Sto leggendo l'ultimo libro di Brian Weiss, lo psicologo che pratica sedute di regressione e utilizza tecniche di psicoterapia spirituale. (Brian Weiss è l'Autore, tra gli altri, del libro "Messaggi dai Maestri")
Il suo ultimo libro che sto leggendo si intitola: "Molte vite, un'anima sola".
La particolarità di questo libro di Weiss è che per la prima volta, dopo i molti suoi libri nei quali ci racconta delle regressioni in precedenti vite dei suoi pazienti, in questo ci racconta dei "viaggi in avanti", in progressioni e non regressioni. E lo fa, secondo me, con giusto approccio e fondamentali distinguo.
Al di là di tutti i capitoli del libro nei quali tratta e ci racconta dei vari pazienti in una ricca aneddotica e pertinenti considerazioni, voglio proporvi alcuni passi del solo primo capitolo di questo libro "Molte vite, un'anima sola". E' un capitolo "generico" ed introduttivo prima dei casi che ci ha voluto proporre ma che io trovo in alcuni punti quanto meno intrigante oltre che interessante, per ciò che nella nostra reciproca consapevolezza già sappiamo e per ciò che nella nostra consapevolezza possiamo riconoscere come vero o comunque meritevole di personali riflessioni.
Grazie della vostra proverbiale pazienza nel leggermi in queste mie trascrizioni così lunghe.
E mi rendo conto che per la maggior parte di noi Cittadini di Luce queste parole sull'anima che riporterò possano sembrare banali e scontate, ma sento che anche per una sola persona che possa trovare conforto anche a una sola piccola domanda, beh... ne valeva la pena.
Con Amore, Gladius Lucis



Immortalità
Ognuno di noi è immortale.
Non intendo soltanto dire che trasmettiamo i nostri geni, le nostre convinzioni, le nostre peculiarità e le nostre abitudini ai nostri figli che, a loro volta, le tramanderanno ai propri figli, sebbene naturalmente facciamo anche questo. E neppure mi riferisco al fatto che le nostre creazioni - un'opera d'arte, un sistema per fabbricare scarpe, un'idea rivoluzionaria, la ricetta della torta di mirtilli - ci sopravvivano, sebbene anche questo sia vero. Ciò che intendo dire è che la parte più importante di noi, la nostra anima, vive per sempre.
Sigmund Freud descrisse la mente come un complesso funzionante a livelli diversi, fra cui quello dell'inconscio. Per definizione, si tratta di un livello di pensiero di cui non siamo consapevoli, ma che memorizza ogni nostra esperienza e ci spinge a comportarci come ci comportiamo, a pensare come pensiamo, a reagire come reagiamo e a provare ciò che proviamo. Solo avendo accesso all'inconscio, disse Freud, possiamo aprrendere chi siamo e, in virtù di questo, guarire. Alcune persone hanno scritto che questa "cosa" - l'inconscio di Freud - è l'anima. E nel corso della mia attività (che consiste nel condurre i pazienti nella regressione alle vite passate e, ultimamente, nella progressione a quelle future)anch'io osservo questo: il lavoro dell'anima immortale.
Sono convinto che ognuno di noi possieda un'anima che continua a esistere dopo la morte del corpo fisico e che ritorna più e più volte in altri corpi, sforzandosi di raggiungere un livello più elevato. (Una delle domande che emerge più di frequente è: "Da dove provengono le anime visto che oggi ci sono molte più persone di quante ce ne fossero quando ebbe origine il mondo?" Ho rivolto questa domanda a molti pazienti e la risposta è sempre stata la stessa: "Questo non è l'unico luogo in cui si trovano le anime". Ci sono molte dimensioni, livelli differenti di consapevolezza che ospitano anime. Perché dovremmo pensare che la nostra dimensione sia l'unica esistente? L'energia non conosce limiti. Il nostro piano di realtà non è che una delle tante "scuole" esistenti. Alcuni pazienti, inoltre, mi hanno detto che le anime possono scindersi e fare esperienze simultanee.) Non c'è alcuna prova empirica di questo; le anime non hanno il DNA, almeno non il DNA descritto dagli scienziati, nonché premi Nobel, James Watson e Francis Crick. Ma la prova aneddotica è schiacciante e, per me, irrefutabile. Ne ho avuto continue conferme, da quando Catherine mi portò con sé nelle epoche passate che spaziavano dall'Arabia del 1863 a.C. alla Spagna del 1756 d.C.
(...)
Quando i miei pazienti si ricordavano di sé in altre vite, i traumi che li avevano portati a cercare il mio aiuto si attenuavano o in alcuni casi guarivano del tutto. Questo è uno degli scopi principali dell'anima: avanzare verso la guarigione.
Se fossi l'unico ad aver assistito a casi del genere, potreste a buon diritto pensare che abbia avuto allucinazioni o che sia uscito di testa, ma i buddhisti e gli induisti "collezionano" casi di vite passate da migliaia di anni. La reincarnazione fu contemplata nel Nuovo Testamento fino ai tempi di Costantino, quando i romani decisero di censurarla. Gesù stesso, forse, credeva nella reincarnazione, dal momento che chiese agli apostoli se riconoscevano Giovanni Battista come Elia redivivo: Elia era vissuto novecento anni prima di Giovanni. La reincarnazione è un principio fondamentale della mistica ebraica, in alcune sette costituiva un insegnamento di base fino agli inizi del diciannovesimo secolo.
Centinaia di altri terapeuti hanno registrato migliaia di sedute relative a vite passate e molte esperienze dei loro pazienti sono state verificate. Io stesso ho controllato particolari ed eventi specifici dei ricordi di Catherine e di altri miei assistiti - dettagli precisi, che non potevano in alcun modo dipendere da falsi ricordi o da fantasie. Non dubito più della reincarnazione. La nostra anima è vissuta prima e vivrà ancora: questa è la nostra immortalità.
(CONTINUA)