la loro sopravvivenza, creativi, mai distruttivi. E noi?". Amore è la parola più ricorrente e, come vedremo in seguito, la disciplina a cui siamo meno allineati. Amore è anche la medicina di cui abbiamo, oltre qualsiasi farmaco, più bisogno (nonché la parola chiave di molte religioni).
"L'unica via per riscoprire come risvegliare antichi sentimenti mai espressi per paura di non essere compresi", prosegue, "è lavorare su noi stessi e imparare ad andare oltre il dolore, oltre a paure dettate dall'ego, che ci vuole far credere di essere unici. Le paure ci staccano da una unità reale e superiore, ci rendono preda di pensieri negativi. Appare così l'idea di solitudine, pericolosissima se ci convinciamo realmente di essere soli. Se al contrario ci colleghiamo alla Luce, non saremo più soli e la malattia non potrà minare il nostro fisico. Quando parlo di malattie intendo quelle karmiche, che hanno origine da uno squilibrio dello spirito e sono legate alle nostre esperienze passate. Si manifestano per richiamare un nostro squilibrio energetico generale, servono per concludere un lavoro iniziato decenni fa che ci permette di accelerare il processo di analisi personale, prenderci cura di ogni nostra componente in modo da ricomporre l'equilibrio generale. Ci sono poi malattie causate dalle sofferenze al non adattamento a questa vita, la cui paura non ci permette di essere noi stessi, con conseguente abbassamento delle difese immunitarie. Insomma, ogni forma di malessere ha un linguaggio preciso, quello con cui il corpo ci comunica il nostro profondo malessere animico.
"Saperci ascoltare ci permetterà di accettare la malattia quando è conclamata, accettarla e in fondo anche ringraziarla per ciò che vuole insegnarci sui nostri squilibri. Quando siamo malati scattano automaticamente rabbia e autocommiserazione, viviamo come vittime di una grande ingiustizia, una punizione divina per un qualcosa che abbiamo sbagliato. Rabbia e paure nascondono un nostro senso di colpa. Oggi si sa che è la malattia psicosomatica che ripropone nel corpo un profondo malessere esistenziale. In realtà la malattia vuole solo valorizzare in noi e per noi la bellezza di avere un corpo fisico, farci sentire l'imporanza dell'amore, di un amore che dobbiamo riscoprire, anche attraverso la disponibilità.
Secondo Liliana Nardese il segreto del progresso è il divenire trasparenti più che indifesi: "Sono due cose profondamente differenti: essere trasparenti significa non interferire, non manipolare, non giudicare. Essere indifesi è lasciare che altri manipolino, giudichino, interferiscano. Diventando trasparenti possiamo raggiungere la libertà interiore, per cui nessuna critica o ingiustizia potrà ferirci.
"La base di ogni forma di squilibrio emotivo o comportamentale in realtà va individuata in una carenza affettiva, in una mancanza d'amore, in un distacco dalle nostre origini: per questo motivo è estremamente importante riallacciare le proprie vibrazioni e riconnettersi alla sorgente, alla nostra origine divina, il cui amore fa svanire le paure e ci fa sentire circondati da attenzioni. Pensiamo ai bambini: quando hanno paura chiamano la madre urlando e piangendo e sentirla accorrere a proteggerli fa sentir loro l'amore che prova. Da piccoli, quando sperimentiamo, è la coscienza che l'amore è sempre pronto ad accoglierci a braccia aperte. Solo al momento del distacco ci perdiamo e dimentichiamo da dove veniamo. Torniamo bambini, col desiderio e la voglia di riscoprire la parte di noi volutamente dimenticata. Omeglio: viviamo semplicemente e positivamente, pensiamo al bene e alla fratellanza, piuttosto he a rancori e divisioni. Formuliamo, quanto possibile, forme di pensiero di amore e certezza. Il meglio sta per arrivare, solo che l'umanità veramente e fortemente lo voglia!".
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"Non nobis Domine, non nobis, sed nomine Tuo da gloriam"
Gladius Lucis ImmagineImmagine

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marisa
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Messaggioda marisa » 15/12/2010, 10:40

GRAZIE GLADIUS[center]
Il meglio sta per arrivare, solo che l'umanità veramente e fortemente lo voglia!".
DOBBIAMO SOLO CREDERCI .....
Un abbraccio
Marisa


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